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Alberto Biraghi
Sei brillanti
Un Paolo Poli come non lo si vedeva da anni. Un maestro del palcoscenico per cui il tempo non passa mai. Più in forma, più vispo, tagliente e più brillante che mai, eccolo all'
Eliseo di Roma nei panni di sei giornaliste (Mura, Masino, Brin, Cederna, Aspesi e Belotti) che sono il pretesto per prendere in giro sessant'anni della storia d'Italia. Impeccabile come sempre, l'attore toscano si prende gioco del pubblico e dell'anagrafe cabntando, recitando e ballando in modo perfetto. Non una sbavatura, non un'esitazione. Due ore di grandissimo teatro - velocissime, leggere, indimenticabili - in compagnia di una troupe perfettamente rodata e allevata (il genio di Poli è riconoscibile in ogni gesto di ciascuno dei giovani attori che lo accompagnano) concluse da un doppio bis che comprende un memorabile Il gallo è morto.
Il meraviglioso (e difficilissimo) monologo iniziale su un'esperienza erotica lesbica, una superba interpretazione de L'edera di Nilla Pizzi e il monologo finale dell'anziana vedova raccontata da Elena Gianini Belotti sono i brillanti più luminosi in un diaadema di rara bellezza. Per pochi fortunati, il 31 sera c'è la recita di capodanno con brindisi assieme alla compagnia.
29.12.06 00:57 - sezione
teatro