brrrr....
Condoglianza al ciclista.
Qual'e' la citta' Italiana dove muoiono piu' ciclisti all'anno?
Non so, Achab
non so
Tu ora sei sconvolto
Lo sono io di riflesso, solo per averti letto, figurati tu, che hai visto.
Però...non farti prendere dallo sconforto sul mondo per quanto accaduto
La tristezza, enorme, le lacrime anche, per quel ciclista, quell'uomo
Ma la reazione del camionista, non lasciare che ti tocchi troppo...
E' facile che l'apparente distacco sia un modo per non affrontare l'accaduto: affrontare il fatto di aver appena ucciso un uomo non è cosa da tutti, non è cosa da mattina mentre ti rechi al lavoro. O magari hai beccato davvero il senza cuore di turno: l'uomo cui non gli frega niente. E' difficile secondo me, ma anche fosse sarebbe un'eccezione... Ho visto incidenti mortali, e non ho mai visto i responsabili restare, non dico impassibili, ma neanche un po' meno che distrutti.
Questo non per alleviare il tuo dolore per quanto successo, ma perchè il tuo sconforto, così come la tua rabbia sulla città intera, non sia "universale", non vada a coprire tutto, quanto accaduto e quanto potrebbe accadere, come queste reazioni fossero le reazioni di ogni essere umano.
Ti abbraccio.
PS: muore una persona, le auto in fila dietro non vedono, dopo un po' si spazientiscono e suonano. Nessuno partecipa al dramma (che è anche tuo, che eri lì davanti al corpo di quell'uomo), nessuno sa, e suonano. E' pressochè inevitabile, non in virtù di una umana (né tantomento di una milanese) insensibilità: è la città che fa schifo. La città, e l'automobile dentro alla quale il mondo sei tu, sei tu e basta. Quel che succede fuori non lo sai e sei pure giustificato a non saperlo.
Non ho parole!
il camionista forse era sotto choc. ma i vigili? cmq ieri l'autista di un tram, che stava al cellulare mentre guidava, ha stirato una ragazza di 33 anni, in via Procaccini. impressionante la situazione in 'sta città lo è.
Carolina
Bisogna usare il casco...e poi bisogna ri-comiciare a far sentire la nostra voce...tornare a cercare di convincerci che noi siamo il traffico...
E' una città molto crudele Milano. Di una crudetà asettica ancora più gelida. La gente corre su binari paralleli e s'incontra solo per scontrarsi. Quando parto per provincie, è incredibile il tempo che passo a chiaccherare per strada, al bar, al super con chiunque. Si comunica. A Milano invece ci si inveisce, ci si urla addosso nei happy (sic!...) hours, si cerca la pole position ai semafori. Si cammina con lo sguardo basso e si rasentano i muri per proteggersi. Oggi quel ciclista, ieri quella passante di 33 anni che sulle strisce col verde in via Procaccini, è stata trascinata per 10 metri dall'autista del 57 che era al cellulare!!!, domani? Pat pat Achab,
Miei colleghi olandesi mi hanno detto che l'infrazione più grave che possa capitare di commettere è solo di toccare un ciclista con la macchina. Nemmeno farlo cadere, basta sfiorarlo. Non importa se quello stava facendo evoluzioni su una ruota sola, la presunzione di colpevolezza è per l'automobilista. In Olanda il ciclista è più rispettato delle vacche sacre in India.
Carolina, la dinamica non la conosco: ma, così ad occhio, dev'essere stata simile a quella di via procaccini (altro incrocio che conosco benissimo).
L'autista, ci sto pensando anche io, probabilmente era sotto choc. Anzi, sicuramente. Era comunque solo. Ma, forse, più di lui e dei vigili, mi ha colpito l'aira di rassegnazione, come dire, "serena" che ho percepito sul luogo. All'inzio continuavo a dire "cazzo, no, cazzo no, in bici no" ad alta voce. Ma mi sentivo solo. Non so come dire. Come se tutti si dicessero: vai in bici, cazzi tuoi.
Come se la gente, nonostante sempre di più si muovano in bici, di base pensasse che è normale. Che succede dappertutto. E che è normale che le strade siano pericolose. Come quando ero piccolo e molte mamme non lasciavano andare i figli ai giardini a giocare, perché per terra era pieno di siringhe. Questo senso di sopraffazione accettata "serenamente" dalla gente. Ci si dimentica che non è normale. Che invece che rassegnarsi, bisognerebbe incazzarsi. Riappropriarsi di quegli spazi.
Un po' come hanno fatto le donne settimana scorsa, riprendedosi la stazione centrale di Milano. Lo so voi parlate di Critical Mass, ma Critical Mass non basta ed è troppo autoreferenziale. Ci vuole qualcosa di più sistematico e "normale".
Per Oppi. Tu scrivi questo:
>>>>E' pressochè inevitabile, non in virtù di una umana (né tantomento di una milanese) insensibilità: è la città che fa schifo. La città, e l'automobile dentro alla quale il mondo sei tu, sei tu e basta. Quel che succede fuori non lo sai e sei pure giustificato a non saperlo.
amsterdam è un inferno per l'automobilista. milano (e buona parte delle città italiane) è un inferno per il ciclista. la differenza sta tutta qui, e non è poco, perchè il ciclista quando viene colpito spesso, purtroppo, ci rimane
Per Oppi. Tu scrivi questo:
>>>>E' pressochè inevitabile, non in virtù di una umana (né tantomento di una milanese) insensibilità: è la città che fa schifo. La città, e l'automobile dentro alla quale il mondo sei tu, sei tu e basta. Quel che succede fuori non lo sai e sei pure giustificato a non saperlo.
Rispondi a questo: la città e l’automobile chi le costruisce? L’uomo, direi. Quindi, se fanno schifo è perché tale è chi le costruisce.
L’insensibilità è sinonimo di indifferenza ed egoismo.
Non è questione di avere una visione pessimista della vita, semplicemente basta VEDERE.
E POCHI LO VOGLIONO FARE.
comunque, che milano sia una città fredda è innegabile. non che la provincia lombarda sia migliore, da questo punto di vista, anzi...
in ogni caso, se questo fatto fosse avvenuto, che so, a roma, non crediate che la città si sarebbe fermata per un minuto di silenzio: credo che certe situazioni siano una triste routine un po' dovunque.
Storia triste.
Rimedio efficace: http://www.criticalmass.it/
Infatti, davide, sono conscio di aver visto qualcosa che capita quotidianamente. Ma il fatto di averlo visto per la prima volta di persona ti consente di vederlo con gli occhi "giusti". Le sensazioni che provi, ti assicuro, sono molto forti. Capisci nettamente che c'è qualcosa che non va, che non funziona. Che così non si va lontano. Secondo me Milano, così come è oggi, ha le ore contate. O cambia, o sprofonda nel cesso delle città europee. Per continuare a negarlo bisogna avere un bel fegato.
Esperienza da ciclista urbano a Napoli: il ciclista a Napoli semplicemente non esiste. Il mio livello di attenzione, in città, deve essere costantemente più alto di quello dell'automobilista che ho davanti, di quello dell'automobilista che ho dietro e di quello degli automobilisti che mi stanno a lato, semplicemente perchè per loro io non sono presente, lì, in quel momento. Nonostante giri con i segnalatori luminosi sempre accesi ed abbigliamento tecnico di quello che non passa inosservato (non per un vezzo estetico, ma per essere visto), io non sono visibile. In più passo il tempo ad evitare persone, buche, ostacoli. Ogni anno ho notizie di almeno uno o due cicilisti morti in Campania perchè investiti da macchine, spesso durante uscite in gruppo (come si possa fare a non vedere un gruppo di bici, ancora non me lo spiego).
Mi ha lasciato sconvolto la notizia della donna investita ieri, mi lascia sconvolto il racconto di Achab, mi chiedo perchè sia così difficile, semplicemente, avere rispetto per chi decide di fare una scelta diversa anche nel muoversi.
Lorenzo suggerisce criticalmass, io rispondo che criticalmass è un bel gioco per iniziare, ma che ogni giorno, in bici, si gira da soli contro tutti e basterebbe semplicemente che qualche vigile, ogni tanto, si degnasse di far rispettare il codice della strada anche se la vittima dell'infrazione è un pedone o un ciclista.
E poi, ovviamente, rispetto per la morte, rispetto per il dolore, rispetto per le persone.
Suggerisco anche questo:
FUORISTRADA DA CITTÀ - ANATOMIA DI UN DELIRIO COLLETTIVO
http://www.legambiente.org/ltr/antisuv/
Laura, non sono certo di aver compreso l'appunto che mi muovi.
L'autista era effettivamente in stato di choc:
http://www.corriere.it/vivimilano/speciali/2006/12_Dicembre/05/ciclista.shtml
Rassegnarsi alla mattanza e'il peggiore dei mali.
Sotto casa mia e' stato investito un bambino di 5 anni, non e' morto ma e' in coma da sei mesi, e molto probabilmente non si riprendera'.
Ho visto il padre con la maglietta sporca di sangue, la madre che grida, tutto il condominio in strada a guardare, tutti indignati, ma tre giorni dopo di nuovo a lamentarsi per gli autovelox, e dei dossi rallentatraffico, e a sperare che facciano qualche nuovo parcheggio.
Morire per strada non dovrebbere essere normale, non si tratta piu' di "incidenti", ma di consuetudini; ci si chiede spesso come sia possibile che il sacrificio umano fosse accettato in molte societa' del passato, per capire bastrebbe gurdarsi intorno
"sei tu e basta. Quel che succede fuori non lo sai e sei pure giustificato a non saperlo."
(oppi)
"Non è questione di avere una visione pessimista della vita, semplicemente basta VEDERE.
E POCHI LO VOGLIONO FARE."
(laura)
"per capire basterebbe guardarsi intorno"
(Andrea_Riot)
Credo che stiate dicendo un po' tutti la stessa cosa. Giustissima. Chi continua a lamentarsi degli autovelox, a comprare SUV e a chiedere parcheggi non si guarda intorno e non vuole vedere altro che il proprio personale interesse. E poi, oltre al discorso individuale, c'è il discorso relativo agli "agenti esterni": ci hanno costruito una vita così, è difficile starne fuori.
Vivere e lavorare con lentezza si dovrebbe...! La volontà di riappropriarsi del tempo non passa attraverso l'acceleratore dell'automobile: passa attraverso un forte cambiamento sociale.
So cosa vuol dire. Anch'io mi sposto il 99% delle volte in bici, solo in bici, in ogni stagione e condizione atmosferica. Penso che potrei lasciarci le penne o farmi molto male. Basta che un qualsiasi stronzo al volante si distragga un attimo e sarei fottuto. Ma il ciclista urbano è immune a certe paure, è di per sè fatalista. Non sono le città ad essere di merda. Di merda sono quei signori e signore che per fare 500 metri o due chilometri pigliano l'auto, 365 giorni l'anno, in ogni condizione atmosferica.
... quindi riducono ad una merda le nostre città.
noi le guardiamo con amore
per loro sono un ostacolo ai loro obiettivi quotidiani, o al meglio malsopportano le nostre città.
gli automobilisti sono degli estranei
così la vedo io: è da matti, lo so. ma io li vedo come un esercito invasore.
se io andassi in auto mi vedrei come un invasore, esattamente come vedo loro. le rare volte che mi capita mi vedo così: un invasore.
un invito salvavita a tutti i ciclisti:quando pedalando passate davanti a macchine parcheggiate
tenetevi a un metro di distanza perchè ci sono automobilisti bastardi che prima di scendere dall'auto non guardano lo specchietto retrovisore
e sono capaci di aprirvi lo sportello in faccia
e farvi cadere magari mentre nella stessa direzione dietro sopraggiunge un'altra auto;molti
automobilisti sono canaglie le cui vigliaccate devono essere prevenute con una ulteriore prudenza da parte dei...ciclisti,purtroppo siamo a questo punto.un altro classico:ti arrivano addosso sbucando da una strada secondaria....
O ti tagliano la strada girando a dx mentre tu devi andare dritto... o perchè devono parcheggiare... purtroppo il/la ciclista, per queste merde, perchè è giusto chiamarle col loro vero nome, non esiste, è invisibile, lo ignorano. oltre che invasori delle città (ma non solo di quelle) sono dei poveri schiavi, tossicomani da automobile, dipendono da lei, non possono andare da nessuna parte senza di lei, non sono nessuno. Ecco, ci siamo arrivati, non sono nessuno.
Rota, se riempi un secchio di merda, il secchio resta un secchio, la merda resta merda... liberiamo le città!
Anche io mi muovo sempre in bici e sono stata vittima, per tutti gli anni del liceo e dell'università quindi una decina, di questi bastardi che accompagnano i figli a scuola e aprono lo sportello senza guardare. Una volta mi sono fatta male, dalla paura ho tirato un calcio dentro la macchina e ho detto un po' di parolacce alla stronza che guidava. Mi ha risposto di non dire parole così davanti ai suoi figli, che suvvia non era successo niente di grave... Ho continuato a inveire e poi dalla paura e la rabbia ho pianto, lì davanti ai suoi figli.
Anche i motociclisti hanno problemi simili, con la differenza che nel loro caso l'impatto è quasi sempre più devastante, a causa del peso.
Il problema è che gli automobilisti si sentono sicuri nel loro guscio e non prendono minimamente in considerazione che fuori ci sia della gente fatta di carne, ossa e finalmente sangue.
E quanto più grande è la dimensione del mezzo tanto più aumenta questa sensazione (illusoria) di sicurezza.
Commossa, bella e commovente la cronaca inviata da Achab. Lo ha sfiorato la tragedia e lui, forse il solo degli astanti, ne è stato emozionalmente toccato. Perchè siamo diventati così insensibili? Il benessere ci ha tolto la capacità di essere solidali con il nostro prossimo? Abbiamo tutti una gran fretta, dobbiamo correre per guadagnare tanti soldi che, in parte, ci servono anche per l'auto. Non importa se, come dice Massimoz , a molti l'auto serve per spostarsi su percorsi risibili, percorribili più in fretta se si andasse a piedi o in bici. Forse è vero, siamo diventati degli alieni. Non c’è più posto né tempo per la condivisione e nemmeno per essere veramente vivi. Questa mania di dover avere- ma che altro?- e di dover correre -ma dove? E poi, le città sono degli inferni, è vero, ma anche la provincia, che conosco bene perché ci vivo, non è proprio il paradiso. Credo che con la “civiltà” e “il progresso”ci abbiano regalato anche il virus dell’indifferenza e del disinteresse per tutto ciò che non ci riguarda personalmente. Perciò, in sostanza, si finisce per vivere e morire soli.
è una città di pazzi come dice Turco e rischia davvero di finire nel cesso delle città europee come dice Achab.
Carolina
I ciclisti schiattano anche qui a Modena mica solo a Milano. e poi chi ha scritto questa cosa qui cosa pensava di vedere, i vigili piangere commossi sul cadavere del tipo?! è un mestiere come un altro il loro, e ormai ne hanno visti tanti che x loro è una cosa normale..come se i beccamorti si mettessero a piangere sui morti che vestono.è ovvio che il cadavere è stato rimosso e che la circolazione delle automobili, isterica come sempre è ripresa, a Milano(di merda), come a Bologna(di merda), come a Modena o in tutte le altre citta' di merda, ciascuno ha i cazzi suoi e non ha tempo x fermarsi a piangere o commuoversi sulla scena di un incidente mortale, puo fare impressione ma la vita è questa, e x chi ci rimane va avanti, e quelli che passavano di li con i coglioni girati x il lavoro o l'affitto da pagare o altri cazzi non hanno molto tempo di commuoversi x uno che manco conoscono fidati.potra' sembrare cinismo ma è la pura e semplice realta', e a volte mi domando se non sia piu ipocrita chi scrive cose tipo "guarda ke roba, citta' di merda, vita di merda" e poi..che fa?! un cazzo di nulla come me che scrivo ora.saluti a tutti i ciclisti e ps.a Milano pigliate i mezzi che sono piu sicuri.
certo non e bello vedersi sull'asfalto coperti da un lenzuolo. non e bello essere invisibili. non e bello beccarsi gli sportelli in faccia (e trovarsi con in mano un numero di telefono inesistente a cui chiedere i danni).
qualcosa si puo fare in termini di attenzione, di visibili`a, di precauzioni.
le mie preferite:
* stare a distanza dal margine della strada se ci sono auto parcheggiate o intersezioni.
* nelle rotonde prendersi tutta la corsia, non sorpassare ne lasciarsi sorpassare.
ma una volta che ci abbiamo messo tutta la nostra attenzione, i lampeggianti, i giubbetti ad alta visibilit`a, il casco, rimaniamo pezzi di carne fragile su ruote sottili che si insinuano in un flusso di scatole grosse pesanti e veloci. questo e il ciclista urbano.
ma e anche un animale libero veloce e leggero. e un animale in equilibrio magico con il suo ambiente. e un animale che non perde le sue giornate e il suo buonumore in coda per far passare la sua scatola sovradimensionata nell'inferno dantesco della metropoli a scoppio. e un animale che si tiene in forma e attento. a cui sono riservati momenti di felicit`a che in auto semplicemente non esistono.
non c'e da stupirsi che queste cose abbiano un prezzo.
certo, la mobilit`a ciclabile e un bene strano: se tutti ne godessero, sarebbe molto piu bella costerebbe molto meno.
ma la citt`a evidentemente non funziona per massimizzare la felicit`a delle persone.