occorerrebbe fissare un limite per legge alle spese di immagine della pubblica amministrazione. Ormai il peso di consulenti per l'immagine, pubblicitari, agenzie, giornalisti etc sta diventando insopportabile. Ogni amministratore si circonda di professionisti più o meno di fama e produce newsletter, house organ, breafing e chi più ne ha più ne metta. L'industria del convegno è in pieno boom. Questo è tanto più grave per un amministratore del centrosinistra che aveva duramente attaccato la colli proprio sulle spese di comunicazione. Se non si può mettere un tetto almeno si facciano delle gare, eviteremmo almeno che chiunque si autoproclami esperto di comunicazione. Vi è poi una notazione di maggior sostanza, il peso dei comunicatori e della convegnistica è inversamente proporzionale al peso dell'organizzazione partito/associazionismo. Quanto più questa ultima è debole tanto più aumenta la tendenza cesaristica dell'eletto e il ricorso alla pubblicità. Il convegno, la newsletter non svolgono quindi solo una funzione meschinamente elettoralistica ma anche quella di macchina del consenso interna al proprio sistema di relazioni. Il che è ancora peggio perchè questo viene fatto con i quattrini di tutti i cittadini
Immaginiamo solo cosa sarebbe successo se Penati avesse assunto giovani precari di zone difficili a svolgere mansioni utili per la provincia a costi molto bassi e se gli avesse insegnato una nuova professionalita'.
Se proprio bisogna buttare via i soldi pubblici, almeno li si investa su giovani a rischio e non su parassiti.
Comunque i professionisti della comunicazione hanno vita breve, visto che piu' o meno sono capaci tutti di comunicare.