quando ci andai, pagai i postumi del coffee shop della sera prima. rimasi in una specie di catalessi tutta la mattinata: seguivo gli altri, sentivo qualcuno che parlava... ma non ricordo assolutamente NULLA!
forse dovrei tornarci :P
Purtroppo l'albero descritto nei diari di Anne Frank è malato e dev'essere tagliato (se non l'hanno già fatto), ma su www.annefranktree.com si può dedicare una foglia dell'albero virtuale.
Per non dimenticare.
Con tutto il rispetto del mondo per la tragedia (ed è una parola inadeguata) della Shoa e il rimpianto per una scrittrice straordinaria che ha potuto lasciare solo un libro incompleto - posso fare un po' la guastafeste?
Posso dire che le code davanti alla casa di Anna Frank mi sanno sempre di conformismo un po' necrofilo ("va là, andiamo a vedere la casa di AF così ci sentiamo più buoni"). Forse è "meglio di niente", ma temo che per i più sia un modo comodo di lavarsi la coscienza e fare anche colpo sugli amici come "persona sensibile".
resto del mondo permettimi di dissentire, il mio antifascismo nacque proprio dalla lettura del libro del diario di anna frank, è stato il libro su cui ho costruito il mio successivo impegno politico e sociale, non posso permettermi di andare a visitare la sua casa per motivi economici, come non ho mai vsitato un campo di concentramento, dubito che riuscirei a farlo, sentire il dolore attraversare ogni poro della mia pelle, sentirei l'angoscia di chi ha vissuto tra quelle mura e lo farei mio, anche quando ho potuto farlo gratis, a nome del comune in cui ero consigliera comunale non mi sono mai offerta di fare il viaggio di rappresentanza in uno dei tanti campi di sterminio, ma chi può, chi ce la fa è giusto che vada ed è giusto che certi posti rimangano a disposizione dell'intera umanità.
maria
la mia risposta personale è stata Wenz' che ha sostituito l'espressione "è stat* brav*" con l'espressione - if and when applicable - "ha parlato/si è comportat* bene". e ha fatto tutto lui, rompendosi i cojones dell'andazzo... sicuramente io per esempio non gli ho mai detto che prima, di gente che si esprimesse così conoscevo solo ebrei (o per la precisione: una famiglia culturalmente molto composita con vari elementi di cui almeno uno, consistente, ebraico), che avevano questa "particolarità linguistica", diciamo così, di non utilizzare parole come "brav*", per un fatto non solo politico.
Carolina
"Nell'agosto del 1994" (!!!!!!)
Orrore!!! Caro alberto, ti prego di revisionare i tuoi post per bene... se vuoi mi propongo come correttore di bozze con contratto "aggratisse"!!!
Ciao
Alessio
alexem82.blogspot.com
Maria: Non dubito che per molti Anna Frank (o una visita a uno dei campi di sterminio nazisti) sia stata una molla fondamentale nella costruzione di una coscienza antifascista. Temo solo che per troppi di quei visitatori il giro nella casa di Anna Frank sia un rito vuoto, una moda: il che mi parrebbe una mancanza di rispetto verso Anna Frank stessa. Non so se è chiaro, o se sono io che mi faccio troppi problemi - forse non è così un male che l'antifascismo sia una cosa "banale", forse vuol dire che il fascismo è fondamentalmente scomparso...
Anna Frank è una delle tante vittime della pseudostoriografia negazionista. I suoi diari sono stati attaccati, tra gli altri, dal “papa” del negazionismo internazionale Faurisson e, ancor più volgarmente, dallo svedese Felderer.
In una lettera senza risposta che ho indirizzato a Maurizio Blondet
http://francorotondi.blogspot.com/2006/12/lettera-maurizio-blondet.html
ho voluto semplicemente ricordare che l’uomo che arrestò la ragazzina ebrea non è un personaggio romanzesco perché nel 1963 fu trovato e arrestato: si chiamava Karl Josef Silberbauer ed è morto nel 1972. Per farsi un’idea dello spessore morale di Felderer basta leggere un disgustoso passo del suo libro che così commenta le esperienze sentimentali della sfortunata adolescente ammazzata per il solo fatto di essere ebrea “Il mondo non aveva ancora sperimentato l'attuale epoca del porno; e il Diario, diffuso atutti i livelli sociali, diede sicuramente un duro colpo ai costumi sessuali della nostra società, aprendo la strada all'attuale decadenzamorale e ponendo le basi di quella vasta industria moderna, in cui a ciarlatani d'ogni tìpo è permesso esporre e vendere, in tutta libertà, la loro sordida mercanzia”. Valentina Pisanty ha affrontato dettagliatamente il tema nel suo libro “L’irritante questione delle camere a gas”
Per quanto tempo piangeremo ancora Anna Frank fingendo di dimenticare che il suo famoso diario è per ¾ falso, scritto con la penna Biro inventata dopo la guerra ed immaginiamo che oggi può esserci una Anna Frank del Libano. Guardiamo all'oggi e non ai falsi miti del passato solo per farci ingoiare un'altra dittatura (quella Comunista) che vi e' tanto simpatica e che ha ucciso tanti milioni di uomini in tutto il mondo.
parole parole paroleeee
hai questa tesi? Va provata! non si può solo lanciare il sasso... dicci dicci...
"E' il caso di ricordare il rapporto di 270 pagine stilato dal Laboratorio giudiziario di Amsterdam su richiesta dell'Istituto nazionale di documentazione sulla guerra, da cui emerge chiaramente che, come il 15% dei coetanei suoi contemporanei, Anna faceva uso sia del corsivo ("scrittura adulta"), sia dello stampatello ("scrittura infantile"), e alternava i due stili. Il rapporto inoltre sottolinea come la calligrafia riscontrata nei diari sia la stessa che si trova in varie cartoline, lettere e poesie che Anna aveva mandato a parenti e amici tra il 1941 e il 1942 e che gli studiosi olandesi hanno recuperato allo scopo di mettere insieme un campione di riscontro attendibile. Un altro elemento che conforta l'ipotesi dell'autenticità materiale dei diari è il fatto che la carta, la colla e l'inchiostro impiegati fossero diffusi nel periodo al quale il diario è fatto risalire. Non sono state riscontrate tracce di agenti sbiancanti, introdotti nella fabbricazione della carta dopo il 1952; l'inchiostro grigio-blu reca evidenti tracce di ferro, mentre dal 1950 in poi si sono prodotti inchiostri a basso o nullo contenuto ferroso. Infine, la frequente presenza di tracce simmetriche di inchiostro su due pagine contigue indica che i quaderni sono stati più volte chiusi frettolosamente prima che l'inchiostro stesso avesse modo di asciugare, e ciò fa pensare a un uso quotidiano del,diario piuttosto che a una sua metodica stesura".
da "L'irritante questione delle camere a gas" di Valentina Pisanty