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«Ma io sono fiero del mio sognare, di questo eterno mio incespicare» (Francesco Guccini)
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Alberto Biraghi
E voilà un carpiato!
«E’ finita l’illusione di Forza Italia come partito liberal-democratico di massa. E’ un partito padronale, senza democrazia. La Margherita invece, è un movimento aperto dove convivono il riformismo cattolico e quello socialista». Diceva così
Roberto Caputo, sempreverde della politica, l'uomo che avevamo accusato di saltare da
«Pillitteri a Penati attraverso Berlusconi, ma senza passare dal via». Ci siamo sbagliati e ammettiamo l'errore, perché Caputo dal via ci passa, eccome (d'altra parte a Monopoli è lì che si incassa). Ecco quindi che conclusa l'esperienza con la Margherita, l'acrobata già socialista, già forzitaliota, con un grazioso volteggio torna in quello che resta del suo primo partito, lo SDI.
Secondo Repubblica è il terzo cambio di squadra in due anni, un record. La motivazione ufficiale sarebbe (te pareva) l'insufficiente "riformismo" del progetto di Rutelli,
«miseramente fallito perché era solo un bluff e anche i DL sono ormai diventati un partito neoconfessionale». D'altra parte lui si sente molto socialista, tanto da commuoversi quando sente le note dell'Internazionale (cosa che gli accadeva spesso anche a Forza Italia, dove l'Internazionale apre ogni incontro). Per saperne di più su questo campione della coerenza suggeriamo a tutti la lettura
dell'articolo di Gianandrea Zagato, con poesia di Caputo annessa, che apre con uno strepitoso:
«Quelli della Margherita brindano». Pare che oggi Caputo farà pure una conferenza stampa. Se ne sentiva il bisogno in effetti.