L'impiegato che prima diceva "grazie a Dio" e "buon Natale", in carcere, dove si è davvero tutti uguali, scopre un nuovo modo di concepire la realtà e la vita: scopre così il senso della parola "collettivo" e della parola "potere"..."l'io passa al noi mentre si prepara una nuova rivolta o sta continuando la stessa della canzone del maggio" (http://www.viadelcampo.com/html/storia_di_un_impiegato.html).
Quella "serenità raggiunta da poco, eppure profonda" non è altro che CONSAPEVOLEZZA: quella che all'impiegato di prima mancava, annullata da ignoranza, convenienza ed ipocrisia.
Devozione assoluta.
"Certo bisogna farne di strada
da una ginnastica d'obbedienza
fino ad un gesto molto più umano
che ti dia il senso della violenza
però bisogna farne altrettanta
per diventare così coglioni
da non riuscire più a capire
che non ci sono poteri buoni
(...)
Per quanto voi vi crediate assolti
siete lo stesso coinvolti."