Dialoghi riformisti
di Marco Travaglio
«Oh, signora Gina, come andiamo?». «Male, signora Ines, male. Non l’ha letto il Corriere?». «Non ancora, perché?». «Dice che anche il Rossi ci ha lasciati». «Ma chi, il Guido, quello del calcio e della Telecom?». «No, non lui». «Allora Paolo, il comico, quello che va sempre da Fazio? Che strano, dicevano che andava al festival di Sanremo». «Ma no, non lui. Un altro Rossi, come si chiama…» «Ho capito: Valentino, quello delle moto, ha avuto un incidente. Che peccato, era così carino». «Ma no, che ha capito!?». «Allora Vasco Rossi, il cantante». «Macché cantante, aspetti, aspetti che leggo… Nicola, ecco: Nicola Rossi!». «Mai sentito. Chi è?». «Non ne ho la più pallida idea, ma dev’essere uno importante, se no il Corriere mica lo metteva in prima pagina. Ne han parlato tanto anche gli altri giornali. E il Tg1 gli ha dato più spazio che a Rotondi e a De Gregorio, quindi dev’essere uno che conta». «Eh già. E quanti anni aveva?». «Mah, a vederlo così nelle foto, direi una cinquantina, al massimo cinquantacinque». «Poveretto, così giovane. E come è successo?». «Ma non è mica morto, che ha capito». «Ha detto che ci ha lasciati». «Sì, ma a noi Ds. Ha lasciato il partito. Non ha rinnovato la tessera. Ma è vivo e vegeto». «Ah, che spavento mi aveva fatto prendere, signora Ines! Meno male. Con tutti questi cervelli che fuggono all’estero, almeno questo resta in Italia». «Sì sì, dicono che è in vacanza in Puglia, ma ora torna». «Chissà i suoi elettori come ci sono rimasti male. Avranno protestato, saranno scesi in piazza, l’avranno pregato di restare». «Per ora non si segnalano manifestazioni di piazza, ma se è così importante, appena si sparge la voce e la gente rientra dalle ferie, qualcosa succede, stia sicura che si fanno sentire». «Bene, bene, mi sento già meglio. Quindi ’sto Rossi sarebbe un politico». «Qualcosa del genere. Il giornale dice economista riformista». «Riformista? E quali riforme ha fatto?». «Questo il Corriere non lo dice. Ma, se lo chiamano così, deve averne fatte tante». «Strano che non se ne sia mai parlato, allora». «Dev’essere un tipo schivo che fa le cose di nascosto, uno di quelli che lanciano le riforme e ritirano la mano». «E quando le avrebbe fatte, queste riforme?». «Dice che era nello staff di Palazzo Chigi ai tempi di D’Alema con la squadra dei “lothar”: c’è anche la foto sul Corriere, sono tutti pelati. Rossi però non c’è». «Beh, allora era il fotografo, o magari quel giorno era malato. E gli altri chi erano?». «Le leggo la didascalia che faccio prima: Rondolino…». «Quello che ha litigato con Nanni Moretti per il festival del cinema di Torino?». «No, quello è il padre. Il figlio si chiama Fabrizio e dicono sia molto riformista». «Che fa?». «Dice che è autore del Grande Fratello e ha inventato pure La Pupa e il Secchione». «E che c’entra con la politica?». «Beh, lavora per Mediaset e per la Rai». «Ah, capito tutto. Poi chi altri c’è nella foto?». «Claudio Velardi. C’è pure una sua intervista sul riformismo». «Lui che fa, adesso?». «Ha scritto un libro sul riformismo e l’ha appena presentato al Circolo Dell’Utri. E poi produce fiction per la Rai, per Saccà: le 24 puntate di “Raccontami”, sugli anni 60, sono sue. Un miliardo di lire a puntata». «Però, questi riformisti! Mi scusi, ma il giornale lo spiega perché Rossi se n’è andato dal Parlamento?». «No, dal Parlamento non se n’è andato. È uscito dai Ds, ma forse rientra nel Partito Democratico». «E perché sarebbe uscito dai Ds?».
«Dice che c’è poco riformismo». «Capito: anche lui è incazzato perché non hanno ancora cancellato le leggi vergogna e non hanno fatto la riforma della Gasparri, della Rai e del conflitto d’interessi».
«No, di questo non ne parla. Lui ce l’ha con la legge finanziaria di Padoa-Schioppa, vorrebbe tagliare subito le pensioni e dice che bisogna smetterla di chiamare ladri gli evasori fiscali». «Ma scusi, che differenza c’è con Berlusconi? Anche lui ce l’ha con la finanziaria, vuole tagliare le pensioni e difende gli evasori». «Ah, non lo chieda a me. In effetti qui dice che han subito solidarizzato con lui Bondi e Cicchitto, ma non mi chieda il perché: ci saremo perse qualche passaggio, cosa vuole che le dica».
«E adesso come si fa senza di lui?». «Mah, signora Gina, si proverà a tirare avanti. Qui dice che lascia un grande vuoto. Ma ce l’abbiamo fatta senza Berlinguer, forse sopravviviamo anche a Rossi». «È proprio vero, signora Ines: sono sempre i migliori quelli che se ne vanno».
Gente che pensa di essere qualcuno
lolloso travaglio
Divertentissimo. Se stanno così le cose c'è da sperare che se ne vada e non torni più...
Anche ieri c'era un bell'articolo di Travaglio sull'Unità. Qui c'è la prima parte, sarebbe bello se qualcuno mettesse online anche la seconda, perché è bene che il cittadino certe cose le conosca...
Grazie cicciribucci, bel link!
E grazie Travaglio, sempre illuminante...
Come sempre il giusto mix di informazioni e ironia!
Adorabile Marco...
per cicci a proposito degli articoli di ieri e ieri l'altro:
non capisco perchè, trattandosi di due articoli e non degli uliwood party, l'unità non li metta online sul suo sito. troppo istruttivi ?
'sto giornale inizia a seccarmi.
ottimo travaglio anche stavolta
Aggiungo questo articolo di Robecchi, sul manifesto di Domenica:
Ostaggi della sinistra: e stiamo bene
La notizia la sapete tutti, i giornali ne hanno parlato molto. Mi sono dimesso dal mio circolo di canasta, considerando ormai esaurita la sua spinta riformista. La mia proposta di ripristinare le divise per i camerieri - avanzata in un'ottica di sinistra liberale - non ha trovato consensi. Dunque me ne vado, non rinnovo la tessera, non è più possibile essere riformisti all'interno di quell'associazione che, pur con i suoi meriti storici, mi sembra oggi ostaggio - come tutto il governo, come tutto il paese - della sinistra radicale. Sono sicuro che Antonio Polito mi darà ragione (questo mi è di grande conforto nelle lunghe notti da ostaggio della sinistra radicale).
Ma non già della mia particolare situazione voglio parlare qui (come dice il grande riformista Trapattoni: non parlo dei singoli), bensì della terribile situazione del paese. Tutti sanno, infatti, che la sinistra radicale non l'ha votata nessuno, ma che essa si è introdotta nottetempo nel governo e, armata di tutto punto, ha preso i suoi ostaggi. Ecco la nostra situazione attuale, come sostiene come un mantra il Corriere e come ghignano i giornali della destra (quelli che la gente compra quando c'è sciopero dei giornali veri), questo siamo: ostaggi della sinistra radicale. Vorrei tranquillizzare le famiglie: come ostaggi ci trattano abbastanza bene. Diciamo pure che per essere ostaggi della sinistra radicale facciamo un po' quel cazzo che vogliamo. Privatizziamo l'Alitalia. Invochiamo mobilità per gli statali. Affidiamo il tfr a fondi pensione che crolleranno come pere cotte alla prima crisi di Borsa, discutiamo animatamente di come tagliare le pensioni, aumentiamo le spese per la difesa e i fondi per la scuola privata. Diciamo la verità: noi riformisti non ce la siamo mai spassata tanto come da quando siamo ostaggi della sinistra radicale. Che per riscatto, tra l'altro, non ha ancora ottenuto niente, né la legge Biagi, né la Bossi-Fini, né i Pacs. Ecco la situazione: siamo riformisti, siamo la sinistra liberale, non abbiamo un'idea sensata nemmeno a pagarla oro, ma per fortuna abbiamo quest'alibi inestimabile, che siamo ostaggi della sinistra radicale. Cercherò di dirlo con tutta la riformista franchezza di cui sono capace: siamo ostaggi! Che culo!
Ma il Manifesto non doveva fallire? Se e' questa la qualita' dei suoi articoli, allora...
In effetti Robecchi è un grande satiro. Questo è il corsivo domenicale che noi fortunati lettori (e orfani di Piovono Pietre) si attende sempre con gusto come le paste del genero.
Torna pure a leggere le didascalie dei calendari di Max.
finalmente d'accordo anche con travaglio. Mi sembrano qui bauscia al bar che spiegano sempre come i loro tempi fossero i migliori ma nessuno se ne è accorto.
Una domanda mi preme Ma chi ca..o è sto Rossi?
Ottimo, e anche ottimo il pezzo di Robecchi.
Speriamo che servano a rendere un po' più chiare le cose per il futuro. Ossia: se c'è un "riformista" che si lamenta è perché il governo Prodi non è abbastanza di destra. Poi si può anche essere d'accordo con il "riformista" di turno, basta che non si pretenda di dire che quella è la "vera" sinistra, ostaggio, appunto, dei biechi "radicali" che, con più voti della Margherita, hanno meno della metà dei suoi ministri...
ancora un grande Travaglio...
"E' bene ammetterlo subito: non ho condiviso l'idea di utilizzare il settimo comandamento per descrivere l'attività degli evasori fiscali. Non ho granché apprezzato che il ministro dell'Economia parlasse di furto nel caso degli evasori. Basta furori ideologici" (Nicola Rossi, il parlamentare "riformista" recentemente dimessosi dai Ds, Il Mulino, 5 gennaio 2007).
da 'carta canta' rubrica di M.Travaglio su repubblica online
beh, ci mancava proprio il dialogo delle sciure maria e ines per certificare, se mai ce ne fosse bisogno, la cifra qualunquistico-intollerante del tanto ma tanto caro... E tutti a bersela in un gorgoglio di indignazione pavloviana. Per dirla alla moreti: ve lo meritate travaglio, ve lo meritate.. Quelle decadence a' la gauche.
embè giuseppe ? non solo ce lo meritiamo, ma siamo orgogliosi di Travaglio, tu tieniti i tuoi vespa, belpietri, ferrara e compagnia brutta...
"riformista" da tempo e' sinonimo di "neoliberista".
insomma, quelli che vorrebbero +precariato, niente liquidazione, tante belle pensioni truffa private e nessuna tutela per i dipendenti.
e ora, scopriamo, hanno pure un debole per gli evasori fiscali e per i fondi neri off-shore...
dai Tonii, non dirmi che non lo sapevi...
non so voi, ma io sto facendo le novene perché il Pd nasca. Sai che liberata? Niente più "riformisti" che si coprono le pudenda con il termine "sinistra", che sarà pure sputtanato (per colpa loro), ma che un senso ce l'ha ancora. Certo che poi toccherà incazzarsi quando si definiranno "democratici", e inneggeranno ai De Gennaro e agli altri prodi del G8. Che palle. Ma se lo chiamassero, chessò, "Partito dei Vandali Sociali, Sostenitori di Guerre Democratiche, Proni al Vaticano, Tutori degli Interessi di Berlusconi"?
Ammetto che PVSSGDPVTIB sembra più che altro un codice fiscale, ma sarebbe molto più chiaro di PD, no?