Scende in campo anche Stefano Zara, l'uomo indicato dal petroliere Garrone
di Alessandro Pieracci
Un centrosinistra dilaniato che conta le schegge si prepara ad affrontare le primarie del 4 febbraio prossimo con tre candidati sindaci: Edoardo Sanguineti, Marta Vincenzi e Stefano Zara.
Il poeta e intellettuale genovese, …… ha presentato ieri le linee programmatiche dell'Unione a Sinistra che raggruppa i transfughi ds (molti ex Correntone), Rifondazione e Comunisti Italiani, con un'esortazione clamorosa: "Restaurare l'odio di classe, perché i potenti odiano i proletari e l'odio deve essere ricambiato. " (ottimo, piacerà a qualcuno in OMB, ma forse un pochino eccessivo, che ne dite? Comunque, fin qui, niente di particolare).
Marta Vincenzi, attuale europarlamentare, ex presidente della Provincia che all'epoca si era guadagnata il soprannome di SuperMarta oltre all'ostilità dei big diessini locali (qui si rivalutano i milanesi, in giro c'è di peggio), è riuscita finalmente a essere la prescelta in casa ds grazie all'imprimatur di Piero Fassino, volato apposta a Genova (pare che la visita sia stata….interessante). Strana storia quella della preside Vincenzi…. Obbedì al partito e lasciò il posto al candidato Giancarlo Mori (Margherito) per le regionali che videro il centrosinistra sconfitto dal governatore Biasotti (FItalia), poi non fu vicesindaco di Pericu nonostante la valanga di preferenze, infine venne tolta di mezzo con la candidatura all'Europarlamento (successone di voti) per aprire la strada all'ex ministro dei Trasporti prodiano Burlando verso la Regione……Però stavolta non si è fatta da parte per lasciare il posto al candidato Mario Margini, ex segretario ds e attuale assessore della giunta Pericu, dato da mesi come futuro sindaco (sponsor Burlando) e già accettato come esponente di una linea di continuità negli equilibri politico-economici dalle categorie imprenditoriali (ah, beh, allora…). La presenza ingombrante della Vincenzi ha reso necessaria una consultazione nelle sezioni da cui è uscita prevedibilmente vincente. SuperMarta ha già avviato la sua campagna (duemila firme in due giorni) sotto lo slogan "Il sindaco di tutti". Il ribaltone Margini-Vincenzi ha però scompaginato i piani, creando preoccupazioni e timori (dove? ci vorrebbe una vignetta di Altan). Il clima si è arroventato con la presa di posizione del petroliere Riccardo Garrone, figlio del fondatore della Erg, ex presidente della locale Confindustria, patron della Sampdoria (se già non fossi genoano da sempre, lo diventerei). "Questa scelta del candidato del centrosinistra non mi piace. La migliore espressione della società civile genovese sperava nella candidatura di Stefano Zara. Altri autorevoli personaggi sosterranno Zara, sia che voglia presentarsi direttamente alle elezioni, sia che voglia partecipare alle primarie" (cioè, se voi del centrosinistra vi permettete di non scegliere chi dico io, me lo presento da solo. O meglio, da solo no: pare che Zara raccolga simpatie anche in Lega delle Coop e nel porto…). Stefano Zara, ex deputato in quota Margherita, è stato tra i promotori, con lo stesso Pericu, del Partito Democratico a Genova, prima prova generale nell'estate scorsa del progetto nazionale. Da ulivista convinto a candidato di una lista civica il passo è davvero eccessivo. Così lunedì annuncerà ufficialmente la sua scesa in campo e il suo programma per le primarie. "Come le dimissioni di Nicola Rossi (povero NR, avrà tante colpe, ma questo paragone mi pare abusivo), l'interesse suscitato intorno al mio nome è il segnale di un malessere diffuso riguardo la gestione della politica - dice Zara rientrato ieri da una vacanza a Creta (davvero?) - Ho una responsabilità che mi preoccupa, la mia soggettività è schiacciata dalle circostanze che mi rendono una figura simbolo (prego?non capisco). La gente ha bisogno di chiarezza, c'è stanchezza riguardo la solita politica della mediazione". In quanto al programma, ha idee chiare: "Come si fa a non averle vivendo a Genova e con il ruolo che ho avuto?". Il programma dell'Unione? "Non è un programma, è una roba evanescente". Ieri sera ha incontrato il sindaco, tra oggi e domani vedrà lo sponsor Garrone e gli altri imprenditori e industriali molti dei quali fanno parte di quel "clan dello scopone" che si riunisce una volta la settimana in un ristorante del centro per giocare a carte (anche con Claudio Burlando) e prendere decisioni (che ne dite? andiamo anche noi, la prossima volta?). Zara è stato presidente di Assindustria Genova dopo lo stesso Garrone. Ha vinto le elezioni politiche supplettive durante il governo Berlusconi, ma è stato accantonato nel 2006 a favore di altri "margheriti".
"Restaurare l'odio di classe, perché i potenti odiano i proletari e l'odio deve essere ricambiato."
Manco a dirlo, a me piace. O meglio, più che di piacere, trattasi di consapevolezza.
Magari i potenti non odieranno letteralmente i proletari, ma quel che è certo è che li sfruttano, e questi ultimi non se ne rendono nemmeno conto, annebbiati ormai dai Men's Health (coi muscoli del figlio del Berluska in copertina) e dai Grandi Citrulli: il che è la cosa più grave.
"«Oggi la merce uomo, il suo lavoro, è la più svenduta e chi dovrebbe averne coscienza, ossia la classe proletaria, non lo ha, inibita da una cultura dominata dalla tv». Parla con cognizione di causa, Sanguineti, lui non è «solo» un poeta ma anche un profondo intellettuale marxista: la materia, anzi il materialismo lo conosce. Ormai tredici anni fa, chi tirò fuori dalla storia l’odio di classe fu un personaggio che, secondo Sanguineti, ha contribuito non poco a «inibire i proletari» sommergendoli con la cultura dominata dalla tv. Fu infatti Silvio Berlusconi, nel suo discorso della discesa in campo, a spiegare che il suo «sogno» era quello di «una società libera...dove non ci sia la paura, dove al posto dell’invidia sociale e dell’odio di classe stiano la generosità, la dedizione, la solidarietà, l’amore per il lavoro, la tolleranza e il rispetto per la vita»."
Il poeta e l'odio di classe
http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=2171&ID_sezione=&sezione=
...Desiderate anche voi il migliore dei mondi (ipocriti) possibili immaginato da Berlusconi?
Grazie comunque per l'articolo, che ben descrive la situazione.
Sulla battuta di Sanguineti, resto sempre convinto che la pensione, oltre che un diritto, sia anche un dovere, anche per poeti illustri.
Il marxismo per fortuna è ormai solamente tema da storia del pensiero e non certo base politica seria o credibile.
Poi, certo, c'è chi ne sfrutta i simbolismi per titillare la nostalgia dei bei tempi (ah, quando c'era lui!), raccattare qualche voto, ed essere peggio di tutti quanto a brama di potere (e naturalmente non mi rifesisco qui davvero a nessun poeta).
ma quando i riccastri di FI vogliono cacciare i poveri dal cantro di milano, non sara' odio, ma certo e' lotta di classe.
come sempre dall'alto verso il basso.
mica bisogna leggere marx per capirlo.
ma dal dato di fatto bruto al sentimento che genera, che ne dovrebbe immagino essere il motore, credo si entri nel campo della poesia. voglio dire: odio? bo. potrebbe anche essere indifferenza per il genere umano. noia.
al potere pero' preferisco un pazzo, un cantore lirico e allucinato, un sentimentale dell'afflitto liberato che dei tristissimi figuri indoppiopettiti dal loro ruolo socialfunzionale.
"Il marxismo per fortuna è ormai solamente tema da storia del pensiero e non certo base politica seria o credibile."
Marco, quanto alle strumentalizzazioni politiche per raccattare qualche voto niente da dire, son cose evidenti.
Quanto invece al marxismo superato e poco credibile, avrei non pochi dubbi: è ancora su una base marxista che è possibile osservare e capire l'esistente. Se hai voglia, dai una occhiata qua e dimmi se i punti elencati non sono veri:
Marx oggi
http://www.questotrentino.it/2005/06/lettera_Marx.htm
Il Cofferati deve ringraziare che non abito piu' a Bologna. Al punto in cui e' arrivato mi sta spingendo verso il Casini (che ha rimpianto in una lunga intervista i sindaci comunisti -dal stalinista del dopoguerra a Imbeni- esaltandoli come 'almeno portatori di progettualità').
Rifonda a BO e' pure peggio. Se come a genova candidano un 'giovane' di 75 anni rischiano l'estinzione.
Bha' sperem sperem che si faccian da parte tutti....
BW
Lorenzo, quel link conferma esattamente quello che penso. Marx è stato uno dei grandi pensatori della storia e come tale va trattato: studiato, capito, analizzato.
Come tutti i (famosi e meno famosi) pensatori ha fatto fare dei passi avanti all'umanità e ha preso anche delle belle cantonate. Come tutti i teorici, ha elaborato delle teorie che sono servite ad essere superate da teorie migliori. Essere superate, come sempre in qualsiasi campo, significa ritenere alcune cose e abbandonarne altre.
Da vero scienziato della politica come lui è stato inorridirrebbe a sentire che dopo 120 anni esista ancora chi si dice "marxista". Anzi, penserebbe che si tratti di una barzelletta.
Capisco quello che dici, Marco.
Per chiarezza, non sono nè comunista nè marxista, ma ritengo che sia comunque da lì che si possa ed anzi si debba partire per superare il marxismo stesso.
Dalla Scuola di Francoforte, ad esempio - i cui principali esponenti ammiro e quasi venero - "emersero altri filoni di pensiero il cui obbiettivo rimase sempre lo sviluppo critico del pensiero marxista, così da attualizzarlo e arricchirlo con l'analisi di altre discipline (psicoanalisi, sociologia)" (http://it.wikipedia.org/wiki/Scuola_di_Francoforte); e credo che la loro analisi della società, della cultura, del potere sia tuttora valida.
L'Espresso ha citato Sanguineti come protagonista di nepotismo. Il poeta e aspirante sindaco avrebbe raccomandato il figlio come professore per una cattedra all'universita' di Bari, una delle grandi baronie dela mafia accademica.
Mauro, spesso (certo, non sempre) i riferimenti alla lotta di classe - quando esisteva ed era evidente - sono stati usati per coprire crimini, grandi o miserelli.
Figuriamoci ora che non esiste più.
Lorenzo: certo anche la scuola di Francoforte ha prodotto idee signficative. Rimango comunque abbastanza refrattario alle "scuole" o gli "ismi". Preferisco i giudizi sulle singole cose: opere, libri, articoli.