Comunque le partecipate rimangono un'anomalia che andrebbe risolta.
Tecnicamente Sapelli aveva ragione: se è amministratore di una S.P.A. deve riferire all'assemblea degli azionisti, non ad un azionista solo, per quanto pubblico, per quanto di maggioranza.
Tutto questo è scarsamente giustificabile dal punto di vista politico? Bene, torniamo al politico e quindi agli enti pubblici economici, che erano dei megacarrozzoni, ma almeno non creavano queste strane commistioni.
P.s. Tra le più belle norme del decreto Bersani ce n'è una che impedisce, finalmente, agli enti pubblici territoriali di affidare appalti senza gara alle proprie partecipate. Vediamo se regge.
Caro Pino, Sapelli ha torto. Ha torto oggi, a modifiche di statuto approvate, e aveva torto ieri. Perché già esistevano regole e prassi che impongono ai rappresentanti della provincia in carrozzine, carrozze e carrozzoni un certo comportamento. E perché alcuni aspetti della legge sono precisissimi: ad esempio, come amministratore pubblico, l'accesso a qualunque atto mi è garantito. Tanto è vero che, volente o nolente Sapelli, i verbali del CdA li ha dovuti tirar fuori, per evitare una denuncia. Sul decreto Bersani: non fa che prendere atto di una sacrosanta sentenza in merito della Corte di Strassburgo. Personalmente, sono due anni che cerco di far vendere alla provincia Valdata... e nonostante voti unanimi del Consiglio, non ci sono ancora riuscito...
sapelli ha torto.
ottimo. se funzionerà sarà davvero il pubblico a governarla.
ho solo un dubbio, il seguente: non è che la logica di Penati sia " I DEBITI LI FACCIAMO IN POCHI; IL RISANAMENTO TUTTI INSIEME" ?????
Bruschi, grazie della risposta e della indicazione sul decreto Bersani.
Su Sapelli però resto della mia idea: in qualsiasi S.p.a. l'amministratore risponde solo all'assemblea degli azionisti; lo statuto deroga (forse giustamente, non entro nel merito) un principio generale.
Al contrario, i verbali del C.d.A. fanno parte della documentazione societaria e bene ha fatto il socio pubblico a pretenderli.