Memoria. Ciò che la legge non può
di Moni Ovadia
Il disegno di legge sul reato di incitamento al razzismo del guardasigilli Clemente Mastella, è stato presentato ed approvato dal consiglio dei ministri pur con qualche comprensibile riserva espressa da alcuni esponenti della maggioranza di governo riguardo alla formulazione di parte degli enunciati. Il provvedimento ha saggiamente espunto dalla definizione del reato, l'espressione della negazione della Shoà. Colpire per legge opinioni, ancorché aberranti, rischierebbe di dare a chi le esprime, l'aura del martire e potrebbe fornire spunti a derive censorie delle opinioni tout court, soprattutto se espresse con linguaggio radicale. E' bene ciò non di meno ricordare che il negazionismo implica in sé un presupposto chiaramente antisemita. Infatti, se migliaia di testimoni dello sterminio nazista, compresi i sopravvissuti dei Sondern Kommando, - cioè coloro che dovevano estrarre i cadaveri dalle camere a gas, cavare loro i denti d'oro prima di collocarli nei forni crematori - hanno deliberatamente mentito, ciò significa che gli ebrei hanno ordito un'immensa falsificazione. A quale scopo? Evidentemente per arginare ogni critica alle loro intenzioni, ovvero la propaganda ebraica per il controllo dei media ed attraverso questo, del potere mondiale. Questa non è altro che una versione aggiornata dell'ideologia antisemita dei "Protocolli dei Savi di Sion", un libello concepito e diffuso dall' "Okhrana" la polizia segreta dello Zar allo scopo di dare legittimazione ai pogrom (i massacri organizzati di ebrei). Il libello ebbe grande fortuna presso i nazisti ed è tuttora un pilastro della immarcescibile vulgata neonazista e neofascista contro l'ebreo. L'antisemitismo è ancora diffuso ed è bene non abbassare il livello della vigilanza. Fa bene il presidente Napoletano a segnalarne le forme criptiche che si camuffano in certo antisionismo. Tuttavia è bene chiarire che le critiche all'operato del governo israeliano per le sue scelte politiche e strategiche, segnatamente quelle espresse contro l'occupazione e la colonizzazione delle legittime terre dei palestinesi e contro lo stillicidio delle inique e continue vessazioni che provocano nei riguardi dei civili espropriandoli della libertà e dei diritti fondamentali, non rientrano assolutamente nel concetto di antisemitismo. E' vile intimidire il diritto all'esercizio di critica politica ed etica, anche espressa con la massima severità con accuse infamanti. Questi tentativi di imbavagliamento della liberta di pensiero rientrano nelle più viete pratiche del nazifascismo e dello stalinismo. La legge Mastella è importante e doverosa, ma non può entrare nel terreno della responsabilità della coscienza. La formazione educativa e culturale e la corretta informazione, svolgono un ruolo fondamentale contro le manipolazioni della falsa coscienza che inquina ogni buona intenzione. Ieri la stampa ha dato notizia che il rappresentante di Forza Italia, Fabio Gargani, in commissione cultura della Camera dei deputati ha votato contro la risoluzione sulla valorizzazione della memoria della Shoà nelle scuole. Il forzista ha superato in zelo revisionista anche i rappresentanti di An, della Lega e dell'Udc che si sono limitati all'astensione. Gargani ha motivato la sua decisione di votare la risoluzione a causa del collegamento fatto con la Resistenza e la lotta antifascista. I dado è tratto. Il nostro centro-destra non è antifascista! Non riconosce le profonde radici della nostra democrazia! Non vuole ricordare che il fascismo repubblichino fu complice consapevole ed entusiasta dello sterminio. A queste condizioni le sue celebrazioni del giorno della memoria sono un atto di ipocrisia, le sue moine filo israeliane una pratica diplomatica scopertamente strumentale.
La pubblica esposizione di tesi negazioniste è attualmente un crimine in molti paesi europei: Francia, Spagna, Polonia, Austria, Svizzera, Belgio, Repubblica Ceca, Slovacchia, Romania, Germania, Cipro e Lussemburgo.
perchè non verificare qual'è la formulazione del reato in queste nazioni ?
"Il significato della Shoah rinvia indissolubilmente al senso del ricordo per il presente e alla ribellione al disumano quale espressione testimoniale di coesistenza contro la riduzione a cosa perpetrata nei confronti del nostro vivere in cui è da riconoscere una nuova e possibile aggressione dell'essenza criminale rivelata dal nazionalsocialismo".
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ieri Piero Fassino sosteneva che l'antisemitismo, che passa attraverso il negazionismo, deve essere sopratutto una battaglia culturale prima ancora che essere oggetto di iniziative legislative.
non capisco questa posizione, come non capisco quella dei tanti intellettuali che hanno firmato una lettera contro.
forse che appongono a casaccio la propria firma ?
non sarebbe utile spiegare le ragioni di tale avversione ?
avrei capito se avessero contraddetto propugnando, anche se non come prioritaria ma concorrente, la battaglia culturale, il rendere permanente nella memoria e nella coscienza collettive presenti e future il significato dell'antisemitismo nei secoli, culminato nell'Olocausto.
così non capisco.