con parole che gli stessi comici prudentemente evitano invece contro qualsiasi leader politico di maggioranza o di opposizione
ma come può scrivere seriamente una boiata del genere?
mi viene solo un vaffanculo...che schifo.
Propongo un gesto di disobbedienza civile per protestare contro questo bigottismo imperante. Per una settimana ci si impegna a sbertucciare a piacimento ogni prete o suora che si incontra per strada (pernacchie, urli all'improvviso, prese per il culo varie); così, per vedere se la piantano di frantumarci le gonadi. Poi se si vede che la cosa funziona si può anche decidere di prolungare l'iniziativa. Chi ci sta?
ma è vera 'sta cosa della "Carta repubblicana del Trattato lateranense" ?
perchè mi sembra un pò anacronistica , e
anche riduttiva :le altre alte cariche religiose che facciamo ?le sputiamo ?
e gli altri capi di stato non sono inviolabili ?
e per quali punizioni, fra quelle previste dal trattato, opterebbe g.b.a. per punire i villanzoni ?
in quel Paese i cristiani cento anni fa erano un quarto della popolazione, ora, di laicismo in laicismo e di islamizzazione in islamizzazione, sono diventati lo 0,15%
ai tempi dell'impero ottomano c'erano così tanti cristiani? teoria alquanto bizzarra
Scusate, io e' un po che manco dall'Italia. Quindi ho solo "contatti" on -line con il nostro paese.
Ma il Corriere Della Sera non sta dando un po' troppa voce ad esponenti clericali e il loro bieco
codazzo di neodemocristiani (non fatemi usare neocon perche' qui negli Usa lo sento quasi ogni giorno)?
A me sembra un po' eccessivo da uno dei principali quotidiani italiani.
«sacra e inviolabile la persona del Sommo Pontefice»
nico lo vuole violare nessuno
in quel Paese i cristiani cento anni fa erano un quarto della popolazione
statistica molto fantasiosa
Leggete qua :
http://www.repubblica.it/2005/h/sezioni/spettacoli_e_cultura/rumizgerus/rumizgerus14/rumizgerus14.html
la turchia un paese islamizzato? ma dove? l'altro goirno erano un milione in piazza per i funerali del socialdemocratico laico ecevit. A istambul le moschee sono vuote, le donne fumano e hanno l'ombelico di fuori come a palermo; ci sono più partiti marxisti in turchia che in Italia.
Il Corriere di Mieli è davvero penoso...
Paolo Rumiz: Turchia. La cacciata silenziosa dei cristiani
Tratto da “la Repubblica”, 7 febbraio 2006
“Non andare a Trebisonda”, ammonì cupamente un vecchio greco di Istanbul prima che iniziassi, l’anno scorso, un lungo viaggio nella Turchia profonda, alla ricerca degli ultimi cristiani sulla strada di Gerusalemme. Aggiunse: “Sa proprio ci andrai, non domandare dei miei confratelli~ A te la polizia non farà nulla, ma a loro sì. Avranno problemi dopo che te ne sarai andato. Se vuoi un consiglio, non scrivere nemmeno che ci sono cristiani a Trebisonda”. Non potevo credere che parlasse della mia Turchia, del popolo più ospitale del mondo, la terra di Abramo, la culla dei Padri della Chiesa e del grande monachesimo rupestre fiorito tra Mesopotamia e Cappadocia. Il mondo arcano di Crisostomo e Basilio, le contrade ripetutamente traversate dall’apostolo Paolo di Tarso nella sua strada per evangelizzare l’Occidente infedele. Invece, era proprio della Turchia che il greco parlava. Si spiegò meglio: “Guarda cosa succede a Trebisonda con i nuovi preti mandati da Occidente. Svegliano il can che dorme. Fanno magari proseliti, che qui è proibito in nome della patria. O cercano di togliere dalla strada le prostitute russe che sconfinano dalla Georgia, un affare miliardario. La mafia gliela farà pagare, e gli ulema fanatici pure. Se succede qualcosa, i pochi greci rimasti a Trebisonda potrebbero andarci di mezzo”. Cominciò così, con questo avvertimento, circostanziato al limite della profezia, il viaggio in un arcipelago di comunità cristiane spaventate, sperdute, silenziose, immobili. Armeni, siriaci, greci, qualche cattolico. Cristiani di Turchia, il Paese più laico della costellazione musulmana, dove però se non sei musulmano non puoi essere vero turco. Allora ti battezzano “gavur”, infido, e diventi quinta colonna del nemico. Scatta un’equazione che proprio qui, morto Ataturk, rilancia gli imam come custodi della patria. L’angoscia comincia già nel Vaticano dei greci, il palazzo del Fanar, nel cuore di Istanbul, col patriarca Bartolomeo che tenta inutilmente di superare, pregando, la potente onda sonora dei muezzin da un lato all’altro del Bosforo. Con i libri dei funerali gonfi di nomi, e quelli dei battesimi, perfettamente vuoti; contabilità spietata di un popolo che fino a quarant’anni fa vantava trecentomila fedeli e oggi ne conta meno di cinquemila, in quella che fu la capitale della cristianità. Costantinopoli. Ma trovare il vuoto vero devi andare oltre, nella provincia profonda, dove il potere di Ankara, il laicismo di stato e l’Europa diventano cosa lontana. Appena una comunità si estingue, sbucano i geometri del comune e la chiesa vuota diventa automaticamente moschea. Ovviamente sono cose che i turisti non vedono. Quelli non si chiedono nemmeno perché - e da quanto tempo - in Turchia tace la campana. Qualcosa cambia in meglio, da Ankara arrivano segnali di apertura. Al patriarca greco è consentito di celebrare messe nelle antiche cattedrali in rovina. A Est si organizzano visite guidate sui siti della memoria armena, finora ostinatamente negata. Lo scrittore Oran Pamuk, che delle stragi patite dagli armeni aveva parlato scatenando l’ira dei nazionalisti, è stato assolto dalle accuse di antipatriottismo. Nella zona di Tur Abdin, il monte degli adoratori, fascinoso altopiano dopo sopravvivono gli ultimi cristiani autoctoni dell’Anatolia, si restaurano monasteri vecchi di 1500 anni. Ma altrove la situazione è pesante. I greci non hanno più seminari, l’ultimo è stato chiuso da anni. Per imparare il mestiere, gli aspiranti preti espatriano ma, una volta all’estero, difficilmente tornano. E poiché qui nessuno straniero può diventare prete, i ranghi vanno rapidamente verso l’estinzione. In provincia, chi si converte al Vangelo è difficile che riesca a lavorare o vendere la sua merce. Per convenienza, è meglio che frequenti la moschea anche dopo il battesimo. Tutto, altrimenti, diventa problema: il rilascio di certificati, l’acquisto di un terreno. Se una chiesa ha bisogno di riparazioni, i tempi dell’autorizzazione sono infiniti. Il Fanar, dopo un incendio doloso, ha atteso l’Ok per 46 anni. La Turchia sarà anche laica, ma - a differenza della Siria, Paese-canaglia nelle graduatorie di Bush - i cristiani non riescono ad accedere alle alte cariche dello Stato e a diventare ufficiali dell’esercito. A scuola l’ora di religione resta abolita, ma i libri di storia scrivono che non è vero che Cristo è morto sulla croce. Immagini a caso. Konya, la città più islamica della Turchia, con l’unica chiesa di San Paolo, isolata, riempita a intermittenza solo da turisti di passaggio, oppure desolatamente vuota. Con Isabella e Serena, due pie donne trentine della comunità di Gesù Risorto, isolate dal mondo in pieno centro città, lì a far la guardia al loro avamposto, in mezzo a turchi che non chiedono loro nemmeno “come va”, per paura di essere definiti infedeli. “Avrei vita più facile se mi dichiarassi ateo”, disse - scongiurando di non fare il suo nome - un giovane armeno di Diyarbakir diseredato dal padre per non avere accettato di passare all’Islam. Aggiunse: “Qui a un cristiano basta respirare, per essere accusato di proselitismo e quindi di attività anti-turca”. E ancora: “Se in un archivio cerchi documenti, di cui magari i custodi ignorano l’esistenza, appena te ne vai le vecchie carte saranno buttate via per timore che possano dimostrare presenze greche, armene o siriane precedenti a quella dei turchi”. Ad Adana la chiesa s’è dovuta chiudere causa un disco-club messo lì accanto apposta per spaccare i timpani ai fedeli. A Mersin un’altra chiesa è stata convertita in museo e oggi i preti della zona, per dir messa, devono montare e smontare ogni volta l’altare. A Iskenderun peggio ancora: il cimitero armeno è diventato biblioteca comunale, la chiesa melchita cinema porno. I cristiani rimasti sono così pochi che per sentirsi meno soli hanno abbattuto le barriere confessionali, con maroniti, armeni, melchiti e latini che ormai si sposano tra loro. Un ecumenismo di fatto che nasce dalla solitudine.
Aveva ragione Flaiano: "oggi il cretino è specializzato"
utilizza argomentazioni assurde. il riferimento alla costituzione e all'art. 7 comma 2 poi è ignoranza profonda condita da faccia tosta.
Tutte le volte che ho avuto il dispiacere di vedere quest'uomo in TV, nelle sue parole c'era l'eco nostalgico del periodo fascista. Adesso, con questa nuova presa di posizine indubbiamente progressista (sic!), ha dimostrato di essere un vero caso clinico.
Ok, siamo in democrazia: ma sentire certe cose ("sacra e inviolabile la persona del Sommo Pontefice") mi fa rabbrividire: stiamo parlando di un uomo, solo di un uomo eletto da uomini...
"non si rischia di passare per fondamentalisti se si invita tutti a un rispetto formale minimo per gli usi e le credenze altrui"...
Così dice costui.
Questo è il massimo! E dov'è il rispetto della chiesa per gli usi e le credenze altrui quando impone al governo di fare leggi - per chi ci crede e chi no - secondo i suoi dettami?
Ottimo premio, ben meritato!
ciao
gianfalco
Mi sembra un uomo confuso, parla di Turchia avendo in mente l'Arabia Saudita o l'Afghanistan dei Talebani, parla dell'Italia avendo in mente la Turchia e viceversa.
Ormai è un vecchio bollito.