Tra le uscite di questa settimana spicca la presenza (e – per certi versi – la somiglianza) di due pellicole, smaccatamente orientate verso i gusti del pubblico femminile. Non a caso sono incentrate sul sentimento d’amore e non a caso vedono come loro
trait d’union la presenza del bell’attore
Jude Law, alle prese con due interpretazioni differenti, due personaggi che si rapportano diversamente con l’altro sesso. In
L’amore non va in vacanza, il nostro veste i panni (per lui quasi inediti) del romantico
boyfriend, alle prese con un tenero segreto da nascondere ad una ragazza (
Cameron Diaz), scappata da casa per una vacanza particolare. Il film di
Nancy Meyers è una commedia sentimentale con un quartetto di attori di livello in buon spolvero: ci sono anche
Kate Winslet e
Jack Black, seppur quest’ultimo ingiustamente messo da parte dalla sceneggiatura.
Una commedia fresca e con qualche momento di originalità stilistica, sostenuta dall’intrecciarsi di una doppia vicenda d’amore, che rende la pellicola niente più di una zuccherosa favoletta moderna, capace di strappare qualche buona risata, ma anche di implorare il taglio di qualche dialogo. La mano femminile in fase di scrittura si vede tutta: c’è miele, ci sono lungaggini, ma gli accompagnatori maschili si potranno pure godere qualche situazione umoristica.
Non va invece così bene (dal punto di vista della riuscita cinematografica) al Jude Law di
Complicità e sospetti, che torna nei panni per lui più classici dello sciupafemmine torbido e bugiardo. Se nel film della Meyers si riesce a sorridere spesso, l’intento di questo dramma sentimentale di
Anthony Minghella è tutt’altro. Anzi, bisognerebbe chiedere proprio al regista quale sia tale intento: il suo è un polpettone pretenzioso che punta a mille bersagli, senza centrarne uno. A tutto vantaggio esclusivamente della noia.
In parte dramma sul razzismo e sulla convivenza nelle città multietniche, in parte storia d’amore, bugie, sospetti, inganni e tradimenti, in parte melodramma familiare, il film di Minghella stupisce per la mancanza di identità e per la tragica vuotezza dei dialoghi da borghesi annoiati. Un solo lampo di genialità e umorismo, affidato alla bocca ironica e realista di una prostituta (
Vera Farmiga). Troppo poco per reprimere gli sbadigli.
Insomma, laddove la Meyers c’entra il bersaglio col suo basso profilo, Minghella esce pretenziosamente fuori tema senza nemmeno accorgersene. Alle donne (cui comunque i film sono chiaramente indirizzati) la scelta sul Jude Law che preferiscono: ma i risultati offrono davvero poche alternative.
In collaborazione con Binario Loco