Coppie di fatto. L’Italia non ha bisogno di spot
Il raggiungimento dell’accordo tra Governo e Unione a proposito delle unioni di fatto con l’impegno da parte del Governo di presentare un disegno di legge entro il 31 gennaio 2007 può essere accolto come un primo passo concreto verso la discussione su un problema reale. L’indicazione è che il Disegno di Legge dovrà “riconoscere diritti, anche in materia fiscale, prerogative e facoltà alle persone che fanno parte di unioni di fatto e non consideri dirimente, al fine di definire natura e qualità dell’unione di fatto, né il genere dei conviventi né il loro orientamento sessuale”.
Le coppie di fatto in Italia, almeno stando ai dati Istat del 2003 sono 555.000. Un decennio prima erano 227.000. E’ un fenomeno che riguarda i giovani sotto i trent’anni; è diffuso nelle concentrazioni urbane medi (Brescia, Padova, Bologna, sono i tre centri urbani più interessati del fenomeno); è più consistente a Nord e in particolare a Nord-Est, che al centro o nelle isole.
Più aumentano e insicurezze reali che caratterizzano la nostra vita quotidiana, più crescono le coppie di fatto. La coppia di fatto eterosessuale, è una “strategia adattativa” e tende a risolversi in regolarizzazione matrimoniale nel momento in cui si dissolve la precarietà della propria condizione lavorativa.
Ma le coppie di fatto non sono solo di questo tipo. Alcune di loro, quelle omosessuali, con la legislazione non potranno mai trasformarsi in coppie di diritto. Nei lor confronti si proporrà la questione dei valori etici e dunque è possibile, che gli schieramenti ideologici torneranno a contrapporsi come altre volte negli ultimi anni.
E’ probabile che intorno alla discussione e ai contenuti del disegno di legge molti rivendicheranno il diritto di coscienza di voto e dunque porranno il problema della libertà di espressione personale e non di appartenenza politica.
Ma il fenomeno, non appartiene a un dato di moda né rappresenta una “deviazione”. Per questo sarebbe bene discuterne avendo un occhio rivolto al paese reale, senza scandalismi né andando alla guerra in nome di un facile spot pubblicitario (per intenderci, il “culattoni” gridato ieri dal leghista Roberto Calderoni).
E’ già accaduto la settimana scorsa quando Luca Volontà, deputato dell’Udc, ha pensato che contro Ikea, Rinascente, Standa, Oviesse fosse utile lanciare una guerra protestando contro l’esclusione della vendita del presepe nei loro punti di vendita in Italia, in nome della difesa delle tradizioni e contro – testuale - “l’eutanasia culturale del Paese”.
Ecco sarebbe bene prendere atto che quel disegno di legge sulle coppie di fatto riguarda il paese reale, non il paese che non c’è, né quello delle proprie paure o delle proprie fantasie.
09.12.06 00:08 - sezione
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