A ravenna il riferimento è la CEI
caino e abele ha scritto a OneMoreBlog:
La storia comincia così: un bel giorno, in quel di Ravenna, nell'unica sala cinematografica rimasta nel centro storico in cui si programmano film di qualità, viene proiettato
Mater Natura di Massimo Andrei, un film d'essay premiato da diversi festival e concorsi nazionali, compreso Venezia 2006, che tratta temi quali la famiglia, il rapporto genitori-figli, la sessualità e che annovera fra gli interpreti anche Vladimir Luxuria. Il problema, come ci racconta "Il Resto del Carlino" del 21/11, è che la suddetta sala, se pur gestita da una società di privati, è di proprietà della parrocchia di San Rocco.
Questa, su impulso dell'Acec (Associazione Esercenti Cattolici), invia, seduta stante, intimazione di sfratto per non aver rispettato la clausola contrattuale che impegna "la società conduttrice a proiettare solo pellicole che presentino valori artistici e culturali unitamente riconosciuti e di indiscusso valore morale": infatti, la Commissione Nazionale di Valutazione della CEI ha bollato il film come "inaccettabile, negativo, gravemente contrario e in antitesi alla morale cristiana" (ancora il Resto del Carlino del 21/11). Sulla risoluzione del contratto d'affitto si pronuncerà il giudice di merito: nel frattempo è partita l'orgia di dichiarazioni (Resto del Carlino, cronaca di Ravenna, del 22, 23, 24 novembre), che vanno da Rifondazione Comunista "se necessario, proporremo un gay pride di sostegno nel quartiere San Rocco", a Forza Italia "il tenore dei temi trattati, il delicato ambito della famiglia e dei rapporti tra genitori e figli, non ha certamente spessore nè morale nè educativo e non può essere legittimato come interpretazione autentica delle attuali forme di convivenza".
Premesso che di film messi al'indice dalla CEI, in quella sala, ne erano passati già diversi (ad esempio, lo spagnolo "Reinas"), ci chiediamo: visto che l'amministrazione comunale ha candidato Ravenna ad essere Capitale Europea della Cultura nel 2019, vogliamo che il punto di riferimento su cui costruire la nostra morale e la nostra cultura diventi la CEI? Se così riteniamo debba essere, abituiamoci per tempo a metabolizzare che, come ricorda l'avvocato che difende la società sfrattata, per la CEi "sono "inaccettabili" ben cinque degli ultimi dieci film di Bertolucci, tre "discutibili", uno "inconsistente" e uno "accettabile, seppur problematico".