Mai dire broglio
di Marco Travaglio
L’altra sera, a Porta a Porta, Gianfranco Fini festeggiava con l’insetto l’iscrizione di Enrico Deaglio e Beppe Cremagnani nel registro degl’indagati della Procura di Roma per diffusione di notizie false, esagerate o tendenziose atte a turbare l’ordine pubblico. La qual cosa dimostrerebbe, ad avviso di Fini, che la videoinchiesta di Diario è una bufala. Elementare, Watson.
A seguire fino in fondo il ragionamento di Fini, che ha portato in Parlamento dieci fra imputati e indagati, è come dire che An è un’associazione a delinquere. In realtà l’iniziativa della Procura di Roma, in linea con la migliore tradizione della casa, non implica nulla sul merito del dvd. Anche perché i pm han fatto sapere che non procederanno ad alcun riconteggio delle schede, nemmeno a campione, per verificare se la denuncia di Diario sia fondata o meno.
Il che lascia prevedere che, alla fine, tutto si concluderà col peggiore degli esiti, il nulla di fatto: archiviati i due giornalisti, archiviati i presunti brogli e con gli eventuali autori. Pari e patta, come chiede a gran voce tutta la casta politica, da Bertinotti a Fini.
In attesa del pareggio che fa contenti tutti (a parte, si capisce, i cittadini), lo strepitoso revival giudiziario degli anni 50, con i giornalisti indagati per un polveroso reato di opinione, lascia aperte due domande.
La prima riguarda l’interpretazione piuttosto singolare che i pm romani danno dell’obbligatorietà dell’azione penale. Sotto la loro giurisdizione, sull’asse via del Plebiscito-Montecitorio (o, in alternativa) Palazzo Chigi, si agita un ometto di Stato che da undici anni non fa che parlare di brogli, cioè - nell’ipotesi dei sagaci pm capitolini - turba l’ordine pubblico con notizie false o esagerate o tendenziose. Con due differenze, rispetto a Deaglio e Cremagnani: lui i brogli li attribuisce alla sinistra; e non porta mai, a suffragio delle sue accuse, uno straccio di indizio.
La prima volta fu quando perse le sue prime elezioni, le regionali del ’95, quelle delle bandierine di Emilio Fede: visto che gli exit-poll lo davano ben messo, mentre dalle urne uscì a pezzi, concluse che «la gente s’è sbagliata, erano giusti gli exit-poll» (26-4-95). Il 21 aprile ’96 fu raso al suolo da Prodi. E cominciò a ripetere che la sinistra gli aveva fregato un milione di voti. Nell’aprile 2001 inventò il broglio preventivo, annunciando che di lì a un mese la sinistra avrebbe imbrogliato sulle schede: «Già nel ’96 un milione e 171mila schede sono state distrutte. In Italia la sinistra ha una lunga tradizione di brogli» (14-4-2001). Alla vigilia delle ultime elezioni, l’ometto di Stato ricominciò a turbare l’ordine pubblico con notizie false e tendenziose, avvertendo i suoi seguaci che, «secondo mie informazioni, i professionisti della sinistra ci hanno sottratto circa un milione e 700mila voti» (ma non erano un milione e 100) e si accingeva a scippargliene almeno altrettanti il 9 e 10 aprile 2006. Perciò invitò alla vigilanza democratica e diede vita al «Motore Azzurro», affidato alle cure di un personaggio al di sopra di ogni sospetto: Dell’Utri. Perse le elezioni, cominciò a gridare ai «brogli della sinistra» prim’ancora di conoscere i risultati e rifiutò sempre, fino a oggi di riconoscere la sconfitta e la legittimità del governo Prodi. Ora, dovendo scegliere, chi è che turba di più l’ordine pubblico: due giornalisti che raccolgono indizi e fanno domande, o un ex premier con milioni di seguaci che li arringa con toni da guerra civile delegittimando tutte le istituzioni? Che c’è di più falso e tendenzioso di un presidente del Consiglio che, mentre deve assicurare la regolarità del voto, accusa l’opposizione di brogli che non possono essere avvenuti per la semplice ragione che non s’è ancora votato? Ma contro quest’ometto la Procura di Roma non ha proceduto ad alcuna iscrizione o interrogatorio, né si è mai sognata di chiedergli le prove di quanto va cianciando da undici anni. Strano, nevvero?
La seconda domanda riguarda il mondo della cosiddetta informazione. Nei giorni scorsi abbiamo letto accorati appelli in difesa di un giornalista spione al soldo del Sismi e di vari giornalisti telecomandati da Moggi. Nulla di tutto questo, invece, per la tragicomica incriminazione di Deaglio e Cremagnani. Anzi, i noti garantisti Belpietro, Feltri, Ferrara e Vincino non hanno saputo trattenere un piccolo orgasmo. La prossima volta, prima di indagare sui brogli, converrà iscriversi al Sismi o alla Gea World. O più semplicemente alla P2, che si porta su tutto.
Non è un paradosso indagare chi ipotizza brogli con prove a suffragare tale tesi e NON procedere contro colui il quale turba (tzk, eufemismo) l'ordine pubblico da anni con palle invereconde. Non è un paradosso, è una vergogna.
proviamo ad invertire le posizioni tra cdx e csx.. non pensate che si sarebbe scatenata la solita buriana contro le "toghe rosse" ? Per quanto ancora dovremo stare imbavagliati e/o inciuciati ?? ahimè, come diceva la mi povera nonna : poverannòi .-
Travaglio è la mia boccata di aria fresca quotidiana.
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Dedicata al film inchiesta di Cremagnani e Deaglio sulla notte dello spoglio elettorale, la puntata di Matrix di martedì aveva per ospiti Di Pietro e Scajola, gli stessi di quella notte al cardiopalma. Intanto era giunta notizia che i due autori dell´inchiesta erano a loro volta sotto inchiesta, ma lasciando intatti dubbi e notizie (certe e per niente tendenziose), su cui il dibattito ha in parte sorvolato. C´è per esempio il fatto che l´allora ministro Pisanu abbandonò più volte il Viminale su richiesta del suo capo partito, recandosi nella di lui abitazione privata. Cosa che, all´inizio, in tv si voleva negare e che ora sembra diventata «normale». Ma, tra poco, vedrete che passerà per abituale e forse perfino dovuta. Mentre nessuno ricorda più l´appalto per lo scrutinio elettronico di 4 regioni, concesso (per 38 milioni di euro) alla società Usa Accenture, di cui il figlio di Pisanu, Gianmario, era socio. Scandalo che nel resto del mondo farebbe urlare al conflitto di interessi, ma che da noi si preferisce tacere, per 38 milioni di buone ragioni.
Pubblicato il: 30.11.06 fonde L'unità
Non entro in merito all'incriminazione di deaglio e c. (notizie tendenziose, somiglia un po' ad un reato d'opinione; anche perchè: esistono notizie non tendenziose?).
Resta il fatto che è assurdo pretendere la riconta dei voti (che io però concederei, chissà cosa ne uscirebbe) in base a sospetti veramente generici e privi addentellati col reale.
Se si sospetta che le bianche siano state attribuite a FI invece che ai DS o all' UDC bisogna avere un minimo di elementi reali, non solo l'ostilità nei confronti degli avversari (brutti e cattivi per definizione).
Allora: chi ha fatto la conta delle schede? Il viminale? (n on mi pare sia così) La commissione elettorale? I comuni? etc. etc.
Voglio dire che a sparare cazzate cime petardi di capodanno sono buoni tutti..l'incriminazoni di nixon fu fatta da due signori giornalisti (che misero insieme fatti con un senso), non da cialtroni del genere di cui sopra..
sì però io lascerei distinte le due cose
da una parte è scandaloso che deaglio sia sotto inchiesta per turbativa dell'ordine pubblico, quando uno come berlusconi ha costruito la sua carriera politica proprio su quello... ma non solo, basti pensare a giornalisti come feltri che campano da 15 anni su panzane spudorate ed evidenti e insulti urlati in prima pagina, e che dovrebbero passare le giornate avanti e indietro dalla procura, se questo è il metro.
dall'altra rimane comunque, a mio parere, il dvd-bufala, che costruisce intorno ad un fatto effettivamente misterioso, se vogliamo sospetto (il crollo delle bianche), ipotesi campate per aria e retroscena da thriller di serie B.
l'incriminazoni di nixon fu fatta da due signori giornalisti (che misero insieme fatti con un senso), non da cialtroni del genere di cui sopra..
...detto da te...
ricapitoliamo
1) due giornalisti fanno un dvd con attori, scene di fantasia, ricostruzioni letterarie
2)detto dvd viene propagandato come lo scoop delle elezioni falsate
fin qui nulla di male ognuno è libero di scrivere quello che vuole e propagandarlo come vuole
3)numerosi politici di centro sinistra gridano il loro consenso alla tesi dell'imbroglio, ottenendo altrettante grida da parte del centro destra
4) interviene la magistratura perchè ritiene di aver individuato una notizia di reato, verifica a tempo record che è una bufala
5) i politici di centro sinistra scaricano i giornalisti quelli di centro destra sposano la richiesta dei due e vogliono la riconta delle schede
7) la magistratura indaga i due autori
Ora, il casino l'hanno fatto scoppiare pecoraro scanio e soci NON i giornalisti perchè allora si indagano questi ultimi? perchè hanno detto che le elezioni sono taroccate? ma allora berlusconi che lo dice da mesi?
CONCLUSIONE:
prendiamo atto che la fiction deaglio e soci è priva di fondamento, prendiamo atto che tra i pochi che credono ai brogli denunciati da deaglio c'è berlusconi, prendiamo atto che chiunque può chiamare il proprio lavoro come vuole (queste mie righe ad esempio sono a mio avviso soavissima lirica) e che non è reato chiamare giornalismo d'inchiesta quattro chiacchiere al bar sport. prendiamo atto che la magistratura pur di non lavorare apre inchieste su tutto. Prendiamo atto che deaglio la prossima volta sarà un collaboratore di canale 5.
milano, camera del lavoro, ore 21, folla straboccante che impedisce l'accesso, mi domando che c'è? schumacher? epifani? le veline? l'assemblea dei metalmeccanici? NO NO SI PROIETTA IL FILM DI DEAGLIO tra lacrime di commozione e invettive contro il berlusca.
domando stupito ma non è una fola? occhiate d'odio verso il fascista (cioè io) urla scomposte, all'unisono signore attempate e sgallettate fanciulle rispondono "non capisci nulla sei caduto nella trappola di berlusconi", intimidito rispondo "ma veramente anche lui vuole ricontare le schede e lo dice da mesi". Anatema, anatema:"non capisci nulla sei caduto nella trappola di berlusconi". Ora spigatemi perchè se deaglio vuole ricontare e berlusconi vuole ricontare io che diffido di deaglio sono amico di berlusconi. Proprio non capisco e me ne vado a bere una birra.
Non è male la tesi di deaglio al soldo del cainano per ottenere la riconta delle schede..
Oppure: subito dopo le elezioni il cainano chiede artificiosamente la riconta delle schede perchè, sapendo che deaglio la chiederà da sinistra, vuole far sì che la sinistra non appoggi la richiesta di dealio etc. etc. e/o viceversa, ci andiamo avvitando in spirali sempre più idiote..che paese, ragazzi!
Concordo con Arcovazzi, è come se dopo Jurassic Park qualcuno avesse chiesto di procedere su Spielberg per procurato allarme dovuto alla presenza di pericolosi dinosauri che da un'isola (inesistente) potrebbero invadere le nostre città.
non condivido travaglio.
Un politico, come un religioso e un poeta può dire quello che gli pare opera nel campo della fantasia, dell'ideale, dell'immaginario, del paradosso, della metafora etc
Un giornalista quando dice di fare una inchiesta opera nell'ambito della cronaca deve suffragare i fatti narrati con prove. Il primo è come un bambino irresponsabile innocente, il secondo fa un lavoro ne deve rispondere
"Un politico, come un religioso e un poeta può dire quello che gli pare". cerchiamo di essere seri, stiamo parlando di un ex presidente del consiglio, non del segretario del pcml. Se non ha il senso della responsabilità chi rappresenta una parte consistente del paese chi ce la deve avere il mio portinaio? semmai il problema è il contrario perchè i politici non vengono mai sanzionati per le cazzate che sparano neppure dagli elettori. Vi rendete conto che in parlamento e prima ancora al governo v'era un tal calderoli? dico calderoli! al mio paese l'avrebbero chiamato “grand, gross e ciula” anche deaglio appartiene alla categoria ma lui deve vendere il suo foglio e si sa gli affari sono affari. Poi che i giornalisti devono scrivere la verità è cosa che appartiene al mondo delle fole, favole, fanfaluche, fregnacce, etc etc
nei giorni immediatamente successivi a quella notte fatata, in cui successe qualcosa che nemmeno la madonnina di civitavecchia, mi rivolsi ad alcuni amici che masticano di statistica. Se si applicano le "serie di Markov" alla "forchetta" che nell'arco di una notte si è ridotta in misura esattamente proporzionale al numero dei conteggi delle schede (si badi, ad urne chiuse), la probabilità che quell'evento sia stato effetto di uno scrutinio regolare sono inferiori allo 0.01%. Una magistratura seria, di un paese laico che non crede ai miracoli, sarebbe dovuta partire da questo dato. Purtroppo il bel paese non mastica bene la matematica, forse è colpa di Benedetto Croce... La scoperta di Deaglio sul crollo, altrettanto mistico, delle schede bianche non è che un corollario del primo fenomeno. La dichiarazione del tipo americano, per cui il suo software è in grado di falsare in modo drastico "qualsiasi tipo di sistema elettorale" dovrebbe spingere gli osservatori a studiare meglio i software piuttosto che liquidare con acquiescenza gregaria queste denunce: "è una bufala perchè i dati non passavano attraverso i computer". Sappiamo noi cosa è successo esattamente nel Pisanu-Viminale? E siamo tanto fedeli alle istituzioni democratiche da non nutrire sospettucci anche sulla Cassazione, la stessa che poco fa ha stralciato 10 anni di atti giudiziari contro il sig Previti? Un amico, comunista come me, mi ha detto: "forse è meglio lasciare le cose così, visto che sono così fetenti, accontentiamoci di aver vinto anche di poco". Capisco...