Opinioni per decreto
Il Ministro della Giustizia, On.Clemente Mastella ha dichiarato ieri la sua intenzione di presentare un disegno di legge che determini come forma di reato il negazionismo di ciò che è stato l'Olocausto», affinché, ha proseguito - «alcune cose non siano ostaggio di false memorie. La prossima settimana quindi, anche in coincidenza con il Giorno della Memoria, il Guardasigilli porterà in Consiglio dei ministri il disegno di legge contro il diritto alla negazione dell'Olocausto.
Probabilmente molti solleveranno la questione del diritto di opinione, della lesione alle libertà fondamentali, della decisione di stabilire per legge non solo ciò che si può o non si può dire o pensare, ma, soprattutto, di imporre una verità con il timbro dello Stato. E' una vecchia questione quella della legge che punisca il reato di negazionismo. E' una legge che negli ultimi anni ha portato all'arresto (l'11 novembre 2005) dello storico David Irving in Austria, e che ha spaccato profondamente il mondo della cultura in Europa in nome della libertà di opinione.
Il problema tuttavia, non è se si possa o non si possa negare la verità storica dell'Olocausto. Messa su questo piano la guerra al negazionismo è persa in partenza, perché la sua forza sta nel fascino della controstoria. Una convinzione che si vince con una battaglia culturale che abitua all'analisi dei documenti, e che non si vince con la scorciatoia degli interdetti. Il negazionismo è un'opinione che non è possibile fermare per decreto.
La battaglia politica sta nel costruire una cultura pubblica che riconosce la punibilità del reato di incitamento al razzismo (non solo per istiga, come recita la correzione della vecchia Legge Mancino, approvata nel 1993 sull'onda di una improvvisa impennata di movimenti neonazisti in Italia).
Quella legge a lungo nella scorsa legislatura è stata vissuta come un simbolo da una parte della Cdl e in particolare dalla Lega Nord, impegnata a riscrivere e a”contenerne” gli effetti. In particolare cercando di introdurre la distinzione fra istigare e fare propaganda (allora si trattava per la Lega Nord, di tutelare Oriana Fallaci, condannata in quei mesi in Francia per le rasi contenute nel suo La rabbia e l'orgoglio).
Il contenzioso, con l'iniziativa del Ministro, è destinato riaprirsi e a suscitare un confronto aspro intorno al tema della libertà di opinione. Sarebbe bene, invece, che in Italia affrontare seriamente la questione del razzismo e varare una legge che punisca questo reato, quello di antisemitismo, e quello di islamofobia. La questione ci riguarda tutti molto da vicino e occorre prendere consapevolezza che non si ratta tanto di riflettere criticamente sul passato o di prendere le distanze da una vicenda storica che abbiamo alle spalle, ma di prevenire e contenere i possibili effetti di una non rottura del patto civile.
21.01.07 00:52 - sezione
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