Scusate ma proprio non riesco a credere che, di fronte ad un simile problema, il cosiddetto "confessore" abbia "cambiato discorso"!!!
Direi che egli DEVE cambiare mestiere, altro che cambiare discorso.
Leggevo tempo fa che il compianto e venerato Papa Luciani (Giovanni Paolo 1°)se non fosse morto anzitempo (morto o assassinato?) avrebbe voluto cambiare la Chiesa in modo tale che se Gesù Cristo fosse ritornato sulla terra l'avrebbe immediatamente riconosciuta (evidentemente l'allora chiesa non rispondeva a quanto auspicato dal suo Fondatore - immaginiamoci quella attuale!)
Ebbene, QUEL tipo di Chiesa io desidererei non l'attuale tanto distante da Cristo, dal Vangelo e dall'uomo da non essere più quella desiderata da Dio.
Saluti.
nella migliore delle ipotesi non sanno niente di sesso e basta. io una delle due volte che mi son confessata in vita mia ho dovuto trattare il tema del perché col mio compagno non siamo nati già sposati. :-)
Carolina
mi attirerò certo il sarcasmo degli antireligiosi, ma la protesta dell'osservatore romano di ieri non è del tutto campata in aria. La confessione per i cattolici è un sacramento, non una chiacchierata dai toni riservati. E' finalizzata alla remissione dei peccati, concessa dal sacerdote sulla scorta del pentimento sincero del fedele. Il giornalista, fingendosi penitente sincero, ha usato la confessione per una inchiesta giornalistica, e questo travalica a mio modo di vedere la libertas ecclesiae concessa dal nostro ordinamento ad ogni confessione religiosa, ovvero la libertà di essa a che nessuno possa ingerire nella vita interna, che nella fattispecie cattolica vertono sulla distribuzione dei sacramenti e della parola di Dio. Non mi stancherò mai di dirlo: se si pretende dalla Chiesa non ingerenza non bisogna ingerire, se si pretende libertà dalla Chiesa non si può entrare di soppiatto a casa loro utilizzando quegli strumenti finalizzati, nel contesto cattolico, alla salvezza delle anime. E' inutile starnazzare sulla mancanza di rispetto della Chiesa nei confronti della sovranità popolare, se riteniamo sacrosante queste "finte" confessioni.
PS. Le Iene, qualche mese fa, fecero unìinchiesta sulla pedofilia nella Chiesa, mandando uno di loro a parlare riservatamente, ma non in confessione, con singoli sacerdoti di presunti atti di pedofilia di prelati verso i loro figli. La difesa dei sacerdoti o il tentativo di sottacere quei fatti era agghiacciante, ma il tutto avveniva fuori dalla celebrazione di un sacramento, fuori dunque dall'intromissione in cose che sono da loro ritenute sacre. Il vero laico capirà la differenza.
Non vedo perché si debba tanto rispettare la "sensibilità" della chiesa quando questa calpesta ogni giorno i "diritti civili" di milioni di persone, per non parlare della responsabilità morale di tutte le morti di AIDS in Africa...
La chiesa non è e non è mai stata democratica (anzi è la negazione stessa della democrazia) e i progressi dell'umanità in ogni campo sono stati fatti contro il suo volere. E' ora di smetterla di trattarla con guanti di velluto. I paesi civili la ignorano, da noi dirige la vita politica come se fossimo un suo protettorato. Non se ne può più. Ben vengano queste inchieste giornalistiche. E' l'unico strumento di dissenso che ci è rimasto.
Se uno è sieropositivo (e lo sa, oltretutto), ma non usa il preservativo, è né più né meno che un delinquente.
Guardate che è impressionanete quanto male facciano (in casi come questi, anche male fisico) le fandonie messe in giro dai preti e dai loro accoliti. Peccato che anche l'inferno sia una favola di loro invenzione, perché se esistesse sarebbe bello immaginarceli dentro per l'eternità.
e allora buona guerra, roberto, ingerisci pure come fanno loro, via al valzer dei colpi bassi reciproci. ma non ti lamentare se in mezzo a questa zuffa presunti laici e cattolici si confonderanno talmente da sembrare ed essere copie sputate l'una dell'altra.
Complimenti Roberto: milioni di morti di HIV per cui è "moralmente responsabile la chiesa"?!?
Scusa, ma la responsabilità personale di chi non sa tenere l'uccello nei pantaloni (o nell'astuccio penico, visto il contesto...) dove ?$%&$£$ la mettiamo?
Sei ancora infantilmente convinto che il preservativo sia la panacea che risolve ogni problema venereo?
Quindi il sesso e la sessualità non sono solo un diritto per te, ma addirittura una inevitabile fatalità...e di questa attitudine "dongiovannistica" o tribal-edonistica sarebbe responsabile la Chiesa?
Boh...vedi tu...
l'argomento e' vecchio e frusto, ci fece un libro l'indecente giordano bruno guerri una quindicina d'anni fa.
buzzico la chiesa e' corresponsabile perche' una enorme parte dei cattolici del mondo non si puo' permettere ne' diagnosi ne' cure che l'uso del preservativo (che ha costi irrisori) renderebbe non necessarie.
e piantala di scrivere iperboli ridicole, non sei su "il foglio" e non incantano nessuno.
Borja, non sei su Microsega: dove £$(%/&& starebbe la maggioranza cattolica africana?
Sudan? Burkina? Congo? Zaire? Mali?
Devo proseguire?
Passino le stronzate da komsomol, ma almeno i rudimenti di geografia politica eccheccazzo...
Casomai, se proprio vogliamo escludere ogni considerazione sulla responsabilità personale e tirare di mezzo metafisiche responsabilità spirituali, diciamo allora che è tutta colpa dell'Islam o al limite dell'animismo...tiè!! Guarda un pò...
non mi pare che le malattie venerre abbiano larga diffusione solo nei paesi da te citati, cretino.
ho scritto africa?
ho scritto "corresponsabilita'", e' inutile che la butti in caciara.
Spero che la chiesa continui la sua crociata che la porterà alla dimensione di semplice setta... spero che gli ebrei d'israele continuino a sentirsi eletti e per questo continuino i loro eccidi in nome della terra che la bibbia dice di essere loro... spero che l' islam in paesi fortemente in via di sviluppo continui nelle sue pratiche medievali... insomma spero che le religioni monoteistiche continuino nella loro marcia verso l' estinzione, per un futuro senza reigioni!!!
Osservazione preliminare.
Agli occhi dei cattolici apostolici romani il comportamento del giornalista è sembrato decisamente blasfemo. Ai miei occhi no, non c’era altro mezzo per penetrare nella psicologia dei sacerdoti.
EUTANASIA. Il giornalista sonda prima un frate e poi un sacerdote confessori. Il frate precisa i puntelli fondamentali della chiesa cattolica e diversifica la posizione del soggetto dichiarando che avrebbe fatto lo stesso: avrebbe staccato la spina. Anch’io. Il sacerdote piemontese abbocca di più all’amo e mantiene una linea direi psicanalitica alla buona. Io avrei scavato più a fondo.
AIDS E PRESERVATIVO. Il primo confessore sfugge al dilemma, svicola, poi, costretto ad affrontarlo, non si pronuncia esplicitamente, limitandosi a chiedere se la ragazza è al corrente. Questo sacerdote è desolante. Dichiara che il presunto fedele deve continuare a non usare il preservativo. Il secondo sacerdote non prende posizione, in nessun modo. Nessuno dei due pone l’alternativa: o usare il preservativo, contraddicendo le prescrizioni della chiesa cattolica o la castità. Io userei il preservativo.
STAMINALI EMBRIONALI. Il confessore viene a compromessi fra le ragioni della chiesa e quelle del presunto ricercatore, le quali ultime (miglioramento anche economico delle condizioni familiari in Svizzera) accetta e concorda con il presunto fedele, il quale non è tenuto ad affrontare la questione etico-religiosa con il nuovo datore svizzero di lavoro. È molto incerto sul problema e dimostra di non possedere idee chiare e convinzioni consolidate. Pur personalmente favorevole alla ricerca sulle staminali embrionali (che oggi non sembra più necessaria, essendo dimostrato in laboratorio che quella sulle staminali adulte soddisfa ogni necessità di ricerca scientifica), io avrei dato netto parere contrario.
OMOSESSUALITA’. Il primo sacerdote confessore va alla grande, assolve, nulla da eccepire. Il secondo dopo mezz’ora non sa trarsi d’impaccio, dichiarando una netta presa di posizione: sì o no. Prima consiglia di dissimulare, poi, messo alle strette, consiglia di affidarsi al Signore, da buon cattolico per tutto eccetto che per questo aspetto. Personalmente ho molti amici omosessuali, da sacerdote mi sarei attenuto alla prescrizioni della chiesa, non assolvendo, ma mostrando rispetto. Il secondo confessore in ciò è incerto.
SESSO CON MINORI. Viene presentato l’ipotesi di sesso con ragazza minore, di anni 16, consenziente. Per la legge penale è reato di violenza carnale presunta. Entrambi i sacerdoti avrebbero dovuto seccamente negare l’assoluzione, mentre entrambi, il primo più anziano, trattano la questione con grande con dolcezza, direi con docilità. Come possono ignare la legge ?
ABORTO. I due confessori sono durissimi, la loro posizione è di netta condanna. Non potevano fare diversamente, eppure l’aborto per la legge italiana non è un reato, tant’è che lo ha disciplinato. Non condivido la loro intransigenza, è una decisione della coppia, nella quale è preponderante e risolutivo il volere della donna.
BATTESINO IN COPPIE MISTE. I due sacerdoti sono bravi a capire il problema, le loro posizioni, coincidenti, sono condivisibili.
PROSTITUZIONE. Entrambi i confessori condividono la condanna dei rapporti sessuali con prostitute: anch’io.
COCAINA. I due sacerdoti assolvono. Io no.
FECONDAZIONE ASSISTITA. Il primo sacerdote, dopo avere impartito una lezione spicciola di teologia, assolve. Il secondo sacerdote dichiara la propria ignoranza nella materia, non assolve. Domando al secondo sacerdote: perché va a confessare ? La mia posizione è favorevole.
TRUFFE ED EVASIONI (fiscali). Entrambi i confessori non hanno ben chiaro che una truffa informatica è una truffa per la legge penale. Dunque, l’assoluzione é a sproposito.
Come possono ignare la legge ?
sor carcerie' ma che dice? che c'entra la legge con l'assoluzione? se non l'avessero assolto la sua posizione dinanzia lla legge sarebbe mutata?
come si fa a dire "io avrei fatto, io avrei detto"?
occorre limitarsi a registrare per l'ennesima volta l'arretratezza sociale e culturale dei sacerdoti cattolici, non ha senso imporre una morale a chi una morale sua gia' ce l'ha e anzi la vorrebbe imporre ad altri; la morale cattolica va arginata e circoscritta, non contestata, perche' vale quel che vale qualsiasi morale religiosa.
e' il discorso che vale per unioni di fatto, anticoncezionali, divorzio ed aborto; non va contestato il diritto della chiesa di dire la sua, semplicemente va imposto ai cattolici di limitare l'adozione della loro morale a loro stessi, senza necessita' di riconoscimento legale.
non vuoi divorziare? cazzi tuoi
non vuoi abortire? cazzi tuoi
vuoi sposarti SOLO in chiesa? cazzi tuoi
non vuoi usare metodi anticoncezionali e/o profilattici? cazzi tuoi
ma non osare imporre la tua morale distorta.
@ berja: bravo, sono d'accordo con te su tutto, salvo sulla non coincidenza fra reato e morale cattolica.
l'assoluzione dovrebbe conseguire solo all'auto-denuncia.
per il resto è come dici tu.
come si dice in qualche parte dell'Italia: so' cccazzi ttuoi !
l'assoluzione dovrebbe conseguire solo all'auto-denuncia
questo secondo il nuovo catechismo della chiesa cattolica carceraria 2007 alla cui stesura lei ha partecipato?
o secondo il nuovo codice penale cattolico che prevedera' reati quali l'onanismo, la blasfemia e il mangiar carne di venerdi'?
Gesù non è venuto a creare una nuova religione, ma ad abolirle. Non a caso venne ucciso dai romani, ma per condanna della chiesa dell'epoca. Oggi il cristianesimo, tranne qualche caso, tende ad essere una raccolta di precetti di uomini propagandati come volontà di Dio. Per questo la Chiesa spesso è prigioniera delle sue stesse regole che con il tempo divengono obsolete e non più attuali. Speriamo che la chiesa diventi cristiana, prima o poi!!
Wpro
mi chiedo:
se un assassino va a confessare il suo delitto,
e sa che il prete è tenuto al segreto della confessione, il prete si porrà qualche problema nel dare l'assoluzione?
...soprattutto se sa che che non c'è stata autodenuncia e che un innocente sta scontando una pena al posto del vero colpevole.
Voi cosa ne pensate?
Forse Luigi non ha tutti i torti quando afferma
"l'assoluzione dovrebbe conseguire solo all'auto-denuncia". Senza auto-denuncia non c'è neanche vero pentimento e quindi non dovrebbe esserci neanche assoluzione.
la cosa veramente interessante di quell'inchiestina è l'emersione di una divaricazione abbastanza ampia tra la dottrina ufficiale del vaticano e la pratica quotidiana (e la coscienza personale) dei preti sguinzagliati sul territorio.
un esercito che disobbedisce, mi pare.
la reazione dell'osservatore romano è abbastanza ovvia nella sua ferocia: è stato pubblicato un "documento" che prova l'insubordinazione dei pretozzi, e nell'ottica militaresca di santamadrechiesa ciò è imperdonabile.
altro che sacramento (li staranno a dì loro, i sacramenti....)
in guerra tutto è lecito, anche fare i laici ad intermittenza: è una rissa tra bande, senza regole: tutti ad ingerire, appena si può, e poi a ululare contro le ingerenze altrui. Il risultato è deprimente, ed è quello che meritiamo: lo scadere di ogni dibattito sulla religione in una zuffa mediocre, priva di argomenti, ma solo di un livore accumulato negli anni. Ce lo meritiamo Ruini. Negli altri paesi non vanno a camuffarsi da fedeli e ad ingannare sacerdoti nell'esercizio delle loro funzioni e tutto per dimostrare la scoperta dell'acqua calda. Ed applaudiamo a cotanta ingerenza mentre smadonniamo quando Ruini parla dallo scranno della CEI. Ce la meritiamo la Chiesa che ci tiene per le palle. Come una punizione per la nostra incoerenza, di chi pretende quello che poi, all'atto pratico, non dà mai: rispetto.
"Ce lo meritiamo Ruini"
parla per te, servo della destra
Un paio di chiarimenti (dal mio punto di vista).
Primo: i "laici" non sono un fronte, un partito, un esercito, una chiesa. Ogni laico fa quello che gli pare, in merito al rapporto con la chiesa di Roma, con le chiese, con le religioni. Ammesso che non violi la legge, ammesso che non rivesta un ruolo formale per conto dello Stato.
Il lavoro del giornalista non è "ingerenza", così come un'inchiesta sulla mafia non è "vigilantismo". Lo Stato non deve interferire nel funzionamento delle chiese (purché esse rispettino la legge), i giornalisti, gli editori, i "laici" possono fare quello che pare loro e conservare il diritto di criticare la chiesa di Roma per le sue illegittime interferenze nella vita politica italiana.
Quello che si contesta (o si dovrebbe contestare) - da "laici" - a Ruini e co. è l'uso della minaccia elettorale per ottenere "favori" dalle formazioni parlamentari allineate, per il resto i vescovi hanno tutto il diritto di dire quello che vogliono. Quello che si può (deve) criticare è il catto-servilismo della RAI e di mille altri enti, amministrazioni, istituzioni, non il fatto che vescovi e cardinali rilascino interviste.
Non c'è alcuna incoerenza nel difendere il lavoro del giornalista e nel commentare le posizioni della chiesa di Roma, contemporaneamente respingendo come illegittima l'interferenza "corporativa" dei vescovi nell'attività legislativa e di governo.
Casomai, si potrebbe discutere della noia e del senso di stupidità che "traspirano" da certe dichiarazioni e/o da certe inchieste giornalistiche.
Secondo: sul rapporto tra rispetto della legge e assoluzione, la dottrina cattolica è chiara e concorda con quanto qui accennato da luigi morsello. A meno che la legge non richieda qualcosa di contrario all'etica - nel qual caso sarebbe legittimo infrangerla - i cristiani sono tenuti al rispetto della legge. Se un cristiano confessa un delitto senza essersi costituito il confessore deve desumere che manchi il vero pentimento, quindi deve non dare l'assoluzione; se anche la desse essa non sarebbe comunque valida - cioè il peccato non sarebbe cancellato - e il confessore stesso (se consapevole) commetterebbe un peccato.
Tutto questo naturalmente può non interessare affatto (o sembrare un insieme di stramberie arcaiche, come sembra a me). È comunque fuori luogo parlare di "chiesa cattolica carceraria" visto che la confessione riguarda il pentimento, non la punizione.
lascio perdere il solito meraviglioso tonii, il cui commento biraghi dovrebbe bannare, stando alla netiquette del suo blog. ma tant'è.
danjar, puoi girarla come ti pare, ma violare l'imtimità della vita di una confessione religiosa, fingendosi fedeli alla ricerca di un'assoluzione, è un atto di sconfinamento all'interno dell'ordine proprio della Chiesa. Ora, possiamo applaudire perchè la Chiesa suddetta ci sta parecchio sul cazzo, o perchè dopo quotidiane litanie ingerenti su pacs e gay è anche ora che qualcuno si intrufoli sotto le tonache di questi pretacci e faccia provare loro come ci si sente ad essere attaccati nell'esercizio indipendente delle proprie funzioni. Possiamo avere mille ragioni per essere contenti di questa inchiesta, ma nel momento in cui violiamo la sfera inviolabile della vita interna di una confessione religiosa, che riguarda solo gli appartenenti, se violiamo il significato sacro che questa confessione attribuisce alla confessione, possiamo dirci antireligiosi, mangiapreti, laicisti d'assalto, ma non siamo laici, ovvero rispettosi, perchè indifferenti, del fenomeno religioso. E nel momento in cui dimostriamo di non rispettarlo, ci dimostriamo ne più nè meno che dei cloni di Ruini e cardinaglia varia, che non rispettano noi cittadini, le istituzioni democratiche e indipendenti, e le modalità autonome con cui deve formarsi e modificarsi il nostro ordinamento giuridico. Potete sbraitare quanto vi pare, ma è così. Per questo il dibattito laici-cattolici in Italia, e solo in Italia, diventa una lotta nel fango tra maiali. Non solo perchè abbiamo il Vaticano sotto casa, ma perchè abbiamo un esercito di sedicenti laici il cui unico obiettivo è vedere in fiamme San Pietro. Detto questo, faciti cce bbuliti.
È comunque fuori luogo parlare di "chiesa cattolica carceraria" visto che la confessione riguarda il pentimento, non la punizione.
fu sarcasmo, in quanto piu' volte il sig. morsello ha dichiarato di essere stato direttore di carcere (quindi carceriere).
in quanto alla validita' dell'assoluzione solo in presenza del rispetto della legge, immagino che i sacerdoti decidano secondo coscienza, del resto la chiesa si e' sempre ritenuta "legibus soluta".
minimamoralia, io non avrei ingannato dei preti per fare un articolo. Un'inchiesta su cosa i preti "perdonino" e cosa no mi sembra di scarsissimo interesse e - oltretutto - di risultato scontato: mi sembra ovvio, anche senza fare "esperimenti", che molti preti decidano di testa loro e/o siano influenzati dalla conoscenza solo parziale delle "direttive" provenienti dall'alto.
Ribadisco: non mi importa nulla della questione (infatti non ho nemmeno letto l'articolo). Già "sapevo" che - per dirla con berja - molti sacerdoti cattolici sono affetti da «arretratezza sociale e culturale». Già sapevo che molti "religiosi" non conoscono appieno la religione che credono di praticare: semplicemente "si arrangiano".
Detto questo il giornalista non ha violato leggi raccontando balle a dei preti, per cui la questione è tra lui e la sua coscienza. Non "applaudo" e non vado a fargli la morale: sono fatti suoi. Osservo solo che non si tratta di "ingerenza da parte dei laici" - per lo meno dato che "i laici" non hanno "rappresentanti".
Mi permetto comunque infine di esprimere commenti a partire da ciò che si conosce del risultato del lavoro del giornalista. Cioè: esprimerei commenti se l'argomento mi interessasse!...
Come vedi - invece - mi sono limitato a fornire (quelli che secondo me sono) chiarimenti.
@berja: avevo capito che trattavasi di sarcasmo e mi ricordavo del retroscena. Ma senza rancore.
Suggerimento (di validità generale, ognuno ne approfitti a piacere):
se si ha qualche questione personale con qualcuno, perché non scrivergli un'e-mail?
Tradotto: se si vuole fare una domanda ad alberto, perché non scrivergli un'e-mail?
Se, invece, il proposito è sollevare una protesta, immagino che un post sia uno strumento ammissibile.
OT sui commenti rimossi. Il regolamento è chiaro. Appena ho un attimo vedo di esplicitare ancora meglio. Per favore, attenetevi. Ricordo che ogni commento relativo alla rimozione di altri commenti viene rimosso.