E se Bayrou...?
La campagna elettorale è entrata nel vivo: non si parla d'altro, i numerosissimi candidati intervengono ovunque e su tutto. Leggendo però la stampa straniera sembra che il dibattito, e la competizione, sia fra Royal e Sarkozy, senza spazio per altri candidati che invece stanno aumentando i risultati nei vari sondaggi. In tutto ciò, a causa soprattutto di un'infelice, perché superficiale, battuta di Ségolène Royal e dello sciopero dei dipendenti statali previsto per l'otto febbraio, il centro del dibattito si sta spostando sulla scuola. Lo sciopero riguarda la nuova riforma della scuola che, ne eravamo convinti, sarebbe stata abbandonata in periodo pre-elettorale, ma invece no: il ministro sembra convinto ad andare fino in fondo, correndo il rischio di attirare molte antipatie verso il governo e il suo candidato, che però non è proprio il candidato del governo perché odiato dal primo ministro. Ma questa è una storia interna al loro partito. Insomma, Villepin non ha ancora dato il suo appoggio ufficiale alla candidatura di Sarkozy, che oltre ad appartenere al suo stesso partito è anche il ministro dell'Interno del governo che presiede.
Qualche mese fa, Madame Royal ha dichiarato che gli insegnanti dovrebbero stare a scuola 35 ore per settimana, soprattutto per smettere di dare lezioni private nel tempo libero per guadagnare ancora di più. Insomma, fannulloni ed evasori fiscali. La scuola, come molte altre categorie, è spesso oggetto di luoghi comuni. Quando però a pronunciare questa frase è la candidata del partito socialista merita riflessione. Siamo quasi tutti d'accordo: vorremmo stare a scuola 35 ore, fare tutto il lavoro lì, però non ci sono i mezzi materiali né il denaro per costruire sale di lavoro, acquistare computer, libri e quant'altro. Che la signora ignori tutto ciò è quantomeno preoccupante. Su chi dà lezioni private nel tempo libero non aggiungiamo niente ché è meglio: tutti sanno che queste persone sono soprattutto coloro che lavorano nei grandi licei parigini, quelli dove studiano i figli-di. Però attaccando la classe insegnante si attaccano tutti gli insegnanti che in Francia sono circa 900000. E se a farlo è quella che dovrebbe prendere i voti degli insegnanti, tradizionalmente a sinistra, non è un segno di furbizia. Infatti, nelle sale insegnanti il dibattito è quotidiano: c'è chi voterà comunque per lei, sperando cambi idea e diventi un po' più di sinistra (e non parlo più solo della scuola, ma di politica economica, di modelli che dice di voler seguire), chi proprio non ce la fa, chi comunque non voterà mai socialista ma ancor più a sinistra, chi voterà a destra. E in molti si dicono convinti a votare François Bayrou, politico da una vita, ex insegnante, ex ministro della scuola, pacato ma determinato, uomo di centro, cattolico. Ha appena dichiarato che chi lancia accuse o proposte come quella di Royal non sa assolutamente come sia cambiata la scuola, come sia la scuola attualmente. Sono soprattutto i miei colleghi più vicini alla pensione che si sentono rassicurati da un politico come Bayrou. I sondaggi sono sempre più positivi per lui, ieri le Monde titolava “Bayrou si avvicina a un risultato a 2 cifre”. Se Bayrou raggiunge il 10% e non va al secondo turno, sicuramente i suoi voti saranno fondamentali per il ballottaggio. E Bayrou non è uomo di destra.