ieri sera da Formigli a controcorrente c'era irving, andatevi a 'spizzare' la sua news letter...è molto indicativa.
senza contare quello che dice, sarà pure un conoscitore di storia ma parla come un invasato. meno male che c'era pure Furio Colombo.
Parafrasando Moretti, "no, il master no!".
Non riesco a vedere tutta questa gran ondata di revisionismo (mi riferisco all´olocausto), ma forse questo dipende dalle persone che frequento. Credo che l´allarme sia stato lanciato soprattutto per via di certe sconvolgenti inchieste tra gli studenti, in cui effettivamente si rilevano tassi di ignoranza abissali. Beh, la colpa peró, almeno in questo caso, è chiara, e ricade sugli insegnanti che non fanno il loro mestiere. Quindi la cosa migliore sarebbe concentrarsi su di loro, facendogli capire con gentilezza che un simile andazzo non è tollerabile. C´è poi il problema della "opinione pubblica". In questo caso la responsabile temo sia la tv. E certe fiction pseudo storiche. Forse. O forse no. In ogni caso le vittime della distorsione della storia vanno ben al di la´ dell´olocausto. Ancor meno persone sanno, di certo, che a morire negli stessi modi, negli stessi momenti, per mano degli stessi carnefici, e con motivazioni identiche sono stati zingari, omosessuali, malati di mente, russi e... comunisti. Si tratta di una lista "impresentabile" in questi nostri anni di leghismo non-leghista, di "stupro" sistematico della storia, di berlusconate sul nostro passato. Io, nelle cose che scrivo e leggo per professione, applico da sempre la "prova ebreo". Ossia prendo, appunto, i miei e gli altrui testi, e sostituisco a qualsivoglia gruppo nazionale citato la parola "ebreo", "ebrei" ecc. Se il risultato mi da´ il voltastomaco, significa che c´è qualcosa che non quadra. Io personalmente mi son cosi´ evitato di scrivere castronerie, che possono sempre scappare, ma soprattutto ho smascherato, ai miei occhi, la natura mostruosa di molti individui portati in palmo di mano da stampa e opinione pubblica. Vi sfido. Prendete uno qualunque dei libri di ultima produzione della Fallaci, sostituite ogni volta a "musulmano" o "arabo" la parola ebreo, e magari al posto di Arafat mettete, chessó, Rabin, e avrete una sorpresa. Vi consiglio di tenere vicino una bacinella, perché la lettura di una simile prosa provoca, o almeno dovrebbe provocare, una incontrollabile scarica di vomito. Come leggere il Der Sturmer di Streicher, la stessa immondizia.
Uno storico può aver fatto tutti i master interdisciplinari ed essere esperto di sinergie, formazione e comunicazione, ma se poi la televisione programmaticamente trasmette "solo" reality e finto sport...
Mi sa che, invece di aspettare che migliorino gli storici e i corsi per essi, tocchi a noi rimboccarci le maniche e metterci a parlare di queste cose.
david, essendomi occupato nel mio piccolissimo di storia orale e di divulgazione "pop" della stessa, vorrei sollevare il problema, tremendo ovunque ma in particolar modo in italia, dell'uso politico della storia.
dice bene danjar: "poi la televisione programmaticamente trasmette "solo" reality e finto sport", se viene ritenuto uno storico serio paolo mieli tutto e' possibile.
I qui non parlo di storici, né il mio pezzo è originato da una divisione manichea tra "storici" e "tutti gli altri". Provo a riflettere sui limiti degli storici e di come oggi sia possibile, necessario e auspicabile costruire una professionalità nella comunicazione della storia.
Il propblemna è come si costruisce e si dà vita a una nuova professionalitrà che finora è stata accaparrata da un solo lato mentre il prodotto storico, oggi è il risultato (ovvero: né la prevalenza, né la somma) di molte competenze professionali.
In parole povere: gli storici, eccetto rari casi, hanno un'idea di comunicazione della storia che è inservibile nell'epoca della reproducibilità tecnica del documento. Gli operatori culturali di massa non sanno nemmeno cosa sia e come vada trattata una fonte storica; gli operatori intermedi non hanno una benché minimna idea di che cosa sia esporre un fatto storico. Il pubblico( più in generale i fruitori) pensa che la storia sia guardare il privato degli altri dal buco della serratura.
Ma non è solo colpa della televisione. E accusare la televisione o Bruno Vespoa o chiunque altro è troppo facile. L'uso pubblico della storia è anche un fatto di ciascuno di noi. Se gli operatori pubblici riducono la costruzione di una coscienza poubblica sulla storia al livello di un rotocalco porno, la colpa e la responsabilità sono anche di ciascuno di noi che dichiariamo (spesso a parole) che la storia "ci sta a cuore".
sono ignorante in materia, lo ammetto. non sono ebreo e non so cosa può significare esserlo. ma voglio dire la mia: per me è un emerita ca..ata questa legge di mastella. non si può punire un opinione. bisognerebbe invece investire in una scuola migliore che educhi meglio a certe questioni, e bisognerebbe che anche gli israelo-statunitensi si diano una calmata. visto che sono i più civili, i più bravi eccetera eccetera. che lo dimostrino una volta per tutte. spero di non avere offeso nessuno.ciao!
vorrei consigliare un film che parla di ebrei ed ebraismo, tra le altre cose. bellissimo e poetico: "vai e vivrai". aiuta molto a capire le tensioni che si respirano nella società israeliana.