«Chiederò a Zuccoli di fornire i documenti e comprovare l'impegno verso il comune, impegno che è di AEM e non di Stirling». L'opposizione milanese, grazie alla tenacia di Davide Corritore che non ha mollato mai l'osso, arrivando a
ricorrere al TAR, incassa un successo importante. Nel corso del consiglio di ieri infatti Letizia Moratti ha sfiduciato il boiardo insediato in AEM (per lui, nonostante lo zuccherino
«gode della mia fiducia», lo schiaffone è stato pesante) con un doppio risultato. In primo luogo ha sancito il dovere di AEM di farsi garante delle promesse fatte all'epoca della vendita, garantendo dieci anni di connettività gratuita in fibra al Comune. In secondo luogo ha creato un precedente politico fondamentale, che restituisce alla democrazia il controllo delle aziende partecipate. Interessante osservare che anche la destra si è allineata alla scelta di democrazia della Moratti: Giulio Gallera di Forza Italia ha detto:
«i consiglieri hanno diritto di vedere gli atti».
Insomma, lo scenario è cambiato profondamente. Certo non si può sperare che la vendita venga annullata, ma è senz'altro legittimo aspettarsi che il Comune pretenda il rispetto dell'accordo preso sulla cessione di Metroweb, ovvero l'utilizzo di una quota significativa di banda gratuitamente. Questo significa per esempio poter avviare i piani di connettività innovativi (che tra l'altro Davide Corritore aveva portato come temi della sua campagna elettorale, sia alle primarie, sia a supporto di Bruno Ferrante). Con l'Expo che preme non è un tema di poco conto.
Un'ultima considerazione: possiamo aspettarci che anche in Provincia, dove l'alter ego di Zuccoli, Giulio Sapelli, fa il bello e il cattivo tempo in assolutà libertà,
fottendosene di consiglio e consiglieri, ci sia un Filippo Moratti con palle sufficienti per riportarlo a più miti, educati e democratici consigli?
Per i dettagli proponiamo
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l'articolo di Luigi Bolognini pubblicato oggi su Repubblica.