L’Ulivo e la politica dei cittadini
di Franco Mirabelli
segretario federazione metropolitana milanese dei Ds
Il percorso di discussione verso il Partito Democratico, il modo in cui si svilupperà, i soggetti che sarà in grado di coinvolgere, i temi che ci porterà ad approfondire costituiscono, più che mai in questo caso un elemento politicamente decisivo e di sostanza. A partire da qui vorrei fare tre riflessioni che devono orientare le nostre scelte anche nei territori e che ritrovo nelle proposte del segretario ma la cui importanza rischia di essere sottovalutata.
La prima questione riguarda la necessità di aprire il dibattito, allargarlo ad altre forze politiche e sociali, coinvolgere da subito quella parte di società a cui avanziamo la proposta, con cui vogliamo interlocuire e che deve essere protagonista già da oggi della costruzione. Questa impostazione è coerente con l'idea che guida ormai da un decennio le nostre scelte, di un partito della sinistra riformista che vuole essere di tutti i riformisti, che vuole unire le diverse culture politiche che già oggi definiscono il campo della sinistra riformista e che vuole essere strumento di partecipazione politica per i tanti e le tante che si riconoscono nell'ulivo ma non trovano nelle attuali forme di organizzazione politica gli spazi, i luoghi e l'occasione per esserci.
È chiaro che se questa è la scelta, ed è questa nella proposta, il Pd non può essere la semplice fusione tra Ds e Margherita, certo i partiti dell'Ulivo dovranno essere parte fondante e fondamentale ma ad altre forze politiche, a partire dallo Sdi va posta con forza l'esigenza di unire i riformisti e l'opportunità di partecipare alla costruzione del nuovo partito.
Non solo, è anche qui la ragione per cui la federazione non può essere la risposta se non decidendo di escludere tanti e tante che invece devono essere chiamati a dare un proprio contributo auutonomo dalle forze politiche. La federazione si ridurrebbe all'incontro tra due partiti, noi dobbiamo costruire un partito che vada oltre quei confini. Il tema delle identità diverse e, per noi, di non sacrificare al Pd le nostre storie e le nostre culture, non si risolve così, con una scelta difensiva, ma affrontando nel merito la discussione sulle ragioni, il profilo della nuova forza e la sua natura pluralista.
Questo primo ragionamento ha come conseguenza la necessità di moltiplicare, nei territori, non solo i momenti di discussione e riflessione nei Ds ma anche le occasioni di confronto e di partecipazione che offriamo per promuovere un processo partecipato, coinvolgente e interessante per tanti.
In secondo luogo credo sia fondamentale, rispetto all'esito della nostra discussione, al di là di come la si pensi, affrontare il tema delle ragioni senza banalizzarle o peggio produrre caricature. Il tema non è costruire una forza moderata, liquidare un patrimonio, la resa della sinistra. Credo invece sia proprio per la sinistra e di sinistra, con coraggio, porsi il problema di una democrazia che vive un problema drammatico di distanza tra la politica e i cittadini, tra i partiti e i loro stessi elettori. Così come penso stia nel nostro dna la necessità di costruire le condizioni per fare le riforme in un paese che vive in un sistema politico bloccato, in cui sono forti le resistenze corporative e debole la politica, in cui la sensibilità verso l'interesse pubblico appare minoritaria. Ancora la consapevolezza di dovere attrezzare il centrosinistra di fronte ai grandi temi del futuro, di una nuova domanda di qualità, dei mutamenti ambientali, dei progressi della scienza, di un nuovo mercato del lavoro e di molte altre domande nuove a cui oggi occorre rispondere per affermare e non testimoniare i valori e gli ideali di cui siamo portatori. Questi temi sono comuni a tutti noi affrontiamoli senza scorciatoie.
Infine credo che i Ds debbano saper portare nella discussione sul profilo del nuovo partito un contributo di merito su grandi questioni che devono definire il progetto ideale del Pd. Penso, da qui, da Milano, al grande tema del lavoro, in termini di qualità, di diritti, di sua produttività, ad una idea dello stato che promuove pari opportunità, non lascia solo chi ha bisogno, ma sa anche guardare al merito, riconoscerlo, valorizzare i talenti. Penso ad una idea dello sviluppo che metta al centro i cittadini, liberi energie e garantisca rispetto delle regole e libertà, in cui la politica recuperi appieno il suo ruolo di governo della società. Infine penso a come la politica si assume le proprie responsabilità di fronte ai mutamenti demografici, capace di riconoscere piena cittadinanza a donne e uomini di ogni età e di ogni provenienza.
Credo che questi siano i temi su cui dobbiamo concentrarci e confrontarci tutti, insieme, a partire dai problemi evitando di entrare in una infinita stagione referendaria sul Pd ma creando le condizioni per ritrovarci nel nuovo partito che deve servire al Paese e alle riforme.
Interlocuire è una dotta citazione dallo spagnolo. Radio OMB potrebbe mettere oggi Los Marcellos Ferial con Cuando calienta el sol, così il "mi locura" rende l'idea.
tanta h2o è passata sotto i ponti, cari compagni e care compagne, el sol calienta nell'atarassi mistica dell'apoteosi cosmogonica (più la demografia, che era ancora il passo prima del bisogno conclamato di un tavor). sintesi maxima: ci vorrebbero la Dandini e "Lorenzo" per commentare.
Carolina
Tante righe su un giornale nazionale per non dire nulla di nulla (alla faccia dei poveri alberi abbattuti).
Noto preoccupato che taluni dirigenti DS studiano da democristiani.
ma come si fa a chiedere di commentare l'incommensurabile Mirabelli? diffidovi dal prendere ulteriori iniziative in questo senso, viceversa mi vedrei costretto a procedere a denuncia formale per sadismo e maltrattamenti.