No al trasformismo, neocentrismo alla luce del sole
di Pier Ferdinando Casini
Caro direttore, in politica, quando non si vogliono affrontare i problemi ci si rifugia nella paura dei fantasmi, come se bastasse evocarli per allontanare la soluzione. Accade così che gli stessi osservatori e protagonisti che descrivono, un giorno sì e l'altro pure, l'insostenibilità di una situazione in cui l'estrema sinistra esercita un ricatto permanente si ergano anche a vestali di questo bipolarismo. Ma così proprio non va. In tutta Europa, a partire dal Parlamento europeo, il bipolarismo fa perno sull'alternativa tra popolari e socialisti. Le formazioni comuniste e quelle di estrema destra restano fuori dal gioco delle alleanze. In Italia pretendiamo di inglobare tutti salvo meravigliarci che così non funziona. Apprezzo che esponenti della maggioranza sottolineino, ogni volta che possono, il patto di lealtà con l'esecutivo. È lo stesso che lega l'Udc all'opposizione. Il neocentrismo non può nascere sulla base del trasformismo ma da un'assunzione di responsabilità, alla luce del sole. Io, per parte mia, cerco di non vagheggiare percorsi impossibili ma di richiamare ciascuno ai propri doveri. In questo senso, il neocentrismo interroga profondamente l'attuale opposizione come la maggioranza. È inutile cullarsi nei sogni. Il berlusconismo senza Berlusconi non esiste. Silvio è stato il collante di forze eterogenee ma ritenere che, una volta esaurita la sua stagione, sia possibile chiamare a giocare le riserve è una fuga dalla realtà. Per questo, resto convinto che il tema della successione non appartiene a una verosimile agenda politica. Allo stesso modo, da qui agli anni prossimi è destinato invece a imporsi il tema della ristrutturazione del sistema politico. Destra e sinistra sono categorie superate almeno quanto il centro. Ma non può essere accettabile che nella nuova stagione il diritto di cittadinanza sia riservato solo agli ex fascisti e agli ex comunisti. Prima o poi lo capiranno tutti. Io non ho fretta ma intanto mi porto avanti.
Sarebbe davvero inaccettabile sprecare una legislatura fra scelte rinviate e accuse di complotto. Il neocentrismo, d'altra parte, non può essere una formula politichese per indicare nuovi e forse improbabili contenitori. La sfida non può che essere nei contenuti. Su questo vorrei che non ci fossero equivoci. L'Udc giocherà fino in fondo la sua partita in Parlamento avendo come obbiettivo la modernizzazione del sistema Paese. Tradotto, questo vuol dire accettare il severo e giusto monito del governatore della Banca d'Italia su pensioni e riduzione della pressione fiscale. Su questo ci sentiamo impegnati. Sulle pensioni, quindi, lo ripeto, anche a fronte di misure apparentemente impopolari, l'Udc dovrà schierarsi al fianco dei figli contro l'egoismo di noi padri.
Quanto alle tasse, chiediamo al governo uno sforzo di serietà e di trasparenza. Occorre destinare le maggiori entrate fiscali all'abbattimento del debito pubblico. Questa è l'unica premessa possibile ad una strutturale ed auspicabile riduzione delle aliquote. Dissipare queste risorse nei mille rivoli del clientelismo di Stato o, peggio, dei partiti, sarebbe un errore imperdonabile. L'agenda dei nostri impegni non si esaurisce qui. Il governo ha varato tre importanti disegni di legge (servizi pubblici locali, riassetto del sistema radiotelevisivo e autorità): sono provvedimenti sui quali è nostro dovere accettare la sfida in Parlamento. Non faremo sconti ma non intraprenderemo certo la strada aventiniana o della piazza. Al processo legislativo, se il governo non sceglierà la via cieca della fiducia, parteciperemo da protagonisti rilanciando le nostre proposte (a partire dalla privatizzazione di una rete Rai).
Essere moderati per noi non significa affrontare con timidezza questioni che vanno risolte, a volte, con determinazione e senza indugi. Aggiungo, anzi, che non è possibile ignorare la centralità dei valori e delle identità. C'è la tentazione di descrivere questa battaglia con toni caricaturali, come se la politica volesse ripiegare su una sorta di neoclericalismo. Sciocchezze. La verità è che in un Paese che cambia e che diviene sempre più multiculturale, il modo migliore per prevenire i conflitti e favorire il dialogo sta nel riconoscere e coltivare la propria identità cristiana.
Tornando alle controversie istituzionali, voglio ribadire con la massima chiarezza che non è possibile disegnare un futuro migliore nel nostro Paese senza un intervento profondo e condiviso delle nostre istituzioni. Mi riferisco alla riduzione del numero dei parlamentari, al superamento del bicameralismo perfetto, alla riscrittura del patto federalista tra Stato ed enti locali. Il tutto senza nascondersi la necessità di un intervento migliorativo della legge elettorale. Non penso che questa sia la riforma più importante oppure che abbia effetti taumaturgici sulla qualità della politica italiana. Però insisto: se vogliamo uscire dall'anomalia di due coalizioni unite solo dalla forza delle loro contraddizioni, non si può che imboccare il percorso del modello tedesco. È stato scritto che questa proposta è figlia dell'interesse di partito: in questo modo, verrebbe garantita, per legge, la centralità dell'Udc. Anche qui, sciocchezze. La centralità viene assicurata ad una forza politica, solo ed esclusivamente, dal consenso degli elettori: tutto il resto è una fuga dalla realtà.
La verità è che in un Paese che cambia e che diviene sempre più multiculturale, il modo migliore per prevenire i conflitti e favorire il dialogo sta nel riconoscere e coltivare la propria identità cristiana.
Certo..fondare l'identità di un paese su una superstizione,beh, non è male..
(ps. ma se si facesse a meno dell'identità?)
Quello che Casini non dice è che nel nostro paese le chiese sono vuote e i seminari deserti. E che il consenso degli elettori verso il suo partito si manifesta soprattutto in quelle regioni dove il voto è controllato dalla mafia.
Giusto per rispondere alla domanda del titolo: non ci sono dubbi, moriremo democristiani. L'italiano è democristiano dentro, anche quando va propagandando ideali di sinistra, addirittura comunisti, il fondo di democristianità (intesa non tanto alla maniera di Don Sturzo, quanto alla maniera dei De Mita, dei Cirinio Pomicino, degli Andreotti) resta sempre. L'italiano è di sinistra o di destra fino a quando il democristiano di turno non gli propone qualcosa di molto vicino ai propri interessi; a quel punto si risveglia il democristiano in ognuno di noi.
Casini, Mastella, Rutelli, Follini e per certi versi anche Fassino e D'Alema aspirano alla rinascita del grande centro: fuori Berlusca, fuori Bertinotti, facciamo il nuovo pentapartito e ci inculiamo l'Italia di nuovo, dopo quindici anni di astinenza forzata... La Balena Bianca sta tornando e guiderà ancora questa barca sgangherata verso fondali sicuri... Buon divertimento.
Piano piano, un po' alla volta, il progresso delle scienze e, soprattutto, l'allargamento dell'istruzione di base, stanno consegnando la religione alle bacheche dei musei di storia naturale. Non c'è nessuna filosofia della storia in questo. Semplicemente, succederà una cosa simile a quello che è successo nella sanità con la scoperta dei vaccini e dei farmaci.
la lettura dei vostri commenti è deliziosamente rinquorante sull'avvenire del paese. L'unica cosa buona fatta dall'urss era la trasformazione delle chiese in garage o meglio come fece ataturk la trasformazione delle chiese e delle moschee in musei
RinQuorante?
Mala lingua l'italiano, eh?
Dai, passami la battuta... :))
CASINI E LA BALENA BIANCA BIGOTTA CRISTIANA!
Quant'e' bello costruire castelli in aria con le parole! Per poco mi sembrava di leggere qualcosa scritto da Fini o D'Alema: convoluto, complicato, viziato, verboso, con tante intimidazioni velate, in altre parole, fraudolento!
Che bei sogni. Perche' il Paese sta diventando
multiculturale, secondo Casini, bisogna diventare piu' cristiani! Non sarebbe stato meglio dire che, appunto perche' il Paese sta diventando multiculturale dovrebbe crescere in ciascheduno di noi una piu' responsabile sensibilita' verso gli altri e la loro diversita'? Ma no, dice Casini! Ma allora come vivremmo senza conflitti, guerre, miserie, e via dicendo. Non potremmo vivere senza nemici!
Che logica! Questo tipo ne ha mangiati di gnocchi! Sara' stato il troppo catechismo domenicale; Casini avrebbe dovuto giocare piu' a calcio da bambino invece di farsela coi preti in sacrestia!