Un atto di coraggio
I riformisti, la Finanziaria e le pensioni
di Michele Salvati
Il giudizio sulla legge Finanziaria sta consolidandosi, dopo le prime difficoltà di lettura. Degli obiettivi che la legge si era prefissa, quello di un riequilibrio dei conti pubblici è avviato a soluzione, per quanto era possibile fare su base annuale. L'obiettivo di ridistribuzione del reddito a favore dei ceti più disagiati è sostanzialmente affidato ad una riforma dell'Irpef inutilmente complessa e poco efficace nei confronti dei veri poveri. E quello di promuovere lo sviluppo è fatto più di ombre che di luci: si stanziano fondi per gli investimenti pubblici (le casse erano vuote), nell'insieme si riducono le imposte per le imprese (che farebbero bene a smettere di lagnarsi), ma certo non si può dire che il trasferimento all'Inps di una parte dei fondi per il Tfr favorisca lo sviluppo. Come non lo favorisce il disegno complessivo di una manovra che «lascia sostanzialmente invariate nel 2007 le spese correnti rispetto agli andamenti tendenziali» (parole di Draghi, nella sua recente audizione alle commissioni Bilancio); di conseguenza «la correzione, in termini netti, è affidata interamente ad aumenti delle entrate».
I riformisti del centrosinistra si sono resi conto, un po' in ritardo, che il senso che intendevano attribuire alla manovra — e che ancora aleggiava sul Documento di programmazione del giugno scorso e soprattutto sul decreto Bersani prima degli ammorbidimenti — rischia di andare perduto: Fassino e Rutelli richiamano che dei tre obiettivi il più importante è quello dello sviluppo, che il risanamento fiscale è solo un prerequisito indispensabile, che senza crescita non può esserci ridistribuzione efficace. Altri politici sono molto più precisi nei loro suggerimenti: l'intervista di Nicola Rossi sul Corriere di ieri è esemplare per chiarezza e coraggio. E' ancora in tempo, il governo, a correggere un'immagine che rischia di danneggiarlo politicamente? L'immagine di un governo incapace di affrontare le riforme strutturali necessarie, condizionato dalla sinistra radicale e dal sindacato?
Forse sì. La parte più facile del compito consiste in un'opera di ripulitura della Finanziaria da norme incongruenti con lo sviluppo e di sottolineatura delle apprezzabili iniziative di riforma che finiranno nei collegati alla Finanziaria: servizi pubblici locali ed energia. La parte difficile consiste nel dare un'idea chiara su quale sarà la posizione del governo nelle trattative che si svolgeranno col sindacato su pensioni e pubblico impiego. Sulle pensioni, condivide il governo le misure proposte ieri da Nicola Rossi? Si presenterà ai sindacati con una lista precisa dei lavori usuranti, quelli che consentono di andare in pensione in tempi più brevi? Se non lo fa, e farlo è in suo potere, è inutile insistere per un allungamento dell'età pensionabile: tutti sosterranno di svolgere lavori usuranti. Ancora più difficile la trattativa sul pubblico impiego, dove i sindacati minacciano scioperi se i 3,2 miliardi stanziati dalla Finanziaria non gli vengono concessi già all'inizio del 2007, senza alcuna contropartita di riforme. Quali sono, invece, le riforme che pretende il governo? Non sarebbe il caso di scriverle in un atto ufficiale?
Possiamo anche aspettare l'inizio dell'anno prossimo per il rito italico della concertazione. Ma per cambiare giudizio politico su questa Finanziaria e questo governo abbiamo bisogno, ora, di un atto di coraggio: almeno un documento che precisi gli obiettivi che il governo «concertante» intende perseguire.
Serve una lista precisa dei lavori usuranti, quelli che consentono di andare in pensione in tempi più brevi, dopo si potrà parlare di allungamento di età pensionabile.io sono medico, faccio l'anestesista rianimatore, il mio lavoro non può essere asvolto senza rischi per i pazienti oltre una certa età. io ho 56 anni non sono piu' veloce e pronto come 10 anni fa, il mio lavoro non mi consente errori senza intaccare la vita del paziente. penso che il mio lavoro non si possa paragonare a quello del collega medico di medicine che se non è pronto non succede nulla. nell'ambito della medicina i medici anestesisti insieme ai colleghi del pronto soccorso meritino di aver riconosciuro il proprio lavoro come usurante.
Sono un lavoratore metalmeccanico ho lavorato sempre presso siti petrolchimici come manuntetore degli inpianti in varie picole aziende. dal 74 a tuttoggi.nei primi 20 anni, quando ancora la sicurezza sul lavoro non era tutelata specie noi lavoratori degli apalti. ho subito una diecina di infortuni di traumi, vari ricoveri x intossicazioni di mercurio e cloro. tuttora siamo sempre a contato di molte sostanze pericolose, non so se c'è la potro fare ad arrivare a 40 anni di contributi già mi sento di non poteci arrivare almeno sano visto che acuso una salute piutosto malandata.spro tanto che riconoscano il notro lavoro come usurante almeno chi ha lavorato nel passato in questi impianti petrolchimici:
sono un infermiere professionale che svolge turni da trent'anni.Non sto a parlare dello squilibrio chimico fisico che tale lavoro comporta,ma l'assuefazione al concetto stesso di malattia. La N/ è stata una missione ,ma adesso servono dei missionari per poter bilanciare lo stress fisico e mentale accumulato e non più sopportabile per parlare di buona sanità. Saltare una staccionata anche se usiamo una famosa marca d'olio non si può più...voglio andare via!
lavoro usurante per chi in verità lo merita. tra i medici turnisti gli anestesisti meriterebbero tale ricvonoscimento
lavoro usurante per chi in verità lo merita. tra i medici turnisti gli anestesisti meriterebbero tale riconoscimento
Tra i lavori usuranti si inseriscono quelli svolti in alte temperature, mentre invece, non vengono tenuti in considerazione quelli che vengono svolti in basse temperature, fra la neve e il ghiacci. Fra questi lavoratori si annoverano a pieno titolo coloro i quali svolgono il proprio lavoro come "battipista", " agenti di pedana" e lavoratori degli impianti a Fune. Non è un caso che la maggior parte di questi lavoratori soffrano, dopo un certo periodo di anni, di malattie determinate dalle basse temperature climatiche. La norma, peratnto, dovrebbe essere rivisitate e aggiornata per evitare sperequazini tra lke stesse categorie di lavoratori.
Lavoro come turnista in una centrale per la produzione di energia elettrica(centrale termoelettrica) da oltre 27 anni,come ben sapete da statistiche fatte ogni anno di turno equivalgono a circa 2 anni di un lavoratore che svolge attività normalmente di mattina. Questo è considerato lavoro usurante?
Codiali Saluti
Paolo
SOPRATTUTTO PER LE DONNE DOPO I 50 ANNI, E CON UN CARICO DI LAVORO DI PIU'DI 30, CHECCHE' SE NE DICA, TUTTI LAVORI DIVENTANO USURANTI E HAI VOGLIA DI CHIACCHIERE SULL'ALLUNGAMENTO DELLA VITA. QUANDO SEI STATO SFRUTTATO,COME ACCADE PER IL LAVORO DI INFERMIERE PROFESSIONALE,PURTROPPO IL SORRISO CHE PER IL NOSTRO UTENTE ERA FONTE DI CONFORTO A UN CERTO PUNTO DIVENTA UNA SMORFIA DI STANCHEZZA E DEMOTIVAZIONE E ALLORA PENSIAMO CHE SIA GIUNTA L'ORA SENZA OMBRA DI DUBBIO DI .LASCIARE LARGO AI GIOVANI E DI CONSIDERARCI, DA CHI CI GOVERNA PERSONALE AD ALTO RISCHI PER Sè E PER GLI ALTRI.
sono un sommozzatore professionista , svolgo questa professione dal 1976 . ormai il fisico non regge più , quest'anno compio 54 anni credo che il presidente del consiglio non dovrebbe avere difficoltà a capire che questo è un lavoro estremamente usurante , spero proprio che decidano al più presto per simili categorie di lavori ,sarebbe assurdo che a 60 anni dovessi andare ancora sott'acqua.