Buonanotizia!
Detta così fa un po' 'Apocalypto', ma immagino sia un libro da leggere...
Tranquilla, Rossa, nulla di più lontano da quel film e dall'ideologia che lo ispira. :-)
approfitto della presenza di un wu ming per un chiarimento:quando parlate di mitopoiesi e comunità
a cosa vi riferite precisamente:
a)alla comunità degli scrittori italiani di letteratura di genere
b)agli italiani
c)indistintamente a chi ha orecchie per sentire
grazie
La comunità di cui al punto A non esiste e se ne esistesse non ne faremmo parte; quella di cui al punto B nemmeno e comunque coi nostri libri e il nostro lavoro non ci rivolgiamo unicamente ai lettori italofoni; quella di cui al punto C escluderebbe gli audiolesi e i mutilati degli organi uditivi :-)
Noi non ci riferiamo a comunità già date e dai confini ben definiti, men che meno ci riferiamo a insieme omogenei di persone. Ci riferiamo al "fare comunità", alla tendenza a mettersi insieme e creare insieme, a comunità operose di persone che si riuniscono intorno a progetti e collaborando si dedicano alla creazione di mondo.
Di queste comunità aperte e informali ne esistono in tutto il mondo e in tutti i campi: nella cultura, nelle arti, nel volontariato, nelle economie alternative etc. Si riuniscono intorno a progetti che sono racconti. Tutte condividono una storia, un mito fondativo piccolo o grande, e insieme la raccontano, la mettono in pratica, la tramandano, la rielaborano e condividono. Se tu fai parte di una comunità che lavora a un progetto, prova a pensare qual è il vostro piccolo mito fondativo. Di solito è la storia di com'è venuta l'idea e a chi, è una storia che contiene la "missione" del gruppo e, in forma di esempio, indicazioni su come conseguirla. Quando parliamo di "mitopoiesi" (in realtà è un'espressione che oggi usiamo di rado, parliamo più di "fare mondi" etc.) intendiamo proprio l'attenzione per le storie che creano comunità, progetto e legame sociale.