Un fatto nuovo, il corteo Cdl di ieri. Che i commentatori hanno letto con lenti vecchie
Era una piazza, ma sembrava un set televisivo...
di Roberto Cotroneo
Era troppo nuovo quello che è accaduto ieri a piazza San Giovanni per le vecchie televisioni italiane. Era troppo nuovo per i commentatori delle reti che hanno trasmesso l'evento e che hanno fatto i collegamenti con la piazza. Era troppo nuovo per chi ha cercato di leggere la manifestazione di piazza del centro destra con le semplici categorie della politica. Era nuovo persino per Berlusconi, che ha perso l'ennesima occasione per dimostrarsi un leader credibile, e non soltanto un leader che sa trascinare il popolo del centro destra (e le due cose non vanno assieme, ovviamente).
Era nuovo, l'evento, anche per Fini che sembrava, non nelle parole, ma nel tono, tornato ai tempi preFiuggi del suo partito. Era nuovo persino per Umberto Bossi, che sembrava capire veramente poco di quel che gli stava accadendo attorno e perché. Così Rai Due che ha fatto una diretta con gli ospiti Piero Sansonetti, Antonio Polito e Antonio Socci, e il Tg5 speciale, che aveva messo in campo Ferruccio De Bortoli, Franco Debenedetti, Oscar Giannino e Peppino Caldarola, galleggiavano tra un tentativo di spiegazione dell'evento (soprattutto quelli di Rai Due), e un tentativo di creare l'apoteosi attraverso la diretta completa dei discorsi di Berlusconi e di Gianfranco Fini da parte dello speciale Tg5.
Era ovvio che Forza Italia avrebbe fatto pressioni perché l'evento fosse trasmesso dalle reti Mediaset con una certa enfasi. Ed era evidente che i commenti in studio non potevano che essere un corollario alla diretta, e al discorso di Berlusconi, ma certo lo spiazzamento era forte. Ci si trovava di fronte alla più grande manifestazione di piazza dei moderati, e non di sinistra, nella storia d'Italia, e anziché cercare di capire davvero cosa fosse accaduto, si continuava a fare demagogia, e raffronti.
Così tranquilla che la manifestazione di ieri aveva una serie di caratteristiche davvero singolari. La prima, forse la più evidente, era la musica. Se cito la musica non è per andare a raccontare un dettaglio, una curiosità, o qualcosa di laterale. Ma è perché non si era mai vista una manifestazione di protesta contro la Finanziaria e più in generale contro la politica del centro sinistra, con la voce di Frank Sinatra che canta "New York New York". E suonava strano poco dopo ascoltare Gloria Gaynor, e soprattutto "O' Surdato 'nnammorato", nella versione di Anna Magnani. Perché? La domanda non è ironica, e neppure sfottente, certo che "Contessa", l'"Internazionale", "Bella Ciao" e "Hasta siempre Comandante" hanno un altro carisma. E appartengono a una mitologia della piazza che la sinistra conosce molto bene.
Ma se l'humus del centro destra sono Sinatra e persino i "Blues Brothers", se l'ironia è una fanciulla che manifesta nuda, avvolta soltanto da una bandiera di Forza Italia ("è l'unica cosa che ci è rimasta e che ci ha lasciato la Finanziaria di Prodi, per il resto siamo nudi"). E se il modo di manifestare è lo swing di Frank, la bossa nova di Jobim e, anziché i vecchi slogan, "siamo rimasti in mutande", le spalline del reggiseno della ragazza di Forza Italia nuda sotto la bandiera, siamo di fronte a un centro destra che va capito ripartendo da zero.
La piazza sembra indifferente alle contrapposizioni della politica. E mentre in tv scorrevano le immagini della gente piano piano cominciavi a capire che quella era una piazza televisiva. Era "la piazza" televisiva. Che aveva trasformato San Giovanni non in un luogo di pathos politico moderato, ma in un immenso studio televisivo, grande come la piazza e le vie attorno, uno studio televisivo dove tutto era gigantesco: gli striscioni di 800 metri, i maxi schermi per vedere (e ne siamo lietissimi) quanto stesse bene Berlusconi, e che bella cera avesse. E allora capisci la manifestazione, e capisci i vestiti, capisci le troppe cravatte sbagliate (per citare Paolo Conte), capisci la musica da localino sulla riviera, capisci che era una manifestazione di gente che stava dentro un set.
il tonitruante inno di potop?
("stato e padroni fate attenzione, nasce il partito dell'insurrezione")
l'inno individualista?
("pria di cader sul palmo della via / imiteremo bresci e ravachol / chi tende a te la man, o borghesia / non e' degno di guardare il sol")
la Banda Bassotti?
("carraro sindaco ma che ce sta a fa'? da milano viene a rompe proprio qua / perche' nun provvede d'annassene a ffa', d'annassene a ffa', d'annassene a ffanculo!")
("fratelli di Giorgiana Masi, Fabrizio Ceruso, Walter Rossi; figli della stessa madre, figli della stessa rabbia")
I Kenze Neke?
("non pru botos non pru listas, non pru truffas d'eletziones / solu bandas comunistas pro sa sarda rivolutzione")
etc etc etc
il vero problema e' che anche la sinistra radicale e non solo quella riformista, e' completamente frastornata dal mercato e dal consumismo (comunemente detti "mainstream"); per questo non si trova piu' una cultura in cui identificare se' stessi e con cui rappresentarsi.
la mia standing ovation a Berja, oggi sei in grandissima forma!!! sulla musica, mi piace la proposta di Angelo.
Carolina
L'inno per la sinistra del XXI secolo:
Musica, musicante!
ca è bella ll'allería...
I' mo ve cerco scusa a tuttuquante
si abballo e chiagno dint''a casa mia!
L'inno per la destra del XXI secolo:
Felicissima sera,
a tutte sti signure 'ncruvattate
e a chesta cummitiva accussí allèra,
d'uommene scicche e femmene pittate!
eee... eeee... ho anche pensato a questo "romanticume libertario"... ma non "liberale & liberista"... :-)))
http://www.youtube.com/watch?v=E9CvsFj3u5A
C.
Non posso che sostenere la proposta di Carol:destino del nome!;-)
rossana
in una immaginaria programmazione aggiungerei anche:
Ghetto84:
("se noi siamo feccia / voi facce di cazzo! / viva la feccia!")
I Fichissimi:
("L'ho vista un giorno in uno squat,
entrava appena sveglia in cucina,
erano almeno le due.
Gli occhi socchiusi e poi sgranati
stoffa troppo corta addosso,
lei un po' tutta sulle sue.
Questa notte ha ballato tutto quello che ha potuto,
glielo leggi in faccia tutto quello che ha bevuto.
Mi lancia uno sguardo, che succede non lo so,
non riesco a parlare neanche un po'...
MI SONO INNAMORATO DI UNA TIPA
DI UNA CASA OCCUPATA,
COI CAPELLI VERDI E VIOLA
E LA SCHIENA TATUATA,
CON L'ANFIBIO AUTOPRODOTTO,
FACCIA SEMPRE INCAZZATA,
ORMAI MI SON CONVINTO CHE...
COME LEI NON CE N'E'
L'ho vista un giorno in uno squat,
con la bomboletta in mano a preparare lo striscione.
Per strada sbirri dappertutto,
ma saranno cazzi loro alla manifestazione.
Quando marcio insieme a lei
per gli spazi occupati,
vorrei che fossimo almeno fidanzati.
Ha la bandiera in una mano,
e nell'altra la mia,
non penso neanche più alla polizia.")
questa la devo scrivere TUTTA perche' e' un capolavoro, era il 1994, un meraviglioso 45 giri a 7 pollici autoprodotto da "El Paso" di torino.
e poi qualcosa degli Erode, tipo "Pro Patria" o "Frana la Curva" o "Orgoglio Proletario"
:-))) mitico. hai fatto un po' di vacanze di recente? sei davvero in formissima!!!
Carolina
Io propongo l'inno di Tafazzi (che peraltro credo fosse ispirato a un pezzo dance, che a sua volta riprendeva una canzone tradizionale ebraica). Facilissimo da ricordare, molto coinvolgente e tutti ci si possono riconoscere, l'inno perfetto. :)
Se Berja propone "Frana la Curva" degli Erode io rilancio con "La disoccupazione" dei Water Tower.
http://www.watertower.it/mp3/Disoccupazione.mp3
Credo che a Ferrante pero' non piacerebbero molto.
l'inno di Tafazzi>/i>
il "gam gam"*, ma e' stato anche un inno della curva sud (ci fu anche un'orrido striscione laziale: "chi in curva canta il gam gam e chi il moschetto"); a 'sto punto prendiamoci "seven nation army".
*nel film di roberto faenza "jona che visse nella balena" era una canzone cantata dai bambini ebrei in lager, ne fecero un remix dance che fece incazzare tantissimo faenza, perche' gli autori del remix non chiesero ne' il permesso ne' pagarono i diritti.
Mica male l'idea di seven nation army! Di certo è meglio di "Frana la curva", che se non ricordo male è quella che a un certo punto recita "se ci dev'essere violenza, che violenza sia/ma che sia contro la polizia!". Ma immagino fosse una metafora, d'altronde gli Erode sono noti per la loro abilità dialettica. :)
"se ci dev'essere violenza, che violenza sia/ma che sia contro la polizia!"
se non hai googlato, chapeau!
andrea_riot: a ferrante gli cantiamo "quali interessi avete difeso? / quali promesse avete mantenuto? al polo tradito / al popolo offeso dai falsi difensori del proletariato / orgoglio proletario / orgolgio proletario / un grido nella strada / orgoglio proletario"
No, non ho googlato, quand'ero un po' più piccolino e più incazzato li ascoltavo regolarmente. Ricordo persino in quale cassetta-compilation li avevo messi, era la medesima di Hang the Pope dei Nuclear Assault e di tanti altri immortali quanto sottovalutati capolavori. ;-)
Larry ti adoro,
I nuclear assault... posso morire felice, li ho visti in concerto con gli Exodus... per quanto riguarda l'inno della sinistra...
fegato fegato spappolato rifatta da Arsenico
Hang the Pope dei Nuclear Assault
ascoltata, per caso, l'unica volta che Radio Onda Rossa e' riuscita a bucare il monopolio della radio vaticana sui 93,300 MHz.
non esistono le coincidenze.
nella compilation spero ci fosse anche "fuck religion" dei nabat e "papa polacco" della LHP.
questa la devo scrivere TUTTA perche' e' un capolavoro, era il 1994, un meraviglioso 45 giri a 7 pollici autoprodotto da "El Paso" di torino.
: )
Mammamia Berja...
Indovina chi c'era? ^_^
PS: ci sei per caso stato?
ci sei per caso stato?
no, ma quel disco e' uno dei migliori dischi di punk mai fatti in italia.
Oddio, Mortiis su OneMoreBlog...pensavo di aver sbagliato sito! :-D
Ma che ci fa lì? Volete proporre "Parasite God" o "Mental Maelstrom" come inno della sinistra?
Berja: concordo.
Ti chiedevo di El Paso perchè ci vivo ^_^
Magari non c'entra nulla (certo si addice più alla Spagna) però la cito lo stesso:
"No somos nada" de La Polla Records
Somos los nietos de los obreros
que nunca pudisteis matar
Somos los nietos de los que perdieron
la guerra civil
...
Quereis engañarnos, pero no podeis,
tampoco tenemos precio
Vosotros vereis que haceis,
nosotros ¡ya veremos!
No somos nada
No somos nada
Si facesse a meno di inni, bandierame, lacrimucce di commozione, riti tribali di appartenenza etc. per attivare un po' più di senso critico e consistenza individuale?
Oppure no: dobbiamo continuare a fare dimostrazioni con caccavelle e penne in testa?
l'ennesima idea:
"viva la revolution" degli adicts come canzone internazionale e la versione italiana della stessa dei ghetto84 (purtroppo uscita solo su vinile nel 1996).
per i critical massers "viva la velorevolution".
e se mi impegno potrei tirare fuori qualcosa dei kortatu (intanto dedico idealmente "mierda de ciudad" a milano) o dei negu gorriak (andrebbe bene la cattivissima "itxoiten" da "Borreroak Baditu Milaka Aurpegi", il loro disco migliore).
oppi le coincidenze non esistono :-)
"Internationalists" degli Style Council...
Non c'è tra i nostri blogger un discografico che possa fare una compilation con questi suggerimenti?
Non sarebbe male, a me piacerebbe averla, soprattutto per i momenti di depressione politica (cioè quasi tutti i giorni...-:)))
e se mi impegno potrei tirare fuori qualcosa dei kortatu (intanto dedico idealmente "mierda de ciudad" a milano) o dei negu gorriak (andrebbe bene la cattivissima "itxoiten" da "Borreroak Baditu Milaka Aurpegi", il loro disco migliore).
Ma chi diavolo sono tutti questi tizi o gruppi?
E che ascolti tu, musica marziana?
e oggi mi sono svegliato cantando "e' tornato garibaldi / e' tornato garibaldi!" degli statuto.
dedalus: hai in uso un personal computer, hai una connessione ad internet, usa google.
rock dei fenici..
Gli Statuto anni fa acconsentirono a suonare alla festa di quartiere degli obiettori di coscienza (avevano ancora un altro nome, fu una vita fa)
grandi :)
Oggi non smettono di fare bei brani
e di suonare per il colore granata
grandissimi ^_^
Come lei non ce n'è NA NA NA NAAA come lei non ce n'è NA NA NAAAA! Come lei non ce n'è!