Seconda puntata delle storie dell'avvocato Guerrieri, che questa volta diventa difensore di una ragazza complicata, finita tra le grinfie di uno sporcaccione figlio della Bari-bene. Ci vuole coraggio, tutto è contro di lui, ma Guerrieri non molla l'osso, nonostante la paura. La storia in realtà appare come una scusa che dà a Carofiglio la possibilità di raccontare un piccolo mondo italiano, fatto di mafie e slanci di generosità, di abusi e solidarietà. Protagoniste, ancora una volta, le relazioni tra le persone, complesse, sfaccettate, mai solo bianco-solo nero, in cui l'autore riesce a calare chi legge con la forza del suo periodare scarno, essenziale, eppure intenso e coinvolgente.
Straordinaria in questo senso la descrizione del rapporto con Margherita, compagna recente che vive al piano di sopra, ex-alcolizzata, donna intensa e complessa, personaggio tanto reale che sembra di conoscerla da sempre. Altrettanto affascinante è "suor" Claudia, custode delle donne bistrattate, vendicatrice biona, esperta di boxe cinese (un pensiero riconoscente a Carofiglio che puntualizza l'inaccuratezza della definizione "kung fu") che passa nella storia come una meteora. Non c'è mai lieto fine, ma neppure disperazione in questi libri che raccontano - benissimo - realtà di ogni giorno, mettendone in luce gli aspetti più segreti e sottili. Imperdibile.
PS: nel testo si cita il brano Loosing my religion dei REM. Eccolo. Enjoy!