Pacs e pregiudizi: le trappole della destra
di Franco Grillini
Si rimane sorpresi a leggere l’articolo di Stefano Passigli (l’Unità di ieri) su Pacs, adozioni alle coppie gay e la presunta ala oltranzista del movimento gay (chi sono? Si possono sapere nomi e sigle e dove avrebbero detto le “nefandezze” che Passigli gli imputa?). Chiariamo subito la questione adozioni visto la polemica di questi giorni attorno alle sgradevoli dichiarazioni di Fassino sul tema. Nel Pacs non c’è traccia e nessuno in Parlamento ha proposto di estendere l’istituto delle adozioni nelle proposte di legge che implicamo il riconoscimento dei diritti delle coppie di fatto comprese quelle omosessuali. Perchè allora Fassino e Passigli tirano in ballo la questione sapendo che questo è un argomento agitato dalla destra per fare terrorismo politico sui diritti degli omosessuali? Spiace che un esponente della cultura laica tiri in ballo il concetto di “natura” tipico della destra clericale. Passigli sa bene che la natura è cultura e che dietro l’uso di questa formula si cela, nemmeno tanto velatamente, l’idea della primazia della morale e dell’etica romano-cattolica propalata dalla gerarchia vaticana come unica, fonte di verità “iscritta da Dio nel cuore degli uomini” ad aeternam. Le altre morali, le altre etiche, i valori degli altri, compresi i valori laici, di sinistra, o più semplicemente quelli espressi dalla Costituzione della Repubblica italiana (uguaglianza, solidarietà, libertà individuali, autodeterminazione della persona, signoria sul proprio corpo e la propria vita dalla nascita alla morte) vengono definiti di volta in volta “deboli e deviati” (il papa), “capricciosi” (Trujllo), “da ignorare” (Caffarra). Possibile che la preoccupazione del “laico” Passigli sia solo quella della stabilità di governo, della costruzione del PD e non quella di una coalizione che ha firmato un programma con un attore (la Margherita) che palesemente non ha intenzione di onorarlo? Possibile che Passigli non abbia nulla da dire, e con lui anche altri laici, sulla presenza nel centrosinistra di un gruppo clericale fondamentalista organizzato che ogni giorno in Parlamento dà vita ad un “catto pride” ed esprime “soddisfazione” ogni qual volta riesce a far bocciare timidissime proposte di intervento per garantire i diritti delle coppie di fatto? Ma come può essere un futuro Pd dove sui diritti umani viene riconosciuta l’ultima parola ai fondamentalisti della Margherita?
In questa legislatura è già acclarato che non si modificherà l’orrida e ideologica legge 40 sull’inseminazione assistita, non si potrà nemmeno discutere di eutanasia nonostante l’autorevole invito del Presidente della Repubblica in risposta al povero Welby condannato alla sofferenza e alla tortura perché altri si arrogano il diritto di decidere sulla sua vita e sul suo corpo; non si potrà riformare l’orrenda legge sulle droghe. Viene il sospetto che anche i laici di questo paese siano disposti a cedere al cinismo del “Parigi val bene una messa” pur di arrivare a un partito unitario di cui non si conosce a tutt’oggi, non solo il grado di laicità, ma nemmeno l’agibilità per i laici al suo interno.
La questione del Pacs e delle Unioni Civili ha assunto ormai una valenza simbolica che va ben oltre i proponenti. In tanti ormai considerano la battaglia sul Pacs equivalente per natura e dimensione a quella sul divorzio negli anni ’70. Tenuto conto delle evidenti difficoltà per i laico progressisti ad avanzare e a ottenere un qualsivoglia provvedimento sui temi che in Italia e nel mondo sono considerati costitutivi di qualsiasi forza che si dica progressista e democratica, se non sarà possibile una azione di Governo che realizzi questo obiettivo una larga parte dell’elettorato di sinistra volterà le spalle non solo al Pd ma anche alle urne alle prossime tornate elettorali, oltrechè stracciare tessere.
Uno degli elementi di debolezza del sistema Italia e dei progressisti di questo paese sta nella subalternità della cultura laica e dei laici verso i dictat vaticani. Spesso ci sentiamo dire che “ci sono problemi più importanti”, che certe questioni si devono porre dopo aver risanato i conti pubblici, che prima vengono le grandi questioni della vita quotidiana e materiale delle “masse”. Errore clamoroso, in occidente i diritti umani sono diventati costitutivi dell’azione di Governo e laddove una politica laica e liberale sui temi dei diritti individuali è entrata nel programma di governo e nell’azione dell’esecutivo ciò ha coinciso con lo sviluppo e il benessere di quei paesi. Non ci possono essere liberalizzazioni senza libertà e non ci può essere una politica di sinistra o banalmente progressista senza la capacità di restituire ad ogni essere umano la piena signoria sulla propria vita, i propri amori, le proprie relazioni. È per questo che la questione omosessuale è diventata ovunque nel mondo una cartina al tornasole del tasso di libertà e di democrazia di una nazione. Ed è per questo che ormai milioni e milioni di persone si riconoscono nelle battaglie del movimento lgbt ritenendole proprie. Parliamo di questo, per favore.
i diritti umani non sono una cosa, un oggetto. esistono solo in una cultura che ne riconosce l'esistenza. mi sembra che in questo paese non si riconosca nulla di simile. i diritti dei gay sono spiegabili a chi comprende che si può fare qualcosa d'altro che pensare a carriera-figli -diobonino. non mi sembra che in questo momento la "classe dirigente" sia pronta per argomenti che esulino dalla santa trinità. grillini parla ai sordi e agli incapaci, oltre a chi sta già con lui. e non mi sembra un gran dialogare. amen.
fa anche bene a cercare comunque di farsi ascoltare (eppoi gli dobbiamo il grande radar di "gay omofobi in posizioni di potere" che potrebbe aiutare il popolo sovrano a votare meglio). il fatto secondo me è che non fanno nemmeno un esame di cultura generale i politici, per cui a meno che non siano persone un po' intelligenti o con esperienza per conto loro, "la complessità" richiede sempre le fettine dei nostri culi, e mai a qualche politico di saper leggere e scrivere insieme - intendo dire che ogni politico dovrebbe possedere da sé ambedue queste competenze. così ad esempio si vedono insulti de qua e insulti de là: una volta uno che insulta un altro "perché" è gay e un'altra volta uno che insulta un altro perché è cattolico, ma non si affronta mai un cazzo (e ci si genuflette a qualsiasi cosa, per motivi di timore reverenziale, penso, a 'sto punto).
Carolina