Il tetto
Il tipo delle previsioni meteorologiche l'aveva detto e ridetto: Domani tempesta e raffiche di vento dalla Bretagna fino all'Ile-de-France. A scuola ne abbiamo parlato, temendo il peggio: la tempesta che ha sconvolto Parigi nel 1999 ha portato via un bel pezzo del tetto del nostro liceo. I lavori per riparare il danno sono stati fatti, ma sono provvisori dal 1999. Tre anni fa un'altra tempesta ha portato via di nuovo i due pezzi del tetto, l'incidente mortale è stato ancora evitato grazie alla fortuna, il preside di allora ha deciso di chiudere la scuola per una settimana per far fare altre riparazioni provvisorie. La regione, che dovrebbe pagare i lavori, prende tempo perché i lavori costano troppo, più di 100.000 euro.
Poche settimane prima di Natale, la radio ci avverte la sera; l'indomani andiamo a scuola e chi è arrivato verso mezzogiorno, come me, ha avuto difficoltà a camminare dalla fermata dell'autobus fino al portone. Verso l'una, alla mensa con alcuni colleghi, sento delle raffiche di vento ancora più forti, un botto e molte grida disperate. Anche stavolta, tutti vivi, ma il tetto è di nuovo volato via, nel giardino. Se un qualsiasi alunno, un cuoco, un insegnante si fosse preso in testa un pezzo di 10 metri di tetto, scaraventato a terra da una raffica di vento a 130 km orari, sarebbe morto. Il tetto ha distrutto, stritolato un cassonetto della spazzatura che è all'uscita della cucina.
Nessuno deve uscire, nessuno deve stare nei corridoi. Chi è in classe resta in classe fino all'arrivo dei pompieri. Chi è alla mensa resta alla mensa. Noi insegnanti dobbiamo calmare i ragazzi e controllare che non escano. Alla mensa, una ragazza che non conosco: “Madame, stiamo per morire?” “No, nessuno morirà, non ti preoccupare” “Allora posso uscire a fumare?” “No, resti qui finché non arrivano i pompieri” “ Allora significa che è grave e stiamo per morire” Si allontana, chiama casa. Sento che rassicura sua madre: “Mamma, stiamo per morire, ci hanno messi tutti alla mensa… La prof dice che non devo avere paura” Non è l'unica ad avere questa bella idea e nel giro di 10 minuti il centralino della scuola è in tilt. Arrivano i pompieri con il casco, accolti da un boato di applausi. Non lo sapevo, ma per le mie alunne il pompiere è un po' un idolo, un'immagine erotica. E i maschi sono gelosi e odiano i pompieri.
Alcuni pompieri sono ex alunni del liceo e quindi affermano di conoscere bene il luogo. Dopo un'ora, la situazione si fa difficile: un paio di ragazze scappano dalla finestra, le inseguo con un gesto atletico di cui non credevo di esser capace. Volevano fumare e non ci sopportavano più, noi prof. La situazione va avanti per altre 2 ore, poi evacuazione. L'indomani un'impresa fa dei lavori più che provvisori.
Scopriamo anche che le due parti di tetto, ora di nuovo al loro posto, altro non sono che le vie d'uscita del fumo in caso di'incendio. Oggi sono bloccate, quindi se c'è un incendio la morte è assicurata. Per 1000 ragazzi, 100 insegnanti, una ventina fra bidelli, cuochi e applicati di segreteria. Gli insegnanti di fisica non possono più usare il gas per gli esperimenti con i ragazzi. La nostra scuola è pericolosa, questo è certo.
E' un edificio recente, costruito all'inizio degli anni 90, ma nessuno lo cura. Ha una forma molto strana, sembra una nave, e gli oblò sono le finestre delle classi. La luce filtra male all'interno e i corridoi sono un po' alienanti ma molto colorati. Un mio amico romano che è venuto a fare un intervento in una delle mie classi ha detto che sembra una scuola materna di detenuti. Somiglia più a un centro commerciale che a una scuola. Durante la costruzione, è stato oggetto di uno scandalo perché il Partito Socialista, che amministra il comune, si è fatto un bel po' di denaro: l'ala nord corrisponde solamente al 40% di quello che era il progetto dell'architetto. E gli architetti, che all'epoca costruivano soprattutto centri commerciali, hanno usato il materiale che era più presente sul mercato all'epoca. Ecco perché ha l'aspetto di un qualsiasi Auchan di periferia, ecco perché stando 7 ore al giorno in quella scuola non vediamo la luce del sole, ecco perché è impossibile riscaldare degnamente i corridoi. Stessa storia per il liceo che è 10 km dal nostro: costruito in una zona di industrie chimiche, ha ben pochi sistemi di sicurezza in caso di incidente. E lì è il Partito Comunista che si è leccato i baffi. Sempre all'inizio degli anni 90, pare che la destra si sia arricchita con la costruzione di molti centri commerciali. Ma, a conti fatti, è la stessa cosa.
La regione ci ha fatto sapere che i lavori sono previsti per il 2011.