Il governo del Papa
di Furio Colombo
La frase chiave per capire la storia che stiamo narrando è quella del deputato della Margherita Renzo Lusetti che «ha invocato più rispetto per il santo Padre e per quello che lui rappresenta». (Il Corriere della sera, 12 gennaio).
È una frase ovvia e giusta, che provoca però una inevitabile domanda: e il rispetto per la Repubblica italiana? Infatti la presa di posizione di Lusetti era una risposta alle proteste di alcuni esponenti della Rosa nel Pugno (Villetti, Angelo Piazza) che avevano detto: «I vertici istituzionali italiani devono ignorare il discorso del Papa e proseguire esclusivamente per il bene della comunità e dei cittadini».
Ma quegli esponenti della Rosa nel Pugno sono stati i soli in tutto il Parlamento a sollevare il problema di ciò che il giorno prima il Papa aveva detto, ricevendo per una visita di auguri il sindaco di Roma, il presidente della Provincia di Roma e il presidente della Regione Lazio.
«I progetti per attribuire impropri riconoscimenti giuridici a forme di unioni diverse dal matrimonio sono pericolosi e controproducenti e finiscono inevitabilmente per indebolire e destabilizzare la famiglia legittima fondata sul matrimonio».
Ci sono tre problemi in questa frase, detta a rappresentanti delle istituzioni italiane, con i verbi all’indicativo e la formulazione di una sentenza definitiva. Il primo è che il Papa non governa la Repubblica italiana e non è stato eletto dagli italiani. Non sta parlando di religione ma di codice civile. Infatti non ha detto: «Noi vi diciamo... Noi vi raccomandiamo...». Presenta come dati di fatto incontrovertibili le sue convinzioni. Quella che avrebbe dovuto essere una conversazione in cui ciascuno ha il suo punto di vista, è diventato un editto. Ma nelle repubbliche democratiche non esistono editti, esistono opinioni che gradatamente si trasformano in posizioni, e poi in proposte di legge e poi in un dibattito (o in tanti dibattiti, con tutti i liberi pareri che la democrazia ammette e richiede). E poi segue, unico sigillo, il voto.
Il secondo problema è che il Papa è certamente un personaggio molto autorevole, ma è il Capo di un altro Stato, e questo fatto diventa evidente quando si rivolge a persone che rappresentano le istituzioni italiane.
Ha tutto il diritto di dire ciò che pensa. E, se lo desidera, anche di aggiungere le ragioni che possono fare luce sulle sue affermazioni. Per esempio: perché, se si attribuisce un diritto a chi ne è privo, si destabilizza una istituzione come il matrimonio che è due volte sostenuta, dal vincolo religioso e da quello civile? Ma può il Capo di un altro Stato indicare alle istituzioni italiane, con i verbi all’indicativo presente, ciò che deve essere fatto, adesso e subito, pena un «pericolo» di cui non ci dice niente? «Pericolo» per chi, in quale ambito o sfera? Detto da un personaggio influente a istituzioni di governo, le parole «controproducente» e «pericoloso» sono gravi. Definiscono irresponsabile chi si avventurasse per una simile strada, ovviamente «controproducente» e «pericolosa». E allora le domande si moltiplicano. Può un argomento come il dibattito in corso nella società, nella vita civile, nella politica e nel Parlamento italiano essere trattato alla stregua di un pericolo oggettivo, come una malattia, una guerra, un atto di terrorismo («pericoloso, destabilizzante»)?
Il terzo problema è la completa mancanza dei tipici espedienti di cautela che caratterizzano il linguaggio diplomatico. La Chiesa di Ratzinger è contro la pena di morte. Eppure dopo l’esecuzione di Saddam Hussein le fonti ufficiali vaticane si sono limitate a dire che «ogni vita umana è preziosa». Niente di più, per non lasciarsi coinvolgere nel sospetto di un sentimento antiamericano.
I lettori sanno che non sto parlando di un intervento occasionale e sfortunatamente male espresso dal Papa, parole che danno l’impressione di mettere liberamente le mani nella macchina politica italiana. Sto riflettendo su una fitta sequenza di editti, di enunciazioni, di intimazioni, tutte con il verbo all’indicativo, tutte privi della forma esortativa e di invocazione che è tipica della predicazione religiosa, tutte fermamente basate sull’intento di dettare legge, senza mostrare alcun margine di tolleranza per posizioni diverse.
Ciò non accade nei confronti di altri Paesi, pur altrettanto cattolici e con opinioni pubbliche altrettanto inclini a considerare alta e autorevole la voce del Papa. Ciò non accadeva con Giovanni Paolo II, le cui affermazioni, anche nette, anche aspre, erano sempre dirette al mondo, alla coscienza di tutti i credenti, non a una particolare Repubblica, non per esercitare pressione diretta sempre sullo stesso governo, quello italiano.
A me sembra giusto e anzi urgente ripetere la frase del deputato Lusetti con una correzione: non sarebbe giusto avere rispetto per l’autonomia democratica della Repubblica italiana, lo stesso rispetto riservato alle istituzioni di altri Stati, tra cui alcuni afflitti da mali e problemi ben più drammatici?
* * *
Noi (intendo dire coloro che mentre leggono si associano a quanto sto scrivendo) sappiamo benissimo quanto siano profonde le venature di autentica religiosità, di sentimento cattolico in questo Paese. Ma questa è una ragione in più per evitare di dettare legge direttamente alle istituzioni. Ovvio che non si tratta di chiedere silenzio.
Ovvio, anche, che la forma, la scelta delle parole da parte di un grande personaggio che è Capo di una Chiesa, ma è anche Capo di uno Stato, hanno un’importanza molto grande quando si interviene sulle questioni civili di un altro Stato.
Rivolgersi continuamente, come sta avvenendo in Italia, ai vertici delle istituzioni, e in certi casi anche degli schieramenti e dei partiti, dà la sgradevole sensazione di non tenere in alcun conto la struttura democratica di un Paese in cui ciascuno decide in coscienza con il voto. Ricorda la brutta prova del referendum sulla procreazione assistita, in cui il rischio che la volontà popolare risultasse diversa dalle istruzioni emanate dalla Chiesa ha portato all’espediente di ordinare ai credenti di non votare. In tal modo ogni verifica della effettiva volontà popolare è diventata impossibile anche perché l’ordine di non votare rendeva pubblico il comportamento delle persone. In altre parole, tutti potevano sapere se eri andato alle urne, disobbedendo al Santo Padre o se ci eri andato, comportandoti da cittadino italiano. Senza dubbio un bel dilemma per i credenti.
Adesso si ha l’impressione che l’Italia sia stretta in una morsa tra astensione di base e interventismo sui vertici, così che, invece che attraverso un consenso democratico liberamente raggiunto, si procede per decisioni preventive e assolute su ciò che è bene e ciò che è male per i cittadini, dando disposizioni direttamente ai governanti.
La conseguenza purtroppo è chiara: con interventi ormai consueti, come quello dell’11 gennaio, Papa Ratzinger, che se ne renda conto o no, che lo voglia o no - indipendentemente dalle sue intenzioni - sta rendendo ingovernabile l’Italia. Infatti le sue parole incoraggiano spaccature profonde e inconciliabili fra cittadini all’interno di ognuno degli schieramenti politici. Sta separando in modo drammatico credenti da non credenti e dilaniando la coscienza di molti credenti.
So che queste osservazioni saranno deliberatamente fraintese e definite una «richiesta di silenzio del Papa». Oppure, come dice Lusetti, saranno scambiate per una «mancanza di rispetto».
Sul silenzio del Papa dirò che si tratta di una interpretazione assurda. La sua capacità-possibilità, ma anche il suo privilegio (data la totale disponibilità mediatica italiana) è un dato di fatto, prima ancora che un diritto-dovere che nessuno potrebbe contestare, persino se ne avesse l’intenzione.Come sapete, il Papa ha acquisito un diritto di presenza in ogni telegiornale italiano, ogni giorno, più volte al giorno, su tutte le reti.
Quanto al rispetto, ognuno ha le sue preoccupazioni. Io chiedo rispetto per la Repubblica italiana, per le sue istituzioni elette, per i cittadini credenti e non credenti che votano, per i politici credenti e non credenti che sono eletti, ciascuno esattamente con gli stessi diritti e doveri e lo stesso grado di rispettabilità. E sembra giusto tentare di ristabilire nella vita pubblica italiana un sistema del tutto reciproco di riguardo e rispetto. Non la persuasione o la predicazione del Papa appare discutibile, dunque, ma l’intimazione, basata su un punto di vista che però viene dettato come unico percorso possibile. Non è fuori posto ricordare che il diritto civile italiano è un patrimonio di tutti, credenti e non credenti.
«I progetti per attribuire impropri riconoscimenti giuridici a forme di unione diverse dal matrimonio» saranno forse discutibili. Ma io mi azzardo a pensare che sia più discutibile il gesto di autorità e di egemonia del Papa sul diritto italiano, l’impossessamento e la manomissione di norme che sono di pertinenza dello Stato italiano e dei suoi cittadini, non della Chiesa. Ho già detto che il Papa non può governare l’Italia, ma può fare in modo che diventi ingovernabile. È permesso dirgli che ciò che sta facendo, mentre getta tutto il suo peso su questo solo Paese, è «pericoloso» e «destabilizzante»?
E che problema c'è?
Abbiate fede, fra 376 anni cambieranno idea.
L'hanno fatto anche con me.
ma perchè tra tanti stati del mondo il papa deve rompere le scatole proprio qui? e perchè tra tanti politici del mondo, solo i nostri si strappano i capelli ad ogni suo respiro ? ah già...che scemo....per catturare voti... è tutta una corsa al voto...ora si pensa alle amministrative...poi si penserà alle regionali....e intanto il tempo passa ....
Lo stato della Città del Vaticano, geopoliticamente, enclave unicissima est.
Lo stato che la circonda geograficamente, ne è circondato politicamente.
Non critico ciò che dice Colombo, che può aver ragione, ma il fatto che abbia fatto un simile intervento.
Ora, che qualunque cosa dica il Papa faccia il giro del mondo è assolutamente vero. Che qualsiasi sua opinione influisce su centinaia di milioni di persone, è vero, che alcuni partiti siano portati a seguire o a contestare a priori ogni sua idea, e quindi può destabilizzare e creare confusione.
Quel che mi chiedo è : QUINDI? Dovremmo farlo tacere? Il Papa, come qualsiasi altro essere umano, ha diritto a esprimere e rendere pubblica la sua opinione su qualsiasi tema lui voglia. Se poi milioni di persone si dividono e litigano su quello che dice...cosa può farci in fondo?
L'unica soluzione è che il Papa si autocensuri e non parli mai, magari che neanche si faccia vedere in giro, visto che ogni suo sbattito di ciglia finisce sui telegiornali del pianeta intero.
La ritengo tuttavia, una soluzione di difficile attuazione, per usare un eufemismo.
E' la risultanza di diversi fattori potenzialmente positivi che, interagendo, ottengono un risultato negativo.
Primo fattore: un papa rigido teologo, tedesco (non è un delitto), non eccessivamente pastore di anime, anzi non proprio.
Secondo fattore: un bipolarismo imperfetto ma perfettibile.
Terzo fattore: una pessima legge elettorale, che adesso lo stesso (impudente) B. che l'ha disperatamente voluta dichiara deve essere cambiata, che ha reso un cattivo servizio al Senato ma un ottimo servizio a B.
Quarto fattore: una chiesa cattolica ai minimi storici, in Italia e nel mondo, che non si rassegna (meno male, con l'Islam rampante) ad essere marginalizzata e dice la sua su ogni cosa ed in ogni dove.
Conclusione: pesantissime interferenze con lo Stato italiano, e non solo, che fanno comodo all'attuale opposizione e condizionano i partiti dell'area di Governo di ispirazione cattolica.
Dimenticando tutti che il clero cattolico non è più in grado di orientare il voto come nel 1948.
Furio Colombo ha ragione da vendere.
Per ultimo una considerazione non originalissima: abbiamo la classe politica che ci meritiamo, che è la massima espressione di questa società, italiana, cioè di noi tutti.
"È permesso dirgli che ciò che sta facendo, mentre getta tutto il suo peso su questo solo Paese, è «pericoloso» e «destabilizzante»?"
Si arriva a destabilizzare un intero Paese per... i Pacs?
Credenti e non credenti, sono liberissimi di esprimere i propri giudizi in merito ad ogni aspetto/condizione di vita socio-culturale, tant'è che anche riguardo al divorzio si è deciso contrariamente alla "temibile" volonta papale....
Si facesse, quindi, un Referendum sul caso... e partecipando ATTIVAMENTE (sul termine estremo del buon Furio) ad una "democrazia", piu che ad una o piu "egemonie" governativo-destabilizzanti.
Fatto sta che, anche in caso positivo (io ad esempio non sono d'accordo con i Pacs, dato che non ne vedo ne' l'esigenza e tanto meno l'utilita secondo una presunta evoluzione sociale, gia fin troppo malata di suo), ritengo si otterranno gli stessi risultati derivati dalla sempre piu superficiale: possibilita di divorziare; come di pensare ad un legame solido, responsabile verso la famiglia e che rispetti la promessa nell'Amore di durare per tutta la vita (soprattutto quando, tale "contratto", viene compiuto in Chiesa!).
Le persone, ormai, sono sempre piu in balia della propria confusione esistenziale di fondo... questo naturalmente secondo me.
Il problema ad esempio sul divorzio andava risolto in altra maniera, in quanto essendo la Famiglia "cellula" e "mattone" fondamentale della societa, si doveva -prima ancora della divisione- comprendere l'unita inscindibile di un tale rapporto, sia in BENE che in MALE: ma l'uomo, egoista di suo, vuole la LIBERTA; e, arrivando all'eccesso, MAI la RESPONSABILITA!
E' piu facile lottare e dare la vita per i soldi, che per la Famiglia .. questa è la realta!
Una tale superficialita, condizionata NON dal Papa, MA dal vizio e dal benessere, sta distruggendo la societa, a mio giudizio, altro che l'andare verso un'evoluzione sociale... Anche la "distruzione" è una evidente evoluzione, ma non tutti hanno, o meglio, vogliono avere, occhi per guardare la verita/realta piu vicina, profonda ed oggettiva.
Sì koan: si arriva a destabilizzare un paese per i PACS. La domanda più frequente a Bindi e Pollastrini è: "cadrà il governo sulle coppie di fatto"? E potrebbe cadere, visto che il Vaticano è azionista di riferimento di una parte potente e significativa della risicata maggioranza di centrosinistra.
Chi ha eletto il papa come proprio referente lo segue. A costo di far cadere il governo. Questo abbiamo, questo evidentemente ci meritiamo. ma Furio Colombo ha ragione dalla prima all'ultima sillaba e credo che molti cattolici fuori da palazzo - almeno quelli che hanno buon senso - se ne rendono conto.
Avendo di recente partecipato ad un campo di Azione Cattolica sul tema della cittadinanza, provo a rispondere nel mio piccolo alle comprensibili perplessità di Colombo.
Sul primo problema, mi sembra che normalmente il Papa utilizzi questo linguaggio (nel senso di tempi verbali, in particolare) per esprimere l'opinione propria e della Chiesa sui vari temi. Per questo io vedo questa frase del Papa come un'opinione e non come un editto. Giusto è quello che dice Colombo sul modo in cui le opinioni diventano leggi: ciò che ho imparato al campo è che il laico cattolico (ossia il non-consacrato) non può porsi di fronte ai temi politici con l'ipse dixit, ossia seguendo acriticamente ciò che dice la Chiesa, come invece fanno molti politici che si dicono cattolici, in entrambi gli schieramenti. La decisione e l'azione politica finale appartengono al laico e alla sua capacità di discernimento, ossia di portare avanti i valori fondamentali della propria fede nell'azione politica, ragionando e discutendo sui problemi piuttosto che aspettando la "pappa pronta" di una posizione ufficiale. Il Papa (e la Chiesa) sono dunque una guida nella fede, non certo i dettatori (mi sa che non è italiano, ma spero si capisca) dell'azione politica, e quindi il vero problema sono quei politici che invece considerano in questo modo il loro pensiero, e quindi lo seguono pedissequamente o lo bollano come ingerenza della Chiesa sullo Stato.
Questo credo risponda anche al secondo problema: per lo stato laico Italia il Papa è giustamente il capo di uno Stato straniero e confinante oltre che l'autorevole rappresentante di un'istituzione che tanta parte ha avuto nella storia italiana, anche come elemento unificante quando l'Italia era divisa. Tutto qui. Non è necessario dunque sentirsi obbligati a fare ciò che dice.
Riguardo al terzo problema, forse sarò io che sbaglio, ma non ho mai visto intimidazioni nelle parole del Papa su questi argomenti. Se l'Italia è resa ingovernabile da un capo di un minuscolo stato straniero, forse il problema è più dell'Italia che di quel capo di Stato. Se c'è una critica da muovere alla Chiesa è un invito ad impegnarsi maggiormente per diffondere l'idea che io ho recepito a quel campo, ossia la necessità di un discernimento nel porsi di fronte alla politica.
Altre due cose. La prima riguarda il referendum: se la Chiesa ha invitato a non votare è stato soprattutto perché l'istituto referendario italiano lo consente. Se si ha paura di questi condizionamenti, ci si può impegnare a togliere il quorum per i referendum (magari aumentando le firme necessarie, esprimendole come percentuale della popolazione piuttosto che come numero assoluto). Inoltre mi sembra troppo roseo affermare che il 75% degli italiani sia stato convinto dalla Chiesa a non votare o si sia astenuto per paura del giudizio di questo o di quel sacerdote. Ci saranno certo stati casi del genere, ma non tutti e forse neanche la maggioranza.
Altra cosa è che è permesso, anzi giusto, per il laico cristiano lavorare per la formazione di leggi contrarie ai propri principi, se queste permettono comunque un miglioramento di situazioni esistenti. Per fare un esempio concreto, ha fatto meglio chi, cristiano, si è impegnato per inserire dei "paletti" nella 194 per limitare l'aborto alle situazioni di vera necessità, piuttosto che chi magari si è limitato a rigettare la legge in toto, cercando la via referendaria poi infruttuosa. Questo perché in certe situazioni non è possibile avere una legge che soddisfi in pieno le proprie richieste, ed è allora bene impegnarsi per qualcosa che ci si avvicini il più possibile. Fu così per l'aborto, è stato così anche per la legge 40 sulla fecondazione assistita. Queste cose, per inciso, le dice la dottrina sociale della Chiesa, di cui è uscito il compendio nel 2004.
Scusate il chilometrico intervento, che comunque non potrà esaurire tutte le perplessità.
come no, koan, e poi magari rimettiamo anche la bella tassa sul celibato istituita da Benito buonanima il 13 febbraio 1927 il cui gettito andava a finanziare l'Opera Maternita' e Infanzia. Anzi, in tempi di parita' raggiunta, forse bisognera' aggiungere anche una tassa sul celibato. Ma dopotutto questa parita' raggiunta andra' bene a Sua Santita'? beh, no problem, altrimenti si abolisce come prima del '46 e tutti a casa a fare figli e calze.
E pensare che papa' e mamma Ratzinger si erano conosciuti con un annuncio sul giornale... chissa' che commenti le brave beghine di allora! povero piccolo Joseph, anche lui figlio della promiscuita' dei costumi moderni...
Se le coppie di fatto sono il deterrente per far cadere il governo, allora siamo proprio arrivati alla frutta... no alberto, non credo questo, so pero di certo che la Margherita non è -come gia da prima delle elezioni- d'accordo con la Legge sui Pacs.
Se pero il programma, famoso, di Prodi prevede sostanzialmente questo, ognuno è -da una parte- personalmente libero/responsabile di aderire o meno rispetto ai propri principi e a quelli dei propri elettori; salvo -dall'altra parte- rispetto ai diversi ed eventuali accordi di pre-Governo.
Per il resto cerco di informarmi meglio, ma ti dico sin d'ora che non credo si riscontreranno nello scenario politico problemi relativi alle ansie di Colombo... come alle "voci di Palazzo"!
Non conviene -ora come ora- a nessuno... anche se io, al posto della Margherita, mi opporrei ad una tale inappropriata Legge.
Confesso poi, magari sbagliando, l'auspicio della costituzione di un grande e nuovo partito Democratico di Centro (con l'unita tra sinistra e destra).
Per le prossime elezioni prevedo, pero, non ora (anche se effettivamente: "mai dire mai"; ma non credo francamente che avverra per i "pacs":) ..
Beh Glauco, in tutto ci sono i pro e i contro, mi pare... o riesci a notare solo la presunta "parita raggiunta"? non siamo mica nell'islam: un conto è la "parita" (non viziata pero dall'ipocrisia, dall'una e dall'altra parte..); un altro è quello relativo ad un vincolo che viene a costituire un insieme piu grande e vitale (senza dover necessariamente arrivare da un estremo all'altro).
Le riforme si fanno con coscienza, non a cavolo di cane, per i pruriti puramente egoistici personali (a cui siamo finiti ORA!).
per una volta devo associarmi a koan. Se sono i pacs a far destabilizzare un paese proprio non ci siamo.
Credo che in Italia ci troviamo di fronte ad uno stravolgimento di valori i cui effetti si vedono ogni qualvolta emergono problematiche di notevole importanza come fu qualche tempo fa sul referendum per la procreazione assistita e com'è stato poco fa per il caso Welby e come è oggi per la legge sulle Unione civili. Personalmente credo che sia necessario guardare la faccenda anche sotto un’altra ottica e cioè dal punto di vista delle forze politiche. In Italia ci sono certi partiti (Margherita in testa) che partono dai “moniti” lanciati dalla Chiesa e finiscono per far loro quelle idee e quei comportamenti strumentalizzando quindi il senso morale, umano e civile delle parole usate dalla Chiesa per poi usarle nel dibattito politico a cui ogni giorno assistiamo. Per una volta quindi bisognerebbe anche pensare che spesso le forze politiche usano impropriamente i linguaggi e gli strumenti della Chiesa per dare quello smacco e tentare di differenziarsi rispetto ad altre forze politiche antagoniste cosa che in fin dei conti si rivela controproducente perché, a mio avviso, serve solo per rallentare un processo naturale di evoluzione sociale a cui stiamo assistendo e a creare piccole (ma non poi così tanto piccole) spaccature all'interno della maggioranza. Sono convinto che se fosse stato per la Chiesa, nel 2007 la nostra società non avrebbe mai compiuto passi avanti rispetto al Medioevo come fu per la legge sul divorzio nel 1974, su tutti i diritti acquisiti dalle donne negli ultimi tempi e in generale tutte quelle conquiste sociali di cui oggi dobbiamo esserne fieri. Con le Unioni Civili non si vuole stravolgere alcunché significato alla famiglie né al matrimonio ma si vuole soltanto far emergere dal buio quanti oggi si amano e vogliono essere uniti pur non tenendo conto di quella che certi tipi di istituzioni considerano “normalità” (ma non evidentemente lo Stato italiano visto che nella nostra costituzione non è prevista l’unione esclusivamente tra uomo e donna cosa che non traspare esplicitamente neanche dalle Sacre Scritture) e che quindi dopo anni e anni di vita nascosta, in cui si sono visti negare tutti i diritti alla pari delle coppie “normali” a cui si aggiunge anche purtroppo l’aggravante di uno spietato razzismo da parte di alcuni che li vedono come diversi e che quindi devono restare ai margini della società e non contare nulla, finalmente si sta aprendo la strada verso il raggiungimento di una equiparazione degli stessi diritti e soprattutto verso una maggiore considerazione di una non troppo esigua fetta della popolazione.
Scusate, ma io continuo ad avere una curiosa idea liberale dello stato che deve garantire ai suoi cittadini la liberta' di agire liberamente secondo la propria coscienza purche' non danneggino altri. Se invece desideriamo uno stato etico come longa manus per imporre i propri contenuti morali agli altri e' un'altra faccenda. Pero' la vedo dura spiegarlo alla Comunita' europea di cui facciamo parte di cui continuiamo a non rispettare le direttive e da cui continuiamo a ricevere condanne da oltre un decennio... ma si puo' sempre uscire e chiedere l'annessione ad una futura Comunita' vaticana: tra i pro avremmo sicuramente farmaci e benzina a buon mercato, e poi nemmeno piu' la fatica di andare a votare... quasi quasi mi avete convinto... si', se non fosse per il mio nonnino tornato da un campo di sterminio (il quale, ahime, mi ha insegnato a diffidare dagli stati etici) mi avreste proprio convinto...
la nazionalità tedesca non è un delitto, ma certo che su 81 milioni di persone che ce l'hanno avrebbero potuto fare Papa uno un po' più integerrimo... o Fassbinder...
comunque il problema non è tanto che cosa pensi 'sto Pontefice, ma che è stato messo a un ruolo così di vertice per la Chiesa cattolica uno che ha fatto parte dell'esercito nazista...non so se mi spiego, ma quando la gente suonerà le chitarrine per il compleanno di costui, si renderà conto che il regime nazista ha ucciso orribilmente anche gente di meno di un anno d'età?
e per quanto riguarda i concetti comprensibili ai cattolici di buon senso, anche secondo me ce ne sono parecchi.
non so io, piuttosto ristudiarsi Montini... già meglio...
Carolina
ps la data di questo compleanno è il 16 aprile.
C.
il dramma non è ratzinger. il dramma è che dall'altra parte i difensori della laicità costituzionalmente sancita non hanno il coraggio di ribattere ad ogni ingerenza del vaticano con un chiaro "avete rotto il cazzo". il dramma non è che i cattolici hanno il papa a roma, ma che gli italiani hanno rutelli ministro.
l'isola di sant'elena è ancora libera?
D'accordissimo con Colombo. finalmente qualcuno l'ha detto.
x minimamoralia: temo che tu abbia ragione: Nei suoi viaggi in giro per l'europa il papa non si permette di usare parole e toni che usa qua con noi... evidentemente sa che qua puo' e funziona! ho appena letto un articolo carino di Jeff Israely (corrispondente del Time) su questa anomalia politica della sinistra nostrana che sottolinei anche tu:
http://www.internazionale.it/home/primopiano.php?id=14500
minimamoralia: ben detto.
Aggiungerei (anche per Sirius Black) che nel resto del mondo nessun organo di informazione o politico pende dalle labbra del Papa quanto in Italia. Diamine, anche negli USA di George W.Bush si sentono più critiche agli evangelical sostenitori del presidente.
Ma d'altra parte: qualcuno l'ha votato, Rutelli. Io posso farmi tutte le manifestazioni per i PaCS, e rompere le scatole al giornale non appena vedo un sottotesto omofobo in un articolo. E posso impegnarmi a non votare più un cattolico o chiunque sospetti di poter diventare baciapile. Anche se con la legge elettorale che abbiamo non è la cosa più banale del mondo, si può fare. Ma dopo un po' posso anche pensare che vado per i trent'anni, ho una laurea, me la cavo con un paio di lingue, ho il dovere morale e biologico di mettere nelle migliori condizioni dei miei possibili futuri figli - e forse l'Italia è una battaglia persa.
Ratzinger, come tutti i papi, parte dal presupposto che le persone umane siano come bambini, bisognose di tutela da se stesse. Dato che la chiesa di Roma non ha più il potere "temporale", la stessa chiesa cerca di convincere gli stati a imporre la morale "cattolica" ai cittadini. In Italia l'azione è più scoperta semplicemente perché si sa che l'ascolto sarà grande e le proteste (laiche) poche; non è che tattica e realpolitik.
Osservo poi che negare (in assoluto) la capacità di decidere delle persone è (a mio parere) profondamente anti-religioso, oltre che anti-umano e stupido. La chiesa di Roma non ha fiducia nell'azione di ciò che essa stessa chiama "Spirito Santo" e preferisce affidarsi a Casini, Rutelli (!?), Pera e Buttiglione (o - al massimo - a Bindi).
Segno che Ratzinger stesso non è cristiano?
Concordo con minimamoralia. Il problema non è che il papa intervenga più o meno scompostamente sparando lì le sue opinioni su temi di competenza del parlamento. Il problema è che questo costituisca, appunto, un problema e che sulle opinioni del papa si apra un dibattito politico. Quando invece, in qualsiasi stato laico che si rispetti (come teoricamente dovrebbe essere anche il nostro) a esse sarebbe dato lo stesso peso delle dichiarazioni del mago Otelma.
In una societa laicista e atea, ognuno cerca semplicemente di soddisfare i propri appetiti:
le famiglie e le relazioni d'amore sono preda dell'immoralita, tant'è che non esistono piu valori umani (altro che "etici"!) autentici, ma solo di tipo egoistico.
E' vero: ognuno dovrebbe essere "libero" di poter fare come gli pare.... se pero la Chiesa non è in grado di dialogare, ma solo di imporre in qualche modo le proprie regole, è anche vero che le persone non sono piu in grado di dialogare tra loro, nell'egoismo generale di fondo che prevale in ogni questione, soffocati in piu dal frastuono della vita frenetica di fuori che impedisce di fermarsi per un attimo a riflettere su se stessi e sulla vita....
Il problema non sono sti cazzo di Pacs, non è neanche la Chiesa o i cattollici (tra l'altro Ratzinger è stato costretto -alla pari di moltissimi altri- ad entrare nell'esercito hitleriano: carolina perche invece di sentenziare non ti prepari meglio sulle stronzate che ti permetti di usare contro una persona... quale che ella sia?!!!), ma forse il problema è l'incapacita ad aprire il cuore e a sacrificarsi per un bene maggiore al proprio IO: come la famiglia, il proprio sposo/a, il lavoro, la societa, la nazione, il mondo stesso .. ricercando valori di vita non egoistica (che si sia religiosi o no!).
Ognuno normalmente pensa invece ai propri tornaconto personali, ai propri bisogni d'"amore"... mentre l'amore nasce dal 'dare', non dall''avere'.
E' giusto, ognuno dovrebbe poter vivere in un ambiente per come lo concepisce lui, insieme a quanti possiedono gli stessi valori, piu che "esigenze personali".
I Pacs non possono sostituire o essere equiparati, come alcuni affermano, alle famiglie; come due persone dello stesso sesso non potranno mai elevarsi sullo stesso piano di coppie preposte per natura al concepimento di una vita e alla costituzione di una famiglia (senza poter mai riuscire a sostituire i riferimenti/valori fondamentali dati da un padre ed una madre).
In fondo nasce tutto da un tale Abramo che avrebbe sentito dire da dio delle cose riguardo una terra promessa. E siccome la stuidità dell'uomo è infinita siamo arrivati a questo. Non ho niente in contrario con le persone che hanno bisogno di un dio per vivere, ma è sicuro che qualsiasi dio non parlerebbe per bocca di un essere umano per niente perfetto, tanto meno per bocca di un papa. Basterebbe usare l'intelligenza e capire che le chiese, di tutte le confessioni, non sono altro che dei movimenti politici basati sulla credulità dell'essere umano. Galileo e tanti altri ci possono insegnare molto sulla infallibilità della parola del papa. E' soltanto un movimento politico basato sulla stupidità dell'uomo.
Dipende dalla "stupidita" pero, in quanto, stai pur tranquillo, che di stupidita ce n'è da vendere un po' ovunque... Ci sono Segni grandi di carattere spirituale, oltre che fisico, in ogni religione: mai dalla parte istituzionale, ma certamente da quella della Fede di molti credenti. Quindi, se non si conosce realmente l'argomento, non sarebbe cosi stupido, invece, approfondirlo magari, prima di guardare esclusivamente un'unica faccia della medaglia (chi è ateo o non religioso è piu "saggio" di un credente..? ad ogni modo credo che il tema del 3d vada ben oltre il potere che si ritiene abbia il Papa, perche il nostro è un Paese di matrice cattolica e, che volete, la Fede ha i principi che ha... Cmq non credo prenda un euro il Papa dalla politica per quello che dice, ne' credo in effetti ne abbia bisogno, a differenza pero dei politici)