Cara Maria,
secondo me ci sono due problemi essenziali nella attuale maggioranza.
1. La paura dei leader dei partiti di perdere le poltrone
2. Il conflitto tra una componente piu' "centrista" e una componente piu' "massimalista".
Questi problemi erano presenti anche nella precedente maggioranza di governo quando a capo c'era un leader piu' forte (rispetto agli altri partiti della coalizione) e - diciamolo francamente - piu' carismatico del presente leader. Per carita', 10,000 volte meglio Prodi di Berlusconi, ma certo e' che se Prodi imparasse a comunicare un po' meglio alla sua maggioranza e al paese una agenda precisa, le cose forse sembrerebbero piu' semplici.
Cara Maria,
condivido largamente la tua analisi e le tue perplessità. Il mio piccolo contributo alla discussione sulla fondazione del PD, lo dò tra i compagni di base, il popolo delle sezioni i tanto disprezzati culi di sasso, senza i quali non si va da nessuna parte. I linguaggi mediatici sono cambiati, ma è ascoltando e convincendo le persone una per una, senza dare niente per scontato, che si costruisce qualcosa di veramente nuovo. L'apparato è molto nervoso, si sente in minoranza, il progetto così com'è non è condiviso, i posti istituzionali sono in pericolo. Tra le ministre farei un distinguo: non mi sembra che Livia Turco sia particolarmente incisiva ed attiva in difesa della salute degli italiani.
Questo è un governo di unità nazionale, di fatto, come si può capire dal fatto che quasi l'intero arco istituzionale della repubblica (prima?) è rappresentato sotto le insegne del centrosinistra. Chiaramente la parte che si riconosceva in un minimo di valori condivisi e fondanti.
Nasce da un'emergenza e da un momento di passaggio, ma non si può definire in sé di emergenza, visto che dovrà durare. Transizione piuttosto.
Prodi aveva ragione a insistere nel rifiutare la definizione di tecnico, perché i governi di unità nazionale possono avere un contenuto politico molto più forte che quelli di schieramento puro (specie in un paese moderato come l'Italia), ma insomma tutti hanno tacitamente lasciato credere a tutti che ci potesse essere di più.
Per me era chiaro che le cose fossero così, ma vabbhe.
Detto questo, un governo di questo tipo ti da il vantaggio un vantaggio fondamentale: che occupandosi in senso puro della gestione del paese e del riassesto generale, lascia molto più liberi militanti, elettori e società di reinventarsi.
Il governo Prodi va visto come un ombrello sotto il quale sperimentarsi e demolire equilibri consolidati, sparigliarsi e ricomporsi. Voglio dire siamo anche all'inizio della legislatura.
Almeno io sono partito con questa convinzione alla vigilia del voto. Poi vedo che ci sono resistenze molto più forti di quanto mi aspettassi e forse anche un po' di stanchezza. Anche chi contesta prende come riferimento il vecchio, c'è ancora bisogno di un'autorità a cui contrapporsi per fare emergere il proprio. Purché si vada avanti va bene così.
Maria: noi che ruolo abbiamo in tutto questo?
C'è una classe politica che perde costantemente radicamento da anni, ci sono riferimenti comuni e i collanti collettivi che crollano, le ideologiche - cioè le visioni del sistema mondo - in forte crisi (ma tutt'altro che superate per mio conto), la chiesa fa la voce grossa ma perde presa, nonostante la spiritualità e il moderatismo di ritorno: ci sono dei buchi enormi da riempire e voi vi chiedete che ruolo avete?
Bho volendo tutto quello che riuscite a immaginarvi, c'è una marea di lavoro da fare. Il problema è che la vastita senza punti di riferimento da le vertigini.
questa classe dirigente di fare il bello e cattivo tempo
E' una classe dirigente in grave difficoltà rendiamoci conto. Ma mica solo quella politica: guardatevi intorno.
credere che l'attacco alla Pollastrini, le dimissioni di Rossi, l'affondo alla Turco, l'astensione della sinistra ds dai tavoli di discussione del pd, l'ignavia rispetto ai pacs e chissà cos'altro ci sarà ancora propinato , siano puri atti di singola e individuale scelta di percorso?
Bhe sai nei destini di una popolazione di 60 milioni di individui quelli che citi non mi sembrano fatti poi così rilevanti.
Io per esempio sono più interessato a capire se si riusciranno a risanare le FS. O la questione meridionale (sempre lei, da secoli). O se Milano continuerà ad affondare lentamente o se si riesce a dare un senso politico al disagio di un nord in deindustrializzazione spinta, idem con le proprie peculiarità per Genova, Torino e il Veneto. La questione dell'immigrazione: riuscirà ad emergere come fattore determinante e protagonista o continueremo a barcheggiarci tra razzismo e buonismo superficiale, evitando di andare al nocciolo del problema di una società che cambia? E una politica estera indipendente dagli interessi degli Stati Uniti e un po' meno irresponsabile?
La battaglia per i diritti individuali deve inscriversi in questo contesto materiale o rischia di essere un castello di carta, come abbiamo visto per il referendum sulla fecondazione assistita.
ciao
Livia Turco però sta facendo molto sulle terapie antidolore, che sono importanti sia per situazioni patologiche sia per esempio affinché per i parti le donne non debbano fare il toto-epidurale o toto-medicobigotto, ma possano usufruire semplicemente dell'anestesia.
Per il resto mi trovoabbastanza d'accordo,con Maria e in genere anche con gli altri.
Carolina
michele il problema è molto indietro, oltre il governo Berlusconi, è un problema legato a due identità legate al partito ds,quando D'Alema e Veltroni cominciarono questo dualismo, il primo quando era al governo come primo ministro, il secondo nel creare il primo accordo "Ulivo" con Prodi, penso lavorassero in parallello ma non in sintonia e questo ha influito non poco sulle scelte operate e di cui stiamo pagando a distanza di dieci anni ancora le conseguenze, due personalità forti ma opposte, una volta sentì dire da un compagno che avere nelle stesso momento due personaggi così influenti e incapaci di parlarsi sarebbe stato un gran danno per tutti, rimango convinta che avesse ragione, Fassino poteva superare lo stallo rappresentato dallo scontro di due personalità così influenti, per un certo periodo lo è stato sicuramente, ma oggi lui stesso appare vittima del ritorno di certe asperità.
Con questo rispondo a Tonino, tu dici, l'attacco alla Ministro Pollastrini e tutte le scelte ultime operate all'interno dei ds sono inifluenti rispetto ai 60 milioni di abitanti, per carità , vero, ma qui parliamo di ministri, di parlamentari e non di compagni x o y della sezione di pinco palla, le leggi a cui si fa ostruzionismo palese in parlamento dovrebbero essere quelle a cui i 60 milioni di abitanti , da te richiamati, dovrebbero attenersi e della cui applicazione saranno tenuti ad osservare pena sanzioni o quant'altro previsto.
Perchè sposto tutto il ragionamento all'interno dei ds? perchè è il primo partito della sinistra italiana, perchè è l'ambito in cui mi muovo e di cui osservo le mosse, di cui avverto l'amarezza nella chiara impotenza a fronte di certi atti inconsulti ed apparentemente ingiustificabili.
Oberon mi ha preceduta in questa analisi, chi fa vita di partito, chi ha militanza vera sulle spalle conosce i meccanismi, gli equilibri e le mediazioni che giorno dopo giorno si compiono per attivare ogni singola azione politica, lui sa quanto me che nulla è mai lasciato al caso ed è interesse della maggioranza coltivare il rapporto con la base, che poi è quella che si spende sul territorio ed è il vero anello di coniugazione e trasmissione della politica con la comunità attivista e no.
In questa occasione oberon ci richiama a non perderci e a non lasciare intentata nessuna possibilità, io accolgo il suo monito, lo faccio mio e non mi spaventa l'idea di usare anche questo blog per portare avanti il lavoro che una volta si faceva in sezione, quello di elaborare un diverso modo d'intendere la politica, della partecipazione praticata anche attraverso spazi ed ambiti inconsueti, speriamo caro oberon che oltre a noi lo facciano anche coloro che hanno perso la bussola e l'orientamento prima che sia troppo tardi.
maria
Maria: bhe hai raccolto l'aspetto più marginale del mio discorso. Ma va bene.
In quel punto mi riallacciavo all'argomento dell'altro post spronando a una risposta e un chiarimento: volete un centrosinistra più "rosso" e vicino alle sue radici popolari o un centrosinistra più liberale e moderno? O una sintesi dei due e nel caso quale?
Per famiglia la realtà di cui parlate tu e Oberon ce l'ho ben presente. Nei primi anni della mia vita sono capitato spesso tra cortei, sezioni e sedi sindacali. Quando sono arrivato alla politica attiva questo mondo non c'era già più in quei termini. E oggi mi ci sento distante per ragioni che sarebbe lungo spiegare.
Io capisco che quelle che proponevi sono tematiche su cui si misura la voglia di rinnovamento di una classe dirigente interna, ma il senso di quella tradizione se va salvato è altro a mio modo di vedere. La centralità delle questioni sociali, le grandi questioni di cui parlavo.
Se no scusate che senso ha rifarsi a quello e non fare invece tabula rasa e ricominciare senza fardelli?
La domanda è seria e non è rivolta solo ai diessini.
ciao
Scusate se la mia analisi sarà breve e di infimo livello.
Ma li leggete i giornali??
Ma le sentite le "sparate" di Rutelli o l'articolo sul Giorno di Rossi ....
Titolo:"Ladro chi evade? Il furore ideologico non risolve i problemi"
E questa è la "sinistra" di oggi....altrochè tematiche sociali e radici popolari...
tonino mi spiace che tu non abbia potuto vivere quella realtà in prima persona e non per sentito dire, era una reatà avvolgente ma dinamica nel contempo, ricordo di compagni che mi raccontavano di aver imparato a leggere e scrivere nelle sezioni del pci, quando immigrati della prima ondata si trovavano sperduti e analfabeta a girare alla ricerca di un lavoro e di un posto dove dormire, certo lo socntro di calsse era vissuto in modo diverso e i conflitti avevano canali di confronto netti e precisi.
c'era il padronato ed il proletariato di là non si scappava.
il massimo era diventare operaio specializzato e poi impiegato, almeno torino era così ben inquadrata.
oggi l'ex operaio è magari diventato piccolo artigiano, o piccolo imprenditore, e si trova a condividere le filosofie imprenditoriali che allora erano riserva dei grandi padroni Agnelli, Pirelli, e via discorrendo senza averne nè i capitali nè la copertura lobbistica.
la lega ci ha sguazzato vent'anni almeno per questo nostro ritardo, ed oggi è la volta di berlusconi.
certo era facile per la sinistra promettere un mondo migliore a gente con la valigia di cartone, con la fame negli occhi, e la miseria alle spalle, non ammettere la genesi della nostra storia è uno dei grandi torti che abbiamo il dovere di farci, ancora peggio è non capire che la società è cambiata, i proletari di una volta sono i precari laureati di oggi, che la globalizzazione porta il lavoro fuori ma se non accetti le condizioni di mercato sei tagliato fuori dal resto del mondo.
ci vuole grande umiltà ed intelligenza a capire tutto questo, e non è decapitando l'impianto del partito che si risolve la questione della nostra rappresentatività, anzi!
quella è la parte più sana e migliore del partito, tanto è vero che Berlusconi sta investendo moltissimo per creare nel tessuto urbano e cittadino forme di aggregazione politica, ha capito che il contatto diretto con la base gli dà forza e popolarità , infatti lo sforzo prefisso è superare quella sottospecie di sottobosco fatto di funzionari e portaborse scollegati dalla gente reale, e noi che ci abbiamo messo 100 anni, dalla fondazione della prima camera del lavoro la dobbiamo abbattere?
se permetti prima che ciò avvenga mi piacerebbe poter ricordare ai nostri leaderini che sono lì perchè c'è gente che ha costruito le sedi di partito autotassandosi,facendo le notti ai festival dell'unità con i piedi gonfi, che ha rinunciato a weekend e famiglia per andare a volantinare ai mercati con freddo e caldo, che si è fatta il confino e la galera e magari ci ha rimesso pure lavoro e vita come ha richiamato il nostro Presidente Napolitano nel discorso di fine anno.
solo dopo che glielo avremo ricordato all'infinito penseremo a ripartire da zero, perchè no?
la vita è evoluzione , tutto si trasforma, la coscienza non manca e l'impegno neppure.
maria
hola! 10 100 1000 Maria!!! :-)
Carolina
Grazie Maria di riportare sempre il confronto su livelli intellettualmente dignitosi ma comprensibili a tutti. E' così che bisogna parlare ai compagni confusi da tante ciance ed ai simpatizzanti che non capiscono. Gli scontri personali e di linea ci sono sempre stati. La dialettica vera non ha mai fatto male, anzi ha sempre portato a linee comuni largamente condivise. Secondo me il problema di fondo, che tu hai così bene richiamato, è che questa classe dirigente dei DS e dell'Ulivo, per ragioni anagrafiche e per storia familiare, non ha mai sofferto per le sue idee e per il partito, al massimo sono stati fermi un giro. E durante la pausa di riflessione non hanno certo tirato la lima. Quando ai pochisssimi (riflessione per tutti) giovani che frequentano le sezioni, racconto dei miei prozii alla macchia per vent'anni (mio nonno era disperso in guerra), quel tanto che hanno fatto e quel poco che abbiamo fatto noi, delle bandiere rosse e dei moschetti nascosti in casa, delle vie di fuga qui in quartiere per i GAP, i grandi scioperi generali del dopoguerra, l'occupazione delle fabbriche, i volantinaggi al primo turno (5,00 am), della fondazione delle sezioni, dei dibattiti affollati, dei tentativi di aggancio degli studenti, delle tante sconfitte e delle poche vittorie, dei molti compromessi, non mi prendono per rimbambito, ma per un vecchio compagno con le sue cicatrici che li mette al corrente di cose di cui NESSUNO gli ha mai parlato. E' su questo che si costruirà il futuro.
IL vecchio PSI ed il vecchio PCI non ritorneranno più, ma hanno lasciato in eredità i pricipi di libertà, di solitarietà, di uguaglianza. Dobbiamo trovare dei giovani che raccolgano queste bandiere lacere ma gloriose e noi li aiuteremo. Penso che una possa esser tu Maria. Parole chiare e determinazione.
sì oberon penso questo sia il momento di cominciare a parlarci chiaro anche noi della base, senza il vecchio timore di danneggiare il partito con delle discussioni da rendere pubbliche e visibili.
mi chiedo spesso se non è possibile immaginare il partito e il sindacato (sedi, tesserati, nome, influenza, stioria, che sono distribuiti su tutto il territorio nazionale, con tutto ciò che ne consegue, come una grande azienda.
ora se gli eredi di tale azienda , i nostri ministri e leader nazionali, stessero dissipando tutto cosa farebbe un consiglio di amministrazione degno di questo nome?
Penso cercherebbe risposte diverse dal confermare l'esistente prima che tutto vada perso, mi chiedo quanti ereditati i gioielli di famiglia li portino al monte di pietà per cambiare il proprio tenore di vita o non li conservino cari come testimonianza della propria esistenza e di coloro che li hanno preceduti.
io temo che i nostri leader , parlo anche di quelli locali, considerino la forza partito come una cosa da usare, abusare ma non come un bene da rispettare e maneggiare con cura.
non sono i loro gioielli di famiglia insomma, è una cosa che usano come fosse propria ma come un bambino capriccioso userebbe l'ultimo giocattolo regalatogli, è MIO e ne faccio ciò che voglio.
E' questa l'impressione che io ho Oberon, non per nostalgia di un passato che non tornerà mai più, ma perchè la forza e la capacità di influire nel sistema capitalistico spietato è quello di contrapporre numeri, storia, partecipazione, solidità e compattezza, esattamente come una quasiasi azienda sa di dover essere per contare sul mercato.
e quella azienda è la sinistra, il suo personale siamo noi, e la sua solvibilità è il nostro lavoro partecipato e volontario, cent'anni di esistenza è la garanzia di serietà.
perchè dico questo? perchè tempo fa assistetti mi pare ad una trasmissione di report, si parlava del lavoro precario, nella città di Bologna, una ragazza veniva utilizzata con contratto precario firmato perchè facesse le pulizie a bibliotecaria, si sa i comuni con le varie finanziarie non hanno potuto più assumere e i vari precari hanno sopperito alle carenze amministrative, ma dall'essere assunta come interinale a fare le pulizie e poi addetta alla gestione di una biblioteca ce ne corre!
vuol dire differenza di salario, vuol dire non riconoscimento di una professioanlità utile ad un eventuale successivo concorso, vul dire una sola cosa sfruttamento e questo nella città di Bologna, nell'anno 2006 e son a capo l'ex segretario generale cgil Cofferati.
Il quale intervistato , rispose con la solita tiritera, i comuni non possono assumere, le cooperative e le agenzie interinali usano il personale con i contratti a loro più congeniali concordandoli con il lavoratori.
ma è una risposta mai questa? e data da chi? da un ex sindacalista e non uno qualsiasi? ma quando un comune stipula una gara d'appalto , esternalizza un servizio, non ha anche il dovere di controllare a chi verrà affidato tale servizio e come sarà eseguito?
e se fino ad allora non è stato fatto pèrchè non chiedere un adeguamento, un aggiustamento al conferimento?
questi sono i gioelli di famiglia trattati come fondi di bottiglia oberon.
è la credibilità che stiamo svendendo, è la facciamo sulle spalle dei giovani questa svendita di fine stagione.
maria