Il doping dei partiti
di Marco Travaglio
L’indulgenza con cui i partiti alleati e avversari trattano lo scandalo delle tessere gonfiate della Margherita è più che comprensibile: un censimento a tappeto dei tesseramenti ne scoprirebbe di tutti i colori, non solo nei Dl. Ora, se la cosa riguardasse gli affari interni dei partiti, affari loro. Ma il fatto è che ancor oggi i partiti (grazie all’ultima legge elettorale) nominano i parlamentari, oltre ad avere in pugno il governo e gli enti locali, ma anche la Rai, le municipalizzate, le società miste, gli appalti, le Asl, le università, i concorsi pubblici, le consulenze e così via. E allora la selezione delle classi dirigenti dei partiti non è cosa loro, ma cosa nostra. Questa selezione, nella seconda come nella prima Repubblica, si fonda perlopiù sul tesseramento (a parte Forza Italia, che è un partito padronal-dittatoriale): chi ha più tessere più conta. Vince i congressi locali e nazionali. Poi sistema se stesso e gli amici nei posti chiave delle liste elettorali e di tutti i settori della società che i partiti abusivamente controllano. Per avere più tessere i metodi sono due. O si convincono le persone, una per una, a iscriversi e a versare la relativa quota. O si iscrivono persone inconsapevoli (o meglio ancora defunte o inesistenti, così non si lamentano), pagando la tessera al posto loro. Tangentopoli non fu solo una storia di grandi ruberie. Fu anche una storia di furbetti che, per far carriera nei partiti e dunque dappertutto, rubavano per far incetta di tessere fasulle. Mario Chiesa era già ricco di suo. Quando Di Pietro gli domandò che bisogno avesse di prender tangenti nell’ospizio, rispose: «Volevo diventare sindaco di Milano e avevo bisogno di tante tessere del Psi e di tanti soldi per sostenere le campagne elettorali dei leader». Non volendo pagare migliaia di tessere fasulle di tasca sua, taglieggiava gl’imprenditori, che a loro volta scaricavano i costi sui contribuenti. Un giorno il pool di Mani Pulite fece arrestare due signori delle tessere, uno della Dc e uno dei Psi. Quando il pm Davigo andò a interrogarli, quello della Dc disse di quello del Psi: «Avete fatto bene ad arrestarlo: tesserava interi caseggiati, un vero farabutto». «Sì - obiettò Davigo -, ma anche lei tesserava interi caseggiati”. “E’ vero - spiegò quello-, ma lui tesserava i caseggiati che avevo già tesserato io». Anche e soprattutto questo fu Tangentopoli. A parte i ladri per professione o per vocazione, c’erano tanti ladri per necessità: volendo diventare qualcuno, non avevano che da rubare. Nei partiti faceva carriera chi rubava. Chi portava soldi e dunque tessere aveva l’elezione assicurata. Chi portava idee e competenze disturbava: finiva in coda alle liste e, dopo un paio di trombature, cambiava mestiere o, avendone uno, tornava a quello. Per questo rubare per il partito è molto più grave che rubare per sé. Nel 2001 fu arrestato per tangenti Luigi Odasso, direttore forzista dell’ospedale torinese Molinette. Ai giudici fece lo stesso discorso di Chiesa: «Volevo diventare sottosegretario alla Sanità. Ma dovevo scalare il partito a suon di tessere. E per pagarle chiedevo tangenti». Il segretario regionale di FI cadde dalle nuvole: «Scalava il partito e non ce ne siamo accorti». Càpita, se i partiti hanno regole meno rigorose delle bocciofile. Don Luigi Sturzo, negli anni 50, propose di dotarli di personalità giuridica, con rigidi controlli sui bilanci e sul resto, come nelle aziende. Ma lo presero per matto e non se ne fece nulla.
Mezzo secolo dopo, siamo daccapo. Un partito spedisce tessere per posta a gente che non le ha mai chieste; in Sicilia gli iscritti sono 800, ma ne risultano 1700 perchè li han segnati due volte; e in 10 comuni della Calabria ha più tesserati che elettori. Anche nei Ds ci furono polemiche,quando si scoprì una moltiplicazione di tessere proprio alla vigilia degli ultimi congressi. Il fenomeno, senza controlli rigorosi (perché, per esempio, non pubblicare su internet gli elenchi completi degli iscritti di tutti i partiti, così che ciascuno possa controllare?), è destinato a moltiplicarsi in vista dell’annunciata fusione Ds-Dl nel Partito Democratico: se l’unità di misura sono le tessere degli iscritti -e non, per esempio, il voto degli elettori- vince chi ne getta sul tavolo una più dell’altro. Come i vitelli agli anabolizzanti, come gli atleti agli steroidi. È il doping della politica, un po’ più grave di quello delle Iene. Chissà se Piercasinando, fautore dell’antidoping obbligatorio, parlava delle tessere agli estrogeni.
L'articolo piu' intelligente letto nell'ultimo anno. Se i magistrati indagassero ancora su quete malefatte, cosa ci sarebbe di male? Perche' Travaglio e' l'unico che riporta queste cose? All'unita' lo pagano forse di piu' che i suoi colleghi del Corriere e della Repubblica?
C'è un refuso nel titolo (disturava) che è un involontario quanto chiaro lapsus freudiano.
Di-stura (come di-svela) chi toglie il tappo e fa uscire da un recipiente - in questo caso una vera cloaca - i miasmi di un mondo corrotto e completamente estraneo al concetto di politica come servizio.
Eh sì, le idee disturano...
ciao
gianfalco
Pagare di più la vedo dura... Piuttosto è l'unico giornale che accetta di pubblicare queste cose perchè per questi versi è fuori dal "salotto buono". E,diciamolo, c'è una componente della redazione che è ben contenta di rimestare in questo torbido della Margherita. Ma altre parti (quelle del "dialogo" e del " PD a tutti i costi") lo scuoierebbero volentieri, per non parlare di Staino e dei sofristi. Corriere e Repubblica ci sono dentro fino al collo. Corriere è una tradizione dai tempi di Tassan Din ;-) Repubblica... beh, ci sono padrinati politici, regole di "convivenza" da non disturbare. Tu non scrivi certe cose, io ti do accesso a certe fonti riservate.
PS vero, due righe di presentazione, diciotto refusi (trattasi di iperbole)
...perché, per esempio, non pubblicare su internet gli elenchi completi degli iscritti di tutti i partiti, così che ciascuno possa controllare?)
Bhe' ad ora sarebbe una gravissima violazione della privacy trattandosi di dati sensibili (analoga ad iscrizioni al sindacato, fede religiosa o cronicita' di malattie) .
Piuttosto se vuole presentarsi con una nuova faccia, questo PD ulivista nebbioso, dovrebbe far propria quella richiesta di Don Sturzo
aggiornandola all'oggi.
Se si attua qualcos del genere potrei anche anche mettermi un ulivo in tasca.!!!!
BW