questo discorso mi fa venire in mente l'andare con Kikka a manifestazioni di denuncia dei gasatori di Kikke. iniziativa in seguito alla quale non so se si abbia voglia di visitare musei, so solo che si soffre di psicolabilità con tendenze suicide che difficilmente sarebbe di qualche interesse anche solo per schivare il servizio militare.
C.
Provocazione:
Decidiamoci: la Shoà è "unica" o "attuale"?...
(Se è unica e già accaduta, perché preoccuparsene?)
Avvertenza:
Prima di perdere tempo a insultare me (non sono così importante) chiedetevi perché io abbia posto la domanda!
Danjar, siccome è accaduta può riaccadere. o mettiamola così: siccome è pressoché inspiegabile con i mezzi razionali usuali (nemmeno il più sagace psicologo può spiegarti "perché") non la si può considerare a priori irripetibile. questo benché ovviamente ciascuno di noi si auguri che lo sia e faccia il possibile affinché lo sia.
C.
DANG!
Risposta sbagliata.
La Shoà è "unica" o "attuale"?
non ao.non starei a farci su giochi di parole o di abilità dialettiche, tutto qui. e cmq chiaro che se non la fai ripetere non dovrai poi nemmeno discutere se sia stata "unica" (che poi che parola! io di solito unico o unica lo dico di realtà positive).
Carolina
Non ho inventato io il concetto di "unicità della Shoà".
Per svelare un po' il mio "gioco di abilità dialettica", osservo che se si insiste tanto a dire che qualcosa è unico gli effetti sulla percezione della sua attualità, e dell'utilità pratica della memoria, possono portare alla "musealizzazione" di cui sopra...
ma le percezioni stanno a zero. in base alle percezioni tu puoi avere un tizio che pensa che un altro tizio che ha una nave da prendere domani per l'America per non essere ucciso sia "tirchio", quando invece è chiaro come mai non è in vena di aperitivi sia da offrire che a lui offerti in centro. e ti renderai conto che però il danno che gli si fa perpetuando lo stereotipo "percettivo" della sua tirchieria può essere enorme. oppure puoi arrivare a pensare che i rom siano della stessa rilevanza politica dei cattolici o dei forzitalioti o che gli extracomunitari siano il 58 percento della popolazione. solo i dati valgono qualcosa sul serio per me.
Carolina
La Shoà è "unica" o "attuale"?
attualmente unica, attuale nella sua unicita', unica nella sua attualita'.
(son giochi di parole, non parole giocose)
"È sempre vero che la coerenza con ciò che si pensa è un valore?"
No, non è un valore se questa coerenza si applica a delle concezioni aberranti.
La Shoà è unica. Non si trattava di sterminare il nemico o il diverso: si voleva cancellare, scientificamente, l'essere inferiore che non era degno di vivere nel pianeta degli umani. È in questo che risiede l'atto ripugnante, orrendo e unico dell'Olocausto. Altri confronti mi sembrano un po' pretestuosi
Ben venga il Giorno della Memoria; ben venga il "mai più".
Ah, be'... Forse le percezioni non sono importanti.
Vallo a dire a David allora, visto che lui è molto preoccupato di come la Shoà non venga "percepita" nel modo giusto.
Forse, se si smettesse di "sacralizzare" la Shoà, si riuscirebbe più efficacemente a tenerla (anche) fuori dai musei, dove (presumibilmente) ha una funzione educativa più efficace.
La memoria della Shoà non è neutralizzata solo dai "negazionisti", ma anche da chi la usa di volta in volta come alibi, propaganda, retorica, mezzo per porre fine alle discussioni; invece che come "chiave di lettura" dell'essere umano, tutt'altro che "unica" ed "eccezionale", in definitiva scollegata dalla realtà attuale.
(Dovrebbe essere scontato, ma a scanso di equivoci sottolineo che con tutto ciò non voglio negare la specificità della Shoà.)
MI permetto una domanda. Quando ciascuno di noi parla di Shoah di che parla? Ovvero: quale comparazione ha in testa? quale testo letterario? quale testo storico? quale film ha in mente? Quale fotografia? E perché proprio quelli?
david: comparazioni? testi? kapo' di pontecorvo e le fotografie di Roman Vishniac.
danjar la memoria e' viva finche' si trasmette, guardate cosa e' successo alla memoria della resistenza, trasformata in trombonismo.
A completamento del precedente post e senza pensarc molto direi che io ho in mente rispettivamente:
1) il Rwanda (soprattutto per il silenzio di tutti noi);
2) Primo Levi, I sommersi e i salvati;
3) Browning, Uomini comuni; Hilberg, la distruzione degli ebrei d'Europa; aggiungerei Arendt, la banalità del male;
4)Louis Malle, Au revoir les enfants;
5) la fotografia aerea di Auschwitz.
Ciascuno rappresenta un luogo riflessivo e si fonda su un dato comparativo.
Qualcun altro ha riposte diverse? Perché?
Qualcun altro ha riposte diverse?
1) Cambogia, in Rwanda e' mancata la componente tecnico-scientifico-logistica (a parer mio)
2) Jean Amery? Miklos Nyiszli (medico ad auschwitz)? Spiegelmann?
3) Pier Paolo Poggio, nazismo e revisionismo storico (scelta molto personale)
4) ribadisco Pontecorvo, kapo'
5) le fotografie aeree sono "asettiche": dall'alto auschwitz ha un'identificabilita' univoca? oltre a Vishniac (che pero' fotografo' gli ebrei orientali appena prima che venissero eliminati) ci metto le foto scattate da alleati e sovietici di cataste di scarpe, valige, cappelli, capelli, etc etc