la reciprocità è fondamentale (anche perché entro certi limiti è una legge dell'esistenza, quindi a meno che la politica sia fatta da e fra alieni...)!
Carolina
Detta così sembra più una battuta da campanilismo italiota e leghista.
In ogni paese la capitale ha funzioni ed iniziative tali da avere fondi maggiori.
Milano perchè dovrebbe avere i fondi da capitale?
Milano deve proporre progetti, Torino ha saputo inventarsi un'Olimpiade (nel bene e nel male la FIAT e gli Agnelli avevano e hanno progettualità e visioni per il presente ed il futuro).
Milano non ha una famiglia regnante, ma un'aristocrazia in cui gli uni sono gelosi degli altri e le alleanze si fanno e disfano, questo è forse il guaio?
Hai detto bene Moreno. A MIlano manca, tra le varie, una grande borghesia illuninata. Che sia di destra o di sinistra, a Milano vive di rendita e non sa guardare lontano...
Oh, a Milano c'è gente legata al Risorgimento e alla Resistenza anche. A me non passa più che si taccia di questo per non parlare delle responsabilità della gente. Non è che si debba essere ricchi o "aristocratici" per capire di diritti umani (e il sindaco a suo modo è una prova di questo).
Carolinac
non credo che a milano manchi una borghesia manca una classe politica.
Prima della prima guerra mondiale vi fu la stagione del riformismo socialista (caldara) che disegnò un modello di città; con il fascismo vi fu la stagione della città gestita direttamente dal partito e da roma (ma che ha lasciato tangibili segni nell'urbanistica della città); nel dopoguerra vi èstata la classe dirigente socialdemocratica che riprendeva la tradizione di inizio secolo e che ricostruiva (greppi), poi quella laico socialista (aniasi bucalossi) che gestiva le lo sviluppo, poi quella di socialista con la sinistra (tognoli) che gestiva la maturità; tutti progetti che avevano alle spalle un blocco sociale una base di consenso politica organizzata, una cultura di governo. Dagli anni '90 questo non vi è più. La mediazione della politica è saltata prima con l'elezione del populista formentini poi con l'impiegato di assolombarda albertini, persone in sè non spregevoli ma che non avevano una visione un progetto purchessia, Quando albertini dice che è un gestore di condominio dice la verità, il problema è che la città ha bisogno di una classe dirigente non di impiegati. Non che la sinistra sia messa meglio essa ha alternato contro il populista formentini il populista giustizialista dalla chiesa, contro l'impiegato di assolombarda prima un altro impiegato (fumagalli) poi un impiegato della curia (antoniazzi) e per finire disperata di non avere uno straccio di candidato ha scelto quanto era disponibile sul mercato: un prefetto, tornando alla tradizione del fascio che nominava podestà i prefetti. insomma per chiedere bisogna essere e al momento milano non è.
Si sono daccordo. L'impressione è della città che chiede, e spesso viene il dubbio che non si chieda per la città, ma per portare avanti interessi personali o para-personali.
Ad esempio mi ha sconvolto la mancanza di criticità (da parte quasi di tutti) nel confronto della questione dell'EXPO a Milano.
Nessuno che mettesse in dubbio l'utilità di un progetto a mio parere anacronistico e nato vecchio (come quello della fiera a Rho, tra l'altro). In più l'expo di milano dovrebbe essere una fiera del gusto e dell'alimentare. come se si potesse parlare di alimentazione sana e buona cucina ad una fiera da 12 milioni (presunti)di visitatori.
Ma l'impressione è che l'interesse rispetto a questi discorsi non sia centrato sulla città, ma sui vari propri o vicini tornaconti (cariche, fondi, spese pubbliche o simili).
In una realtà in cui ci sono ancora gli scheletri di italia 90' da abbattere.
ps. In particolare 2 cose mi hanno fatto girare particolarmente:
1)l'ipotesi di costruire una torre di fianco alla fiera, che è già una colata di vetro e cemento esagerata e sicuramente sottoutilizzata.
2) la minaccia del opposizione all'expo dell'ente fiera se non gli lasciano costruire i mostri-grattacieli in zona fiera a milano. ma chi credono di essere? i padroni della città?
uh. io sono criticissima. secondo me è un abbindolamento se per il resto si vuol continuare come ora... infatti in questo caso significa che i milanesi verranno esposti loro negli stand!!!
Carolina
Caro Davide, parliamo di Milano, ma non è che nel resto d'Italia la classe imprenditoriale e la borghesia siano migliori.
Si guarda al profitto immediato, alla speculazione dalla rendita facile.
I modelli sono i manager rampanti alla Ricucci e Fiorani a cui tutti, soprattutto le banche (ed una certa classe politica?) danno troppo credito.
Milano, per l'esperienza che ho accumulato in questi cinque mesi di consiglio di zona, non ha idee e chi al momento è in maggioranza si limita a fare il minimo indispensabile adeguandosi alle disposizioni che vengono dal centro. Lo spirito di iniziativa non viene quasi mai preso in considerazione ed è a volte avvilente trovarsi progetti già fatti da persone che non conoscono il territorio. Questa è oggi Milano, e mi domando come potrà riuscire a presentarsi come la capitale dell'innovazione laddove si è riusciti anche a vendersi la rete in fibra ottica. Se la borghesia milanese pensa che solo i privati siano in grado di progettare la città del domani, temo proprio che non abbiano colto e soprattutto non sfruttano la risorsa di capitale umana che è rintracciabile nei consigli di zona, organo più vicino ai cittadini e spesso composto da persone che il territorio lo conoscono e lo vivono. Forse è un problema anche di organizzazione territoriale e di amare realmente la città.
Caro Gianni,
perche' tu che sei in consiglio comunale non promuovi un nuovo regolamento per le nuove costruzioni dove ad una certa volumetria in metri cubi si destina per legge una superficie di verde prestabilita?
Se non lo proponi tu o qualcuno dei tuoi colleghi che siedete in consiglio comunale, chi lo deve fare? I consulenti della Moratti?
Non vi abbiamo forse eletto per avere idee e progetti innovativi? Se non avete idee nuove, cosa ci state a fare in consiglio?
Caro Mauro, non sono un consigliere comunale, ma solo di zona. Di idee e progetti in consiglio di zona ne porto, ma finisce che siamo sempre sotto di numero. Nonostante porti controproposte alternative valide, purtroppo dall'altra parte hanno già deciso tutto. Questa è la realtà.