Ventidue personaggi, ventidue storie per raccontare la vigilia del giorno in cui il candidato alla presidenza USA Robert Kennedy fu ucciso. Ventidue vicende che intrecciano i punti di vista di politici e collaboratori del candidato, inservienti dell’hotel e semplici amici: gente comune, perché la storia non è solo quella dei grandi nomi. La storia e il suo cambiamento sono quelli che viviamo tutti i giorni.
È questo che vuole ricordarci
Emilio Estevez, raccontandoci – non senza un pizzico di brio ed umorismo – le tensioni razziali sopportate e sopite, il dramma di una guerra dalla quale fuggire ad ogni costo e l’importanza che gli ideali kennediani andavano assumendo per un Paese intero all’indomani della morte del “Dr. King”.
Ecco allora perchè
Bobby diventa un film su Robert Kennedy in cui manca Robert Kennedy: una scelta atta a sottolineare come ognuna delle storie del film finisca per essere un tassello del puzzle che rispecchia quell’America, con quelle contraddizioni e quelle ingiustizie che la politica del senatore avrebbe voluto risolvere.
Estevez si circonda di un cast stratosferico (da
William Macy,
Laurence Fishburne,
Anthony Hopkins a
Helen Hunt,
Lindsay Lohan ed
Elijah Wood, passando per
Demi Moore e
Sharon Stone), in cui tutti assicurano interpretazioni di primo livello, fatte di apparizioni tanto fugaci quanto intense. E tutti i personaggi si scontrano con le loro illusioni, con i loro fallimenti, con le loro meschinità, in una notte simbolo di un cambiamento drastico ed epocale: specchio di un Paese che vedeva nei suoi mali (nella guerra e nel razzismo, nei pregiudizi e nelle ingiustizie) il terrore della propria fine e l’assenza di un futuro.
Il regista e attore americano ci regala così un film corale, che ricorda certe atmosfere alla
Radio America e ricalca lo stile iperrealistico alla
The Queen, ricco di inserimenti di immagini di repertorio. Un film che scorre placido fino al gran finale, che avvolge fra le note di
The sound of silence l’incredibile attualità delle parole di Bob Kennedy. Perché “la storia siamo noi, siamo noi questo piatto di grano”.
Genere: amarcord corale di stampo storico-sociale
Consigliato: a chi non andrà a vedere
Manuale d’amore 2 questo weekend
Sconsigliato: a chi preferisce le trame elaborate allo scavo dei personaggi
Da tempo ospitiamo sul nostro server un gruppo di ragazzi che sta facendo un lavoro straordinario sul cinema, in cambio solo della soddisfazione di fare qualcosa di utile. Il loro sito Binario Loco è una risorsa interessante, ricca e preziosa per tutti gli appassionati del granbde schermo. Da oggi Luca, Massimo & C. si occupano di cinema anche per OMB in una nuova rubrica che prende il nome dal loro sito. Benvenuti! -- Alberto Biraghi