Legge elettorale, occhio a non peggiorarla...
di Giuseppe Tamburrano
Un numeroso gruppo di parlamentari dei due schieramenti, costituzionalisti, e cosiddetti «esponenti della società civile», Mario Segni in testa, hanno presentato in Cassazione tre quesiti referendari sulla legge elettorale vigente. Il più importante assegna il premio di maggioranza non più alla coalizione vincente come è attualmente, ma al partito che ottiene il maggior numero di voti, e porta la soglia di sbarramento al 4% per la Camera e all'8% per il Senato.
Renato Mannheimer (Corriere della Sera, 30 ottobre 2006) ha simulato il risultato elettorale conseguente a tale modifica utilizzando i voti delle ultime elezioni: alla Camera vincerebbe il centro-sinistra; al Senato vincerebbe, invece, nei tre scenari ipotizzati, il centro-destra: insomma avremmo la paralisi istituzionale e l'ingovernabilità. Basta questo per consigliare i referendari a lasciar perdere.
I proponenti sostengono che con il premio al partito più votato invece che alla coalizione si dà una forte spinta alla nascita del Partito democratico. Non esistono al mondo leggi elettorali mirate ad orientare i processi politici, la vita e le decisoni dei partiti. Gli scopi fondamentali dei sistemi elettorali sono di carattere istituzionale: la governabilità (sistemi maggioritari) o la rappresentanza (sistemi proporzionali) oppure combinazioni dei due sistemi.
Bisogna tenere conto che anche il centro-destra potrebbe essere indotto a dar vita al tanto discusso Partito delle libertà. Chi dei due, il Partito democratico o il Partito delle libertà, conseguirebbe più voti alla Camera assicurandosi la maggioranza assoluta dei seggi? Se Forza Italia e An si unificano prendono più voti del partito dei Ds e della Margherita: e la destra in tal modo vincerebbe anche alla Camera.
L'attuale legge è una «porcata» per tanti aspetti, ma soprattutto perché non essendo previsto il voto di preferenza, essendo cioè le liste bloccate, in realtà i candidati nei posti sicuri sono eletti dal vertice del partito e l'elettore non può fare altro che ratificare le decisioni delle oligarchie.
Con la modifica referendaria le cose andrebbero anche peggio perché le candidature non sarebbero discusse tra i due o più partiti che si coalizzano ma imposte da un vertice unico. Il correttivo delle primarie è stato proposto e riproposto, ma sembra che i «gazebo» non piacciano in alto loco.
Il sistema in vigore, con il premio alla coalizione, incentiva l'accordo tra partiti e produce una sorta di bipolarismo. La modifica referendaria, per volere di più e di meglio, cioè il partito unico al posto della coalizione, può dar luogo a risultati aberranti: se l'unificazione fra Ds e Margherita non si facesse - e per la verità essa non è iscritta nel libro del destino - il premio andrebbe al partito più votato che alle ultime elezioni è stato Forza Italia, con il 24%. Vi immaginate Berlusconi che copre il 55% dei seggi della Camera solo con i suoi?
I precedenti di sistemi proporzionali con premio di maggioranza sono la legge del ’53 e la legge fascista Acerbo. La prima prevedeva il premio alla lista o alle liste apparentate che avessero superato il 50% dei voti. La sinistra la bollò come «legge truffa» e fece una violenta campagna contro. (E sbagliò). La legge Acerbo prevedeva il premio di maggioranza a favore della lista che avesse ottenuto il 25% dei voti. La proposta referendaria non prevede alcun limite di quorum: ogni commento è superfluo.
È difficile prevedere come andrà a finire. E tuttavia a me sembra che i promotori farebbero molto meglio a impegnare le loro energie, la loro intelligenza, la loro cultura per una riforma seria della «porcata», che è il doppio turno alla francese (con gli opportuni adattamenti), il quale se ho ben capito gode una preferenza del ceto politico più serio. Esso concilia il proporzionale con il maggioritario e si adatta, meglio di qualunque altra, al nostro sistema politico.
Ai referendari che appartengono all'area di centro-sinistra vorrei osservare che il Partito democratico non può nascere con marchingegni elettorali. Può nascere solo da idee, progetti, valori. Ma «chi pon mano ad esso»?
tutto questo naturalmente se il nostro simpatico Parlamento non prevedesse di cambiarla, sta caxxo di legge elettorale.
Non sono tanto daccordo nel definire questa legge unaporcata e spiego perchè:
1)la lista bloccata è comune a molti paesi Svezia, germania, francia spagna etc i correttivi "interni"ai partiti sono facilmente identificabili: le primarie; quelli esterni sono forse peggiore del male, ricordatevi cosa è una campagna di preferenze in termine di clientele, malcostume, etc
2)le stesse primarie se si trasformano in un gioco al massacro tra protagonisti veri (vedi primarie americane, argentine, o per ultime francesi) possono determinare effetti catastrofici sullo schieramento; se invece sono finte come quelle di prodi perchè non effettivamente decidenti favoriscono il protagonismo di figure simpatiche alla scalfarotto o di professionisti scafati alla pecoraro scanio ma servono a poco. inoltre se pensiamo alle primarie di milano lasciano irrisolti i nodi politici.
3)Il colleggio uninominale non rende più facile la scelta a me sarebbe toccato votare un vecchio arnese democattoclientelare della margherita oppure un servitore di berlusca, sai che allegria; tra l'altro i tempi di presentazione delle candidature sono gli stessi (27 gg)
4)la definizione dei collegi è estremamente arbitraria e di parte o casuale, e non da oggi; ne scrisse anche tale Marx Carlo (proprio lui)quello)
5)il premio di maggioranza è anch'esso molto arbitrario: regionale? comunale? di collegio?nazionale? basti pensare che in usa o in inghilterra si può governare essendo minoranza nel voto popolare prorpio per le modalità con cui vengono assegnati i premi di maggioranza (nell'un caso nel colleggio dei grandi elettori nell'altro in base ai collegi uninominali.
In sostanza, per non tediarvi, la legge attuale sarà una porcata ma cambiarla ha senso se non si fa un'altra porcata.
Del resto se l'ottimo compagno Berlusconi non avesse cambiato la legge e ci fossimo tenuti quella precedente, avrebbe vinto lui!
Che palle tutte queste leggi/referendum/dibattiti su come cambiare la politica! Quando capiranno che l'urgenza è cambiare l'Italia?
Concordo con ciò che ha scritto "arcovazzi" (e io aggiungerei: ogni la maggioranza delle leggi elettorali citate può essere buona o sbagliata, il problema dell'Italia è il prevalere del detto "fatta la legge trovato l'inganno"). Con questa affermazione, tra l'altro molto diffusa, però non sono d'accordo: "Del resto se l'ottimo compagno Berlusconi non avesse cambiato la legge e ci fossimo tenuti quella precedente, avrebbe vinto lui!"
Berluska sapeva benissimo quel che faceva, infatti, per recuperare lo svantaggio, ha puntato tutto sul proporzionale, dove la destra ha, per ragioni che non comprendo del tutto, una resa migliore. Se si va a spulciare i risultati elettorali nazionali e regionali tra il 1994 e il 2005 si vedrà come la sinistra al maggioritario ha "reso" in media il 105% rispetto alla parte proporzionale. Ciò vuol dire che, se quest'anno si fosse votato con il mattarellum, il risultato sarebbe stato, molto probabilmente, intorno al 52% a 48% per il centrosinistra.
Nei paesi a democrazia compiuta le leggi elettorali sono le più disparate. Quello che conta è il consenso. Il governo Prodi non ha più il consenso, dopo ripensamenti, giravolte, esternazioni, tentennamenti, richieste punitive un po' per tutti, neanche dello zoccolo duro del popolo di sinistra. Allora si continua a discutere alla Cacciari del fantomatico partito che non c'é, e che nessuno sa che cosa é. Intanto Berlusconi se la ride.
Ancorchè non convenga alla rnp la proposta non mi pare male (fosse per me l'applicherei alla camera ed abolirei il senato, o viceversa; non si capisce perchè debba essere tutto doppio). L'ideale -comunque- sarebbe l'uninominale secco, come nei paesi anglosassoni.
Caro dedalus, ma con l'uninominale secco in cui viene eletto un singolo rappresentante vincente nel singolo collegio, la rnp avrebbe zero parlamentari, non avendo rappresentanti nel territorio, ma essendo essenzialmente un movimento d'opinione e mass-mediatico pannelliano.
E tuttavia a me sembra che i promotori farebbero molto meglio a impegnare le loro energie, la loro intelligenza, la loro cultura per una riforma seria della «porcata», che è il doppio turno alla francese (con gli opportuni adattamenti), il quale se ho ben capito gode una preferenza del ceto politico più serio.
classico esempio di "sedicenza": il ceto politico + serio è quello che la pensa come lui.
Caro Arcovazzi, questa legge elettorale è davvero un attentato alla DEMOCRAZIA. E' la legge più illiberale che vi possa essere e guarda da chi è stata proposta. Questa legge ha definito una OLIGARCHIA dalla quale sarà difficile liberarsi. Io invece propongo un sistema maggioritario con primarie per collegio. I candidati che prenderanno maggiori voti saranno quelli che daranno vita allo scontro per il collegio. Questo determina due fatti: il primo la possibilità per chiunque di potersi candidare e di sudarsi fino in fondo il posto in parlamento; secondo, saranno le idee a prevalere perchè in fase di primarie istituzionali si raccolgono i fondi necessari ai due/tre candidati, per contendersi il collegio;Permetterà a chiunque di esser votato per le idee e non per la forza economica o decisioni oligarchiche di partito. Le primarie interne ai partiti sono una pura utopia. I partiti non sono organismi trasparenti. Primarie istituzionali permetterebbero invece a chiunque di partecipare al processo politico di selezione. Un 10% proporzionale potrebbe garantire comunque un correttivo al sistema maggioritario per garantire l'espressività delle minoranze. Le primarie fatte due mesi prima le elezioni danno come garanzia la fase di ascolto, cosa molto importante per scegliere realmente chi merita. Il vincolo di un solo candidato per collegio eviterebbe altri fenomeni poco simpatici e metterebbe realmente in gioco chi crede possa rappresentare il popolo italiano. Così facendo collegi sicuri non ve ne sarebbero, se non pochissimi e le elezioni vanno vinte sulla base di idee e programmi reali, argomentati e anche corretti in fase di ascolto.
Non poter scegliere è l'anticamera della democrazia. La "porcata" va eliminata e va fatta una legge elettorale seria per selezionare chi realmente merita di rappresentarci, fissando noi elettori il tetto massimo di spesa per le campagne elettorali e per togliere quella odiosa norma di finanziamento ai partiti voluta per frenare lo strapotere finanziario da parte di chi può disporne, ma che è controproducente laddove vi sono continui aumenti a tutti i partiti. Va garantita la visibilità delle idee e non dei simboli ... o degli oligarchi.