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Alberto Biraghi
Della morte, dell'amore
giuseppe civati ha scritto a OneMoreBlog:
«Di quel nulla che ondeggia come ultimo termine in fondo a ogni virtù e santità... noi abbiamo paura come della tenebra i bambini». Parte idealmente dalle parole conclusive de
Il mondo come volontà e rappresentazione di Schopenhauer il dialogo, pubblicato da Cortina, tra Giulio Giorello e Umberto Veronesi intorno a temi di grande interesse e scottante attualità: il testamento biologico, la libertà di ricerca, la posizione della scienza di fronte al post-secolarismo, la critica del principio di precauzione, la possibilità per ciascuno di decidere per sé senza essere di nocumento agli altri (e i limiti che sono in gioco, nell'ambito di questa decisione).
Il dialogo, curato da Chiara Tonelli, s'intitola
La libertà della vita e vede la partecipazione di Spinoza e Darwin, di Feyerabend e Mill (anche la bibliografia che viene proposta è sintetica ma ricca di indicazioni per buone letture). Insomma, tutto questo sarebbe già sufficiente per precipitarsi in libreria e acquistare a 9 euro il testo. E magari per regalarlo a qualche amico troppo convinto delle proprie verità. Ma è nelle pagine finale che il binomio vita-morte - come sempre, verrebbe da dire - si arricchisce di una bella riflessione sull'amore, una sorta di "colpo di coda" del dialogo, introdotto dal prof. Veronesi. Ed è ancora Schopenhauer a spiegare il perché:
«Il fine ultimo di ogni vicenda d'amore è davvero più importante di tutti gli altri fini della vita umana e perciò merita in pieno la profonda serietà con la quale lo si persegue». Cosa aspettate?
19.11.06 11:55 - sezione
libri