E se facessimo 39 anni?
di Furio Colombo
Mentre perdurano lunghe discussioni sul complicato e difficile tentativo di accordo tra i ministri Bindi e Pollastrini, per trovare i punti base di una buona legge condivisa sulle coppie di fatto; e mentre diventa sempre più evidente che l’ostinata buona fede di queste due componenti del governo sta diventando una palla al piede per tutta la maggioranza, si fa strada un nuovo e più audace percorso mirante a un rapido accordo. Ciò anche allo scopo di evitare l’improvvisa presentazione di un ordine del giorno Calderoli nel difficile passaggio al Senato. Un ordine del giorno che potrebbe così recitare: «Viste le impossibilità di decidere del governo, il Senato approva». Ecco dunque la necessità di non distrarsi dall’impegno preso e, allo stesso tempo, di non violare alcuna delle regole cautamente suggerite dalla Gerarchia cattolica al governo italiano, nel pieno diritto di espressione di quelle gerarchie e nel pieno dovere di recepimento osservante da parte delle istituzioni italiane. A tal fine si è alacremente lavorato, tutti insieme, laici e credenti, componendo un solido accordo di cui sono trapelati i punti fondamentali.
Primo. I dieci anni obbligatori richiesti di convivenza devono essere continui e ininterrotti per evitare finzioni e messe in scena che non si addicono al decoro del nuovo istituto. Pertanto andranno detratti i periodi di vacanze da solo (da sola) di uno dei partner, i periodi di studio fuori sede o all’estero, i viaggi e trasferte anche per obblighi di lavoro, i periodi eventualmente trascorsi su piattaforme Eni in Continenti lontani.
Secondo. I dieci anni di convivenza ininterrotta vengono aumentati di due per ogni cambiamento di indirizzo o di residenza, ciascuno dei quali richiederà una accurata indagine: il cambio è avvenuto per rendere più stretto o per allentare il vincolo di quella discutibile unione di fatto?
Terzo. Se nei dieci anni è inclusa la nascita di un figlio, occorrerà attendere la maggiore età del piccolo prima di far decorrere il periodo convenuto, al fine di evitare traumi e disorientamento al nuovo nato. In alternativa si potrà procedere all’adozione, ma, data la poca affidabilità del vincolo di fatto, ciò potrà avvenire solo con il permesso dell’Ambasciatore della Bielorussia.
Quarto. Alla scadenza dei termini, la coppia atea di fatto dovrà comunque mostrare di avere appreso rudimenti di Catechismo al fine di non dare luogo all’esistenza di un nucleo culturalmente estraneo alla religiosissima comunità circostante delle vere famiglie italiane.
Quinto. Alla donna della coppia atea di fatto è vietato portare un crocefisso (anche se di Bulgari) su ampia scollatura, camicetta sbottonata o petto nudo. Si tratta infatti di un privilegio concesso solo alla deputata cattolica Santanchè e alle Veline regolarmente legate dal matrimonio in Chiesa, con vendita esclusiva dei diritti a periodici Mediaset.
Sesto. In caso di decesso di uno dei due partner atei nel corso della lunga attesa, la salma dell’ateo o dell’atea di fatto potrà essere portata all’esterno del Municipio per le esequie. Se - come accade sempre più spesso - il Sindaco è un fervido credente e gli ripugna ricevere la salma di un ateo, per giunta partner di un’unione di fatto, le spoglie potranno essere trasportate per le estreme onoranze sul Raccordo Anulare, comunque lontano dalle Croci che ricordano i caduti del traffico, e previo assenso dei componenti credenti della Polizia Stradale.
Settimo. Il termine per la registrazione di una coppia di fatto atea che, per giunta, non sia eterosessuale, salgono a ventinove anni, a partire dal decimo anno di convivenza senza vacanze e solo nel caso che non sia intervenuto sfratto da un condominio di credenti. Il prolungamento dell’attesa è motivato, oltre che da evidenti ragioni di rispetto per l’istituto della famiglia composto da un uomo e da una donna e confermato con il rito religioso, anche dalla legittima aspettativa che, dopo ventinove anni più i dieci prescritti per tutti, nessuno vorrà più attentare alla sacralità delle famiglie italiane insistendo nel riproporre l’inconcepibile problema delle unioni di fatto, per giunta non eterosessuali.
Meno male che vi piace la bindi..un vero asso della modernità. Ovviamente molti di voi la preferiscono a veronesi, no?
Non so a chi tu ti riferisca. Per quanto mi riguarda, la Bindi non mi piace (anche se trovo sacrosanto il suo antico intervento sulla sanità pubblica) e Veronesi credo sia uno scienziato serio.
"Si tratta infatti di un privilegio concesso solo alla deputata cattolica Santanchè e alle Veline regolarmente legate dal matrimonio in Chiesa, con vendita esclusiva dei diritti a periodici Mediaset"
splendido furio!!
Hahahaha! Meglio di Travaglio!!! Grande Furio!!! Daje a sti mezzi omeni intonacati... ho detto intonacati... si intendo, con la tonaca, non con l'intonaco!!!