Vita, morte e politica
di Furio Colombo
Il paradosso italiano mi viene improvvisamente svelato da un visitatore americano che sa un po’ l’italiano e niente dell’Italia, ma mentre sta in Italia ascolta la radio. Mi dice: «Sapevo che siete un Paese cattolico ma non credevo fino a questo punto. Sessanta veglie contro il dolore e la sofferenza, continue notizie per solidarietà con la lunga agonia di un uomo, anche per un Paese profondamente cristiano non è un po’ troppo»?
Ho potuto rassicurarlo. La vicenda è quella di un uomo, Piergiorgio Welby, che soffre troppo e chiede di morire. Ma sono i miscredenti che si mobilitano contro la sua sofferenza, sono gli atei (o in tal modo sono descritti), sono i militanti del partito Radicale che è forse l’unico partito in Italia a non essere intimidito da ciò che prescrive la gerarchia ecclesiastica. Il politichese italiano, tutto, si ispira alle istruzioni dei cardinali che dicono: «Peccato che soffra ma va bene così». Oppure al politichese dei partiti che dicono: «Peccato che soffra ma purtroppo non c’è una legge». Oppure, in un’altra versione, che però è del tutto equivalente: «Peccato che soffra, non c’è una legge e non ci sarà mai».
C’è chi aggiunge che è bene stare vicino a chi soffre, ma non spiega per fare che cosa. E chi, in un impeto di sincerità, nel titolo di un giornale considerato religiosamente “osservante”, intitola «La veglia dei boia» per descrivere le manifestazioni di solidarietà dei non cristiani per la sofferenza inumana di Welby.
Scrivo - ingiustamente lo so - «i non cristiani» perché sto aspettando, come tutta l’Italia, una parola cristiana di pietà, (nel senso di amore e rispetto) e dunque di intervento per Welby. Sappiamo che prese di posizione (e iniziative di fatto) per salvare altri Welby dalla tortura ci sono state nel mondo, e non da parte di miscredenti e di assassini. In Italia silenzio o frasi vuote, mentre Welby continua a morire.
Mi unisco sin d’ora a chi deciderà di dire (e di fare) ciò che la civiltà impone: il silenzio è colpa, il rinvio è scusa. Un uomo non può essere abbandonato alla sua pena indicibile.
Poi si dice che uno parla male della magistratura..ma vi siete letti la montagna di cazzate scritte dalla giudice pur di lavarsi le mani della questione?
A parte la chiaccherata senza senso su valori e roba varia etc. (ormai le sentenze sono testi poetici, storiografici e filosofici; ovviamente partoriti da burocrati di mezza tacca) il succo è che manca una definizione legale di accanimento terapeutico (ma fino ieri c'era?) e che quindi ci vuole una legge che, in pratica, faccia tutta la casistica.
Orrendo poi il pezzo in cui si dice che la facoltà non deve essere dell'utente (chiamiamolo così) ma del medico in base alle sue valutazioni, anche etiche e religiose!
Paese di merda. Viva il mondo anglosassone.
Furio Colombo deve stare attento, altrimenti anche lui si prenderà del cretino demagogo e strepitante dai moderati illuminati che la sanno lunga. In Italia difendere con forza certi argomenti tabù è considerato particolarmente disdicevole, pare.
Siamo un paese in balìa dei preti... punto!
Vorrei qualcuno riflettesse sul fatto che preti,imam, fascisti e comunisti -di fondo- pensano che l'individuo (la sua volontà, la sua libertà) non valgano nulla quando vanno in contrasto con l' etica del bene (sociale, littorio, spirituale). Per questo, anche a sinistra -e con debite eccessioni- c'è così poca resistenza nei confronti dell'egemonia cattolica.
I vischiosi discorsi delle turco, di fassino, dello stesso bertinotti sono l'esempio più lampante di ciò.
Se non si accetta che la società deve essere fondata in primis sulla libertà individuale si finisce sempre con la stato etico.
errata corrige: eccezioni
ps non si potrebbe inserire la possibilità di correggere i propri testi, anche quando già online?
Forse questa è la volta buona che si riesca a fare una legge decente x persone che soffrono come Welby(ma ricordiamoci che non c'e' solo lui..quando non si parlera' piu di lui, ci sono e ci saranno altri e altre nelle sue condizioni).Forse..basta solo che la sinistra metta da parte x una volta tutte le paure e i paraventi che ha sempre avuto, di scontentare l'elettorato cattolico, e che le persone (e ce ne sono tante in questa maggioranza e non solo..)che veramente vogliono darci un taglio a questa assenza legislativa che fa dell'Italia un paese medievale,si battano davvero con coraggio e senza esclusione di colpi, e specialmente che facciano come fanno persone come Colombo, che chiamano il problema con il nome giusto, EUTANASIA, non testamento biologico..bisogna andare dritti al nocciolo della questione, e fare leggi a meta' o pseudoregolamenti non serve a un cazzo.ancora una volta su queste questioni mi trovo d'accordo, oltre che con gli amici radicali, con la cosidetta sinistra radicale, con la quale ancora una volta penso che sia un peccato che tante altre cose mi dividano da loro, mentre mi deludono ancora una volta i Ds, che non si esprimono mai con una posizione chiara."I Ds mi deludono, ma è un po il loro mestiere"(Daniele Luttazzi)
Aggiungo, visto che bisogna chiamare le cose col loro nome, che l'altra è la possibilità dei gay di sposarsi (che ha un senso) e non l'applicazione del sistema matrimoniale alle coppie di fatto (che potendosi sposare non l'hanno fatto, quindi...non intendevano farlo!)
La questione è più semplice e più complessa allo stesso tempo.
Non è eutanasia quella che chiede Welby, ma cessazione dell'accanimento terapeutico, il che è un suo diritto effettivo e inalienabile.
Vuole essere sedato per non soffrire dopo la cessazione della terapia: anche questo è un suo preciso diritto.
Se non avesse scelto di accendere i riflettori su di sè i medici avrebbero forse da tempo staccato quella spina. Lo hanno detto in tanti: si fa, si è sempre fatto; in silenzio ma si fa.
Credo che Welby sia cosciente di tutto ciò e che abbia scelto, in maniera in qualche modo eroica, di essere non solo un malato ma il simbolo di una lotta più ampia.
Per una volta concordo con dedalus: i PACS sono un matrimonio con tutti i diritti del matrimonio e privo dei doveri del matrimonio (impegno ad un aiuto mutuo al proprio partner).
Se qualcuno vuole i diritti deve sobbarcarsi anche i doveri. Estendiamo il matrimonio a tutti.
Comunque siamo off-topic.
la cosa che mi colpisce di più è la assoluta ipocrisia della vicenda welby; ogni giorno in ogni ospedale si pratica l'eutanasia dolce, mandando a casa il malato, dimenticando le cur e e ampliando i palliativi, sedando e ipersedando etc etc Insomma quello che chiede welby è pratica comune come sa chiunque abbia frequentato geriatrie e oncologie. Eppure non appena si cerca di legittimare quello che è già praticato insorgono veti di ogni genere e tipo. Di solito si dice ci sono ragioni di interesse in questo caso no, mi sapete spiegare il perchè? i pacs sono off topic relativamente perchè anche in questo caso improvvisamente l'ipocrisia rende rigido il dibattito. Basti pensare che la famiglia tradizionale cattolica è difesa da Casini (concubino) Berlusconi (concubino e fedifrago) Follini (sacra rota) Bossi (concubino) Fini (concubino con suicidio del cornuto) ma vi pare serio?