Il posto delle fregole
di Marco Travaglio
Ieri, grazie a Galli della Loggia, abbiamo visto come in Italia si può scrivere qualunque cosa senza vergognarsi. Oggi, grazie a Marcello Dell'Utri, arriva la conferma che si può dire qualunque cosa senza vergognarsi. Merito di Toni Zermo, giornalista de "La Sicilia", autore di un'intervista talmente servile che Fede, al confronto, pare Ted Turner. Ma il meglio non è nelle domande («Lei è noto come bibliofilo, ha la più prestigiosa collezione italiana di libri antichi», «Idea interessante, poco meno che geniale»): è nelle risposte. Dell'Utri svela ai lettori che sta cercando «un buen retiro», «una masseria di quelle classiche settecentesche, magari tra Siracusa e Ragusa, perché ho desiderio di vita agreste, di un mio posto delle fragole dove rilassarmi. Credo di meritarmi un po' di riposo». Peccato non poterci portare anche lo stalliere Mangano (prematuramente scomparso), come ai bei tempi di Arcore. Ma il capolavoro arriva a proposito della condanna in primo grado a 9 anni per mafia: «L'accusa - spiega Dell'Utri - è solo di concorso esterno. E, come dice Andreotti, non è grave». In effetti Andreotti rispondeva di partecipazione diretta all'associazione a delinquere, di cui fu ritenuto colpevole ma prescritto fino al 1980: un semplice concorrente esterno gli fa un baffo, anche se si guarda bene dal dirlo. Perché Andreotti, vecchia scuola, certe cose le faceva ma non le diceva. Anzi, ha sempre teorizzato la lotta alla mafia, negando anche l'evidenza (come i legami con i cugini Salvo). Dell'Utri, nuova scuola, non solo frequentava mafiosi a tutto spiano, ma se ne vanta pure. Quando Chiambretti gli domandò se la mafia esiste, rispose che «non esiste, è uno stato d'animo». Quando Santoro ripetè la domanda, citò l'autorevole Luciano Liggio: «Se esiste l'antimafia, esisterà anche la mafia». Ora, da senatore della Repubblica e numero 2 del partito di maggioranza relativa, si permette di minimizzare il suo reato («solo concorso esterno»): non per proclamarsi, com'è suo diritto, innocente, ma per affermare che l'accusa di essere da 30 anni pilastro di un'organizzazione che terrorizza e insanguina l'Italia non è una cosa grave, ci si può scherzare sopra. Dell'Utri sa bene che, dopo dieci anni di revisionismo e negazionismo a reti unificate, il Paese è preparato a questo ed altro. Anche, un domani, a sentirsi dire che le stragi del '92 e del '93 se le sono inventate le toghe rosse. Nessuno che lo dicesse verrebbe invitato a pentirsi, vergognarsi e scusarsi sulla prima pagina del Corriere, come invece è accaduto ai professionisti dell'antimafia, vero cancro d'Italia È fin troppo evidente che, in un paese ridotto così, occorrerebbero gesti forti.
Bisognerebbe cominciare a isolare certi soggetti che si permettono certe affermazioni, ripristinando la sanzione dell'isolamento sociale: certa gente non andrebbe frequentata, salutata, avvicinata. Al signor Dell'Utri, semplicemente, bisognerebbe negare la stretta di mano. Quando arriva lui, le persone perbene si alzano e se ne vanno. A questo proposito, segnaliamo i prossimi appuntamenti del suo Circolo di Milano, affinchè chi vive o passa di lì possa girare alla larga. Si tratta di una serie di imperdibili "Incontri di informazione politica" tenuti da vari luminari. Il 9 marzo, su "Politica e Valori", parlerà Bondi, essendo Previti ancora impossibilitato per via degli arresti domiciliari. A maggio ampia riflessione su "Politica e giustizia" con Taormina, Contestabile e Andrea Greppo, «direttore Affari legali Fininvest» (perchè non sembra, ma la Fininvest ha pure degli affari legali: tipo querelare i giornalisti liberi e Dario Fo, come fece due anni fa il Greppo). Da non perdere la sezione "Politica e giovani": in cattedra il forzista siciliano Angelino Alfano e, il 23 marzo, "Nicola Latorre, senatore dell'Ulivo". Così almeno recita il calendario ufficiale. Escludendo a priori che un membro della segreteria Ds nonché senatore dell'Ulivo tenga lezioni al Circolo Dell'Utri - non foss'altro che per rispetto della memoria del quasi omonimo Pio La Torre, che un Dell'Utri non l'avrebbe nemmeno sfiorato con una canna da pesca- dobbiamo presumere che si tratti di un brutto scherzo giocato a Latorre per metterlo in cattiva luce. O che esista un altro Nicola Latorre. Comunque sia, se l'originale volesse comunicarci ufficialmente che non terrà alcuna lezione al Circolo Dell'Utri e che non ha mai neppure pensato di farlo, ci sentiremmo tutti un po' meglio.
... e invece mi sa che...
.. e invece mi sa che... /2
cari dath e drizzt, adesso basta eh? Come vi permettete di pensare che un "riformista" possa essere talmente viscido e inqualificabile da parlare "di politica" a casa di un criminale? Dai, non esageriamo con le diffamazioni...
E tutti a dispiacersi se se ne va......
Pure Latorre è ostaggio degli estremisti dell'Unione?