Veronico Polito
di Marco Travaglio
Fra le più gravi e recenti patologie che affliggono i politici italiani, dai lider maximi ai peones, c'è il delirium esternationis. Si sono convinti, costoro, che l'intera Nazione sia massimamente interessata al loro pregiato parere su qualunque cosa accada nell'orbe terracqueo. Ciò accade perchè passano le loro giornate con selve di microfoni sotto il naso, intervistati da mezzibusti da riporto che li interpellano sui più vari temi della storia e della cronaca. Le rare volte in cui i microfoni non si materializzano, i politici si premurano di chiamare le agenzie per comunicare il loro pensiero e i giornali e le tv per esigere che esso venga debitamente riportato con massima evidenza. La sindrome ha colto, fra gli altri, anche Antonio Polito, già corrispondente di Repubblica da Londra, dove fu iniziato al blairismo e all'uso della pipa, poi direttore de Il Riformista all'insaputa dei più, infine deputato della Margherita, eletto peraltro da elettori del tutto ignari della cosa. L'altro giorno, non appena s'è accorto della lettera di Veronica Berlusconi al marito sulla prima pagina di Repubblica, Polito è stato colto dai primi spasimi, arrovellandosi intorno al dilemma: come fare a infilarsi in una questione politico-familiare che, all'apparenza, non lo riguardava né poco né punto ma che prevedibilmente avrebbe monopolizzato le prime 10 pagine dei maggiori quotidiani dell'indomani? Tra moglie e marito, dice il proverbio, non mettere il dito. E neppure il Polito. Lui però non s'è dato per vinto e ha deciso di emettere ugualmente la sua brava dichiarazione. Già, ma per dire cosa? Prendere le parti di Veronica? Lo faranno in troppi. Prendere la parti di Bellachioma? Lui lo fa sempre, non è una notizia. Ecco dunque l'idea geniale, una terza via tipicamente blairiana e molto riformista: inventarsi protagonista in prima persona della storia, raccontando un'esperienza personale. E chiedere scusa lui, per primo, bruciando sul tempo lo stesso Cavaliere, ancora in ambasce. «In attesa che lo faccia Berlusconi - ha scandito l'omino Bialetti al telefono con l'allibito redattore dell'Ansa, perchè non si perdesse una sola sillaba - porgo le mie scuse alla signora Lario. Mi scuso di aver sorriso alle battute machiste del marito, invece di indignarmene». Per alcuni minuti, in attesa di essere sommersa dalla profluvie degli esternatori ritardatari, la sua è rimasta l'unica dichiarazione sul tema. Momento di gloria memorabile, durante il quale peraltro erano in molti a domandarsi chi mai avesse notato che Polito aveva sorriso alle battute machiste di Bellachioma e qualcuno giungeva a interrogarsi su questo strano personaggio che non s'è mai indignato per il conflitto d'interessi e per le leggi ad personam di Berlusconi, ma ci ha fatto sapere di aver fremuto di sdegno per quel dialogo pecoreccio con il duo Carfagna & Yespica. Ma queste sono sottigliezze: l'importante era riuscire a infilarsi, almeno come comparsa, almeno per qualche nanosecondo nel nuovo reality «Casa Bellachioma», detto anche «Il Grande Porcello», in onda su tutte le reti e in tutte le edicole, in rappresentanza del fronte riformista e del partito dei Volenterosi (memorabile la risposta del forzista Crosetto: «Chiediamo scusa all'umanità per la dichiarazione di Polito»). Mentre scriviamo, non si conosce ancora la posizione sul tema del professor Nicola Rossi, ma se dovesse arrivare vogliamo assicurare ai lettori che non gliela faremo mancare. L'altro giorno, in fondo, i nostri due eroi erano a Milano alla prima convention dei Volonterosi, dove avevano attirato in trappola persino una persona seria come il professor Giavazzi. Rallegràti dalla spalla Capezzone, hanno intrattenuto il folto pubblico sulle riforme che bisognerebbe fare, ma che non si fanno perché purtroppo siamo un paese poco blairiano e poco riformista, ma soprattutto poco volonteroso. In prima fila annuivano compiaciuti alcuni padri nobili della nuova formazione: Paolo Cirino Pomicino, Gianni De Michelis e Paolo Pillitteri, una decina di anni di galera in tre.
Antonio Polito, uno con la faccia come il culo.
http://www.onemoreblog.org/archives/011517.html
Vogliamo ricordarlo così.
Travaglio sta passando dalla denuncia alla satira. Se si è arreso non abbiamo più speranze...
Post molto interessante:
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Qualcuno ha altri commenti interessanti da fare o passiamo ad altro?
sì, io volevo osservare che ci sono troppi "Davide" a giro
:D
io trovo l'articolo come sempre arguto, ma non sono d'accordo dove menziona giavazzi. per prima cosa, non gli do cosi' facilmente una patente di persona seria... mi sembra che tenda a comportarsi da prepotentello dalla tribuna del corriere della sera. e' uno di quegli economisti che "o fate come dico io, o sono cazzi vostri", il professore che lascia cadere le parole dall'alto della sua conoscenza. insomma mi sta assai on the balls e non mi stupisce affatto di trovarlo nell'inclita compagnia!
Con serio, forse intende dire che, rispetto agli altri tre, lui almeno è incensurato.
ma io mi chiedo a che titolo travaglio, che vanta un suo orientamento politico liberal(?)destrorso-montanelliano, si impanaca a dare patenti di agibilità politica a questo o quel ds (o ex ds)?
Alla luce dei fatti, caro giuseppe, alla luce dei fatti...