Il mondo preso a calci
di Robert Fisk
Quando frequentavo la scuola una volta sono stato picchiato da un prefetto perché leggevo un libro di storia della Cecoslovacchia durante una partita di calcio. Sutton Valence era - ed è ancora - una scuola privata di secondaria importanza nella quale i cappelli di paglia, le corse sulle lunghe distanze su strade coperte di neve e le brutali punizioni avevano la pretesa di imitare le più ricche, ma anche più sadiche scuole per formare il carattere come Rugby ed Eton. Da allora i metodi a Sutton Valence sono meno severi.
Ma nel 1960 urlare «forza Sutton» a un branco di idioti infangati in maglia blu, nera e bianca era considerato più importante della defenestrazione avvenuta a Praga nel 1948 di Jan Masaryk. Un prefetto mi fece assaggiare il bastone su ordine di un direttore straordinariamente crudele la cui vocazione alla violenza era quasi pari al suo amore per il calcio e il rugby.
Questi ricordi mi sono tornati alla mente quando durante le feste di Natale ho letto il primo libro di sport della mia vita, il best-seller americano di Franklin Foer «How Soccer Explains the World» (NdT, Come il calcio spiega il mondo). Il libro mi ha confermato ciò che ho sempre sospettato: che calcio e violenza sono intimamente connessi e che - lungi dall’essere il primo uno sfogo per evitare la seconda - sono intercambiabili.
Foer raggiunge il culmine facendo visita alla Stella Rossa di Belgrado, una squadra gestita dal criminale di guerra serbo Arkan, che nel 1992 guidò i suoi calciatori armati fino ai denti nella valle della Drina in un’orgia di ammazzamenti, saccheggi e stupri di massa. Arkan guidava una Cadillac rosa e sfoggiava una bellissima moglie, la cantante pop Ceca - che aveva sposato in divisa serba. La partita giocata prima della guerra dalla Stella Rossa contro la squadra croata del Partizan - amata dal presidente fascista Franjo Tudjiman che aveva adornato la squadra che un tempo aveva guidato con icone Ustasha del tempo di guerra - finì in una vera e propria battaglia campale.
Fu Margaret Thatcher a descrivere gli hooligan del calcio come «una disgrazia per una società civile» - le medesime parole che abbiamo usato in seguito per gli assassini della Serbia. A Glasgow i tifosi protestanti dei Rangers siedono in settori dello stadio separati - «Stiamo in piedi con il sangue feniano che ci arriva alle ginocchia», cantano tutti insieme - dai tifosi della squadra cattolica del Celtic.
Ricordo bene che agli inizi degli anni 70 a Belfast durante le partite dei Rangers o del Celtic vedevo più poliziotti del RUC (NdT, Royal Ulster Constabulary) pattugliare il ponte sul Lagan di quanti non ce ne fossero nei giorni feriali durante i normali scontri tra protestanti e cattolici. Provate a riflettere sul fatto che la prima volta che ho visto un poliziotto britannico in divisa in Francia è stato dal finestrino dell’Eurostar. Il poliziotto pattugliava il marciapiede della stazione di Lilla prima di una partita tra Francia e Inghilterra.
Vandalismo, aggressioni e assassini sono diventati parte integrante del calcio europeo al punto da essere una abitudine. «Tifoso di calcio ucciso da un colpo di pistola dopo una aggressione a sfondo razzista», diceva un titolo di giornale che mi è capitato sotto gli occhi qualche giorno fa a Parigi. Come sempre l’articolo - che parlava di un poliziotto francese fuori servizio che aveva sparato a un tifoso bianco del Paris Saint-Germain che urlava insulti antisemiti mentre cercava di assassinare un tifoso francese ebreo dell’Hapoel di Tel Aviv - l’articolo era relegato a pagina 27 del giornale. Come vedete è del tutto normale che i tifosi di calcio razzisti cerchino di uccidere i tifosi avversari e che la polizia apra il fuoco.
I legami tra calcio e violenza - e, per estensione, sadismo - sono veramente raccapriccianti. Un amico irlandese che faceva parte dell’equipe di controllo nei Balcani dell’Unione Europea durante la guerra in Bosnia mi ha raccontato di aver assistito a uno scambio di cadaveri tra l’esercito serbo e quello croato vicino a Mostar.
«Serbi e croati hanno portato i corpi avvolti in sacchi su alcuni camion e li hanno deposti su un piccolo campo. Ma quando i serbi hanno aperto i sacchi si è visto che ai cadaveri croati era stata tagliata la testa. Non credevo ai miei occhi. Proprio lì davanti ai croati che avevano portato i cadaveri serbi, i serbi cominciarono a giocare a calcio con la testa dei croati morti. Ridevano perché sapevano che la cosa avrebbe mandato i croati su tutte le furie».
Strano, non è vero, come il calcio si mescola con gli eserciti. Ogni qual volta un soldato iracheno o un miliziano druso o un islamista egiziano mi allunga la mano in Medio Oriente in segno di amicizia, mi dice immediatamente di essere tifoso del Manchester United. In Libano, inutile dirlo, le squadre rappresentano gli sciiti, i sunniti e i cristiani. L’ex primo ministro assassinato Rafiq Hariri sosteneva una squadra di calcio così come Berlusconi è diventato proprietario del Milan e gli oligarchi russi hanno acquistato squadre di calcio - anche britanniche - come simbolo del loro potere.
I singoli calciatori possono cadere in disgrazia - George Best è diventato un alcolizzato e Zidane ha colpito con una testata l’avversario che aveva insultato sua sorella - ma le squadre non tramontano mai. L’immensa ricchezza accumulata dai divi del pallone - il brasiliano Pelè avrebbe guadagnato 10 milioni di sterline di sole sponsorizzazioni - è considerata dai più poveri come un tributo ai meriti di Edson Arantes do Nascimento (divenuto poi Pelè) nato nella misera cittadina di Tres Coracoes, a ovest di Rio. Non tutto è negativo, lo so. Ricordo di aver volato a Teheran nel 1997 con la squadra di calcio iraniana che aveva appena battuto l’Australia in una partita di qualificazione per la Coppa del Mondo e la festosa accoglienza ricevuta - migliaia di donne iraniane affluite illegalmente nello stadio Azadi, l’appoggio politico garantito dalla squadra di calcio al presidente Mohamed Khatami, riformatore, ma tragicamente impotente - costituiva ciò che Franklin Foer definisce «la rivoluzione del calcio» in Medio Oriente.
Forse. Ma ricordo anche, sempre in Medio Oriente, un momento più inquietante quando svolgevo una inchiesta su uno dei molti - e tutti veri - casi di brutalità dei soldati britannici ai danni dei prigionieri iracheni. Nell’ospedale di Bassora ho avuto modo di ascoltare un ex prigioniero dell’esercito britannico gravemente ferito che descriveva come i suoi aguzzini erano entrati nella stanza dove si trovava prigioniero con alcuni amici.
«Prima di aggredirci i vostri soldati ci hanno affibbiato dei nomignoli chiamandoci con i nomi di calciatori famosi. Poi hanno cominciato a picchiarci e a prenderci a calci fin quando abbiamo cominciato a chiedere pietà. Perché lo hanno fatto?». Temo di conoscere la risposta.
un'unico appunto a fisk, ma forse si tratta di un errore di traduzione: una squadra gestita dal criminale di guerra serbo Arkan, che nel 1992 guidò i suoi calciatori armati fino ai denti nella valle della Drina in un’orgia di ammazzamenti, saccheggi e stupri di massa.
arkan non gestiva la squadra bensi' la tifoseria dello stella rossa di belgrado, parimenti non condusse i calciatori (sarebbe stata ben piccola cosa) bensi' l'intera curva dello stella rossa dopo averla organizzata in reparti paramilitari.
comunque arkan diverra' dirigente dello stella rossa di belgrado dopo la guerra, prima di morire in un agguato; chi ricorda lo striscione dei laziali "onore alla tigre arkan"?
sulla connessione tra calcio (tifo piu' che calcio) e violenza c'era un interessante articolo di Marco Mathieu sul diario del mese, credo di luglio 2006 dedicato alla ricorrenza di genova 2001, in cui si riportavano le testimonianze di ultras che avevano partecipato alle manifestazioni del 2001 in funzione (casuale ma necessaria) di "servizio d'ordine" (e di difesa) essendo gli unici che hanno un continuo addestramento allo scontro con la polizia.
E mentre serbi e croati si ammazzavano e si scambiavano i cadaveri, Arkan si faceva i soldi (sporchi) e si divertiva con 'sta qua: http://www.ceca-raznatovic.com/
I miei complimenti.
E questa ancora lo difende. E la gente la ascolta e compra i suoi dischi. Permettendole di continuare ad essere "rich".
Ho la nausea.
basta almeno non fare anche del casino: se un tizio cerca di ammazzare ebrei in uno stadio o fuori è doveroso che la polizia intervenga. altra cosa è quando la polizia è fascista. altrimenti è un tutti contro tutti giustificato anche dai cosiddetti "democratici", cosa che non so se mi spiego, ma non va proprio bene oltre a essere insensata.
Carolina
La traduzione incespica in qualche punto - lasciare prefetto non fa intendere che si tratta di uno studente -, ma in effetti ha scritto proprio footballers Fisk.
A Arkan ricordo gli apprezzamenti a mezza bocca di Sinisa Mihajlovic.
proverò a leggere l'originale, a me per ora pare un gran minestrone quest'articolo. il conflitto jugoslavo non era negli stadi. se il mondo del calcio è contiguo all'orrore (e se i criminali hanno modo di sfruttare il calcio a loro favore) è giusto denunciarlo. ma non è giusto fare apparire tutte cose che non c'entrano l'una con l'altra come interconnesse, né decontestualizzare i fatti e fare sì che nell'immaginario si faccia un pastone di crudeltà che va dalla scuola che ha frequentato Fisk, a vari popoli assortiti, alla polizia sempre e comunque, al Medioriente definito alla vaga e così via. non lo dico per polemica, ma perché mi pare davvero che in questa maniera si faccia più male che bene ai diritti umani e alla comprensione della realtà.
Carolina
Carolina, è la seconda volta in due interventi che difendi la polizia. Ora, innanzitutto l'articolo non contiene accuse generiche e generalizzate alla polizia; fa riferimento ad alcuni singoli fatti, in uno dei quali si parla di un poliziotto fuori servizio che, fuori servizio, spara. Sul fatto che abbia fatto bene o male ad intervenire possiamo discutere, ma la realtà è che se vai in una discoteca qualunque ce ne trovi per così di giovin poliziotti in borghese con la pistola e l'orgoglio pronti all'uso; figurati allo stadio. Ad ogni modo, ripeto, l'obiettivo di Fisk è puntato non tanto sull'azione del poliziotto quanto sulla normalità, sull'assurda abitudinarietà della "violenza intercambiabile" oggi presente nel calcio europeo: è puntato, insomma, piuttosto sul fatto che l'articolo fosse stato "relegato a pagina 27 del giornale".
E se per te "non è giusto fare apparire tutte cose che non c'entrano l'una con l'altra come interconnesse", questo è perchè non riesci a vedere quanto siano interconnessi calcio e violenza. L'articolo sembrerà anche un "minestrone", ma solo perchè è troppo facile commentare che la Serbia ed Arkan poco c'entrano con Zidane e Bassora: bisogna riuscire a vederci le interconnessioni, di orrore e di sangue.
Per quel che mi riguarda, invece, resta sempre valido il pensiero di De Andrè: "A mezzanotte in punto i poliziotti/fanno il loro solito lavoro/metton le manette intorno ai polsi/a quelli che ne sanno più di loro".
senti: se nessuno fosse intervenuto la stessa Unità avrebbe scatenato un putiferio inimmaginabile. e prova a immaginare un qualsiasi tizio a una qualsiasi partita e con qualsiasi motivazione addotta che si mette a sparare in mezzo alla folla. poi in Italia la notizia non era così arretrata, ed era di mesi fa. manca pure l'attualità insomma. per il resto, vedo benissimo le interconnessioni fra calcio e violenza, ma parliamo di stadi o di comunità internazionale? perché altrimenti il discorso cambia (lasciando perdere che cosa c'entri il colore della pelle dei protagonisti delle varie vicende). insomma, mi scuso, ma al di là del tema "difesa della polizia" non vedo se questo sia un articolo che interpreta a suo modo il genere splatter o sia indiscutibilmente una prova d'idiozia.
Carolina
A Firenze la nota associazione di moderati ForzaNuova ha recentemente aperto una sede in viale Duse, casualmente vicino allo stadio cittadino ...
"Se nessuno fosse intervenuto"... Beh, innanzitutto non sono convinto che il razzismo, sempre più dilagante, si combatta a colpi di pistola. Non sono convinto che sia semplicemente un problema di ordine pubblico: è per prima cosa un problema culturale, sociale. Il putiferio andrebbe scatenato in ogni caso, cominciando a non relegare il fatto "a pagina 27 del giornale".
Per dare dell'idiota a Robert Fisk, poi, ci vuole del coraggio...!
Dici di veder benissimo le interconnessioni fra calcio e violenza, ma solo nell'ambito dello stadio... Ma scusa secondo te il calcio non ha degli effetti sul sociale? Se ti dicessi Milan? Se ti dicessi Trofeo Berlusconi? Craxi? Forza Italia? Licio Gelli? P2? Don Giussani?
Il Berluska possiede il Milan e, arricchendosi, ha contribuito a rovinare l'Italia. Arkan possedeva il FK Obilić e, arricchendosi, ha fatto quello che ha fatto.
Sei ancora convinta che le interconnessioni fra calcio e violenza possano essere considerate solamente in curva?
il tizio stava cercando di ammazzare il tifoso ebreo, non lo stava prendendo a male parole. ammazzare, ci sei? e se io ti dicessi quante volte vuoi veder vincere berluscloni e berluschini, o perché riescono a presentarsi come baluardi di minoranze o perché la sinistra si rifiuta di prendere atto che su certe illegalità non c'è da fare proclami ideologici ma da condannare senza se e senza ma? infine, io non ho mai dato dell'idiota a Fisk, ho solo ipotizzato che questo suo articolo sia idiota.
Carolina
Ok. Ci riprovo. Ti ho già detto che l'obiettivo di Fisk è puntato non tanto sul poliziotto quanto sulla normalità, sull'abitudinarietà della "violenza intercambiabile". Tale violenza non è quella del poliziotto: è quella insita nell'attuale comune, silente accettazione del fatto che "è del tutto normale che i tifosi di calcio razzisti cerchino di uccidere i tifosi avversari e che la polizia apra il fuoco". E' tutto un vortice di situazioni che permette questo, che porta il poliziotto a premere il grilletto, ok? Nessuno ha detto che il poliziotto di per sè sia un cretino (un poliziotto intelligente sarebbe comunque l'eccezione che conferma la regola, dal mio personale punto di vista...).
Poteva anche accadere che il poliziotto intervenisse quando l'assalito stava cercando magari di difendersi, e in quel caso cosa avrebbe fatto? Forse avrebbe ammazzato la persona sbagliata. Buffo, no?
Sul resto del tuo confuso discorso è difficile rispondere. Io ti ho semplicemente fatto notare come sia una "prova d'idiozia" pensare che le interconnessioni fra calcio e violenza esistano solamente nell'ambito dello stadio. Fisk ti spiega con alcuni esempi - certo, anche molto distanti fra loro - che anzi esistono soprattutto all'esterno, in un mondo ormai traviato dal calcio, strumentalizzato e utilizzato dalla violenza dell'uomo sull'uomo.
chi lo autorizza a dire quello che per gli altri è o meno normale? chi m'impedisce di dire che per me è anormale il suo etnicizzare tutto? allora perché non diciamo anche che il tifoso ebreo era reo di essere andato allo stadio, che per Fisk e per te è un abominio, anzi una cosa che piace solo a quegli incivili dei croati e dei serbi? bella lì, no? questo sì che sarebbe normale! poi tutti a parlare di razzismo e di violenza dell'uomo sull'uomo davanti a un piatto di spaghetti, e dopo il caffè tutti quanti a denunciare la maestra di scuola di Fisk. sul "buffo" mi pare ovvio che non fosse una situazione ordinaria, ma una d'emergenza. ti ricordo che c'è gente che spara per un posto auto.
Carolina
Mettere in relazione calcio (o qualsiasi altro sport) con la violenza è una cazzata grossa come una casa.
In alcuni tornei di periferia (vedi csi e via dicendo), è vero, si rischia di venir falciati senza motivo. Ma questo perchè si incontrano squadra di imbecilli che giocano per vincere ad ogni costo.
Chi si sentirebbe di stigmatizzare le palestre di arti marziali perchè ogni tanto qualcuno esce dalla palestra e le usa per fare il prepotente?
Uscendo dallo sport, solo uno in mala fede può dire che i centri sociali sono solo luoghi illegali da chiudere perchè qualche imbecille è caduto in una trappola in corso buenos aires.
Il calcio giocato davvero, quello in cui ci si stringe la mano dopo un fallo, quello in cui si insegna fin da piccoli a chiedere scusa, a non barare, a giocare per divertirsi è una cosa stupenda.
La maggior parte degli ultrà magari non ha nemmeno mai dato quattro calci a un pallone, ma va solo in un branco di esagitati a sfogare urlando qualche repressione personale.
"allora perché non diciamo anche che il tifoso ebreo era reo di essere andato allo stadio, che per Fisk e per te è un abominio, anzi una cosa che piace solo a quegli incivili dei croati e dei serbi?"
Carolina: queste fesserie le dici tu, suppongo ironizzando; io me ne guardo bene. Io mi limito a considerare come, da sempre, lo sport irrobustisca il potere ("panem et circenses"... http://cronologia.leonardo.it/sport/crono27.htm) e veicoli spesso - specie nel calcio - odio e violenza, piuttosto che alti valori; violenza che dovrebbe restare in quel ristretto, innocuo ambito e non toccare così il sistema.
Vorrei ricordare un esempio che Fisk non ha riportato: al tempo della decisione di partecipare e anzi condurre l'operazione militare in Libano (a sostegno non si sa se dei libanesi o degli israeliani), i media riportarono una simpatica non-notizia che serviva unicamente a rendere più gradita all'opinione pubblica tale decisione militare... La notizia era che i soldati italiani e quelli francesi avevano deciso di disputare una partitella di pallone sul suolo libanese per concedere ai francesi una "rivincita"... E poi mi si dice che il calcio non influenza le masse!
Mauro: cerca di non fraintendere il significato dell'articolo. Ti faccio un esempio pratico.
Parlando con i miei amici ci siamo tutti accorti per la prima volta, alla vittoria del mondiale, che i tifosi italioti (non gli ultras, ma la gente "normale", i ragazzi per le strade) non erano felici d'aver vinto: erano RABBIOSI. C'era odio nei loro occhi, c'era una furia animalesca che in alcuni casi estremi ha giustificato persino atti vandalici e aggressioni a cittadini di origine francese.
Fisk non ha scritto che il calcio è violenza; ha scritto che esistono delle connessioni tra potere e calcio e tra calcio e violenza. Ma è una violenza insita nella nostra società, non nel pallone. Lo so anch'io che giocare a calcio tra amici è sano e divertente.
per favore. a parte che parliamo dell'articolo di Fisk, ma a sostegno di che? libanesi e israeliani hanno chiesto congiuntamente un aiuto estero per il timore di non riuscire da soli a far rientrare la situazione. e a oggi la presenza internazionale ha dato sufficiente senso di di stabilità ai confini, tant'è vero che pur con un clima politico indubbiamente pesante, l'anno scorso a differenza che in quelli immediatamente precedenti alle manifestazioni per la ricorrenza dell'assassinio di Rabin non solo c'era molta gente in più, ma gli stessi pacifisti e in genere giovani israeliani hanno potuto anche gridare cose come "giù le mani da Gaza" e accettare solo Lea Rabin e David Grossman a parlare anziché i politici e i politicanti. non è poco questo come contributo alla pace mentre tu ti sbracci perché uno che cercava di assassinare un altro alla fine le penne ce le ha rimesse lui. in più è di oggi, oggi, 7/1/2007, la notizia (c'è su CNN e Foxnews) che Mahmoud Abbas ha dichiarato illegali gli hezbollah sotto l'Autorità palestinese, il che è pensabile che abbia effetti anche per le vicende del Libano. invece 'sta polemica qua mi sembra fatta con approssimazione e con lo stesso rispetto per gli esseri umani e per le loro dinamiche che si ha quando si pensa che si tratti di videogame. in altre parole proprio quello che Fisk a parole dice di condannare. se poi è coraggio anche dire questo, annoverami fra i coraggiosi, non so io. so solo che troverò normale boicottare l'Unità per un bel pezzo se ci trovo su altri pezzi così.
Carolina
ps mi ero dimenticata della pennica post prandiale: il momento giusto per ricordare al mondo che il papà di Fisk l'ha dispoticamente mandato a una scuola di secondaria importanza, un vero atto di aggressione immotivato che d'ora in poi dovrà richiedere le giuste sanzioni di UE, ONU, pista di lancio di Goldrake, astronave Enterprise e plenum dell'assemblea generale dei Vulcaniani.
Carolina
Sei simpatica, Carolina.
Grazie a te finalmente ho capito il valore delle missioni ONU, che fino ad oggi valutavo diversamente (Forza Onu? http://www.donvitaliano.it/?p=239)...
Oltre a questo, ho scoperto d'avere in comune con Fisk la mancanza più assoluta di rispetto per gli esseri umani...! Ti ricordo un particolare irrilevante, e cioè che l'aiuto estero chiesto "congiuntamente" da Israele e Libano seguiva ad un massacro operato deliberatamente dal solo stato di Israele, peraltro osservato a distanza ed ampiamente tollerato, quando non addirittura giustificato, da mezzo mondo, USA per primi.
Sì, sei proprio coraggiosa: perchè ci vuole del coraggio per dire della roba simile.
Pure tu sei simpatico, Lorenzo. E non ho detto che non rispetti gli esseri umani, ho detto solo che ti piacciono i minestroni. E continuo a pensarlo visto che per te Gaza e Libano pari sono. Avanti così e ti troverai un migliaio di guerre lanciate da Berlusconi che lui sì che ha le idee chiare e che è coerente, mica come 'sti qua della sinistra che si barcamenano nelle cose complesse.
Carolina
peccato che fisk non abbia fatto un solo riferimento a una squadra, italianissima, che giocò la sua partita di calcio con 39 morti composti poco piu' in la del campo di gioco, non solo quella partita si giocò nella quasi indifferenza generale, ma la suddetta squadra, italianissima, festeggiò anche la vincita della sua coppa.
e comunque basta con questo vizio dilagante di voler trovare sempre un alibi alla stronzaggine umana, i ragazzini sono violenti ? colpa dei videogiochi, della televisione e del cazzo che se li frega, come se quando i videogiochi non c'erano e la tv non trasmetteva le schifezze attuali i giovani erano tutti bravi e composti, addebitare le colpe di tutti i mali del mondo al pallone è il modo migliore per non risolvere mai un cavolo di niente.
ma fisk non aveva niente di meglio da commentare, con tutto quello che succede nel mondo ?
e non hai dato forse un'occhiata a 'sto sito del prete no global o come cazzo intende fingere di fare l'alternativo. fa schifo. e i pezzulli che pubblica di dacia valent fanno cagare in mano, con tutto il coraggio che mi possono attribuire. il prossimo passo sarà straparlare di israeliani che si allenano con i serbi a giocare a palla con la testa di Gesù???
Carolina
Eccone un'altra che non ha capito una cippa dell'articolo. Cristina, per quel che ho capito io nessuno intende "addebitare le colpe di tutti i mali del mondo al pallone", demonizzandolo. Come ho già scritto, la violenza di cui Fisk parla è insita nella nostra società; solo che si dà il caso che il calcio sia lo sport più popolare che esista, e per questo è su di esso che si concentrano i business anche e soprattutto sporchi, ed è attraverso di esso che la violenza umana facilmente si sfoga.
Nessuno ha dichiarato che la colpa della guerra nei Balcani o in Iraq sia del calcio! Ma non si può negare che "in Europa, Sud America e altrove, il calcio non è soltanto un passatempo ma spesso diventa una espressione della composizione sociale, economica, politica e razziale delle comunità che ospitano le squadre ed i loro tifosi entusiasti" (dalla presentazione del libro su www.amazon.com). Ed è proprio perchè esistono "sport-mad societies" come la nostra (gestite sempre - guarda caso - dalle stesse persone che detengono il potere politico ed economico: vedi Berlusconi) che l'autore del libro si spinge a dire addirittura che "Soccer Explains the World".
E comunque, dopo tutto quello che ci siamo visti accadere sotto gli occhi nel nostro stesso paese con lo scandalo del pallone, mi stupisco che ci sia ancora qualcuno disposto a difenderlo. Ma mi stupivo anche allora nel vedere enormi cortei di tifosi inferociti: eppure c'erano davvero. Sembra che ci sia gente che contempla l'esistenza dei propri "diritti" solo quando c'è di mezzo il calcio! Peccato che non si accorga trattarsi in questo caso di diritti...televisivi!!!
Purtroppo - lo ripeto: purtroppo - oggi il pallone e il potere sono la stessa cosa.
Carolina: il sito del "prete no global" farà anche schifo (Don Vitaliano non è certo un mio idolo personale...ma lo diventa chiunque venga accusato dai media d'esser terrorista-anarcoinsurrezionalista-contro-il-sistema-buono), ma io te l'ho linkato solo per l'articolo sui pacifisti "Forza ONU", che se a te possono apparire realisti, a me sembrano al contrario quantomeno ingenui.
Per finire, non vedo a cosa possano servire le provocazioni dementi e deliranti che continui a fare.
In uno dei tuoi interventi hai scritto: "se il mondo del calcio è contiguo all'orrore (e se i criminali hanno modo di sfruttare il calcio a loro favore) è giusto denunciarlo". D'accordo fin qui. Se poi le "cose che non c'entrano l'una con l'altra" riconfermano questo stesso quadretto, perchè non cercarvi delle interconnessioni? E' così che si capiscono le cose.
13 Aprile 2005
Un calcio alla violenza
Dopo le recenti violenze, come quella di ieri a Milano, e manifestazioni negli stadi domando:
Perché aspettarsi che i peggiori tra i tifosi siano meglio dei peggiori tra i proprietari delle società calcistiche?
Perché dovrebbero essere meglio di gente come Tanzi, Cragnotti, Geronzi e Berlusconi?
Personaggi fuorilegge e con un curriculum giudiziario impressionante hanno posseduto e governato il calcio e il Paese. Molti continuano a farlo, disprezzando la legge e la magistratura.
Perchè stupirsi se i loro tifosi cercano di fare altrettanto?
In Europa esporre bandiere con svastiche conduce in galera. Perché da noi no?
Perché di fronte alle violenze dei tifosi la polizia usa i guanti di velluto quando invece al G8 di Genova ha massacrato di botte decine di manifestanti pacifici (i black block violenti li ha lasciati in pace), mandando all'ospedale 17 giornalisti e 60 dei 90 giovani che pernottavano nel centro stampa della scuola Diaz?
La violenza?
Succedeva lo stesso in Brasile.
Una squadra ha tolto l'allenatore, considerato irrilevante (cosa che mi trova perfettamente d'accordo), ha messo un buon preparatore atletico e la formazione in campo viene decisa ogni settimana dai tifosi attraverso internet.
Bisognerebbe far partecipare di più i tifosi alla vita e all'evoluzione della squadra, non solo limitarli al suo finanziamento.
P.S.: Com’è ha fatto ad entrare nello stadio lo striscione con la svastica, grande 4X4 metri?....dico 4metri x 4 metri?
Postato da Beppe Grillo il 13.04.05
http://www.beppegrillo.it/2005/04/un_calcio_alla.html
ok. questo lo capisco. non tutti i demonizzati dai media però diventano miei idoli. non sono per i "forza Onu", ma ho sempre parimenti detestato tutti quelli convinti di incarnare meglio degli israeliani e dei palestinesi messi insieme le loro aspirazioni di pace, di libertà e di benessere. non li reggo. in più, questo prete per l'appunto pubblica la Valent e, non pago, è là in lista d'attesa per rientrare dalla finestra ratzingeriana dopo che era finito fuori dalla porta wojtyliana. e la cosa puzza: perché mai del Papa ci son le foto in divisa SS e in Polonia è costretto a dimettersi con grande disonore un vescovo di cui son provati contatti con i servizi segreti comunisti? (in un'epoca in cui però se è per fare santo subito l'altro Papa va bene anche la testimonianza di un ex gestore di gulag purché dichiari di parlare con Santa Brigitta)? Mah...
Per il resto non volevo provocare, ma sfottere. E non te, ma Fisk e il suo grandguignol poco costruttivo.
Carolina
Per quanto non condivida gli articoli di Fisk nel 99,9 % dei casi, devo dire che in questo caso ha in parte ragione.
C'è una certa violenza connaturata al mondo del calcio, io lo vedo personalmente anche a livello locale : nella mia zona, la rivalità calcistica fra due squadre di città vicine, entrambe militanti in C1, è così forte che spesso, gli abitanti dell'una (o almeno i giovani) non possono girare per l'altra senza essere immediatamente riconosciuti e sovente minacciati o addirittura picchiati (qualche volta risse finite in tragedia), e quando c'è il "derby", la tensione è impressionante : strade del centro chiuse, centinaia di veicoli della polizia che girano per le strade dentro e fuori la città, elicotteri che sorvolano la zona ; poco ci manca che girino i carri armati.
Questo solo a livello provinciale, figuriamoci a livello nazionale internazionale, dove emergono anche odi etnici e politici. Gli esempi si sprecano, mi vengono in mente sul momento gli scontri fra la tifoseria para-nazista della Lazio e quella stalinista del Livorno...
Fisk però dimentica di citare quella parte di mondo dove il calcio è davvero espressione della violenza : il Sudamerica. Impossibile non ricordare, ad esempio in Colombia, quel giocatore ucciso per un'autogol, le continue minaccie, le aggressioni, le gigantesche risse sul campo...e li, più che in Europa, che davvero la connessione fra calcio e violenza è preoccupante.
"ho sempre parimenti detestato tutti quelli convinti di incarnare meglio degli israeliani e dei palestinesi messi insieme le loro aspirazioni di pace, di libertà e di benessere. non li reggo."
Carolina, son già contento se ci siamo capiti un po' di più.
Riguardo a questo tuo mal vedere chi da casuccia sua dà giudizi e parteggia per la vicenda israelo-palestinese, capisco quello che intendi dire, ma continuo a pensare che, in una società INDIFFERENTE come la nostra, o al limite IPOCRITA (che organizza manifestazioni vaghe, prive di senso, mai schierate, per una non meglio definita PACE che mai riusciremo a vedere), sia importante avere il coraggio e l'onestà intellettuale di parteggiare e di dirlo forte e chiaro, anche se certamente noi qua non viviamo il dramma degli israeliani e dei palestinesi.
Ma tieni conto che c'è gente che da qua, con le sue idee forti e chiare e la sua sacrosanta "partigianeria", si è spostata fin là per metterle in pratica; inutilmente, è ovvio.
Sto parlando di persone come Rachel Corrie:
http://www.sudnews.it/Speciali/paceinpalestina/
http://www.rachelcorrie.org/
Non credo che tu possa dire di "non reggere" una persona così. Idealista così. Convinta così. Ingenua così. Tutto quello che vuoi... Ma soprattutto, uccisa così. E quando ti uccidono è perchè dai davvero fastidio. E' perchè hanno capito che tu hai capito, e hai deciso di dare fastidio.
Lorenzo,chi ha detto che mi stia sulle palle (in memoriam) Rachel Corrie o gente come lei? Io ho solo detto che 1) 'sto articolo fa del grandguignol inutile senza focalizzare molto bene nemmeno la cosa del calcio ed eccede con le etnicizzazioni: chissenefotte se l'antisemita armato era bianco, nero o giallo? stava tentando di atterrare un ebreo e invece abbiamo un naziaterra, cosa di cui personalmente non mi lamento. 1) mi stanno sulle palle i banalizzatori e le principesse del pisello della situazione internazionale, ergo non mi sento nemmeno toccata dai tentativi di predicozzo di Fisk. poi mi sta sulle palle una tipologia su cui forse son troppo pudica, ma di cui penso questo: 'sta soluzione che gli altri non troverebbero mai...nota bene per la gente di cui parlo io proporre cose in prima persona non si fa... non è che gira e rigira è una variante della soluzione finale?
Quanto allo schierarsi nel conflitto israelopalestinese è complicata come questione, io non mi ritengo schierata perché non ritengoche fotta qualcosa a qualcuno di come si schiera o meno la Figini qui presente. simpatizzo per la Sinistra x Israele che cerca di supportare le posizioni dei pacifisti israeliani,e che è un'associazione che mi piace e che mi permette a volte dal vivo e a volte dal Web (es. http://www.zamparzigogola.ilcannocchiale.it/) di conoscere molte realtà difficilmente visibili da qui. e so che senza alcun fideismo o fanatismo e senza bollare altre realtà come le manifestazioni pacifiste tutte di essere farlocche - ad esempio il peggio di "Tacciano le armi in Medioriente" è stata una comparsata di Prosperini, osceno!!! ma lui non prova nemmeno a fare il pacifista poi sbagliando, è proprio un altro farabutto venditore di fuffa che c'entra un cazzo col movimento pacifista!!! - quando c'è una riunione o altra iniziativa di SpI cerco di partecipare. va bene o c'è un corso di recupero "cattolico e apostolico" pronto per me?
Carolina
Lascia perdere Carolina, parafrasando qualcuno, parlare con Lorenzo non è impossibile..è inutile...
Senti chi parla! TreviZeroChecazzoè, t'han dato del fascista in parecchi qua dentro, se non erro...
Al contrario di quel che dici, capisco quel che dice Carolina, e non nego che l'articolo di Fisk possa apparire confuso nel suo saltare da una parte all'altra del globo con esempi che poco c'entrano l'uno con l'altro. Immagino che il libro cui fa riferimento, che non ho letto, sia più chiaro; anche per ovvi motivi di spazio a disposizione per spiegare un concetto, che qui è solo approssimato.
A Rachel Corrie ci sono arrivato, Carolina, spinto dal tuo detestare "tutti quelli convinti di incarnare meglio degli israeliani e dei palestinesi messi insieme le loro aspirazioni di pace, di libertà e di benessere": l'ho preso come esempio del contrario. Ma immagino che in quella schiera tu infili probabilmente anche il sottoscritto. A ragione! Perchè non mi ritrovo per niente sulle tue posizioni sul conflitto israelo-palestinese, che mi sembrano ipocrite tanto quanto quelle manifestazioni vaghe cui infatti, se non sbaglio, Sinistra Per Israele (che bel nome imparziale!) ha partecipato, dicendo a belle parole di volere la pace, quando così non è. Non c'è pace senza giustizia, e giustizia non ci sarà mai fino a quando ci sarà gente che sostiene "che Israele potrà vivere solo nella pace, solo se ci saranno due popoli, due Stati, due democrazie, ma sappiamo anche che oggi Israele vive in stato d'assedio, circondato da potenti nemici armati. Perciò diciamo un sì convinto alla pace e un altrettanto no convinto a processare Israele."
...Povero Israele! Circondato ed in stato d'assedio, ogni tanto compie qualche MASSACRO: ma a voi questo poco importa, non è vero? Mi domando cosa c'entri la "sinistra" citata nel nome della vostra associazione. Ovviamente farò l'ennesima figura del fanatico: ma nella frase che ho appena riportato, della Palestina e dei palestinesi manco si parla: CHI è fanatico? CHI è partigiano? E soprattutto: CHI è sotto assedio? CHI viene ucciso ogni giorno? Domande che certa gente "di sinistra", chissà perchè, non si pone.
Carolina, sono andato a leggere sul sito. Erroneamente ho scritto che Sinistra Per Israele partecipò a quella manifestazione milanese per la pace; in realtà, considerando perfino essa troppo poco equilibrata (allora quelli che erano a Roma con Diliberto e coi centri sociali eran tutti terroristi?), non vi partecipò! Mi vien da ridere.
Sono andato poi a leggermi i vari punti in cui si spiega la posizione dell'associazione: equilibratissima, non c'è che dire! Ecco qua (il maiuscolo è mio):
"3. La legittima opposizione ad ALCUNE AZIONI dei governi di Israele non deve tradursi in condanne generalizzate e boicottaggi a tutta la società israeliana
(...)
8. Il TERRORISMO è un crimine inaccettabile, che deve essere condannato con forza e senza condizioni."
Ci vogliono davvero degli equilibrismi per sostenere che concetti come questi siano moderati e imparziali!!! Da una parte "alcune azioni" ("militari" non lo si poteva aggiungere?), che in realtà sono veri e propri massacri, spesso di innocenti; dall'altra il facile obiettivo del terrorismo, che com'è noto a tutti uccide anch'esso degli innocenti. Ma il terrorismo di Stato voi non lo concepite? Continuo a non capire in che cosa voi siate di sinistra.
Lorenzo, smorziamo le polemiche, anche perché non riesco a dire palle: se mi stessi sui coglioni lo sapresti!!! :-) quanto alla storia del nome imparziale, è un bel casino. come il fatto che ci siano persone che non vivono i deliri populisti della destra italiana come delle fonti d'irritazione, ma come delle fonti di panico almeno quando vincono. molto difficile da spiegare già per chi ha quella sensazione, figurati per me, ma per loro comunque non è solo politica, in qualche modo fanno i conti con il rapporto fra minoranza e maggioranza in un modo diverso dal mio e dal tuo e si sentono odiati. oppure (o in contemporanea) alcune persone che potrebbero essere i tassisti, i commercialisti etc., io spesso non so che lavoro fanno, so che sono persone ebree, si sentono mal capite dalla sinistra. si sentono come ingiustamente tagliate fuori da chi è erede della Resistenza, del concepimento della Costituzione etc... e non sono dei fighetti di politici a caccia di poltrone, son persone comuni che hanno un sentire più acuto in questo senso perché hanno ancora un genitore o nonno che ha vissuto l'orrore del fascismo con le leggi razziali e la Shoah, o per tanti altri motivi diversi che non posso nemmeno sapere (tranne che non sono beghe di potere e non sono conflitti d'interessi e non son cose di poco conto per una sinistra degna di questo nome e della sua storia), che a volte includono - e a volte no - anche legami di parentela con gente che vive in Israele o legami solidaristici con quelle popolazioni o legami religiosi con quella che per i cattolici del resto è la Terra Santa... e non mi dirai che cattolici si nasce... ebrei sì invece. come caspita chiameresti tu un'associazione di Sinistra che volesse sviluppare ragionamenti inclusivi anziché esclusivi su tutta una serie di tematiche interne e internazionali così complesse? e poi politicamente, se Israele suscita riprovazione in quanto "il più forte" fra i contendenti, e il più forte ha più potere decisionale e non solo, allora cosa fai, non sostieni proprio il suo pacifismo, quello che può contare di più?
Carolina
Sulla manifestazione, SpI non vi partecipò. Io vi partecipai (con gli umanisti). Lo dissi. Hai una testimone a portata di mouse, Giokikka, che era con me alla riunione dove si parlò di questo. Chiedile conferma se vuoi. A una riunione la gente di SpI ascoltò le mie ragioni e disse le sue (ognuno le sue, cmq c'era anche una posizione ufficiale, contro le strumentalizzazioni se ben ricordo e pro il fatto che si consideri anche il caso di una nonna israeliana preoccupata del fatto che il nipote sia destinato a fare la guerra, e tanti casi simili, e quindi anche che vi compaia la bandiera di un Paese che esiste con un suo popolo - composito -, una sua sovranità - da cui derivano politici del tutto discutibili e discussi anche in patria - e un suo territorio - terzo elemento che giuridicamente definisce l'esistenza non politica ma proprio legale di uno Stato -, e uno Stato che non è peggiore dell'Arabia Saudita, della Cina, dell'Itaglia o degli USA attuali). Ho detto quel che pensavo e nessuno mi ha censurata. Tu devi avere in mente altri tipi di associazioni.
Carolina
Servo populista, fascista, TreviZeroCazzo...cos'altro? Ah già decrivimi come sei fatto così posso dare fuoco ad un manichino con le tue fattezze...Continua ad insultarmi."Il tuo disprezzo è il mio onore" (Cap.Sergio De Caprio)
Carolina, tranquilla: manteniamo senza problemi la discussione su un piano civile; non intendo minimamente offenderti personalmente, ci mancherebbe. Tanto più che gli Umanisti li conosco e, pur non gradendo certi idealismi che reputo ingenui, mi ci sono ritrovato fianco a fianco in manifestazione in più di una occasione.
Cerco di risponderti.
Gli ebrei di sinistra temono un ritorno dell'antisemitismo, magari proprio da sinistra? Sì, lo dicono espressamente. Beh, persino dai settori più radicali son più volte venuti segnali confortanti in questo senso. Riporto da una feature un tempo in homepage su Indymedia (l'organo di controinformazione pseudo-ufficiale di centri sociali e sinistra antagonista): "Essere contro la politica di guerra di Israele non vuol dire essere antisemita.
Significa piuttosto opporsi a strategie di potere portate avanti da gerarchi sionisti guerrafondai a cui poco interessa la salvaguardia del proprio popolo rispetto a mere ragioni economiche.
L'opposizione alla guerra da parte del popolo israeliano, in tutto il mondo, da New York a Tel Aviv, non trova molto spazio sui media ufficiali israeliani bensì nelle carceri.
Un'opposizione fatta da cineasti, soldati che rifiutano di prestare servizio nei territori occupati: i refusnik, studenti, artisti e artiste e societa' civile. Gruppi organizzati si sono formati, come gli anarchici contro il muro che collaborano con diverse associazioni e singoli palestinesi manifestando contro il muro della vergogna e avamposti militari nei Territori occupati dove agli stessi israeliani non e' permesso entrare.
Come al solito l'unica risposta che ricevono è repressione. Nella settimana di ferragosto ancora una volta l'IDF ha caricato due manifestazioni pacifiche che si stavano svolgendo contro il muro della vergogna e contro la guerra in LIbano. Due le persone ancora in coma per aver ricevuto un colpo inferto dal calcio di un mitra in testa, un'altra per una pallottola di gomma in faccia, inoltre 12 persone sono state arrestate."
Che mi dici? E' chiaro oppure no il concetto? Il problema non esiste, o è molto minore di quel che sembra e viene abilmente strumentalizzato dai media (vedi l'episodio dei manichini bruciati, su cui continuo ad ironizzare anche se TreviZeroSei non lo capisce...) per affossare la protesta. Chi è di sinistra NON PUO', per ovvi motivi, permettersi d'essere antisemita; anzi, difende per forza i pacifisti israeliani che subiscono la repressione. MA NON quelli che mettono su piani differenti le "azioni" (ripeto: militari! Perchè non scriverlo?) israeliane ed il "terrorismo" che colpisce Israele. Perchè si utilizzano terminologie diverse? Che differenza c'è? Perchè si teme che si voglia "processare Israele"? Chi compie un massacro merita un processo, chiunque esso sia. Non possiamo sostenere che il terrorismo sia illegale ed il militarismo invece - che spesso provoca più danni del terrorismo stesso, come s'è visto in Libano - legale, ed anzi ampiamente giustificabile! Devi scusarmi se mi scaldo, ma questo proprio non lo accetto, specie da gente che si autoproclama di sinistra. Non sto incitando all'Intifada, sto incitando ad aprire il cervello abituandolo al pensiero critico.
Avete paura dell'antisemitismo? Io allora ti stupirò, perchè - al contrario - ho paura di un nazismo alla rovescia! Ho paura del nazismo imperialista, che purtroppo già esiste nella realtà e sta modificando le nostre menti...ecco qua:
L'ambasciatore americano Bolton: morti civili libanesi non moralmente equivalenti alle "vittime del terrorismo"
http://italy.indymedia.org/news/2006/07/1115395.php
Lebanon civilian deaths morally not same as terror victims -- Bolton
http://news.yahoo.com/s/afp/20060717/pl_afp/mideastconflictlebanon_060717204728
...Che cos'è questo se non nazismo al contrario?! Come si può diversificare il valore delle vittime del terrorismo e di quelle dell'esercito israeliano?! Non stiamo comunque parlando di civili innocenti? Sembra di no. Sembra che abbiamo sempre bisogno della propaganda di Stato e di un nemico costruito ad arte. Ma io ho letto Orwell - sono sicuro che anche tu lo abbia letto - e non ci sto.
tu hai un'idea preconcetta. non sbagliata, ma preconcetta. tutti parlano di guerra a SpI, sia perché in m.o. c'è guerra, sia perché per esempio sarebbe assurdo anche solo leggere David Grossman, che ha avuto il figlio Uri morto in guerra, senza sapere che là c'è una guerra. quindi l'aggettivo "militare" usiamolo pure. usiamolo per gli altri, usiamolo per noi, e ci verrà in mente quando collima con l'aggettivo "terrorista" e quando no.
Carolina
Scusa Carolina ma proprio non capisco quale sarebbe la mia idea preconcetta: quella di considerare i morti civili libanesi moralmente equivalenti alle "vittime del terrorismo", al contrario di come vorrebbero USA e Israele, secondo i quali certi morti valgono più di altri?
L'aggettivo "militare" usiamolo pure, sta bene: digli di aggiungerlo, dunque, a quelli di SpI; digli anche che potrebbero aggiungere ulteriori aggettivi a quelle non meglio specificate "azioni", poichè non esistono sostanziali differenze tra chi tira i razzi da una parte sulla popolazione civile, e chi tira le bombe dall'altra sulla popolazione civile: e che quindi non esistono sostanziali differenze tra terrorismo universalmente riconosciuto e terrorismo di Stato. Se non che quest'ultimo viene giustificato con mille scuse.
Insomma: "militare" collima SEMPRE con "terrorista", quando a terra rimangono decine, centinaia o migliaia di morti. Se non lo riconoscete è perchè siete voi ad avere un'idea preconcetta di cosa è giusto o giustificabile e di cosa no. E allora, di conseguenza, per me diventa giusta o giustificabile l'Intifada, e poco conta se il figlio di Grossman è stato ucciso da un missile anticarro durante un'operazione delle Forze di Difesa Israeliane: è la guerra, ci si può forse aspettare qualcosa d'altro? E per quale strano motivo dunque Grossman stesso (riporto da Wikipedia), "come la gran parte degli israeliani, ha supportato Israele durante la guerra israelo-libanese del 2006", aspettando il 10 agosto 2006 per chiedere al governo di trovare un accordo per un cessate il fuoco? "Due giorni dopo, suo figlio Uri, di 20 anni, soldato nella guerra in questione, è stato ucciso": perdona la franchezza, ma - se è tutto vero quel che leggo - il padre poteva svegliarsi prima. E noi anche.
se non ci si può aspettare nient'altro, vale bene di ricordarsi le differenze tra le situazioni: che cazzo va a fare in giro l'Italia è domanda diversa da come Israele fa la propria politica estera. e credimi che non devo proprio dire niente sull'argomento a quelli di SPI, che poi son mille cose diverse... ma posso dire a te per esempio che la democrazia israeliana per quel che regge in un momento di unità di un popolo nella paura, nel dolore e nella difesa è ancora vivace, che sono stati piantati dei casini inenarrabili sulla vicenda Libano che han portato a inchieste serie e dimissioni di pezzi grossi dell'esercito (da noi annichilisciloLuca vuoi vedere che diventa un eroe???), e insomma veramente non sono una portavoce, se serve passerò la voce a gente più esperta che c'è questa discussione, ma guarda che non si tratta di bambini. anzi per esempio un uomo di SpI molto buono, di cui non faccio il nome per riservatezza ma nella cui casa sono anche stata, ha un'età in cui potrebbe sbattersene i coglioni di tutto e invece perora la causa del ritiro dei coloni, sta male per via delle cluster bomb che l'esercito israeliano usa, organizza incontri interpersonali e interculturali internazionali, pubblica libri, articoli e altri atti d'impegno e di partecipazione... insomma di tutto fa meno che dividere il mondo in bianco e nero e fare il guerrafondaio.
Carolina
Carolina, capisco quel che dici e sono convinto che ci siano tante persone in buona fede all'interno di SpI, così come magari ce ne sono invece in malafede nella fetta di movimento che frequento io. Non voglio puntare il dito su nessuno, anche perchè se andiamo a vedere le singole persone sai quante incoerenze e contraddizioni troveremmo, anche su noi stessi... Però, se esiste un manifesto programmatico di SpI che contiene degli elementi che ritengo insensati e ben poco equilibrati, mi permetto di farlo notare. Son sicuro che non si tratti di bambini, nè di guerrafondai; voglio dire, Furio Colombo certamente non è un guerrafondaio, ma quando - su un vecchio numero di Diario, mi pare - scrive che gli USA cercano di esportare la democrazia ("nobile intento", scrive, senza ironia alcuna!) e che purtroppo i paesi che la ricevono non sono pronti a ricevere questo dono...beh, io mi sento preso per i fondelli. Da uno di sinistra. E questo è troppo! Mi bastano Ferrara e Feltri, se voglio sentirmi dire delle castronerie. Eppure io quest'articolo l'ho letto. E non volevo crederci. E sulla stessa rivista c'era un altro articolo che parlava giustappunto del conflitto israelo-palestinese, senza neanche un minimo accenno agli orrori compiuti da Israele...sai perchè? Perchè era scritto da un giornalista che è parte in causa, ma finge d'essere obiettivo. Ne ho abbastanza di queste cose: quella del Libano NON è stata una tragedia, è stato un massacro con dei mandanti e degli esecutori, insomma con dei colpevoli! Perchè a dirlo sono in quattro gatti? E perchè vengono definiti fanatici, quando non antisemiti, anche se non lo sono affatto?
Ti ripeto che sono d'accordo che la democrazia israeliana vada difesa perchè ha un valore evidente in quella situazione, e che credo che ci sia un certo livello di critica ad Israele anche all'interno di SpI, ma...dalle pagine internet che ho visitato oggi non si direbbe: e si tratta del manifesto dell'associazione, non di anonimi idioti che scribacchiano insulti e fesserie su Indymedia (con la stampa subito pronta a inventare la non-notizia per screditare l'intero movimento)...
Per me separare le "azioni" israeliane dal "terrorismo" di Hezbollah o di Hamas è esattamente come dividere il mondo in bianco e nero. A livello psicologico, massmediatico, la gente si abituerà ad assistere e ad accettare le "stragi democratiche" con le bombe che piovono dal cielo, mentre indignata si scaglierà contro ai bambini palestinesi con le pietre in mano. E' ora di finirla.
caro Lorenzo,come sempre quando siparla di questi temi torno a scuola! :-) scherzi a parte fammi leggere un po' di cose, poi ti rispondo per bene (mia risposta personale eh? intendiamoci). so benissimo cmq che cosa vuol dire sentirsi presi per i fondelli da sinistra... sempre che sia sinistra quella roba tipo fratelli scemi dei 4 moschettieri che dirige partiti forse di sinistra forse di Milano...
Carolina
Carolina, beninteso, io non voglio insegnarti niente. Voglio però farti riflettere su alcuni punti che mi sembrano basilari, ma sono pronto a riflettere io stesso su altri che mi puoi far tranquillamente notare.
Ti ripeto che i due punti fondamentali della questione - per come la vedo io - sono: 1) l'antisemitismo è un pericolo reale, ma che arriva da destra, non da sinistra; quando si parla di antisemitismo della sinistra radicale si è di fronte ad una bieca strumentalizzazione mediatica. E 2) sempre strumentalizzazione è chiamare le cose con nomi volutamente poco precisi: come io non mi permetterò di definire i terroristi semplici "combattenti per la libertà", così non ci si può permettere di definire ipocritamente "azioni" certi orrori di Stato (che si tratti di Israele o di altra nazione, poco importa). "Azioni" le definirebbe Feltri, che non è un giornalista. Non esistono i buoni e i cattivi, come tu stessa ammetti, e perciò il fatto che Israele sia una democrazia non gli consente di compiere stragi e restare impunita.
Se preferisci rispondermi al mio indirizzo di posta personale (anche perchè ormai siamo off-topic da alcuni giorni!!!), sei benvenuta.
Ciao
nemmeno io (non "noi" perché simpatizzo con SpI, non ho alcun diritto di parlare per essa!!!) voglio insegnare cose a te. ho solo chiesto tempo per una risposta che sia sensata e documentata - uno dei miei punti documentati è che al massimo tu o io dicendo una cazzata rischiamo la reputazione, in m.o. si muore. io studio, almeno un minimo, anche prima di ogni riunione di SpI. fra poco,cmq, inizio una carrellata di colloqui di lavoro e altri impegni belli ma trituranti, quando son riemersa con qualcosa di serio da dirti te lo scrivo qui o in posta.
Carolina
ps chi ha chiamato "combattenti per la libertà" i Bin Laden non l'ha fatto con leggerezza e non si è messo dopo con leggerezza a chiamarli "terroristi". l'ha fatto come minimo con l'arroganza del potere.