Bel "concept-album", a tratti un po' tetro e con qualche brano + pomposo del dovuto. Superiore alla "buona novella". Bella la ripulitura dei pezzi (dalle varie rimasterizzazioni commerciali) che hanno fatto nella raccolta curata dalla moglie ("in direzione ostinata e contraria"); tre cd che suonano quasi come un vinile.
De Andrè l'ho "scoperto" tardi. Ascoltando Nick Cave.
Al quale preferisco nettamente sia de andrè che cohen
e sti cazzi ce lo aggiungo io, dedalus
Mancava il fine dicitore..
In un'intervista di qualche anno fa, tra l'altro, se non sbaglio, lo stesso Cave citava De Andrè.
Neppure quella invadente batteria toglie lustro a tanta bellezza. Mi inchino.
Per piacere non mi toccate Nick Cave...
Tranquillo, Ellroy.
Tupelo è in buone mani.
Ellroy, a proposito che mi dici dei Grinderman?
i Grinderman? cos'è una nuova sit-com americana? :D
no dai seriamente, chi/cosa sono?
No, è la nuova lineup di Nick Cave. a marzo esce l'LP d'esordio. Prova ad ascoltare il singolo "No pussy blues", secondo me possono piacere anche a te. Noise, dissonante, il Nick dei Birhday party, per intenderci.
Ma perché invece di quella robaccia non iniziate ad ascoltare un pò di musica...?
ok achab seguirò il consiglio.
se non ti farò sapere nulla, è perchè non mi è piaciuta :P
Brividi, certo, e non solo quelli stagionali. Ma io, come dicevo l'altro giorno, amo soprattutto il De Andrè dello sberleffo anarchico, quello de Il Testamento, per intenderci. Un po' dimenticato e trascurato, anche dalla moglie, che infatti non l'ha inserito nel triplo ciddi.
È vero, il disco è bello ed io ne posseggo ancora l'originale in vinile ma devo dire che non lo ascoltavo da tempo perché -una volta tanto sono d'accordo con Dedalus- mi mette addosso una tristezza che in genere non mi appartiene. L'intuizione, quasi buddhista, del dolore della condizione umana ,dell'impermanenza delle cose e dei fatti del mondo è però appesantita da una tetraggine dovuta più probabilmente a uno stato depressivo che a una adesione alla dottrina orientale. L'arrangiamento musicale mi sembra assai aderente allo spirito con cui De André concepì "tutti morimmo a stento". Devo dire che, comparando i testi, "La ballade des pendus" di Villon suscita meno reazioni emotive ma stimola più la riflessione di quanto non faccia “la ballata degli impiccati”, ma forse sono fuori tema. Non sgridatemi.:-)
@achab: ancora non sentito nulla. ma sono molto curioso ovviamente..
Inverno è una delle canzoni più care e importanti della mia vita. Quando ero piccola, mio padre ne aveva modificato leggermente il testo, aggiungendo la storia di due bambine che giocavano nella neve e ce la cantava spesso per addormentarci la sera.
Un'altra canzone usata in famiglia era una traduzione fatta in casa di una canzone dei Rolling stones.
De André resta uno dei cantantautori più grandi in assoluto.