Chiediamolo a chi su "Il Riformista" ci scrive ;)
Riformista non è apparso alla metà degli anni '90, ma all'inizio degli anni '80 per caratterizzare quella corrente del PSI che voleva spostare il partito verso posizioni più filo-atlantiche, rinunciando alla dialettica del confronto di classe. (la corrente riformista, il cui massimo esponente è stato Craxi, si opponeva a quella Lombardiana).
Ancor più decisamente all'interno del variegato mondo della sinistra, il termine riformista è sempre statoi utilizzato in contrapposizione a quello "rivoluzionario", per differenziare le componenti che ritenevano necessario perseguire l'euità sociale attraverso la riforma del sistema esistente e quelle che ritenevano necessario una rottura più netta: "rivoluzione proletaria".
La principale caratteristica storica del riformismo (che si può notare ancora oggi) è l'accettazione del sistema liberale (capitalismo, mercato, libertà individuale), come "base strutturale" sulla quale intervenire per perseguire più efficacemente l'equità sociale.
A questa visione si contrappone (oggi come in passato) una visione dirigista del sistema economico e sociale che avoca allo stato responsabilità di intervento diretto (e non meramente regolatorio) nella vita economica e sociale del paese.
Corrente lombardiana? Equità sociale? base strutturale? Visione dirigista che avoca? Intervento diretto vs. regolatorio? Ma, riformista non è quello che vuole semplicemente fare delle riforme? E chi non vuole fare delle riforme? E poi, la riforma di cosa, se non abbiamo capito un'acca?
Chi non vuole riformare la situazione e' uno che vuole che le cose non cambino, pensa che l'Italia sia il migliore dei mondi possibili e non che ci sia niente che debba/possa essere migliorato/cambiato.
riformista è parola che definisce la componente del psi (all'inizio del secolo) che appoggia il programma minimo del partito e non quello massimo, che da vita alla corrente via via definita massimalista e prima ancora sindacalista.
Il partito socialista riformista fu fondato da leonida bissolati (espulso dal psi da mussolini and company, successivamente furono definiti riformisti altri socialisti espulsi dal psi dopo la rivoluzione russa tali Filippo Turati e Giacomo Matteotti. Nel dopoguerra secondo riformisti furono una corrente del psdi e poi del psi e anche di alcune formazioni minori.
In germania riformista fu prima bernstein e poi kautsky.
Bestie nere del leninismo del comunismo e dello stalinismo, i riformisti sono l'unica componente storica del socialismo sopravvissuta alla scomparsa delle ideologie del secolo scorso.
Con il dovuto rispetto berlinguer c'entra con i riformisti come i cavoli a merenda essendo l'erede di quel togliatti che alla morte di turati titolò sull'unità un articolo "é morto un traditore".
Che c'entrino oggi Rossi, Calderola, e compagnia cantante con il riformismo è curiosa anomalia della politica italiana, forse spiegabile con il fatto che gli eredi del pci non possono chiamarsi cosisti e quindi in assenza di competitors si sono appropiati del termine.
Quanto al fatto che Lombardi non fosse riformista è una bestialità frutto di ignoranza storica abissale, lombardi (che proveniva dal partito d'azione) fu il leader della corrente riformista nei primi congressi psi del dopoguerra . Per precisione la componente di craxi si chiamava autonomista
Ai miei tempi (si fa per dire) la differenza era tra riformista e rivoluzionario, no? Adesso pero` mancano i rivoluzionari...
cercare su wilkpedia cosa vuol dire riformista? ci saranno diecimila volumi sulla storia del socialismo che ne parlano!!!! minchia come siamo ridotti!!!
alessandro il tuo commento o è fine ironia o è assoluta ignoranza della storia della sinistra italiana dire che il termine riformista compare negli anni '80 è semplicemente ridicolo.
Gennaro riformista più ancora che a bissolati lo farei risalire a cuore e critica e cioè a trent'anni prima. Berlinguer per la precisione defini i riformisti una malattia.
Scusate, rileggendo mi accorgo di non essermi spiegato bene. Ci riprovo. Perché i discendenti di chi definì "malattia" il riformismo oggi si proclamano riformisti? Perché questo aggettivo da qualche anno a questa parte è diventato la parola più usata da ogni politico? Perché è stato desemantizzato al punto tale da diventare un suono che tutti usano senza però avere ben chiaro per dire cosa?
ho letto wilkpedia.
MON DIEU
se tutte le voci sono composte in quel modo siamo di fronte al genio di de curtis detto totò.
Ma ci sarà mica gente che studia leggendo quelle castronerie? si apra un dibattito per tutelare i giovani e diffidarli dall'usare simili instrumenti di morte cerebrale
1) perchè i discendenti di berlinguer si vergognano di berlinguer e più ancora della loro storia, (dimenticando magari che storicamente parlando non è che gli altri siano messi poi tanto meglio, mai mi stanco di ricordare che mussolini fu direttore dell'avanti)
2) è l'aggettivo più usato dalla sinistra perchè fa fine poter dire di essere stati con matteotti e non con beria e soci
3) semmai la domanda è perchè si usa un aggettivo deprivandolo del sostantivo: riformista storicamente è sempre stato abbinato a socialista. Oggi poichè parlare di socialista ( nella versione psi) o di socialismo (nella versione mitterand, gonzales, papandreu, kautsky, brandt, allende etc etc etc) non appare trendy si cancella il sostantivo e si tiene l'aggettivo, potendolo poi abbinare a qualsiasi altro
sostantivo: cattolico, laico, federalista, moderato; rammentovi che ci furono anche dei buontemponi che parlarono di fascismo riformista (Rigola Rinaldo)
4) la spiegazione è semplice. quando non si ha un progetto che vada al di là del buonsenso governativo; quando l'unica ragione di esistenza (peraltro positiva) è la sconfitta dell'avversario berlusconiano; quando non si può parlare ne del passato (di cui ci si vergogna, e notate bene questo vale sopratutto per gli ex pci ma anche per gli ex psi e gli ex dc) ne del futuro (di cui non si ha idea); quando il definirsi è difficile e renderebbe più complesso la conquista del potere si cercano termini neutri: progresso, riforma, cambiamento, modernità, trasformazione, rinnovamento, democratici. Tutti termini polivalenti che escludono per definizione solo piccole minoranze (monarchici,conservatori, reazionari, passatisti, immobilisti etc etc). A voler essere pignoli le definizioni neutre sono anche ambigue e del resto se guardiamo alla simbologia politica sembra di essere dal verduraio: margherite,ulivi, quercie. ed i nomi poi sono tutto un programma: italia dei valori (avete mai immaginato qualche partito che si proponga con il nome austriaci dei disvalori?), unione (ve la immagine una proposta politica sostenuta dallo schieramento dei divisori?). Un tempo uno era orgoglioso di definirsi socialista, comunista, repubblicano, oggi stento a credere che uno sia orgoglioso di sentirsi definire margheritino (eccezzion fatta per i fioristi)et similia.
A proposito di Wikipedia è sicuramente importante sapere che non si tratta dell'Enciclopedia Britannica. Il suo funzionamento,il numero di persone che scrivono/controllano/rileggono ecc., la necessità di produrre fonti garantiscono in buona parte la veridicità degli articoli, ma se ti capita di leggere un articolo subito dopo che questo è stato *vandalizzato*,per esempio, e prima che qualcuno elimini la *scempiaggine*, devi sapere che non puoi prendere tutto per oro colato. Il sistema in generale sembra funzionare, ma sono d'accordo con gennaro, i ragazzi devono essere informati sulla particolare natura di Wiki. Sono anche piuttosto scettica su alcune traduzioni, mi è successo di leggere lo stesso articolo in italiano e in inglese trovando l'una o l'altra versione piuttosto diverse o mancanti di parti.
Claudia
uh io l'ho sentito prima degli anni '90, ero una pischella, saran stati gli inizi del decennio precedente guarda. c'era in galleria del duomo un raduno di tizi in doppiopetto con garofani all'occhiello che si davano gran pacche sulle spalle, uno lo sentii dire a un altro "sei proprio un grande riformista" o "noi riformisti", adesso purtroppo la frase esatta non la ricordo, ma era sicuramente un complimento al "riformismo" di quella persona. episodio indimenticabile e mai dimenticato!!!
Carolina
Gennaro, che dire? Parole sante...
Riformista era il grande PCI di Enrico Berlinguer. Riformista cominciò ad esserlo dalla terza via di Togliatti. Noi DS non ci vergognamo di Berlinguer ma ne andiamo orgogliosi. Noi DS non ci vergognamo della nostra storia ma ne andiamo orgogliosi
Ciao
Se si arriva a sostenere che non solo berlinguer ma anche togliatti erano riformisti allora vuol dire che le parole non volgiono dire proprio più nulla e che si può sparare qualsiasi minchiata in ineffabile spregio della realtà storica. E allora é anche giusto che ci sia chi resta orgoglioso di aver fatto parte del komintern (noto ritrovo di riformisti..)
*scempiaggine*, devi sapere che non puoi prendere tutto per oro colato. Il sistema in generale sembra funzionare, ma sono d'accordo con gennaro, i ragazzi devono essere informati sulla particolare natura di Wiki.
No, wikipedia, soprattutto per quanto riguarda la storia del XIX e del XX secolo è assai lacunosa, anche senza vandalismi. Ostaggio dei cricche di ultrà volutamente inncopetenti o meno, oppure frutto di compromessi tra varie bande (ma la storia si scrive a colpi di compromessi??) è il peggior strumento per farsi una "cultura". Si leggano libri scritti da persone competenti, per Dio!!
eh eh. un po' di anni dopo, già non giravo più per il centro accompagnata, in via porro lambertenghi (sede ex FGCI) sentii anche uno che usava il termine così - trattavasi di un dirigente che ce l'aveva con un dissidente: "Perché vedi, noi siamo riformisti fuori e leninisti dentro". Era solo un modo di dire a una persona che non era tanto furba, per me, non so se qualcuno ha altre teorie.
Carolina
A me quelli che si definiscono riformisti stanno sui coglioni. L'ex direttore del riformista in particolare.
Federigo Caoecchi... ?!?! nomen sunt consequenzia rerum... infatti: come scusa? la storia di voi ds? quella storia non appartiene a voi, patetico ladruncolo politico-dipolli di quarta categoria... pussssa via! scarafaggio camuffato da ex-Mosca! tipico di questi tempi... come la quantità industriosa e industriale di ignoranza e scempiaggini malveicolate sul ogni mezzo di comunicazione di massa... come questo... eccelse eccezioni escluse, anche qui vedo. noblesse oblige, nel senso intellettuale ovviamente. snobismo odioso quanto inevitabile. come le molotov, fatte con bottiglie di champagne, cose per rare occasioni. che non capitano più, ormai. sigh... ;-) con tutti sti patetici illusi e noiosissimi riformisti che circolano, come potrebbe? che odio.
ps. ma insomma, ancora ci stupiamo e indignamo... che N O I A moertale. cribbio, ma questa è la muova cultura (di massa) signori, e lo è da tempo!!! colpa dell'elite che ha sbracato o della massa che ha sbafato? chi potrà mai saperlo? o semplicemente colpa di nessuno, è la fatalità, la fatalità democratico tecnologica, se vi piace di più... accade! adesso!! OVUNQUE!!! aaaaahhhhh!!!!
però c'è ancora chi ha la forza di indignarsi... ma vah! dite/cano pure riformista come quanto vi piace! suona bene in bocca! o così pare... che potreste dire rifornimento di rioforniente che sarebbe lo stesso. riformista è più elegante, come una cravatta dell'upim. io personalmente però preferisco le t-shirt... insanguinate di riformista, sporche di cioccolato sudore vino scopata e bruciato. ne conservo alcuni rari esemplari rimasti. in una teca, in caveau sotterraneo blidato, ex rifugio postatomico. pare che tra circa 10 anni varranno una fortuna. le venderò a dei giovani ricchissimi riformisti, ne sono certo. a titolo di pensione, d'anzianità permanente.
- si è riso tanto che ora affoghiamo nelle nostre lacrime -
rien ne sera jamais ensemble plus chic terrible e fantastique de l'anarchie. le plus eleveè amour ideal, politique e estetique, vitale e mortale, de l'humanitè. (pardon mon francais :-)))
riformisti fuori e leninisti dentro... stupendo!!! una forma d'insulto a 360°x 360°... sferico, direi! insulta tutto, chi lo dice, chi lo ascolta, chi ha formulato entrambi i termini, il luogo in cui è stato detto (la creatività della fgci... meglio/peggio della saatchi... veri fenomeni trash), la politica, l'estetica, l'humor stesso, tutto cio che la riguarda... che frase tanto banale mella sua stupidità, nella sua necessità da cretini integrali e irrispettosi, quanto inarrivabile fantasia, come è sempre il delirio quando inconsapevolmente si maschera da ragione "dominante"
il bello dell'estetica politica è che ridà almeno un pò di piacere... perduta ogni effecacia della politica e ogni giudicabilità nell'estetica, l'incontro tra queste due discipline può riservare ancora qualche brivido... quelli da surrealismo puro, meglio di quello di maniera di dalì... più come un man ray più duchamp...
il senso, cari signori, è un brivido alla schiena, oggi. non è una scelta tardoromantica da snob semintelligenti, è un inevitabile dolorosa mutazione, da constatazione fattuale evidentissima, tanto da non dovere nè poter nè voler essere dimostrata. il resto è realismo di maniera, creduloneria d'acciao e plastica, indistruttibile, comoda e noiosa da morire, tanto dà da vivere.
Questa discussione sui riformisti e non riformisti non ha più senso, fa bene Prodi a non parlarne.
E' solo un modo per attaccare Verdi, PDCI e Rifondazione, considerati massimalisti.
Ma i Verdi non sono nè riformisti nè massimalisti, si preoccupano solo della sostenibilità del nostro modello di vita e di sviluppo, come tutti gli ambientalisti, preoccupazione che dovrebbe essere anche di DS e Margherita e del futuro Partito Democratico,
tanto è vero che anche in questi partiti ci sono persone con sensibilità ambientale, provenienti da Legambiente e dai Verdi stessi.
Dovremmo abbandonare definizioni ormai superate dalla storia e polemiche ormai vecchie e concentrarci su quello che i vari politici propongono. Sono proposte che ci consentiranno di superare le emergenze ambientali locali o globali o no?
Altrimenti saremo tra un po' tutti morti, poco importa se riformisti, conservatori o massimalisti. Mi sembra che siamo tutti sopra un gigantesco Titanic, che festeggiamo mentre andiamo verso un enorme iceberg !
questa discussione mi riporta molti anni addietro, priam lezione di italiano, terza liceo scintifico, entra un professore con il libro di Asor Rosa sotto il braccio, ci guarda con odio misto a commiserazione, dopo aver prima cacciato di classe un compagno perchè aveva osato mettere la penna a forma di sigaretta (allora si usavano) in bocca, ci invita ad aprire la prima pagina e ci inchioda per tre ore e le tre giornate consecutive perchè gli fornissimo la spiegazione del termine "borghesia".
Fu un incubo, passammo ore ed ore a cercargli la migliore delle spiegazioni, allora non esisteva Wikipedia, ma la Garzanti, la Treccani, Conoscere, l'Enciclopedia dello studente e l'ineguagliabile Vita Meravigliosa a colori .
Nessuno dei 25 studenti portò all'esimio professore la spiegazione che lui s'aspettava, nulla lo soddisfò , ricordo ancora l'aria schifata con la quale lesse tutte le nostre ricerche, esisteva la "piccola borghesi", "la media borghesia", "l'alta borghesia", "la borghesia rivoluzionaria francese" che fece cadere la nobiltà e decapitò tante teste , mancò tutto quel sangue versato lo saziò.
Ci sentimmo ignoranti di fronte a cotanta insoddisfazione , ancora oggi io non so cosa significhi realmente "essere borghese" lui non ce lo spiegò mai.
oggi leggo la stessa tiritera a proposito della parola "riformista", oibò è ritornato il fantasma del mio professore d'Italiano sotto mentite spoglie e non me n'ero accorta?
alberto tu ami le provocazioni e ogni tanto ci punzecchi per vedere se siamo stati attenti e così ci sguinzagli alla ricerca di wikipedia e di tutte le voci presenti sui motori di ricerca, google segnala il termine "riformista" per ben 1.210.000 volte, io non aprirò nessuna di queste pagine per trovare la migliore risposta, perchè tanto non servirebbe, nessuno può soddisfare tale ricerca come a suo tempo non soddisfacemmo il nostro professore.
Già dato!
ma ti darò invece una mia personalissima interpretazione, in un mondo dove le rivoluzioni hanno ampiamente dimostrato, che dopo l'azzeramento quasi sempre violento ed irreversibile,delle classi dirigenti precedenti, si ristabiliscono gli stessi abusi, le stesse metodologie di intimidazione, gli stessi soprusi, perchè chi forma i governi successivi, è pur sempre colui che eredita un sistema sconfitto con la violenza, imporrà inevitabilmente la propria visione di vita legittimandone e imponendone le successive condizioni.
riformismo è dover usare la ragione, la mediazione, la ricerca costante del dialogo , adeguando, mano mano che la società si trasforma e si evolve, nuove leggi e nuovi progetti.
E' molto più difficile essere riformisti che non rivoluzionari, perchè non saltare al collo di colui che t'avversa, ti colui che ti sfrutta, di colui che non ti permette una vita serena, di colui che ti scavalca in un concorso perchè parente di o portaborse di, è dura tanto dura, i rospi da ingoiare sono belli e grossi, ma io pur convinta che questa famosa fase due tarda a nascere, che molti leaderini stanno svendendo la nostra storia, si stanno aggrappando a poltrone e poltroncine, stanno facendo cordate e bordate vergognose , stanno sfruttando illegittimamente i migliori gioielli di famiglia , continuerò a preferire la strada del riformismo che giusto per essere in tema secondo la definizione etimologica del garzanti " è tendenza a modificare gradualmente e con mezzi pacifici l'ordinamento della società e dello Stato, ripudiando i sistemi rivoluzionari".
Con questa definizione, io ci metto in linea tutti coloro che hanno contribuito a far sì che dal ventennio in poi, l'Italia resistesse al fascismo, al golpismo, alla mafia e ai suoi derivati.
Berlinguer lo era? secondo me sì perchè ogni suo atto era speso a preservare lo Stato dal pericolo dello stragismo, ogni sua azione era veicolata alla ricerca della mediazione politica , chiese sacrifici e non nascose a nessuno le difficoltà della crisi industriale sin davanti ai cancelli della fiat, dovettero far sfilare 40.000 quadri fiat per costringerlo al silenzio con il sindacato.
Oggi chi sono i riformisti? o meglio ci sono ancora i riformisti? se non si vuol pensare ad una politica di comodo, di facili promesse e di facili posizionamenti sì, è una proposta sempre valida ed attuale, la migliore direi, ci sono in giro veri riformisti? questa è la vera domanda che mi piacerebbe leggere alberto, su questo varrebbe la pena cominciare a pensare e riflettere.
maria
come al solito rileggo dopo, perciò correggo soddisfò con soddisfece.
mea culpa
caro Alberto,
suppongo che una risposta soddisfacente ai tuoi interrogativi debba essere vincolata a elementi concreti, se no si seguono i "riformisti" esattamente sul loro terreno. Gli elementi concreti sono le politiche che i "riformisti" propugnano. Che sono, mutatis mutandis, esattamente le politiche craxiane. Ossia, brutalizzando, politiche reazionarie. Nel senso proprio del termine, ossia di reazione all'avanzamento della classe o gruppo sociale che si ritiene proprio antagonista. Oggi come oggi, i "riformisti" hanno come anatagonista non certo il proletariato e nemmeno "la povera gente". O gli operai. No. Hanno per antagonisti gli uomini e le donne liberi/e, che non accettano più di obbedire agli ordini delle elites politiche. Che non piegano la testa di fronte a inceneritori o tunnel anche se a farli è la """"sinistra"""". I riformisti, in realtà, sono gli ultimi moichani dell'elitismo, quelli che non hanno capito che il XX secolo è stato il secolo dei leader (con i bei risultati che sappiamo) e che il XXI sarà il secolo dei portavoce. Certo, ci vorrà tempo. Ma è una evoluzione inevitabile, perché una volta le masse erano masse, e oggi sono moltitudini di individui pensanti. Quelli che se ne fregano ci sono e ci saranno sempre, ma chi non partecipa non conta. E oggi, a differenza di ieri, chi partecipa vuole contare e vuole che la sua voce sia presa in considerazione. Porta-voce, appunto. Ossia un leader contemporaneo e moderno deve farsi interprete non delle sue astrazioni ("l'interesse del paese", "la governabilità" ecc ecc) ma delle pulsioni che vengono da chi lo elegge come tale. E nel momento in cui un portavoce non porta più la voce della propria comunità di riferimento cessa di essere leader e torna a essere quello che era prima. Oggi, invece, un leader non decade mai, facendo comunque parte di una elite che gli consentirà in ogni caso di campare al di sopra dei propri meriti.
Concludendo, come diceva Mike, gli attuali "riformisti" sono gli zombie (morti inconsapevoli) della politica contemporanea, e hanno scelto tale etichetta perché le altre via via utilizzate (modernizzatori, tanto per citarne una) le hanno già sputtanate. Vedrai, tra poco, pochissimo, "riformista" sarà una parolaccia talmente schifosa che nessuno, d'incanto, lo sarà mai stato...
Maria Cascella, sottoscrivo ogni parola.
Invece, caro Marco: se il nuovo scontro sociale è quello che contrappone gli interessi particolari di valligiani a progetti più o meno discutibili, ma comunque di interesse generale, allora siamo passati dalla lotta di classe alle beghe di condominio (mai nel mio giardino! Facciamo pure inceneritori iper ecologici, ma non vicino a casa mia, facciamo treni e non autostrade, ma non dalle mie parti ecc.).
Poi toglierei di mezzo ogni riferimento a rivoluzione contrapposta a riformismo: la rivoluzione è un modo per prendere il potere, come tale è contrapposto ad altri modi per andare al potere. Una volta che una parte politica è andata al potere – sparando come nel 1943-1945 – o con elezioni, quello che farà sono riforme (ad esempio una nuova carta costituzionale, una legge sul divorzio, la nazionalizzazione dell’energia elettrica, la privatizzazione della stessa ecc. ecc.). Non so chi ha detto nella discussione che quel che conta non è il termine riformismo, ma l’aggettivo che lo qualifica: perfettamente vero, tant’è che le origini del termine va ricercato nel XVIII secolo (e l’illuminismo di riforme ne fece di potenti anche prima di arrivare alla ghigliottina).
Andrea
caro Andrea, ma che dici scusa?
I valligiani (come li chiami tu con un sottofondo di disprezzo) difendono l'interesse generale di noi tutti: la slavaguardia dell'ambiente, evitare lo sputtanamento di colossali fortune per un progetto inutile. I "riformisti", invece, difendono un interesse particolare: quello di far soldi dei cementificatori, con i quali, sovente, sono soci in affari. E' stato dimostrato oltre ogni dubbio che con una spesa infinitamente inferiore si può raddoppiare la linea esistente, per di più in poco tempo. Mentre il demenziale tunnel, tra l'altro, sarebbe pronto tra 20'anni. Chi si batte contro gli inceneritori non ha mai detto fatelo in un altro quartiere, dice semplicemente non fatelo. E propone anche le altrnative, ossia la raccolta differenziata porta a porta, che costa assai meno e fa bene alla salute pubblica e all'economia (interessi genrali), mentre il partito degli inceneritori (di cui è capofila Bersani, più altri suoi amichetti "riformisti" di vario taglio, tra cui gli immancabili Gnutti, coop ecc) vuole una cosa cancerogena e costosissima, oltre che insostenibile per l'ambiente, solo per far soldi (interesse particolare).
Vedi un po' tu...
Sono valligiani, abitanti di una valle: non c'è disprezzo ma volontà di sottolineare l'opposizione tra interesse particolare e altri interessi, ad esempio quello dei triestini, che sono molto favorevoli al corridoio 5 perchè rappresenta un'occasione unica per rilanciare un'economia cittadina altrimenti in continua decadenza. Anche i valligiani oltralpe sono favorevoli. Forse questi sono favorevoli per un motivo serio, che in Italia non si conosce, ossia la contrattazione, rendere partecipi i cittadini delle opzioni che li interessano per tempo, non a lavori avvenuti o iniziati. In Francia sono anni che discutono della TAV e se al di là della val Susa non ci sono state proteste forse è per questa capacità di creare tavoli di discussione e trattative per tempo. Anche questo è riformismo, ossia cambiare la pratica delle decisioni politiche in opposizione al centralismo e alla burocrazia.
Poi cosa c'entrano Gnutti coop o Consorte col riformismo? E' proprio il contrario: chi salvaguardia posizione di potere affidandosi ad alleanza tra interessi politici ed economici è all'opposto di qualunque riformismo. Quella è la pratica democristiana o craxiana: usare situazioni di potere per elargire favori e consolidare potentati amici. L'opposto appunto del riformismo liberale. Già Luigi Einaudi all'inizio del '900 si opponeva strenuamente contro le sovvenzioni statali che determinavano favori e posizioni di potere per industriali.
Andrea: "Cosa c'entrano Gnutti coop o Consorte col riformismo?"
E lo chiedi a OMB? Vallo a chiedere a quelli che "allora abbiamo una banca". O a quelli che hanno tali e tanti appoggi nel mondo dell'economia da potersi permettere un partito con annessi e connessi, ma senza la seccatura degli elettori (Italianieuropei). Questi due sono la punta dell'iceberg di una classe politica tanto distante dalla società da aver perso qualunque rappresentatività e di conseguenza qualunque capacità di proporre innovazione e riforme. I loro presunti riformismi sono solo un modo subdolo di sfruttare una definizione ancora non contaminata. Durerà poco.
non lo chiedo a OMB, lo chiedo a marco che ha scritto: "...Bersani, più altri suoi amichetti "riformisti" di vario taglio, tra cui gli immancabili Gnutti, coop ecc".
Dopo di che sono d'accordo con te. Ma i tuoi argomenti a mio avviso sono ottimi per sostenere la causa di un riformismo liberale. Io sono d'accordo che il vecchio ceto politico (de sinistra, perchè di quello ci interessiamo, ma anche di destra) va cambiato: da Bertinotti a D'Alema: sono tutti figli di una politica oggi irreale e per questo non sono in grado di cambiare nulla ne di fare riforme. Ma le riforme vanno fatte e a sinistra forse c'è qualcuno più giovane che potrebbe provarci.
Insomma: perchè ci sono paesi dove quando uno perde se ne va e altri dove uno che perde, non solo resta ma torna a governare? Impedirei questa permanenza e questi privilegi con una bella riforma
e daje con le riforme, Andrea...
Ma quali???
Fare gli inceneritori? I rigassificatori? Il Tav? Tagliare le pensioni? La sanità? La scuola pubblica? Favorire la precarietà?
Oppure...
Trasformare il sistema energetico italiano in direzione delle fonti rinnovabili? Risanare il territorio? Investire in una scuola e sanità pubbliche di alto livello? Ridurre la precarietà al minimo possibile? Liquidare gli enti e i sottoenti ingolfati di "riformisti" di vario livello e lignaggio? Difendere il potere d'acquisto della classe media (oltre che dei meno abbienti, naturalmente)?
Vedi tu. Una cosa è tatcherismo e craxismo, l'altra buonsenso. Prodi ha inaugurato il conclave di Caserta proponendo i punti che io ho chiamato buonsenso. Il Corsera ci ha fatto due palle così, spalleggiando il sig. N. Rossi, per favorire quelle cose che ho chiamato tatcherismo e craxismo. Guarda caso pompati anche dai fassini e compagnia brutta.
Altro che "riformisti" contro "conservatori". Proviamo a dire che è "tatcherismo&craxismo" v/s "buonsenso" e vediamo l'effetto che fa
marco mi sono posta seriamente il problema se risponderti oppure no, io ho teorizzato una linea di condotta e di comportamento che ho cercato sempre di applicare in ogni momento della mia vita sono riformista proprio nella testa, in ogni cellula del mio ervello alberga la necessità del confronto e della dialettica, non riuscirei, in alcuna circostanza, a immaginare un'azione che non sia espressamente dialettica , non perchè sia pavida ma proprio perchè non credo nella buona fede di chi costruisce con la reazione verbosa o violenta la difesa delle proprie idee e dei propri progetti.
detto questo, proprio perchè il mio ragionamento non rimanga pura teoria ti preciso che i problemi da te elencati
riformismo non vuol dire girare la testa dall'altra parte e fregarsene della ricerca della soluzione dei problemi, non confondere tale aggettivo con l'attuale classe dirigente italiana , che proprio per conservare i propri interessi non sta nè scegliendo nè elaborando alcuna soluzione.
hai parlato di raccolta differenziata, ma lo sai che è solo fumo negli occhi? le tariffe sono aumentate e i rifiuti sono falsamente stoccati, poichè siccome non si vuole scontentare nessuno nessuno decide nulla, e i rifiuti vengono ammassati senza controllo in zone non controllate, nei paesi del nord , la qualità dell'ambiente è veramente alto , vedasi germania, svizzera, eppure hanno risolto i problemi dei rifiuti o dell'energia con soluzioni che se fossero da noi applicate si vedrebbero interi paesi scendere in piazza e mettere a fuoco e fiammme il comune in questione per le proteste che immancabilmente s'innescherebbero.
noi dobbiamo pretendere controlli, verifiche, perizie tecniche ma non che non si prendano in considerazione le soluzioni più adatte alla tecnologia e ai bisogni delle comunità odierne.
ma i politici così tanto derisi da noi, in realtà ci assomigliano, tutti scarmigliati e propensi a coltivarsi l'orticello, loro siamo noi, sono il nostro specchio, sono le figure deformi di una realtà che ci portiamo dentro fin nella più piccola nostra cellula, la cura del "particulare".
io vedo l'italia devastata ed impoverita, il patrimonio artistico abbandonato e in preda all'incuria, in giappone la gente si muove su mezzi pubblici veloci e puntuali , un pendolarismo quotidiano fatto da milioni di persone e noi non riusciamo ad avere metropolitane degne di questo nome, bisogna trivellare?
bene lo si faccia! lo chiami decisionismo craxiano? no perchè io non do le mazzette al 10% perchè si chiudano non un occhio ma tutti e due sui controlli, sui piani d'impatto
ambientale, sulle falde acquifere, e così via.
questa è la differenza tra un socialista craxiano e un socialista riformista, uno prende i soldi e ci compra la pelliccetta all'amichetta sua e t'inquina la vita, l'altro ti trivella il tunnel ma se sgarri nel rispettare la sicurezza ti trivella il cervello per non dire altro.
maria
A decenni di distanza, eviterei strumentali contrapposizioni fra Saragat e Berlinguer, uomini che hanno certamente interpretato due anime diverse della sinistra ma che hanno anche saputo condividere, nella teoria e nella pratica, principi fondamentali quali l’antifascismo.
Non è stato un traditore il primo e penso sia scorretto santificare oggi il secondo.
Trovo invece una certa somiglianza nei metodi usati, in periodi diversi, dalle anime belle per demonizzare la sinistra riformista.
Nel 77 gli untorelli dell’autonomia, si scagliavano con violenza contro Luciano Lama all’università di Roma e Berlinguer veniva accusato di revisionismo; a trent’anni di distanza trovo ancora molta similitudine nel linguaggio usato per accusare coraggiosi riformisti come Pier Luigi Bersani … Beppe Grillo docet!
Il tono accusatorio viene ancora preferito alla critica e al confronto delle idee, nella prassi e nel linguaggio di molti appartenenti alla sinistra.
Per loro, chi è favorevole alla TAV e ai moderni inceneritori non può che essere "un socio in affari", poco importano le idee diverse dalla propria, ciò che importa è la demonizzazione e l’accusa!
Certo che serve la raccolta differenziata ma, servono talvolta anche gli inceneritori per smaltire parte del materiale raccolto, come potrebbero servire i tunnel ferroviari per fornire un'alternativa al trasporto su gomma.
Gli svizzeri si sono autotassati per costruire il nuovo tunnel ferroviario del Gottardo, un imponente cantiere che muove tonnellate di cemento e importanti flussi di denaro.
Sarà forse pronto nel 2012 ma la loro lungimiranza darà certamente dei frutti!
Da noi invece si procede guardando solo lo specchietto retrovisore e si perdono i treni.
Il ventunesimo secolo dovrà essere il secolo della rivoluzione energetica e della lotta alle povertà.
Temo però sia impossibile difendere l’ambiente e individuare fonti energetiche alternative a prescindere dalla ricerca scientifica e dall’innovazione tecnologica e temo sia impossibile ridistribuire ricchezza senza sviluppo … o preferiamo forse distribuire miseria?!
Siamo nel terzo millennio e spero che la sinistra e le forze progressiste sparse qua e là nel pianeta, sappiano coniugare le idee migliori dei movimenti che hanno caratterizzato gli ultimi due secoli, il liberalismo e il socialismo.
Ciao a tutti, Walter
ho paura che non ne usciremo mai da una simile discussione. Vi faccio un simpatico esempio che viene dalla mia città, Reggio Emilia. Il sindaco, della margherita, ha introdotto la raccolta differenziata porta a porta, dopo che per anni la precedente giunta diessina e la municipalizzata (ex ahimè) gas e acqua la aveva sempre derisa e osteggiata. Perché? Perché volevano costruire un secondo inceneritore (ovviamente moderno caro Walter, i "riformisti" fanno sempre cose moderne, lungimiranti). Uno infatti ce l'abbiamo già. Per anni han detto che non inquinava. Poi si è scoperto che le centraline le avevano costruite soppravvento, le hanno dovute spostare e l'impianto è stato immediatamente chiuso. E riaperto di recente... Ma ce ne voleva uno nuovo, immenso, per bruciare pattume d'importazione che, con gli incentivi del "coraggioso riformista Bersani", equivaleva a oro puro (lo sai Walter che gli incentivi Bersani sono costati all'Italia una procedura d'infrazione europea? Lo sai che non esiste possibilità di evitare che un inceneritore produca diossina? Lo sai che la diossina è cancerogena?). Comitati civici sorti dappertutto, l'intera città in subbuglio e in rivolta contro i padri padroni diessini per la prima volta dal dopoguerra. Bene la nuova giunta inizia appunto con il porta a porta da un quartiere periferico ma, attenzione, procede spedita nei progetti di costruzione dell'inceneritore, che è un business multimilionario che i "riformisti" vogliono a tutti i costi. E mani ignote, nottetempo, rovesciano i cassonetti del porta a porta, gettano pattume nelle strade ecc ecc. Il tutto per dimostrare che non funziona. E infatti sorgono misteriosi comitati anitporta a porta, che non hanno seguito popolare ma grande rilievo sui media locali (indovinate un po'... "riformisti"). E ora è partita una raccolta di firme per abolire il porta a porta, patrocinata dai "riformisti", ovviamente. Ah, dimenticavo. La nostra cara (ex) municipalizzata faceva e fa raccolta differenziata classica. Salvo poi, molto spesso, sversare i cassonetti di carta e plastica nelle discariche o nell'inceneritore... E questo è solo un esempio.
Sarò sfortunato, oppure distratto. Ma non ricordo una sola "riforma" "riformista" che non fosse una porcata craxiana fatta per sprecare soldi, conferire incarichi ultra-remunerati a portaborse e mezzecalze, e rubacchiare. Tav, inceneritori, cementificazioni selvagge (venite a Reggio, venite a vedere la selva di gru innalzate ovunque, venite a vedere cosa si costruisce e, soprattutto, chi costruisce nella "riformista" Reggio Emilia... e non sono solo le coop, magari; abbiamo molto di peggio, abbiamo una parola di 5 lettere che qui da noi è vietato pronunciare), privatizzazioni, tagli alla sanità e alla scuola, l'assalto ideologico alle pensioni.
Io però sono talmente a favore di un approccio realistico che sono tuttora convinto che la applicazione del programma dell'Unione sia la cosa migliore che possa capitare all'Italia, date le attuali circostanze. Chissà come mai ai "riformisti" viene la bava alla bocca ogni volta che gli si ricorda che c'è un programma dettagliato, nero su bianco, con cui ci si è legati e impegnati di fronte agli elettori. E che bisogna applicare. Anche se al corsera, al sig. N. Rossi o a ds e margherita non va più bene. E' un po' tardi adesso, per rimangiarselo. La prossima volta il Pd si presenti con il suo vero programma (tagli, privatizzazioni, inceneritori, magari nucleare ecc) e vedremo chi le vincerà le elezioni. E se si condivide l'idea di fondo dei "riformisti", ossia che gli elettori, in fondo, sono delle teste di cazzo irresponsabili che bisogna ingannare con parole fumose, beh allora davvero si scava la fossa alla democrazia e si aprono le porte al populismo (quello vero) e al qualunquismo
marco quella che tu non pronunci ma è palese come il sole è la parola mafia, cupola, che io avverto in ogni forma d'aggregazione umana, e ne ho i sentori pure qui nella città dove abito, amministrata da sempre dalla sinistra con rifondazione a fianco, c'è un limite umano dove oltre non si può andare, commistione , affari, interessi personali e privati, non è immune nessuno, troppe persone con vite superiori ai propri livelli retribuitivi, troppa saccenza per non pensare che quella parola abbia attecchito pure nella sinistra, uno dice ma perchè non vai alla procura e denunci? perchè ci vogliono prove, perchè se ti becchi una denuncia per diffamazione devi tirare i soldi per pagare un avvocato e difenderti e io non ho, per questo non credo nelle rivoluzioni, è innegabile che un uomo o una donna a fronte dei benefici che la sua posizione gli arrecherà tenderà sempre a preservare lo stato acquisito, ne ho visti troppi emergere dal nulla e trasformarsi sotto i miei occhi per non aver capito come funziona.
non ho bisogno di leggere il corriere per capirlo, basta che mi giri e guardi attorno a me per saperlo, fulgidi esempi di arrivismo e ambiguità, a partire anche da compagni un tempo semi-analfabeti diventati portaborse di tizio e caio oggi erigersi a funzionari di partito e sindacato e parlo anche oltre i ds.
ma perchè continuo testardamente a credere in questa stanca sinistra ?
non sono nè utopista nè cieca, sono pienamente consapevole che è entrato di tutto e ormai c'è di tutto!
io continuo incessantemente a votare e credere sinistra perchè i valori fondanti sono i pilastri della convivenza umana.
solidarietà, antirazzismo, difesa dei diritti a prescindere dal sesso, censo, razza e religione, finchè un programma porterà scritto tali principi avrà il mio voto, il mio lavoro, poi successivamente ogni singolo rappresentante che mi rappresenterà dovrà vedersela con la mia , la tua critica, incessante, mordente, presente, questa è ciò che temono di più, perdere consenso, perchè perdendolo i privilegi acquisiti non saranno più automaticamente garantiti.
non penso che sia Bersani a dire di svuotare i cassonetti nottetempo, o a barare sugli indici di salubrità dell'inceneritore, la tecnologia esiste, i sistemi di controllo pure, pensi che ci sia lui personalmente a controllare che tutto funzioni secondo norma?
maria
No, figurati se Bersani ha tempo da perdere con le beghe di Reggio. Ci sono i suoi emuli in sedicesimo, i titani della politica locale. Dello stesso partito però. Questo sì... (la parola, cara Maria, è proprio quella; se vuoi sono anche più specifico: 'ndrangheta)
Massì cari voi, che votate a sinistra per questioni di prinicipio e valori (o per machiavelliche e tragicomiche ragioni di strategia politica) : continuate così... salvo poi, che in realtà gli stessi eletti non possono far altro che applicarle, se va bene, una volta su 100. In questa bieca amministrazione condominiale che è la poltica istituzionale attuale - sono gli interessi forti, le lobbies legali o illegali, corporation o mafie, economico-tecnico-mediatici che la fanno da padroni. Al massimo vi faranno mettere i citofoni. Rer il resto fanno e faranno qualsiasi cosa. qualsiasi, anche cose da vomito e pelle d'oca. E i nostri paladini non fanno nemmeno vera opposizione, perchè magari sono al governo... si fa per dire...
Questa democrazia è marcia fin nelle sue radici, ma ci dà quei contentini di libertà d'espressione perchè da ste parti abbiamo il lusso di poterceli permettere… come ci permettiamo il vasto ceto medio superconsumista, che si barcamena nonostante tutto, e che è sempre moderato, e ovviamente riformista (il colore è a scelta vostra!). Non sia mai detto… tanto cambia ben poco. anche perchè altrove c'è chi si ammazza di lavoro per una tazza di riso o fagioli, anche per noi, nel mutismo più assoluto. Perchè se lì invece potessero davvero parlare allora sarebbero seri guai. Anche per noi (o forse sarebbe davvero la volta che si svolta? Tanto pare che anche loro in gran parte siano stati ben educati a non voler altro che diventare come noi, magari rappando incazzato nero come un bianco).
Quindi anche se ormai il re è nudo, paradossalmete, se i sudditi sono orbi e sciocchi e spaventati dalla loro stessa ombra (di libertà), può continuare a comandare alla grande, con pane e circenses, come sempre. E tra il circo moderno annoverei anche quello della politica democratica e di chi spende energie e tempo a spaccare ogni capello in quattro. Mentre tutto il macro, la struttura, i binari, è fuori discussione. la politica è un cadavere, e ogni tanto, vedi x esempio i casi bancari dell'anno passato, si possono sentire politici di tutti gli schieramenti ammetterlo bellamente davanti alle telecamere. tanto era in seconda serata, e poi chi ha il coraggio di assumersi la responsabilità di crederci fino in fondo e trarne le dovute consueguenze? nemmeno la gggente, i pochi ascoltatori interessati a un programma televisivo politico, i relativamente istruiti e politicizzati. figuriamoci gli altri...
Qualcuno ha detto che stiamo sul titanic ballando alla musichetta di turno mentre andiamo alla rovina contro un iceberg. M me sembra invece che invece sarebbe metafora migliore che questo titanic non affonderà, non per altro, ma perchè navighiamo su un mare di merda, e non ci sono iceberg di merda. Stronzi tanti, e anche grossi, ma quelli non spaccano la nostra bella nave, la accarezzano.. ma intanto noi sempre lì a discutere se l'orchestrina suona bene...
Ciò che è contraddittorio rispetto ai qualsiasi principi civile moderno di sorta è talmente immenso che non vogliamo nemmeno vederlo, va dalle radici al cielo, basta guardare al di là del proprio naso, dell'italietta, delle sue beghe, o nel caso andare fino al fondo più fondo. Ma no, tanto qui si discute di come rasare l'erbetta del giardinetto che non cresce, dei mozziconi di sigaretta da incivili, dallo sfascio delle panchine. il giardinetto è brutto (guardacaso)... riformiamolo!
Guardate in faccia all'abisso dell'ipocrisia attuale, tenete lo guardo fermo su tutto lo sfacelo immenso. e non credo di dovervi fare l'elenco. Se leggete anche solo i giornalacci. senza nemmeno il bisogno di andare tra le righe. a ben vedere è già tutto lì. Ce lo deve dire un comico (ed è un paradosso anche questo) come beppe grillo, sparando a zero a casaccio senza mai arrivare a delle vere conclusioni, ma centrando quasi sempre il punto. Hollywood stessa (!!!) ce lo dice tra le righe della sua ficion (ma è più reale il tg?), ma molte volte sbattendocelo direttamente in faccia, ben sapendo che tanto non faremo niente, tranne pagare per vederlo. Che è poi la nostra vita, uno spettacolo delirante che paghiamo per vedere, tanto è appassionante, volendo. Film come lord of war, the corporation, fight club, matrix, fareneheit 9/11, hotel ruanda, e molti altri. degli spettacoli di intrattenimento popolare. Non c’è bisogno di andare a dei convegni specialistici sul capitale finanziario corporativo globalizzato. ma niente, è talmente enorme e paradossale che non possiamo crederci. Sarebbe troppo. Come faremmo la mattina ad alzarci e andare al lavoro? Chissà poi perché gli ansiolitici sono le medicine più vendute in occidente, vanno via come l’aspirina.
Tornateci poi a votare allora, se la vostra coscienza non è ormai di gomma, vi si rivolterà dentro come un leone in gabbia. E non c'è logioca del compromesso moderato e riformista che tenga : queste parole suonerebbero come le farneticazioni di un serial killer.
Sono apocalittico? Qualcuno lo dirà o penserà sicuramente. discutiamo di questo aggettivo allora, che sembra negativo e folle e eccessivo o assurdo di per sé. E perché mai? Non sono sinonimi. Non è un assoluto che sia considerato così. Lo è perché è troppo vero per crederci.
Potremmo ritirarci tutti nella foresta amazzonica, lontano da Bersani e da Rossi, ma anche lì, a parte la presenza di enormi zanzare, prima o poi arriverebbero le ruspe.
Qualcosa si dovrebbe allora pur fare. Sfogarsi va benissimo, anche essere puri e illudersi che il problema delle risorse energetiche si risolva col sole, che quando tra pochi anni metà dei cinesi avranno un'auto come metà degli italiani (in fondo perchè noi sì e loro no?) o avranno il riscaldamento in tutte le case, anche allora ci sarà petrolio per tutti.
Sappiamo che non è così, ma visto che i politici sono tutti dei magna magna, uno più craxiano dell'altro, dal rivoltatore di cassonetti in giù tanto vale non fare nulla e soprattutto inalberarsi contro riformisti riforme ecc.
Continuo a non capire i termini della discussione. Si tratta di parlare male dei politici o di discutere di come potrebbero risolversi i problemi (energia, trasporti, rifiuti, sviluppo economico, conti pubblici ecc.). Non so se Bersani è un supercattivo che si arricchisce nottetempo o un liberista mascherato o che altro. Mi interessano le sue proposte e la sua azione come ministro. Ho approvato il suo pacchetto di liberalizzazioni e ho condannato le marce indietro fatte da lui e dai suoi colleghi di governo.
Apprezzo lo sforzo per sanare i conti pubblici, trovo sbagliatissimo che ogni sottosegretario dica la sua in corso d'opera generando una confusione da cui non si è ancora usciti. Ero contrario all'indulto, sono favorevole ai pacs e giudicherò severamente il governo se calerà le braghe sui temi etici.
Eccetera eccetera. Sono tutti mafiosi? Bho? Piove perchè il governo è ladro? forse.
Bersani piaccia o no avrebbbe tutte le chance di diventare sindaco di Milano. poi per la dietrologia siam buoni tutti, basta un attacco di gelosia per diventare complottardi..
Carolina
Andrea: credo che parlare male dei politici oggi sia un dovere civile. Indipendentemente dal fatto che qualcuno di loro si salva pure, ovvero non è corrotto come gli altri. Non si può, per salvare qualche bravo cristo, tollerare oltre un'oligarchia che ha ridotto l'Italia a Berlusconi.
Questa gente deve andare via. Le università pullulano di giovani di valore, tutti pronti a emigrare per veder riconoscere i loro meriti. E invece noi continuiamo ad avere Veltroni e Prodi (cito appositamente i due che ritengo migliori).
No, non è più possibile accettare questa gente in nome della sopravvivenza. Occorre - qui ha ragione Fassino - un colpo d'ala, ma vero. Il ricambio generazionale, che porti i 30-40enni al potere e ci tolga dalle palle la gerontocrazia corrotta e collusa.
Il problema è serio. Ripeto: scuola, accesso alle professioni, casa sono istanze pesantissime. Quindi ti pregherei di uscire dalla modalità ironica, che non giova. E comunque, con Vito, Pomicino e tanti altri, direi che sì, questo governo (che ho votato) è anche un po' ladro.
Ultima cosa per qualcuno qui sopra che parla di legge elettorale a beneficio solo di Berlusconi. Sono bubbole, l'opposizione è stata di pura facciata e il centrosinistra ha abbondantemente approfittato della legge porcata per collocare mogli e portaborse (i DS fottendosene perfino delle regole proprie, vedi Anna Serafini segretaria consorte) manco piovesse.
No Andrea, non ci sono più vie di mezzo, non è questione di buoni e cattivi, ladri e onesti. Il problema è che questa gente è ormai totalmente incapace di essere gli Steve Jobs dell'Italia. Non si calano nei panni del cittadino (come Jobs si pone in quelli del consumatore) per coglierne emozioni e bisogni. Vivono sulla Luna e di quella parlano. Noi esistiamo solo in quanto muli da soma, per pagare i loro privilegi.
, non è più possibile accettare questa gente in nome della sopravvivenza. Occorre - qui ha ragione Fassino - un colpo d'ala, ma vero. Il ricambio generazionale, che porti i 30-40enni al potere e ci tolga dalle palle la gerontocrazia corrotta e collusa.
la questione è sbagliata. Il cambio generazionale non significa nulla, il paese è pieno di politicanti trentenni e quarantenni che sono peggio dei loro padri. La domanda da porsi è un'altra: qual'è il livello di compromesso accettabile trale varie storie della sinistra. Aggredire i soidisant riformisti in nome di una purezza ideale serve solo a perdere le elezioni così come non tener conto che nell'europa contemporanea esiste una radicalità diffusa (etica, ecologista, animalista, gauchista) senza la quale non si hanno i numeri per governare. In altre parle mastella fa schifo e bobo craxi pure ma senza quei voti avremmo berlusconi al governo e non c'è sistema elettorale che può correggere questa situazione. Il sistema maggioritario impone di votare per coalizioni ampie, cercando di fare si che al loro interno si raggruppino forze spesso scarsamente compatibili. Viceversa ci si condanna alla testimonianza aeterna, ed il paese viene governato da altri. Storicamente in italia la frattura tra radicali e riformisti ha portato al fascismo prima e a berlusconi in tempi recenti. Del resto a Milano 15000 elettori prodiani non hanno votato centro sinistra alle comunali probabilmente spaventati dalla radicalità (?) del tutto apparente della coalizione di ferrante. I grandi scioperi del biennio rosso e la scissione del 21 hanno favorito mussolini. Per PIETA' non ripetiamoci.
I riformisti non si facciano neppure loro illusioni senza la componente radicale la conservazione è più forte e di molto.
sono d'accordo con te, ma un conto è dire: svecchiamo e mandiamo a casa chi da troppo tempo è sulla scena e ha dimostrato di non saper cambiare (fare riforme?), altro è fare del facile qualunquismo (tutti ladri ecc.). A questo livello tanto vale la facile ironia.
E poi stiamo dicendo la stessa cosa: ho scritto in un post più sopra che vorrei mandare via chi ha ripetutamente perso, cioè è stato bocciato dagli elettori. Non ne faccio una questione di buoni e cattivi, e nemmeno di ladri e onesti. Solo di proposte e di capacità di realizzarle. Ripeto: le liberalizzazioni proposte in estate da Bersani erano un'ottima cosa, o meglio un buon inizio. Il dramma è che non ne hanno fatto nulla, a riprova che non tanto Bersani, quanto la compagine di governo è troppo invischiata con un passato pesantissimo e talmente intricato di relazioni, favori, doveri da non essere nemmeno loro più capaci di sgarbugliarlo. Le idee di Rossi saranno discutibili, in parte buone in parte meno, ma sono chiare ese lui se ne è andato forse è perchè nessuno, nemmeno tra i troppi riformisti esistenti, era disposto a discuterle e a provare poi ad applicarle.
Il resto è fuffa che coinvolge tanto gli pseudi riformisti alla D'Alema, quanto i duri e puri alla Diliberto o Mussi.
Allora, per tornare all'inizio della discussione: le riforme si devono discutere nel merito (è giusta o sbagliata la TAV? come si devono coinvolgere i cittadini in scelte necessarie ma impopolari? come si instaura un tavolo di concertazione su questi temi? come si fa a fare una riforma fiscale? come si riforma la scuola salvaguardando gli interessi degli studenti e quelli occupazionali?...), non se è giusto o sbagliato essere riformisti. Poi possiamo confrontarci sul giudizio che diamo del nostro ceto dirigente, se non singolarmente (non finiremmo più!) nemmeno all'ammasso (tutti ladri e banalità del genere). Tutti d'accordo però che se non si cambia in fretta almeno il 75% di questo ceto le cose non andranno molto bene (ossia, non si faranno ne le riforme ne le rivoluzioni)
mi rivolgevo ad alberto
In Italia le riforme le hanno fatte tutti (democristiani, comunisti -magari indirettamente -, persino i fascisti) tutti....tranne i riformisti!
Pensateci bene!
Che riforme ha fatto Saragat?
Che riforme ha fatto Nenni?
Che riforme ha fatto il PCI dopo che ha smesso di chiamarsi PCI?
Le riforme in Italia sono nate solo da un gioco dialettico tra un movimento operaio guidato da un PCI che voleva riforme ma di struttura (il che non è propriamente da riformisti) e una DC che cercava di frenare al massimo la portata e di attutirne l'impatto. Sicchè la storia delle nostre delle nostre riforme è una storia di un PCI che le rivendicava e che puntualmente vi votava contro e di una DC che non le voleva ma poi a suo modo era costretta a concederle. Per scuola media, statuto dei lavoratori, divorzio e quant'altro è stato così . O no?!
I riformisti allora stavano a guardare o tutt'al più facevano le mosche cocchiere!
Meditate gente, meditate|