La missione europea, nonostante molti abbiano fatto di tutto per occultarne la natura, serve a una cosa, essenzialmente: difendere il Libano dalle aggressioni israeliane. Non a caso, si era proposto, nello stesso lasso di tempo, di inviarne una anche nei territori occupati. E anche lì sarebbe servita per impedire a Israele di intervenire militarmente a proprio piacimento. Tel Aviv ha dovuto incassare la missione Unifil perché ha perso la guerra, in caso contrario non si sarebbe mai piegata. E non si dica che gli israeliani hanno perso la guerra "sul fronte dell'opinione pubblica". Gli israeliani hanno perso sul piano militare: non sono riusciti a arrivare al fiume Litani, ossia non sono riusciti a percorrere nemmeno poche decine di chilometri in terra libanese. Hezbollah ha vinto, su tutti i piani. La reazione è stata politica, e asimmetrica, ma da parte israelo-statunitense: si è imposto al fantoccio Siniora di porre le basi per l'uscita degli sciiti, così come si impose al volenteroso De Gasperi di esperre socialisti e comunisti. Con la differenza che ora il governo libanese è incostituzionale, anche formalmente, eppure tutti i commentatori mainstream fanno finta di niente e dicono che Siniora appartiene alla "maggioranza anti-siriana. In Libano vige un sistema che divide (elettoralmente) ogni comunità rispetto alle altre, per cui vittorie e sconfitte si possono misurare solo all'interno delle singole confessioni. Tra i maroniti ha avuto un grande successo il generale Aoun, alleato di Hezbollah. Tra gli sciiti ha stravinto Hezbollah che, con gli alleati di Amal, controlla il 100% dei seggi sciiti. Tra i sunniti, effettivamente, si è imposta la coalizione cosiddetta dei cedri, i cui rapporti con Hezbollah, però, sono molto più complessi di quanto le mosse di Siniora non facciano pensare.
L'altra risposta asimmetrica di Israele è stata il fomentare, con successo, la guerra civile inter-palestinese. Aspettando, entro il mese di febbraio, la scusa buona per aggredire l'Iran in collaborazione con gli Usa. Potrebbe succedere una catastrofe. E i nostri soldati si trovano in una situazione tattica pessima. Sarebbe nostro dovere fare di tutto per impedire a Bush e Olmert di scatenare una guerra di aggressione che entrambi vogliono per motivi politici e ideologici, ma che, oltre a essere mostruosa in sè, è terribilmente pericolosa per il resto del mondo.
marco, se si fa come dici tu, l'Iran buttera' una bella bomba atomica su Gerusalemme e TAC! Israele non c'e' piu'. Il presidente iraniano ha detto piu' volte che vuole cancellare israele dalla carta geografica e certamente, visto che l'Iran e' pieno di petrolio, l'arricchimento dell'uranio non ha fini pacifici, ma bellici.
Per molti governanti corrotti dei paesi mussulmani (la maggior parte), l'odio contro Israele e' una valvola di sfogo che impedisce alla popolazione mussulmana, afflitta dalla poverta' e dalla corruzione dei ricchi e dei potenti, di insorgere contro il potere.
Inoltre, parecchi estremisti islamici che risiedono in Occidente predicano nelle moschee che si costruisca uno stato in Europa ispirato alle leggi della sharia.
Io non dico che la guerra in Iraq sia giusta, ma un minimo l'Occidente deve difendersi da quese minacce e deve difendere Israele, che dal 1967 si difende contro gli attacchi dei suoi vicini.
La mia solidarieta' va a tutti gli abitanti del mediooriente (Mussulmani, Ebrei, Cristiani e Laici) che vogliono una societa' in pace che rispetti diverse etnie e religioni, come si fa qui da noi in Europa. Ma quanti saranno in medio oriente a pensarla cosi'?
Bravo Marco, ottima analisi. O meglio report di quella che è la situazione, lavoro che i media hanno rinunciato a svolgere, per fornire ai lettori la visione che più li aggrada e che meglio si accorda alla linea dettata dalla Casa Bianca.
Nessuno parla del sistema del sistema settario, non considerando il quale la politica libanese è inintellegibile. Nessuno dice che molti componenti della maggioranza hanno tenuto in passato una posizione pro-siriana, o che Aoun era un feroce avversario di Damasco. Non viene rappresentato che le alleanze e le relazioni tra i gruppi sono più complesse e mutevoli e parlare di un fronte per il progresso e uno per la conservazione non ha alcun senso. Non viene specificato che la dipendenza dagli interessi stranieri attribuita a Hezbollah è se possibile ancora più forte per quanto riguarda il fronte pro-Hariri, perché in quel caso è saudita, statunitense, francese, israeliana ed europea, invece che siriana ed iraniana.
Non si racconta di come sullo sfondo ci sia anche una questione di classe e di censo, anche più determinante delle divisioni di appartenenza e di credo (il sud è quello povero ed escluso per la cronaca).
Non si mette in relazione l'esplosione della guerra con l'appoggio occidentale all'inasprimento delle condizioni palestinesi che si ha da un paio di anni a questa parte, rafforzato dalla decisione di tagliare i fondi all'ANP. Senza l'ondata di sdegno provocata dalle operazioni a Gaza e dal blocco delle vie di comunicazione nella Striscia, Hezbollah non avrebbe potuto avere il pretesto per la propria incursione.
Come non si mettono in relazione oggi le scelte e le non scelte operate con lo scoppio di una guerra interna in campo palestinese, che si potrebbe dire gestata e prevedibile, come ancora prima lo è stata la vittoria di Hamas. Ma che ci si aspettava in quella situazione intollerabile?
Giorgio lo stato di guerra permanente in quell'area lo stiamo favorendo, non te ne accorgi?
Certo che se in Italia non siamo in grado di gestire la violenza negli stadi, la vedo dura che riusciremo a gestire gli amici di tonino e marco di Hetzbollah quando si incazzano per i loro motivi.
Bhe spedire i capi ultras a fare interposizione tra i belligeranti sarebbe pure un'idea.
Comunque se io abitassi in medio-oriente non penso che nutrirei questi gran sentimenti pacifici. Sarei più nell'ottica di cercare di sopravvivere. Che la pace dipenda dalla buona volontà di chi abita là è un'edulcurazione distorta nostra per cancellare il nostro ruolo attivo negli avvenimenti.
Mi diverto a vagare tra queste discussioni per trovare chicche di spensiero. Anche questa volta meritava. Il paragone tra i nazistelli hezbollah e Socialisti e Comunisti italiani è notevole; soprattutto considerando che questa immensa c... segue l'articolata e interessante analisi di Bidussa
caro Daniele, troppo buono! Capisco che per certi dettagli ci voglia naso, come dire, ma forse ti è sfuggito che ho semplicemente paragonato due situazioni simili (e non gli attori): ossia la esclusione da una maggioranza di governo di una parte politica per ordine esterno, tutto qua. Noto poi che mentre non ti periti di definire "nazistelli" i sostenitori di Hezbollah, scrivi socialisti e comunisti con le maiuscole.
Vedi, Tonino ha perfettamente ragione nel dire che la vicenda libanese è terribilmente complessa. Il paragone Hezbollah-nazismo è una porcheria che può essere uscita solo dalla penna (si fa per dire) di una fiamma nirenstein qualunque.
Ora, se escludiamo quelli che si avventano con la bava alla bocca su tutti coloro che si permettono di criticare Tel Aviv, magari possiamo dire due cose su Hezbollah. La comunità sciita è, storicamente, la più povera del Libano. Non era nemmeno la più numerosa, dunque non contava nulla. Era composta da braccianti che lavoravano a cottimo gli appezzamenti degli zaim nella valle della Beqaa e nel sud del paese. Il processo di inurbamento conseguente alla quantomai disordinata modernizzazione del paese li ha poi portati in massa a spingersi verso Beirut, dove i quartieri dormitorio degli sciiti hano costituito la cosidetta "cintura della povertà", quell'agglomerato di case e officine che Israele ha bombardato con armi di sterminio come le cluster (fonte Usa) e, addirittura armi radiologiche, ossia la famosa bomba sporca di cui tanto si era favoleggiato in relazione a Al Qaeda e che infine è stata davvero usata, ma dai cacciabombardieri di Tel Aviv sui civili inermi. Bisogna poi aggiungere che, spostandosi, gli sciiti confluiti a Beirut hanno perso il diritto di voto perché la legge libanese, fatta da maroniti e sunniti in funzione anti-sciita, impone il ritorno al comune di nascita, una spesa che i poveracci non si sono mai potuti permettere. Alle soglie della guerra civile - nel cui scoppio la comunità sciita è quella con meno colpe - gli sciiti erano ormai la maggioranza relativa, ma molti di loro non potevano votare, per quanto detto prima, e gli altri potevano eleggere un numero di deputati fissato in anni in cui gli sciiti erano minoranza. Inoltre, sulla base della costituzione materiale libanese, i 3 posti principali sono suddivisi come segue: presidenza della repubblica (il più ambito) ai maroniti, presidenza del governo ai sunniti e presidenza del parlamento (il meno importante) agli sciiti. La nascita del movimento Amal (Speranza) ha quindi dato, per la prima volta, dignità a un gruppo, quello sciita, che non aveva mai avuto voce in capitolo. Non solo. Il Libano è lo stato più privatizzato e "leggero" del mondo (sarebbe la mecca di ogni "riformista" o "volenteroso") e gli sciiti, i più poveri, non avevano ospedali, manicomi, scuole ecc ecc. Chi li ha edificati? Amal. Come? In parte con i proventi delle donazioni volontarie, in parte con gli aiuti iraniani. Ora, le donazioni volontarie altro non sono che una forma di tassazione, con la sola differenza che i soldi raccolti vengono spesi "bene", per quelle opere e istituzioni sociali che lo stato libanese si è sempre rifiutato di fare. Gli aiuti iraniani non sono altro che aiuti internazionali che, per una volta, non vanno a ingrassare le imprese del paese donatore, ma vengono spese a favore della popolazione. Niente di cui scandalizzarsi dunque, anche perché c'è un paese, appena a sud del Libano, che riceve ogni anno una montagna di sovvenzioni a fondo perduto e 3 miliardi di dollari addirittura in armi da una altro paese, che si trova ben più lontano dell'Iran. Hezbollah nasce in seguito alla seconda invasione del Libano da parte di Israele, nel 1982. Amal aveva milizie che si erano squagliate, e un gruppo di intellettuali e clerici sciiti ha pensato di creare un forte movimento di resistenza che potesse liberare il Libano, pur mantenendo l'afflato sociale di Amal. Se non si capisce questo non si capisce nulla. Hezbollah ha preso a modello le Guardie iraniane della rivoluzione, ma il vero punto di riferimento, per quanto possa sembrare incredibile, è stato Tsahal. Hezbollah ha fatto proprio il principio israeliano che i combattenti devono essere bene addestrati e impiegati, che non bisogna mai mandarli allo sbaraglio, che bisogna limitare le proprie perdite al minimo possibile. Ecco perché il nucleo duro della milizia Hezbollah è composta da poche centinaia di uomini scelti, che vestono ottime uniformi e che hanno ottime armi e ottimi apparati elettronici e di comunicazione. E che, infatti, muoiono meno degli israeliani, altro primato impensabile per una milizia araba. Hezbollah, insomma, nasce con l'obiettivo di liberare il Libano dalla presenza israeliana, e di garantire 1) lo stato sociale, 2) il riconoscimento istituzionale del fatto che ora gli sciiti sono la maggioranza. Si deve ricordare, infine, che ogni libanese, per quanto antisiriano, ha un enorme rispetto per Hezbollah, perché sono persone serie, non corrotte e, soprattutto, hanno sconfitto sul campo Israele, costringendolo a ritirarsi nel 2000, e arrestandone l'avanzata l'anno passato. Tanto per far capire di che pasta è fatto Nasrallah, e quanto grande sia la differenza che corre tra lui e figuri come Abu Mazen et similia, suo figlio, di Nasrallah, è morto in combattimento contro Israele. Non credo che avremo mai la ventura di vedere i figli di Blair o Bush a meno di 8mila chilometri dai fronti delle guerre "umanitarie"...
Caro Giorgio, di tutte le date simbolo del Medio Oriente, ti sei scelto proprio quella che è il simbolo per eccellenza delle aggressioni israeliane, il 1967. Capisco che ormai siamo in piena neolingua come in 1984 di Orwell, e che magari oggi "Difendersi è aggredire, e aggredire è difendersi", ma guarda che fu proprio la estrema brutalità di quella aggressione israeliana a spingere De Gaulle a rompere l'alleanza con Tel Aviv. E fino ad allora era Parigi, e non Washington, l'alleato principe degli israeliani. L'arsenale illegale atomico di tel Aviv, infatti, è stato creato con tecnologie francesi e segreti statunitensi, il cui reperimento è costato una condanna molto pesante alle spie di Israele pizzicate negli Usa. Per la cronaca, sono ancora dentro... Complicato il Medio Oriente eh? E che dire del fatto che Israele e Washington armavano Teheran contro Baghdad negli anni '80, mentre gli Usa armavano anche l'Iraq? Così, tanto per gradire. Ripassiamoci tutti la storia, magari evitiamo i libri della nirenstein & company e le cose ci sembraranno più complicate. Ma anche più chiare.
ehm ehm, apparte i furori pro-hezbollah di qualcuno un po' rincojonito o frastornato dalla propaganda, qualche precisazione: lo stato di israele nelle guerre del 1948, 1967 e 1973 e' stato aggredito (poi possiamo discutere su quanto e come abbia cercato quest'aggressione, ma e' cosi'), ha attaccato in occasione delle due guerre in libano e pare non sia finita cosi' bene; per quanto cio' possa dare fastidio ai sostenitori di israele ed ai suoi feroci detrattori, israele e' una pedina (importante, ma pedina) nella manovra politico-economica degli stati uniti con tutto cio' che ne puo' conseguire; definire "nazista" qualsiasi oppositore politico-etnico-religioso non fa un grosso servizio ad israele sul lingo periodo, magari puo' servire la' per la', per propganda, ma i sondaggi di opinione ci dicono chiaramente come in questi tempi di memorie sfilacciate e fruste tali richiami sensazionalistici valgono sempre meno.
stiamo svilendo la parola "nazista" come negli anni '70 ed '80 si svili' la parola "fascista"; di questo passo avremo tutti i significanti e nessun significato.
ultima cosa, ma questa e' erga omnes, non capisco perche' gli arabi che vivono fuori dai confini riconosciuti di israele siano "palestinesi" e quelli che vivono dentro israele siano "arabo-israeliani" non sono forse la stessa popolazione? non e' un po' come gli abitanti del tirolo italiano che vengono da noi chiamati "altoatesini" e da loro stessi "sudtirolesi"?
ottimo berja, sottoscrivo letteralmente "parola per parola" tutto il tuo commento. ho sempre apprezzato chi parla sapendo quel che dice, anche se ha posizioni lontanissime dalle mie.