Broglio col bene che ti voglio
di Marco Travaglio
La notte delle elezioni ero a Telelombardia a commentare i dati che via via giungevano dal Viminale. Era in studio l’ex sondaggista di Berlusconi, Luigi Crespi, il quale confrontava i dati con i sondaggi e gli exit poll di tutti gli istituti di rilevamento italiani e stranieri, e rilevava che tutti avevano azzeccato al dettaglio i risultati di tutti i partiti, anche i più piccoli, tranne due: l’esito di FI (sottostimato dai sondaggisti) e la percentuale delle schede bianche (sovrastimato dai sondaggisti). E chiudeva con una sola parola: “Brogli”. Poi arrivò il ds Franco Grillini, che rivelò: “Il partito sta presidiando le prefetture, abbiamo l’impressione che stia accadendo qualcosa di grave”. Da allora decine di giornalisti raccontavano a mezza voce che quella notte Pisanu e Berlusconi avevano litigato furiosamente. Per sette mesi i giornali hanno atteso senza fiatare che il Viminale si degnasse di comunicare i dati delle schede bianche: un ritardo che nemmeno nelle isole Andamane. Per sette mesi stampa e tv hanno riferito, senza muovere un sopracciglio, le accuse di Berlusconi che dava per sicuri i “brogli della sinistra”. Per sette mesi i giornali °© salvo rare eccezioni - hanno finto di non accorgersi dell’uscita di un libro, “Il broglio” di Agente Italiano, pieno di riferimenti precisi sui misteri del 9-10 aprile. Ora due giornalisti, Enrico Deaglio e Beppe Cremagnani, hanno avuto il coraggio di fare quello che in Italia non fa quasi più nessuno: un’inchiesta giornalistica. Ci hanno messo la faccia e la firma. L’hanno intitolata “Uccidete la democrazia!”. Da ieri è in tutte le edicole, in dvd, con Diario. Finora, soltanto Lucia Annunziata ed Enrico Bertolino hanno avuto il coraggio di parlarne in tv. Comunque la si pensi, è doveroso vederla e discuterne, per evitare che anche quest’inchiesta, come tante nel recente passato, scivoli via come un’opinione più o meno fondata, dunque confutabile con altre opinioni in un bel dibattito catodico. Lo scriveva l’altroieri Michele Serra su Repubblica: ci vorrebbe un Garante dei Fatti, un’Authority dell’Oggettività per farla finita con l’opinionismo che sta uccidendo il giornalismo. Se Deaglio e Cremagnani fanno domande giuste, qualcuno dovrà fornire risposte giuste. Se Deaglio e Cremagnani diffamano o calunniano qualcuno, dovranno essere condannati per calunnia o diffamazione (“Se ha ragione Pisanu, mi porterà via la casa”, ha detto Deaglio). Ma se dicono cose vere, se quelle cose sono realmente accadute, in galera non ci dovranno finire loro. Ci dovrà finire chi quelle cose le ha fatte. E, finchè non sapremo la verità, i giornali dovranno tener vivo l’argomento, pretendendo la verità. Che non è un diritto del centrosinistra (così poco interessato a sapere se è stato davvero scippato) e dei suoi elettori, ma di tutti i cittadini italiani, comunque abbiano votato. Il tema è un po’ più cruciale del velo islamico, del delitto di Cogne e della fiction di Lino Banfi. Perché, se le accuse sono vere, hanno un solo nome: colpo di Stato. Il giallo c’è tutto: le bianche (ma non le nulle) che crollano uniformemente in tutto il Paese alle politiche, per risalire prodigiosamente un mese dopo alle amministrative; il ministro dell’Interno che, anziché stare al Viminale, fa la spola con casa Berlusconi mentre il flusso dei dati s’interrompe per un lungo periodo; i sondaggi che azzeccano tutti i partiti tranne uno, il solito; l’improvviso giro di prefetti alla vigilia delle urne; il Viminale che tace per sette mesi proprio sulle schede bianche;la società informatica addetta allo scrutinio elettronico in quattro regioni, che ha come partner il figlio del ministro. E Bellachioma che, come la famosa gallina che canta per prima perché ha fatto l’uovo, tuona contro i brogli della sinistra ancor prima che le urne siano aperte, per poi proseguire dopo. Il dvd del Diario ha anche le sue debolezze. Per esempio, colloca i presunti brogli in sede di conteggio centrale, anziché (come faceva il libro di Agente Italiano) nei seggi, prima della compilazione dei verbali. Per esempio, trae la conclusione (non dimostrata) che tutti i misteri del 9-10 aprile si spiegano con un milione e mezzo di voti sottratti dalla destra alla sinistra, rischiando così di depotenziare i fatti provati: e cioè i buchi neri che finora il Viminale non ha spiegato. Si spera che, dopo il lungo sonno, i giornali terranno viva la faccenda finché tutti i dubbi non saranno cancellati. Per ora, grazie Enrico e grazie Beppe.
Non so se augurarmi che sia stata tutta una bolla di sapone. Una cosa del genere riporterebbe il Paese ai tempi di Junio Valerio Borghese. C'è da dire però che una anomalia statistica del genere è veramente difficile da spiegare. Oltretutto dopo 5 anni di governo di FI. In genere alla dimunzione di schede bianche si accompagna il voto di protesta. L'unica ipotesi che mi viene in mente è che la campagna finale di FI abbia portato a votare i qualunquisti.
Ellroy, perdonami, ma mi sembri Alice nel paese delle meraviglie. L'Italia, purtroppo, è ben più indietro dei tempi di Junio Valerio Borghese. Ma dove vivi? Eppure sono anni ormai che si versano fiumi e fiumi di inchiostro su quello che è capace di fare il porco delinquente di Arcore, figurati se non si sia permesso la bazzecola di un "Colpo di Stato" nell'italietta delle banane con in casa un'opposizione in parte ingenua e in parte inciucista e all'estero "ispirato" da maestri di golpismo come Bush e Putin. Dopo quanto successo il 10 aprile, nella notte a più d'uno dev'essere balenata la voglia di uscire di casa armato.
@Alberto N.
Aspetta, un conto è quello che ha fatto il nano pelato in questi anni. Ha ridicolizzato l'Italia infischiandosene delle istituzioni, ha fatto uscite del cavolo per poi ritrattare subito dopo, ha usato il suo potere per fare delle leggi (grazie anche al supporto della sinistra) a suo uso e consumo.
Altro è truccare un elezione politica. Sono due livelli di gravità diversa. Se fosse vero sarebbe più grave di Tangentopoli.
Insomma permetti ancora di meravigliarmi di qualcosa in questa vita.. Mi serve..
Il punto è che la conta dei voti non la fa il viminale..(che da' dei dati provvisori). Ergo..pare una cazzata.
Comunque se si desidera ricontare i voti penso che tutte le forze politiche dovrebbero dare il loro assenso..(anche se la legge non pervede la cosa; credo che l'accordo di tutti, però, possa superare la situazione).
Ma dopo basta, si prende atto del risultato (qualunque sia)..come si dice a roma: a chi tocca non s'ingrugna..
ma perchè la sinistra è masochista?
Basta ricontare i risultati finali seggio per seggio e comune per comune, altrimenti nel megacomplotto andrebbero coinvolti tutti i presidenti di seggio, gli scrutatori e i dipendenti comunali, una cosa assurda.
Credo che solo l'ignoranza italica creda ad una simile cazzabubbola.
Prendiamo una regione come la Toscana con meno di 300 comuni, in un giorno rifai il conteggio dei comunicati comune per comune. Per la Lombardia con oltre 1500 comuni quanto volete metterci, due giorni?