«L’auto? È un proiettile» Identikit della strage infinita
di Roberto Cotroneo
L’altra notte due episodi. Quattro giovani morti. Tre ragazze tra i diciassette e diciotto anni vicino a Pavia, e un uomo di 35 anni. E un altro incidente mortale vicino a Nuoro con due giovani di 21 anni morti per un frontale. Dieci giorni fa invece cinque ragazzi morti, vicino a Novara, di ritorno da un locale. L'elenco dei giovani uccisi dalla velocità sulle auto del sabato sera è simile a quello di un bollettino di guerra. E non accenna a diminuire.
Le case automobilistiche investono sempre più in sistemi di sicurezza e assicurano: l’auto si sceglie innanzitutto per il design. Ma la velocità resta il «cuore» di ogni vettura, la sua vera «ragione»: tecnica e soprattutto di status, di immaginazione. E se Renault gira uno spot con un proiettile...
Da una parte ci sono gli occhi sgomenti degli agenti della polstrada, nel vedere come le automobili possano trasformarsi in un terribile cartoccio di lamiere. Dall'altro lato tutta un'altra musica. La musica delle aziende automobilistiche, che sfornano auto sempre più sicure, sempre più tecnologiche, sempre più munite di airbag, di sistemi frenanti capaci di inchiodarti sul ghiaccio senza pattinare, etc. etc. E allora c'è da chiedersi perché tutta questa nuova sicurezza non funziona mai con i ragazzi che si ammazzano il venerdì o il sabato sera. E la risposta sta in un punto cruciale: la risposta è nella velocità.
La velocità si sa, è dei più giovani, da ragazzi si è più irresponsabili e si tende a schiacciare il pedale dell'acceleratore più del dovuto. I ragazzi amano il rischio. E poi il mito della velocità ha mille padri: dal futurismo di Marinetti al culto vero e proprio di Michael Schumacher, e prima di Ayrton Senna, e poi su su, fino a Tazio Nuvolari. Il pilota è sempre stato un eroe della modernità. Emularlo è una della prime cose. Sfidare l'asfalto, portare al massimo la macchina è un gesto di coraggio, ma anche un atto di bravura. E le automobili, con i loro nuovi motori, sono costruite per facilitare tutto questo. Oggi, qualsiasi utilitaria, con una motorizzazione un po' spinta, è in grado di raggiungere velocità anche di 200 chilometri orari. E oggi qualsiasi utilitaria, macchine come la Renault Clio, come la Fiat Punto, come la Citroen C3, sono equipaggiate in un modo tale da permettere di raggiungere velocità elevate in condizioni di sicurezza.
Peccato che si invita a comprare un automobile non perché è semplicemente «sicura», ma perché è potente. Sottintendendo che una macchina potente e scattante e di per sé e proprio per questo, sicura. Le pubblicità delle automobili, dicono sostanzialmente due cose. L'automobile è potente, ed è silenziosa. Si ferma quando si vuole, e può essere velocissima. Basti pensare a tutta una serie di pubblicità che vedono automobili inchiodare per lasciar passare una lumaca, motori silenziosissimi che fanno meno rumore di uno stormo di uccelli. E cose simili. Se parli con loro, con quelli che lavorano per la pubblicità nelle grandi case automobilistiche, ti dicono che che la case automobilistiche non hanno nessun interesse a mettere l'accento sulla potenza dell'auto, perché dai dati che possiedono, la potenza dell'automobile è soltanto il settimo tra i motivi per cui si sceglie un'auto anziché un'altra. Ma per la verità è piuttosto ambiguo tutto questo.
È vero che il primo motivo di acquisto è il design e la linea? Certo. Dati alla mano, risulta così. Peccato che il design e la linea in un'automobile sono strettamente connessi all'areodinamicità. E la linea aerodinamica è indice di velocità e di potenza.
Dire, come sostengono alla Fiat, che è il design che convince l'acquirente, è un modo per non dire che l'acquirente, comunque sia, è stato abituato a pensare che in macchina si va, molto spesso, per andare veloci. Non si vuole sostenere che le pubblicità delle automobili convincono i giovani ad andare più veloci, o addirittura li incitano. Certo però che se fai una pubblicità dove la Clio va più veloce di un proiettile, beh, qualcosa può voler dire.
In Renault però non ci stanno, e spiegano due cose con molta chiarezza. La prima: Renault è una delle case automobilistiche che in questi ultimi anni ha investito di più in sicurezza. Al punto che hanno almeno sette modelli nei primissimi posti sui crash test. Secondo punto: la pubblicità del proiettile è talmente paradossale, che non può affatto essere presa come un incitamento ad andare veloci su quella macchina.
Però la sicurezza di un'automobile è sempre associata alla potenza. Come se le forza dell'automobile, la quantità di cavalli che può vantare possano essere un sigillo di affidamento. Per cui negli spot queste sono capaci di uscire sempre molto brillantemente da curve difficili. Ha ragione Renault quando dice che il suo proiettile è talmente inverosimile da non poter essere preso come esempio. Ma intanto il messaggio che esce dagli spot è di questo tenore. Ovvero: la Clio va come un proiettile.
Anche in Fiat questa ambiguità, anche se non voluta e non cercata è presente. Soprattutto le automobili più piccole, quelle che finiscono poi tra le mani dei nostri figli o dei nostri nipoti, devono dimostrare una certa vitalità motoristica. Perché la velocità è giovane, e la lentezza è anziana. Nel suo ultimo programma, Adriano Celentano divideva il mondo tra lento e rock, dove rock stava per veloce, s'intende. E s'intende che rock era buono, e lento era vecchio, e persino cattivo. In Fiat spiegano due cose. La prima è che loro sono sottoposti al controllo. Ovvero: gli spot delle automobili, per essere trasmessi in televisione, devono, nel caso italiano, passare due esami: uno della Rai, e uno di Mediaset. Questo vuol dire che ci sono due commissioni che esaminano gli spot delle automobili attraverso una serie di criteri. L'Italia, dicono in Fiat, è uno dei paesi più rigorosi in questo senso. Non si può inquadrare un contachilometri, se la velocità eccede i limiti; i minori, anche se seduti dietro devono indossare la cintura, i bambini devono sempre essere su un seggiolino, etc etc. Se questi criteri non sono soddisfatti, lo spot non viene trasmesso. E in Fiat, c'è un secondo aspetto che fanno notare. In questi giorni stanno girando uno spot della nuova Panda, che può andare a metano ed è ecologica, e con gli incentivi governativi costerà come una Panda normale. Il messaggio del futuro è ecologia, consumi contenuti, e non più potenza, anche se la potenza è sempre camuffatta dalla sicurezza. La comunicazione dell'auto come risposta a un mondo che deve essere sempre meno inquinato. Se è questo il futuro della comunicazione delle auto, la strada non è sbagliata. Ma certo è un futuro molto lontano per ora. In pochi si concentrano sul confort dell'auto per vendere di più, in pochi, mettono l'accento sulla tecnologia sofisticata, sugli accessori di serie, sull'abitabilità vera e propria dell'auto.
Forse l'ecologia sarà il futuro della comunicazione dell'auto. Ma in Fiat suggeriscono un aspetto in più: dicono di avere la coscienza a posto, sulla comunicazione della velocità e della potenza, e di non essere mai stati ambigui. Dicono anche, che se ambiguità ci può essere stata nel passato, era più che altro su una non grande trasparenza nel comunicare prezzi e vantaggi nei finanziamenti (e questa è una bella ammissione), ma suggeriscono per capire cosa succede con la velocità, di andarsi a cercare in edicola le riviste specializzate del settore. Riviste, ne esistono cinque o sei, che leggono i più giovani, e che parlano di come elaborare, potenziare, i modelli automobili più comuni per andare ancora più veloci. Lì starebbe il punto. Lì, tra quella pagine di rivista, scorre il libro dei desideri di quelli che amano la velocità, sognano una Ferrari, e vanno su una macchina piccola come se guidassero una Lamborghini.E intanto i ragazzi continuano a schiantarsi in macchina, con l'idea che andare veloce è rock, e guidare piano è una cosa antica. E soprattutto con l'idea che le nuove automobili sono abbastanza sicure per rischiare e schiacchiare il pedale dell'acceleratore. E forse va ripensato tutto il paradigma della comunicazione dell'automobile. Se non vogliamo aumentare il numero del bollettino di guerra, che ogni settimana si è costretti ad aggiornare.
"E allora c'è da chiedersi perché tutta questa nuova sicurezza non funziona mai con i ragazzi che si ammazzano il venerdì o il sabato sera. E la risposta sta in un punto cruciale: la risposta è nella velocità."
Questa affermazione è contestabilissima. Un auto a 80 km/h (quindi non ad alta velocità) che urta in 'frontale' un'altra auto alla stessa velocità si comnporta come se fosse lanciata a 160km/h contro un muro. Non c'è airbag che tenga, non c'è struttura dell'abitacolo abbastanzza resistente da evitare danni.
Bisognerebbe andare a 40 km/h o anche meno, ma questo non è pensabile.
La soluzione non c'è, a meno di non riuscire a impedire a chi si mette alla guida di farlo se non è in condizione (ubriaco, fatto, stanco...).
Che poi l'auto eloce sia inutile, possiamo anche essere d'accordo.
ma se vai ad 80 km/h è anche più facile che frenando si riesca ad evitare l'urto, o comunque a ridurre la velocità in modo tale che l'impatto sia sopportabile.
non si è mai visto un incidente in cui due auto si scontrano in modo perfettamente frontale senza che nessuno degli autisti tenti di frenare o di evitare l'impatto in qualche modo. e certe manovre a 80 km/h si possono fare, a 130 è un po' più difficile...
gli esperimenti di meccanica sono una cosa, la realtà è un'altra.
> Bisognerebbe andare a 40 km/h o anche meno, ma questo non è pensabile.
perche' non sarebbe pensabile?
Leggevo un pensiero di Zanardi in un quotidiano. Diceva che correndo a 50 km/h nella nebbia è meglio centrare un muro che un platano. Il muro si abbatte, il platano resta fermo. A 50 km/h l'impatto con un platano può risultare mortale, a 50 km/h, ce ne rendiamo conto?
E poi, riflessione personale, se i limiti di velocità sono quelli che sono, che permettono di andare al massimo a 130 km/h (in autostrada), che cazzo costruiscono auto che arrivano a 200 km/h e passa?
Perchè la maggior parte degli incidenti avviene su strade extraurbane dove è consentito viaggiare a velocità più alta di 40 km/h.
Davide, hai ragione, ma comunuque, anche ammesso che tu abbia riflessi talmente pronti da riuscire a rallentare immediatamente e l'atra macchina lo stesso (improbabile se uno dei due è arrivato a cambiare corsia...), da 80 km/h puoi arrivare, che so, a 50, e 50+50 è sempre 100km/h, ancora troppi per garantire l'incolumità.
Ripeto, le macchine corrono troppo e questo è innegabile, ma il problema non può essere trasferito da chi guida il veicolo a chi lo produce. Educare chi guida, non chi produce, resta il vero problema.
Se poi si dovessero introdurre sistemi automatici per la limitazione della velocità (su tutti i veicoli, però), per me saranno i benvenuti.
Puntualmente ricompare la polemica sulle stragi del weekend. Ma il problema è sempre chi guida non l'auto. Obiettivamente alle 4 di mattina dopo una serata in discoteca stordito da musica, luci, alcool forse droga, stanchezza...neppure micael Andretti riuscirebbe a guidare bene. E come dice Adimant già a 80 km/h contro un'altra auto che sopraggiunge in direzione opposta si rischia la vita. Il discorso della pubblicità è complesso. Bisogna partire dai bisogni del target. Che nei casi delle minibombe è maschio e giovane e quindi sensibile all'aspetto prestazionale della vettura. Ora, escludendo Ferrari e Lamborghini che non fanno advertising classica, avete mai visto una pubblicità Porsche in cui si fa riferimento esplicito alle prestazioni? Si parla sempre di tenuta di strada, di piacere di guida, mai di velocità, eppure la più "lenta" delle Porsche (escludendo i suv naturalmente) supera i 250 km/h. Eppure al suo target non interessano mezzo chilometro in più all'ora o un decimo in meno da 0 a 100. Magari interessano di più i freni carboceramici o il variatore di fase Vanos. Insomma dimmi chi sei ti dirò cosa vuoi, questo è marketing e non sono certo dinamiche di mercato nate oggi. E' vero che l'italia è un paese severo nel vigilare sulla comunicazione pubblicitaria, del resto abbiamo la chiesa e il moralismo catto comunista che incide parecchio. Da noi titoli come quello che ha fatto un'agenzia di pubblicità straniera per Porsche Cayenne non sarebbe mabi passato. Si vede una barchetta trainata da un grosso Cayenne e il titolo dice "L'unico modo per far superare le 100 miglia alla vostra imbarcazione". Da noi Pecorino Scanio e il cardinale Salcazzo avrebbero fatto polemiche infinite sul messaggio pubblicitario di questo annuncio.
Ma sopratutto perchè parlare solo dei giovani? Molti di quei cojoni che mi si attaccano dietro al culo quando sono in autostrada sono adulti che se non vanno a 160 non sono contenti.
Io ricordo un formidabile annuncio per la Volvo, fatto in Italia. Si vedeva un guscio di noce, rotto, con dentro un altro guscio di noce. Il titolo (in realtà, il payoff, cioè la "firma" della marca) diceva semplicemente "volvo for life".
La volvo fece di quel concetto il suo "concetto" (pur facendo questo mestiere, mi vengono i brividi ogni volta che vedo usare questo termine filosofico nel marketing). Cioè quindi la sicurezza. E poi mi pare che la stragrande maggiornanza di pubblicità di auto parlino di sicurezza. Ci ho lavorato per un po' su un'auto e vi assicuro che il binomio classico da "comunicare" per un'auto è nel 90% dei casi "Sicurezza e piacere di guida". Mi pare un po' sprovveduto l'articolo Corotoneo e anche un po' confuso nel suo insieme. Un conto è la comunicazione, l'advertising delle auto, un conto sono le auto. Sulle auto sapete come la penso, per cui sono praticamente immune da qualsiasi forma di comunicazione (nel senso che non sono mai in "target" e quindi a me non "comunicano" mai niente). Ma fare un discorso moralistico sulla comunicazione è assurdo. Nel senso che nel 1972 L'Osservatore Romano si scandalizzò e pronunciò una mezza scomunica per un famoso annuncio per dei blue jeans, la marca era "jesus", che diceva "Non avrai altro jeans all'infori di me". Un titolo che fece storia nella comunicazione. La comunicazione, vi assicuro, non ha nessuna etica. La comunicazione deve provocare, prudurre una reazione. Qualsiasi mezzo è lecito. Dall'espediente sessuale, alla blasfemia, all'uso dei proiettili. L'articolo raccoglie in pieno l'effetto che la Renault si era prefissa: Male purché se ne parli. Ma ste cose le scopriamo oggi? Sveglia, dai. L'Unità come l'Osservatore Romano del 1972? Rifletteteci sopra. E andate di più in bici. E' più semplice che pontificare inutilmente e prima o poi queste pubblicità non le vedremo più.
adamant: "Perchè la maggior parte degli incidenti avviene su strade extraurbane dove è consentito viaggiare a velocità più alta di 40 km/h."
non del tutto corretto: la maggior parte degli incidenti mortali avvengono sulle extraurbane/autostrade; in italia il 75% degli incidenti totali avvengono su strade urbane (*). le stragi del sabato sera fanno piu' scalpore perche' coinvologo spesso giovani e sono incidenti disastrosi, ma non dobbiamo dimenticarci che l'auto miete morti e feriti sotto silenzio stampa tutti i giorni della settimana con la stessa tragica frequenza dei weekend (nei weekend la mortalita' e' assai piu' elevata che negli altri giorni della settimana, ma il numero di incidenti e feriti nei 7 giorni della settimana sono praticamente identici).
da ricordare che le principali cause di incidenti sono guida distratta, alta velocita' e mancato rispetto della distanza di sicurezza (15% circa ognuno sul totale degli incidenti).
su scala nazionale gli incidenti stradali ogni anno negli ultimi tempi sono circa 225.000, i morti 6.000, feriti 315.000. l'auto e' una vera e propria piaga sociale: prima ce ne liberiamo - specialmente in citta' - meglio e'.
(*)fonte: Statistica degli incidenti stradali Anni 2003-2004 (pdf, 1,4Mb) ACI/ISTAT .
il problema non è l'auto in se (anche se spesso il messaggio che passa è che senza un auto figa, l'uomo è uno zero), ma l'automobilista...
troppo distratto, spericolato, frustrato, irritato, spesso incosciente e nel 90% dei casi assolutamente menefreghista...
andate più in bici, dice achab...,
certo, sono daccordo con lui, ma come il volo (solo fortunatamente non tragico) di oppi avvenuto giovedì scorso insegna,
http://www.onemoreblog.org/archives/012650.html,
il binomio bici/auto, non funziona molto..., basta una minima disattenzione da parte dell'automobilista, e il ciclista è fregato...
E le moto bei bimbi? Le 600ine 6-7000 fanno i 220, da 8-9000 euro vanno a 250 e le 1000 dai 9 ai 13 vanno a 290 (fzs1000 r1 zx10 cbr1000)... con 15000 ti porti via 320 all'ora dell'hayabusa.
Ah in moto si muore anche a 40 km/h!
All'ora perchè non unire il concetto BMW C1 (quello con la cintura e senza casco ottimo tranne per il benvenuto colpo di frusta e un po' meno per lo smaciullamento delle gambe se sbalzate fuori, ma solo quelle) al Piaggio MP3 (scooter da 6000 euro) con 2 ruote davanti ad evitare sbandate per perdita di aderenza o frenata da panico? Magari aggiungendoci l'ABS e l'airbag frontale della BMW da 20000 euro?
Fatemela e rinuncerò ad accelerazione e tenuta della mia :-)
Ste macchine con 200 cavalli solo sulle ruote davanti son dei magneti per gli alberi, guard rail e qualsiasi cosa si possa incontrare nel mezzo di una curva in pieno sottosterzo.
jj: "E le moto bei bimbi?"
stando ai dati riportati nel link sche ho riportato sopra, il 13% circa degli incidenti con veicoli isolati sono di moto, mentre l'8% degli incidenti tra veicoli coinvolgono moto (stesse cifre per i ciclomotori). la parte del leone la fa' sempre l'automobile: coinvolte nel 63% del totale di incidenti isolati e nel 73% di quelli tra veicoli.
Il mio amico Sigfrid Stohr dice sempre che quando i cavalli sono più di 170-180 è meglio che spingano, non che tirino. A buon intenditor....
Secondo me andare in bici in città è più pericoloso che andare in moto. Ci ho provato a Roma qualche volta e mi sentivo vulnerabile..
Sulla pericolosità della bici in città, da ciclista, concordo con Ellroy: dalle mie parti un ciclista è quello che Douclgas Adams definisce p.a. (problema altrui): è semplicemente invisibile per la maggior parte delle persone...
P.S.: era Douglas Adams (l'autore di "la guida galattica per l'autostoppista").
e il nostro oppi ne sa qualcosa :D
questo porta in luce la mia teoria sulla grande balla dell'etilometro...
seguite un attimo :
sabato sera
il 72% dei giovani è ubriaco (per la definizione dello 0.5 etilometrico)
il 76% dei giovani che sbattono in macchina è ubriaco
(cifre non reali ma realistiche)
chi sbatte è un campione rappresentativo della popolazione giovani, sarebbe molto strano se fossero meno gli ubriachi...vorrebbe dire che chi non beve è più a rischio
autorità:il 72% degli incidenti è provocato dall'alcool-------bugia
il 90%è causato dall'alta velocità (e magari dal fatto che milioni di giovani si riversano nelle strade tuttti insieme alle 4 di mattina no?)
allora le persone corrono per l'alcool-------bugia
generalmente chi è fatto di qualcosa tende a limitarsi ...generalmente lo so..un 15 % lo attribuirei a chi corre perchè ubriaco..
ricordate che chi corre da ubriaco generalmente non si risparmia assolutamente da sobrio
finchè continueranno a farci credere che bere una birra è male, e i deficienti con la mercedes di papà per fare i giusti con le sciacquettte di turno sfrecceranno a 300 all'ora schiantandosi sulla mia punto ,che ,specie quando sono ubriaco, non supera mai i 50 km/h...continueranno a esserci gli incidenti
il limite in autostrada è 130 ? vel max macchine limitata 135 (in circuito lo si può togliere)
quello si che diminuisce i morti
in città il limite è 50 0 70 ?si rispetta e basta
vuoi il navigatore?il navigatore trasmette alla polizia gli eccessi di velocità...
allora, ma solo allora smetterò di bere quando guido!echeccazzo
Ci sono brevi corsi per neo patentati che ti mettono in condizioni di pericolo pur essendo in totale sicurezza.Sbandate sul bagnato,sterzate brusche,testacoda....E ti insegnano a reagire con efficacia.La prontezza la devi mettere tu.
Insomma,da non trovarsi completamente in braghe di tela quando occorre.
E naturalmente non è la soluzione del problema.
Io sono arrivato a far saldare un bullone sotto il pedale dell'acceleratore all'auto di mio nipote.Dopo un po' se ne è accorto...comunque non ha avuto ancora incidenti.Spero per bravura non per il bullone.
Ai ragazzi solo auto usate in ottimo stato e poco veloci,le altre se le compreranno loro coi soldini lavorati.
La bici sarebbe la soluzione migliore anche se improponibile ai ragazzi.Purtroppo.
Ciao
prefe abbiamo appena detto e ridetto che ci sono macchinine da 2 lire che vanno più forte delle mercedes di papà, peraltro con una tenuta di strada molto inferiore...evidentemente non è quello il punto. E poi la limitazione elettronica (perchè di quello palesemente si tratterebbe) credi sia molto difficile da eliminare. chiedi a quelli che hanno bmw e mercedes limitate a 250, quanti minuti l'hanno tenuta la limitazione, esclusione gratuita al primo tagliando nella migliore delle ipotesi. Guarda anche le moto limitate per i neopatentati, pensi che ci siano persone che le tengono così? Via tutte le flange per 4 anni, alla revisione si rimontano e dopo 5 minuti via di nuovo per altri 2 anni.
Willy ha ragione, le limitazioni sul mezzo servono a poco o a nulla, se non a parare il sedere a chi produce e vende i mezzi.
Resta il fatto che in Germania, dove come e' noto in alcuni tratti di autostrada non ci sono limiti, i limiti sono sensati e fatti rispettare, soprattutto nei centri abitati, mentre in Italia i limiti sono spesso ridicoli (e se lo dico io...) ma non vengono fatti rispettare.
La logica delle limitazioni sulle prestazioni del mezzo, aggirabili, e dei limiti draconiani non fatti rispettare e' la stessa: una soluzione facile e che esiste solo sulla carta, ma che non ha nessun effetto reale sulla riduzione degli incidenti.
Mah, io sarò cretino, sfigato, tutto quel che volete, ma se in strada leggo un cartello che mi dice di fare una cosa, la faccio. Quindi se leggo, entrando in autostrada, che si deve andare a 130 al massimo, vado a 130 al massimo. Se in posta, vedo che bisogna prendere il numerino, lo prendo. E via discorrendo. Non capisco che senso ha lamentarsi.
sarà che le limitazioni sono impossibili allora che facciano automobili da 40 cavalli
io sono stufo di fare le tangenziali diritte schivando chi supera dall'altra parte e cerca di venirmi nel cofano ,
ho venticinque anni ma per ste cose sono vecchio
in macchina si deve andare piano , ma piano in una concezione che non abbiamo proprio , non piano una volta ogni tanto
quando vedo chi si lamenta per gli autovelox imboscati mi girano proprio le balle perchè sono come quelli che si lamentano dei controlli del fisco...
infrangi la legge e vuoi che ti dicano quando ti controllano...mah...
Parlando di autovelox, tempo fa c'era uno in giornale che si è fatto beccare non una, ma ben 22(VENTIDUE!!!) volte sempre nello stesso punto della tangenziale di Padova. E pure protesta! Un po' di dignità e vergognarsi no? Robe da matti, veramente!
eh...già non ci sono più le mezze stagioni...roba da matti ;-)
concordo con chi sostiene che chi guida ad alta velocità lo fa in ogni condizione psico-fisica.
concordo con chi sostiene che la potenza dell'auto non c'entra nulla con gli incidenti ma è il guidatore e la sua intelligenza che fanno la differenza.
purtroppo è passata da molto tempo l'equazione guida veloce=capacità di guidare, che è una bufala assurda ma soddisfa molto l'ego al volante di uomini e donne.
il solito errore:
un'auto che si scontra frontalmente a 80 km/h contro un'altra a 80 km/h è come se sbattesse contro un muro a 80 km/h e non a 160 !!!