e' da tempo che gli usa stanno aumentando le misure per l'escalation: il rapimento e omicidi di diplomatici iraniani, saccheggio dei consolati iraniani, passaggio di aerei militari usa sull'iran, arrivo di una nuova portaerei al largo...
finora l'iran non ha reagito, segno che ha una dirigenza un filino piu' sensata (non ci vuole molto, persino per lo standard clericale sciita) di quella manica di nazi guerrafondai stupidi ed ignoranti come capre che domina washington.
il ritiro annunciato di blair e' segno che persino il piu' fedele cagnolino questa volta non vuole averci nulla a che fare. i think tank conservatori hanno gia' ammonito i teo-neo-coni a non fare pazzie. l'esercito usa ha fatto filtrare la sua contrarieta'.
prima di dimettersi bush vuole devastare definitivamente il medio oriente, produrre un buon shock petrolifero a favore della famiglia (la sua), e possibilmente innescare un conflitto ancora piu' tremendo (in nome del suo dio).
e a questa gente qui volete fare una nuova base?
cacciarli a pedate bisogna
Pronti alla guerra !
Ahmadinejad dichiara che l’Iran, dopo le notizie apparse sulla stampa americana, dove si parla di piani di attacchi congiunti israelo-americano-inglese, è pronto anche alla guerra.
Ma di che guerra si tratterebbe ? E’ chiaro che si tratterebbe di una guerra interna di difesa contro l’aggressione occidentale, mentre la programmata aggressione americana sarebbe una guerra esterna di offesa, ipocritamente chiamata “guerra preventiva”.
Ma se l’Iran è pronto alla guerra, lo è anche il mondo occidentale ?
Si tratta di una guerra devastante in difesa di interessi petroliferi e del progetto, già troppe volte rinviato, di costruzione di un nuovo oleodotto da parte della famigerata UNOCAL.
Da questo pericoloso scenario internazionale si comprende anche la ragione di tanto ostracismo di Berlusconi al governo Prodi: non c’entrano le tasse, non c’entrano i PACS o i DICO, c’entra soltanto la discontinuità nella politica estera, che non accetterà la partecipazione italiana a questa nuova guerra americana di conquista.
Il berlusca è interessato alle sorti di questa guerra, perché solo in essa si potrà risolvere il futuro della UNOCAL, la quale, senza il nuovo oleodotto, dovrà accettare le offerte di acquisto della Cina e deviare il corso del petrolio verso Est.
Il popolo americano dissente dal suo presidente, ma Bush, forte della legge federale che concede ampi poteri al presidente (alla faccia della democrazia partecipativa e rappresentativa), anche se in minoranza di fronte al Congresso (che il berlusca, pateticamente, ha chiamato il Tempio della democrazia) , continua per la sua strada, lastricata di bombe, di morti, di stragi, ma galleggiante sul petrolio.
Lo segue a ruota il “povero berlusca” , documentando così i suoi sporchi interessi che hanno già causato morti nelle fila del contingente inviato allo sbaraglio in Iraq a combattere la guerra personale di Bush del quale il berlusca si e fatto complice.
Il governo Prodi deve attenzionare al meglio le condizioni della politica estera, perché rischia di essere mandato a mare non dall’ostruzionismo dei berlusconoidi (è un ostruzionismo di facciata, per otte nere quello che vogliono, senza averne le responsabilità), ma dalla insoddisfazione del popolo elettore che non vede soddisfatti i messaggi che ha inviato e che chiedono una politica totalmente diversa da quella praticata dal berlusca a tutela dei suoi investimenti esteri.
Ma anche in Iran si mangiano i bambini? O quello era l'Afganistan... a no, era il Vietnam, ora ricordo!
Certo che quando le due parti sono comandate da elementi come Bush o Ahmadinejad c'è poco da sperare. Una gara di cervelli.
non tanto ot: oggi un bellissimo intervento di ceronetti su repubblica, che molti dei passanti di omb troveranno utile per queste e altre considerazioni sul moloch incapace di non fare danni (mi riferisco alla specie umana, non agli usa)
Il Pentagono ha sempre pronti dei piani per attaccare/invadere questo o quello.
Sarei stupito se non avessero piani per attaccare, tra gli altri, Cina, Gran Bretagna, Francia, Germania, Italia, Brasile, Australia eccetera.
Non è preoccupante il fatto che ci siano piani per attaccare l'Iran, quanto il fatto che... Si faccia apposta a parlarne.
Date le notizie che circolano penso che la cosa più probabile sia - se ci dovesse essere un attacco - un bombardamento a distanza (missili di crociera) contro obiettivi principalmente industriali (spacciati per "legittimi" obiettivi militari).
È la solita storia del terrorismo perpetrato dal "paese canaglia" USA (quando si comporta come tale, intendo). L'Italia prenderà le distanze a parole come ha "sempre" fatto (parentesi di Zerbin-Banana a parte).
(Prendete questo messaggio come un insieme di illazioni e pareri personali, comunque. Parisi ancora non mi ha detto nulla...)
L'Europa si sta sempre piu dimostrando incapace del suo "ruolo mediatico" di facciata... L'America è preponderante nella polica militare ed economica a livello mondiale, non permettendo ad alcuno di minare o, peggio ancora, minacciare la propria egemonia sul mercato internazionale. I Paesi estremisti del Medioriente -e non solo quelli- esaltano nelle proprie mire anti-americane, le proprie arroganti rivendicazioni nazional-fondamentaliste.
Questo mondo non si tiene piu in piedi da solo. Serve una politica "universale" che sappia autorevolmente parlare e affrontare i problemi, sia con la "destra" che con la "sinistra" geografica mondiale; dopodiche, prendersi profondamente carico della differenza di sviluppo tra il "nord" e il "sud" del pianeta.
Se non si riuscira in questo, mi aspetto una terza guerra mondiale, che scongiuro con tutte le forze!
Prima o poi, quando meno ce lo aspetteremo, penso proprio che avverra...
Spero a quel punto, pero, che si riesca piu che altro a far crollare, l'apparentemente incrollabile, Pilastro americano: colpendolo ai "piedi" (al suo punto debole, ossia al crollo dell'economia mondiale)!
La Bibbia parla chiaro, a riguardo... sin dai tempi antichi.
BOMB by Gregory Corso
---------------------
Budger of history Brake of time You Bomb
Toy of universe Grandest of all snatched sky I cannot hate you
Do I hate the mischievous thunderbolt the jawbone of an ass
The bumpy club of One Million B.C. the mace the flail the axe
Catapult Da Vinci tomahawk Cochise flintlock Kidd dagger Rathbone
Ah and the sad desparate gun of Verlaine Pushkin Dillinger Bogart
And hath not St. Michael a burning sword St. George a lance David a sling
Bomb you are as cruel as man makes you and you're no crueller than cancer
All Man hates you they'd rather die by car-crash lightning drowning
Falling off a roof electric-chair heart-attack old age old age O Bomb
They'd rather die by anything but you Death's finger is free-lance
Not up to man whether you boom or not Death has long since distributed its
categorical blue I sing thee Bomb Death's extravagance Death's jubilee
Gem of Death's supremest blue The flyer will crash his death will differ
with the climbor who'll fall to die by cobra is not to die by bad pork
Some die by swamp some by sea and some by the bushy-haired man in the night
O there are deaths like witches of Arc Scarey deaths like Boris Karloff
No-feeling deaths like birth-death sadless deaths like old pain Bowery
Abandoned deaths like Capital Punishment stately deaths like senators
And unthinkable deaths like Harpo Marx girls on Vogue covers my own
I do not know just how horrible Bombdeath is I can only imagine
Yet no other death I know has so laughable a preview I scope
a city New York City streaming starkeyed subway shelter
Scores and scores A fumble of humanity High heels bend
Hats whelming away Youth forgetting their combs
Ladies not knowing what to do with their shopping bags
Unperturbed gum machines Yet dangerous 3rd rail
Ritz Brothers from the Bronx caught in the A train
The smiling Schenley poster will always smile
Impish death Satyr Bomb Bombdeath
Turtles exploding over Istanbul
The jaguar's flying foot
soon to sink in arctic snow
Penguins plunged against the Sphinx
The top of the Empire state
arrowed in a broccoli field in Sicily
Eiffel shaped like a C in Magnolia Gardens
St. Sophia peeling over Sudan
O athletic Death Sportive Bomb
the temples of ancient times
their grand ruin ceased
Electrons Protons Neutrons
gathering Hersperean hair
walking the dolorous gulf of Arcady
joining marble helmsmen
entering the final ampitheater
with a hymnody feeling of all Troys
heralding cypressean torches
racing plumes and banners
and yet knowing Homer with a step of grace
Lo the visiting team of Present
the home team of Past
Lyre and tube together joined
Hark the hotdog soda olive grape
gala galaxy robed and uniformed
commissary O the happy stands
Ethereal root and cheer and boo
The billioned all-time attendance
The Zeusian pandemonium
Hermes racing Owens
The Spitball of Buddha
Christ striking out
Luther stealing third
Planeterium Death Hosannah Bomb
Gush the final rose O Spring Bomb
Come with thy gown of dynamite green
unmenace Nature's inviolate eye
Before you the wimpled Past
behind you the hallooing Future O Bomb
Bound in the grassy clarion air
like the fox of the tally-ho
thy field the universe thy hedge the geo
Leap Bomb bound Bomb frolic zig and zag
The stars a swarm of bees in thy binging bag
Stick angels on your jubilee feet
wheels of rainlight on your bunky seat
You are due and behold you are due
and the heavens are with you
hosanna incalescent glorious liaison
BOMB O havoc antiphony molten cleft BOOM
Bomb mark infinity a sudden furnace
spread thy multitudinous encompassed Sweep
set forth awful agenda
Carrion stars charnel planets carcass elements
Corpse the universe tee-hee finger-in-the-mouth hop
over its long long dead Nor
From thy nimbled matted spastic eye
exhaust deluges of celestial ghouls
From thy appellational womb
spew birth-gusts of of great worms
Rip open your belly Bomb
from your belly outflock vulturic salutations
Battle forth your spangled hyena finger stumps
along the brink of Paradise
O Bomb O final Pied Piper
both sun and firefly behind your shock waltz
God abandoned mock-nude
beneath His thin false-talc's apocalypse
He cannot hear thy flute's
happy-the-day profanations
He is spilled deaf into the Silencer's warty ear
His Kingdom an eternity of crude wax
Clogged clarions untrumpet Him
Sealed angels unsing Him
A thunderless God A dead God
O Bomb thy BOOM His tomb
That I lean forward on a desk of science
an astrologer dabbling in dragon prose
half-smart about wars bombs especially bombs
That I am unable to hate what is necessary to love
That I can't exist in a world that consents
a child in a park a man dying in an electric-chair
That I am able to laugh at all things
all that I know and do not know thus to conceal my pain
That I say I am a poet and therefore love all man
knowing my words to be the acquainted prophecy of all men
and my unwords no less an acquaintanceship
That I am manifold
a man pursuing the big lies of gold
or a poet roaming in bright ashes
or that which I imagine myself to be
a shark-toothed sleep a man-eater of dreams
I need not then be all-smart about bombs
Happily so for if I felt bombs were caterpillars
I'd doubt not they'd become butterflies
There is a hell for bombs
They're there I see them there
They sit in bits and sing songs
mostly German songs
And two very long American songs
and they wish there were more songs
especially Russian and Chinese songs
and some more very long American songs
Poor little Bomb that'll never be
an Eskimo song I love thee
I want to put a lollipop
in thy furcal mouth
A wig of Goldilocks on thy baldy bean
and have you skip with me Hansel and Gretel
along the Hollywoodian screen
O Bomb in which all lovely things
moral and physical anxiously participate
O fairylike plucked from the
grandest universe tree
O piece of heaven which gives
both mountain and anthill a sun
I am standing before your fantastic lily door
I bring you Midgardian roses Arcadian musk
Reputed cosmetics from the girls of heaven
Welcome me fear not thy opened door
nor thy cold ghost's grey memory
nor the pimps of indefinite weather
their cruel terrestial thaw
Oppenheimer is seated
in the dark pocket of Light
Fermi is dry in Death's Mozambique
Einstein his mythmouth
a barnacled wreath on the moon-squid's head
Let me in Bomb rise from that pregnant-rat corner
nor fear the raised-broom nations of the world
O Bomb I love you
I want to kiss your clank eat your boom
You are a paean an acme of scream
a lyric hat of Mister Thunder
O resound thy tanky knees
BOOM BOOM BOOM BOOM BOOM
BOOM ye skies and BOOM ye suns
BOOM BOOM ye moons ye stars BOOM
nights ye BOOM ye days ye BOOM
BOOM BOOM ye winds ye clouds ye rains
go BANG ye lakes ye oceans BING
Barracuda BOOM and cougar BOOM
Ubangi BOOM orangutang
BING BANG BONG BOOM bee bear baboon
ye BANG ye BONG ye BING
the tail the fin the wing
Yes Yes into our midst a bomb will fall
Flowers will leap in joy their roots aching
Fields will kneel proud beneath the halleluyahs of the wind
Pinkbombs will blossom Elkbombs will perk their ears
Ah many a bomb that day will awe the bird a gentle look
Yet not enough to say a bomb will fall
or even contend celestial fire goes out
Know that the earth will madonna the Bomb
that in the hearts of men to come more bombs will be born
magisterial bombs wrapped in ermine all beautiful
and they'll sit plunk on earth's grumpy empires
fierce with moustaches of gold
Beh, quel piano sarebbe un fallimento.
Mi aspetterei che un ordine di attacco venisse eseguito al max in 24 minuti, non in 24 ore...
ciao
Aho, a Gregory Corso! Ti sei perso tutta la formattazione del testo che doveva fare apparire la poesia a forma di fungo atomico
il ritiro annunciato di blair e' segno che persino il piu' fedele cagnolino questa volta non vuole averci nulla a che fare
tonii, altro che ritiro. leggi qua
ROMA - La Gran Bretagna ha annunciato ufficialmente che manderà altri 1.400 soldati in Afghanistan, in aggiunta ai 6.300 che già schiera in quel paese. Il totale così delle truppe di Sua Maestà presenti nel paese sale così a 7.700.
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2007/02_Febbraio/26/blair.shtml
il cagnolino resta fedele, eccome!
ma se ahmadinejad, il cui programma di politica estera ha come punto qualificante la cancellazione di isaraele dalla carta gerografica, si dota effettivamente della bomba atomica, che si fa? si aspetta che pigi il bottone?
in effetti, roby, solo degli insani possono pensare di utilizzre (o hanno utilizzato) ordigni nucleari...
Il "programma di politica estera" di qualsiasi stato che voglia emanciparsi da Washington comprende - come "punto qualificante" - il dotarsi della bomba atomica.
Chi ha la bomba non viene invaso, quindi meglio averla.
Se poi lo stato in questione (Iran) è particolarmente "mal visto" (dagli USA), ecco che in America e nelle sue provincie impazza la disinformazione in merito a tutto quello che lo riguarda; vedi la mitologia del voler "nuclearizzare" Israele. Come se fosse possibile senza subire una rappresaglia "definitiva" da parte di USA e Israele stesso (potenza nucleare della regione); come se fosse possibile sostenere la "causa palestinese" e bombardare con l'atomica (anche) i palestinesi!
La teoria secondo cui Ahmadinejad userebbe l'atomica contro Israele è una fesseria di proporzioni cosmiche; la userebbe per difendersi dal rischio di diventare l'ennesimo paese vittima degli USA, ed è precisamente questo che dà fastidio.
Per le persone di buon senso, invece, l'idea di altre atomiche in giro dà fastidio perché c'è il rischio che prima o poi le si usi; questo è però tutto un altro discorso e non ha nulla a che vedere con le cretinate che quotidianamente ci spacciano sull'Iran...
Complimenti roby, analisi più accurate della tua si possono leggere solo su Tocqueville!
"La Bibbia parla chiaro, a riguardo... sin dai tempi antichi"
Perfetto. Con questi argomenti sono tutti serviti.
Ma per piacere...
chissà mai cosa c'entri toqueville, l'accuratezza e via segheggiando?.. la questione é chiara e semplice: che si fa?
"che si fa?"
pigi il bottone "off" del telecomando.
Ecco roby, sensi ha detto tutto, non avrei potuto spiegartelo meglio (mamma mia, che gente, che gente...)
"Sarebbe una leggerezza pensare che quelli che sono responsabili delle decisioni, grazie a posizioni di potere politico o militare comunque acquisite, sappiano immaginare l'inaudito meglio di noi. Assai più legittimo è il sospetto: che ne siano affatto inconsapevoli. Ed essi lo provano dicendo che noi siamo incompetenti nel "campo dei problemi atomici e del riarmo", e invitandoci a non "immischiarci". Molti di loro si appellano alla "competenza" solo per mascherare il carattere antidemocratico del loro monopolio. Se la parola "democrazia" ha un senso, è proprio quello che abbiamo il diritto e il dovere di partecipare alle decisioni che concernono la "res publica", che vanno, cioè, al di là della nostra competenza professionale e non ci riguardano come professionisti, ma come cittadini o come uomini. E un problema più "pubblico" della decisione sulla nostra sopravvivenza non c'è mai stato e non ci sarà mai. Rinunciando a "immischiarci", mancheremmo anche al nostro dovere democratico."
http://www.filosofico.net/andersstern.htm
Che ci provino ad attaccare l'Iran. Sarà l'ultima guerra degli imperialisti USA.
Un attacco all'Iran renderebbe ufficiale i legami tra gli sciiti iracheni e l'Iran e, successivamente, tra sciiti e sunniti, che già in chiave antiameticana hanno iniziato a dialogare.
Se continuano gli attentati di questa folle guerra civile in Iraq, è solo perchè c'è tutto l'impegno della CIA a farli proseguire, secondo la logica del "divide et impera".
Ma una escalation contro l'Iran rappresentarebbe un collante per tutto il mondo musulmano (ivi compresi i musulmani che vivono in USA).
Sì, credo proprio che Giorgio abbia ragione, sarebbe l'ultima guerra degli USA, ma bisogna aggiungere che sarebbe l'ultima anche dell'occidente che gli USA hanno trascinato nelle sue guerre.
Rosario Amico Roxas
Darth Wanax e Danjar mi paiono un tantino prevenuti sull'argomento.
Non guardate sempre tutto come se gli USA fossero gli unici artefici del male del mondo.
Ora, è sicuramente vero che gli USA agiscono per interessi economici e che un eventuale invasione dell'Iran potrebbe portare loro enormi vantaggi in campo petrolifero.
Tuttavia non potete liquidare la questione col solito antiamericanismo d'accatto, perchè la controparte non è certo esente da colpe, anzi, oserei affermare che l'Iran è dalla parte del torto, dal nostro punto di vista almeno.
Un governo teocratico e integralista, che ricordo, appoggia i movimenti terroristi sciiti di tutto il mondo, tipo Hezbollah in Libano e l'Esercito del Mahdi in Iraq, una nazione che minaccia di cancellarne un'altra dalla faccia della terra.
Che poi lo faccia o meno, Danjar, è un'altra questione. Oltretutto, c'è questo non trascurabile fatto che l'Iran sta progettando di dotarsi del nucleare. Ahmadinejad continua a rivendicarne gli scopi pacifici, ma allora come si spiega che non solo gli USA, ma l'intera Comunità Internazionale la UE, L'ONU, L'AIEA sono tutti quanti contro questo programma?
E l'Iran che sta facendo precipitare la situazione, con la suja intransigenza, con la sua spacconeria, con le minacce continue ad Israele, con le ultime dichiarazioni secondo le quali sono "pronti alla guerra".
E evidente che anche i più accesi antiamericani non possono ignorare che, se ci sarà una guerra, nè sarà l'Iran il maggior responsabile.
Poi, rigaurdo a quanto detto da certi su un presunto crollo degli USA e di ultima guerra...bè, senza mostrare ammirazione per gli USA, ma essendo semplicemente realisti, questa idea non ha senso.
L'Iran ha un esercito di tutto rispetto, probabilmente il più forte del Medio Oriente, ma rispetto all'esercito americano è come una mosca che combatte contro un elefante.
Gli USA, volendo, potrebbero cancellare l'Iran dalla carta geografica in un paio di giorni. Non sarà certo un eventuale conflitto con l'Iran a far crollare la più grande potenza mondiale ; di certo, se verrà tolta di mezzo la teocrazia degli ayatollah, per il mondo sarà una buona cosa.
Darth Wanax e Danjar mi paiono un tantino prevenuti sull'argomento.
Non guardate sempre tutto come se gli USA fossero gli unici artefici del male del mondo.
Ora, è sicuramente vero che gli USA agiscono per interessi economici e che un eventuale invasione dell'Iran potrebbe portare loro enormi vantaggi in campo petrolifero.
Tuttavia non potete liquidare la questione col solito antiamericanismo d'accatto, perchè la controparte non è certo esente da colpe, anzi, oserei affermare che l'Iran è dalla parte del torto, dal nostro punto di vista almeno.
Un governo teocratico e integralista, che ricordo, appoggia i movimenti terroristi sciiti di tutto il mondo, tipo Hezbollah in Libano e l'Esercito del Mahdi in Iraq, una nazione che minaccia di cancellarne un'altra dalla faccia della terra.
Che poi lo faccia o meno, Danjar, è un'altra questione. Oltretutto, c'è questo non trascurabile fatto che l'Iran sta progettando di dotarsi del nucleare. Ahmadinejad continua a rivendicarne gli scopi pacifici, ma allora come si spiega che non solo gli USA, ma l'intera Comunità Internazionale la UE, L'ONU, L'AIEA sono tutti quanti contro questo programma?
E l'Iran che sta facendo precipitare la situazione, con la suja intransigenza, con la sua spacconeria, con le minacce continue ad Israele, con le ultime dichiarazioni secondo le quali sono "pronti alla guerra".
E evidente che anche i più accesi antiamericani non possono ignorare che, se ci sarà una guerra, nè sarà l'Iran il maggior responsabile.
Poi, rigaurdo a quanto detto da certi su un presunto crollo degli USA e di ultima guerra...bè, senza mostrare ammirazione per gli USA, ma essendo semplicemente realisti, questa idea non ha senso.
L'Iran ha un esercito di tutto rispetto, probabilmente il più forte del Medio Oriente, ma rispetto all'esercito americano è come una mosca che combatte contro un elefante.
Gli USA, volendo, potrebbero cancellare l'Iran dalla carta geografica in un paio di giorni. Non sarà certo un eventuale conflitto con l'Iran a far crollare la più grande potenza mondiale ; di certo, se verrà tolta di mezzo la teocrazia degli ayatollah, per il mondo sarà una buona cosa.
Sirius, guarda che alle cose che scrivi non credono nemmeno al Pentagono.
Sono annoiato e sarò schematico:
- Non ho scritto che gli USA siano gli unici artefici del male del mondo, anzi. Questo non vuol dire che non veda le loro responsabilità, da Vietnam a Corea a Cile a Nicaragua a Cuba a Irak (1, 2 e 3) a Iran (dello scià) a Israele a Tunisia a Libia a Sudan a Italia a ...
- "Antiamericanismo" è un'etichetta usata ormai solo dagli idioti (se parlo di contenuti non trattarli come se avessi usato slogan, altrimenti questa è l'unica possibile risposta).
- Il governo dell'Iran mi fa schifo, tuttavia qui si parla della minaccia "nucleare", non di quanto l'Iran stia bene o male per il governo che ha (cosa di cui potrebbero preoccuparsi gli iraniani, se ne hanno voglia).
- Il terrorismo è un non problema. Hai letto bene: un non problema. Fanno più vittime il traffico, le malattie cardiovascolari o gli incidenti sul lavoro; anzi, scommetterei che fanno più vittime le lavatrici. Se vogliamo davvero preoccuparci delle vittime della violenza faremmo meglio a preoccuparci delle vittime delle guerre convenzionali, a cominciare da quelle scatenate da "noi occidentali". Basta una contabilità da deficienti a vedere che per ogni vittima del "terrorismo" muoiono almeno cento persone a causa delle guerre. Basta con 'sta vile, infima, vergognosa balla della "guerra al terrore".
- Cosa intendi per "comunità internazionale"? Gli USA hanno raccolto una serie di paesi sotto la loro egemonia, nel Consiglio di Sicurezza dell'ONU; tuttavia l'assemblea dell'ONU sembra avere - come dire - altre vedute...
- Come ho già scritto l'idea di altre armi nucleari in giro non può che essere preoccupante (che le abbia l'Iran o meno).
- Tuttavia altri paesi peggiori, come la dittatura Pakistan, hanno già armi nucleari e Washington - pardon: la "comunità internazionale" - non fiata. Chissà perché.
- Ah, l'Iran è colpevole di dire che "è pronto alla guerra"... Che dovrebbero dire: "aiuto, non attaccateci, non siamo preparati!" ... Ma dai...
- Se ci sarà una guerra l'unico responsabile sarà chi la scatena, come dovrebbe capire anche un idiota. A meno che, certo, non vogliamo credere di nuovo alle panzane del "sostegno al terrorismo", delle "armi di distruzione di massa", della "smobilitazione delle truppe nel paese X", del "portare la democrazia" eccetera, come nella puntata precedente...
Un'ultima questione: se l'Iran per gli USA è come una mosca per un elefante, come accidenti fai a giustificare una guerra "preventiva"/"difensiva" degli USA contro l'Iran, senza nemmeno discutere sulle ragioni, su chi la scateni e anzi avendo già pronte le "responsabilità" da addossare a chi già sai sarà l'aggredito?
Non ti senti nemmeno un po' idiota?... Così sai, tanto per chiedere.
concordanza quasi assoluta con danjar.
quasi perche' al punto 1 invece che un 'anzi' metterei un 'quasi': quasi unici artefici.
nel 1989-91 gli usa si ritrovarono unica superpotenza mondiale, con un seguito spontaneo (e non) enorme, un 'modello vincente', un futuro tale che un fukuyama qualsiasi diventava famoso colla sua panzana della 'fine della storia'.
avrebbero potuto dirigere i loro sforzi verso:
-riduzione degli arsenali
-abolizione dei paradisi fiscali off-shore
-risoluzione di vari conflitti locali
-lotta globale all'inquinamento, sviluppo energie pulite etc
-ristrutturazione dell'economia e delle societa' africane (cacciando dal potere la borghesia compradora)
e tanto altro ancora. ma nulla di tutto cio' accadde. non a caso.
strutturalmente questi gesti di buonsenso riformista (niente di spettacolare, rivoluzionario) sono antitetici alle forze che dominano la sedicente democrazia americana.
fintanto che dei dittatori/satrapi forniscono manodopera quasi gratuita, materie prime sottocosto, mercati in cui esportare immondizia e beni scaduti, dove le armi si vendono bene e producono anche quell'immaginario hollywoodiano di terroristi feroci e cattivi, il potere che domina gli usa non sara' certo favorevole ad alcun cambiamento.
lo stadio di football in texas e' a cielo aperto ed e' completamente climatizzato. potremmo prenderlo come ottima metafora di cosa sono gli usa e dove vanno.
l'importante e' evitare di farsi trascinare al fondo con loro
http://www.youtube.com/watch?v=HCkYfYa8ePI
i protettori di roby
Danjar, e tu non ti senti nemmeno un pò idiota ad affermare quella cosa sul terrorismo?
Secondo il tuo malato ragionamento, allora, il terrorismo, poichè fa meno morti di una guerra o delle malattie cardiovascolari, non sarebbe un problema.
Mi verrebbe istintivamente di mandarti a quel paese e magari andare a dire ai parenti delle vittime di atti terroristici (che sono migliaia, nel mondo) che il terrorismo è un "non-problema" ; sarei curioso di sentire la loro risposta.
Sempre secondo la tua sconcertante asserzione allora, anche la mafia non è un problema : fa un numero di morti risibile rispetto a quello delle guerre o delle epidemie.
Per cui, o sei un imbecile o sei in malafede, due sono le cose possibili.
Altra cosa, non credo esistano stati peggiori dell'Iran, al momento, tranne forse la Cina e la Corea del Nord, di certo non il Pakistan.
Ah, per la cronaca, e di ieri la notizia che gli USA hanno inviato un ultimatum al Pakistan per lo smantellamento delle basi di Al-Qaeda al confine con l'Afghanistan.
La Comunità Internazionale, Danjar, sono tutti i paesi del mondo. L'AIEA è contraria al riarmo dell'Iran, ed è un organismo internazionale, non americano, così come l'ONU e la UE. Se il mondo intero teme il nucleare iraniano, indipendentemente dalla nazione e dall'ideologia politica, non pensi che questo voglia dire qualcosa?
In ultimo, una guerra preventiva potrebbe servirebbe ad evitare che l'Iran diventi un pericolo per gli stati vicini e per Israele in particolare, di certo non per gli USA.
O meglio : gli USA possono annientare l'Iran con uno schiocco di dita, ma l'Iran potrebbe essere pericoloso per una piccola parte di popolazione americana eventualmente colpita da atti terroristici o per l'Europa che rientra nel raggio d'azione dei suoi missili Shahab.
A questo proposito sarebbe interessante leggere il libro di Tom Clancy "Potere Esecutivo", del 1996, straordinaria profezia (forse un pò esagerata) dell'attuale situazioe mondiale.
Fatto sta che se guerra sarà, gli USA saranno gli aggressori ma di fatto la colpa sarà dell'Iran che non va contro gli interessi solo americani, ma di tutto il mondo, facendo di testa propria, minacciando altri paesi, finanziando il terrorismo e fregandosene altamente di tutti i trattati internazionali di non proliferazione.
ma perche' non leggere chomsky al posto di clancy?
Come perché? perché da quando Chomsky ha firmato la lettera di solidarietà a Turigliatto non si deve leggere più, e si deve anche sostenere che la sua Linguistica evolutiva è una teoria del cazzo che fa male al paese.
Dirò di più. Fonti vicine ai DS mi dicono che è al vaglio la proposta di rendere obbligatoria la lettura esclusiva degli albi di Geppo e di Tiramolla, perché quelli sì che fanno bene al paese.
Una teoria irresponsabile di cui, FRANCAMENTE, non abbiamo bisogno.
@darth
una teoria irresponsabile la linguistica evolutiva? mi puoi chiarire in che senso? e perché non ne avremmo bisogno?
Quando gli Stati Uniti e la Francia erano alleati del dittatore
Saddam, il nostro buon amico
Nell'Iraq immerso nelle violenze quotidiane, il governo provvisorio afferma di voler
processare il vecchio dittatore Saddam Hussein per crimini di guerra, crimini contro
l'umanità e genocidio. Per altro il tribunale e i giudici, scelti sotto lo stretto controllo degli
Stati uniti, non avranno che competenze limitate e dovranno astenersi dall'incolpare
numerosi complici stranieri. Non potranno chiamare in causa le capitali, in particolare
Washington e Parigi che nel corso di svariati decenni, hanno prermesso al regime baathista
di sopravvivere e schiacciare gli oppositori.
Michel Despratx e Barry Lando
Interrogati sul prossimo processo all'ex presidente Saddam Hussein, i clienti di un caffè del centro
storico di Baghdad prendono un'aria seria, nel ricordare i crimini del dittatore e la necessità che si
tenga il processo. Poi però sorridono e guardano altrove, con l'aria di pensare che comunque il
processo non sarà una cosa seria. Tutti sono convinti di due cose: che gli Stati uniti controllano
totalmente il tribunale in questione e che nessuno straniero sarà coinvolto, per quanto atroci
possano essere i loro crimini in Iraq. «Se un giorno questo processo si terrà veramente, e ne
dubito - sottolinea un professore - non porrà mai la questione delle relazioni di Saddam con i
paese stranieri». Un ingegnere aggiunge: «Questo rischierebbe di rivelare troppe cose che
l'Occidente non ha interesse a mettere in piazza».
Consultato a suo tempo dal dipartimento di stato che ha avuto un ruolo chiave nella creazione del
tribunale, l'esperto giudiziario americano Cherif Bassiouni spiega: «Si è fatto in modo di creare un
tribunale con giudici non indipendenti, ma al contrario strettamente controllati; quando parlo di
controllo, voglio dire che gli organizzatori del tribunale devono assicurarsi che gli Stati uniti e le
altre potenze occidentali non siano chiamati in causa. Gli stessi regolamenti del tribunale faranno
sì che agli Usa e agli altri paesi sia accuratamente evitata qualsiasi accusa. Il che ne farà un
processo incompleto e ingiusto. Una vendetta del vincitore».
Gli organizzatori americani e iracheni del processo hanno infatti deciso che il tribunale speciale,
che sta per giudicare i crimini di Saddam Hussein, non potrà accusare di complicità nessuno
straniero - il che vuol dire nessun americano, nessun britannico o nessun francese.
Ma la storia degli ultimi quarant'anni trabocca di esempi in cui dei non-iracheni, e tra questi cinque
presidenti americani, almeno tre presidenti francesi, diversi primi ministri britannici e una grande
quantità di imprenditori occidentali sono stati complici, talvolta co-autori, dei crimini commessi dal
regime baathista.
È sotto la presidenza di John F. Kennedy che Washington comincia ad avallare i massacri in Iraq.
Nel 1963, preoccupati nel vedere il presidente Abdel Karim Qassem avvicinarsi a Mosca e
minacciare di nazionalizzare il petrolio, gli Stati uniti decidono di passare all'azione. L'8 febbraio
1963, appoggiano il colpo di Stato di un partito politico dichiaratamente anticomunista, il Baath.
James Akins, consigliere politico dell'ambasciata degli Stati uniti a Baghdad subito dopo il colpo di
stato, conferma: «Noi fornivamo ai baathisti denaro, molto denaro e anche equipaggiamenti.
Questo non si diceva apertamente, ma molti di noi lo sapevano».
Dopo aver fucilato Qassem, i baathisti uccidono e torturano migliaia di comunisti e simpatizzanti di
sinistra: medici, magistrati, operai.
«Avevamo ricevuto un solo ordine: sterminare i comunisti! - dichiara Abdallah Hatef, uno degli
autori del massacro, oggi direttore di una scuola elementare a Baghdad. - Il giovane Saddam
Hussein era molto motivato. Si occupava di torturare gli operai, il che consisteva nel gonfiare gli
uomini con l'acqua, rompergli le ossa o dare scariche elettriche». Washington lo ha sempre
LE MONDE diplomatique – Novembre 2004
On line alla pagina http://www.ilmanifesto.it/MondeDiplo/index1.html
negato, ma molti dirigenti del colpo di stato hanno rivelato che la Cia ha svolto un ruolo attivo nel
massacro, in particolare fornendo liste di comunisti da arrestare.
Nel 2003, un ex responsabile della diplomazia americana, interrogato da una grande agenzia di
stampa, prima di rispondere ha richiesto l'anonimato: «Francamente eravamo felici che ci
sbarazzassero dei comunisti! Lei pensa che meritassero una giustizia più equa? Sta scherzando.
La faccenda era decisamente troppo seria! (1)».
Il resoconto, finora inedito, di una riunione tenutasi a Baghdad il 9 giugno 1963 (2) tra americani e
baathisti, conferma la volontà «comune di arginare il comunismo nella regione». I nemici individuati
non sono i soli comunisti, ma anche i curdi, che si oppongono al potere baathista nel nord del
paese. A Baghdad, Subhi Abdelhamid (3), che allora comandava le operazioni dell'esercito
iracheno contro i curdi, ha confermato di avere negoziato personalmente con l'addetto americano
la consegna di cinquemila bombe per schiacciare la resistenza.
«Poi gli americani ci hanno offerto, gratis, mille bombe al napalm per bombardare i villaggi curdi». I
curdi che hanno vissuto i bombardamenti ricordano il napalm che bruciava le greggi e interi
villaggi. Ma, all'epoca, pensavano che fosse fornito dai sovietici.
1980 Guerra contro l'Iran Al suo processo, Saddam Hussein sarà accusato di aver intrapreso, nel
settembre 1980, una guerra contro l'Iran che è costata la vita a un milione di uomini e di donne.
Tuttavia, vari testimoni affermano che Washington lo ha incoraggiato a scatenare il conflitto.
L'Occidente aveva tutto da guadagnare nel vederlo attaccare la minacciosa rivoluzione islamista
dell'ayatollah Khomeiny. Un documento governativo americano top secret, del 1984, rivela: «Il
presidente Carter ha dato a Saddam Hussein il via libera per scatenare la guerra contro l'Iran (4).»
Dopo aver dato il proprio consenso, gli Stati uniti decidono anche il piano di battaglia contro l'Iran?
È quanto sostiene il presidente iraniano dell'epoca, Abolhassan Bani-Sadr. Egli afferma che i suoi
servizi segreti avevano acquistato una copia di questo piano, scritto, secondo le sue fonti, in un
albergo parigino da iracheni e americani.
«Ciò che mi permette di affermare che era autentico, è che la guerra irachena è stata condotta
esattamente secondo questo piano di battaglia! Ed è proprio perché ne eravamo entrati in
possesso, che abbiamo potuto tener testa agli attacchi iracheni (5).» Ufficialmente, nel conflitto
Iran-Iraq Washington è neutrale. Una commissione d'inchiesta americana ha tuttavia rivelato che
la Casa bianca e la Cia hanno fornito segretamente a Saddam Hussein ogni tipo di armi, tra cui le
bombe a frammentazione. Le loro informazioni satellitari hanno permesso di centrare con più
precisione le truppe iraniane, ben sapendo Washington che l'esercito iracheno faceva uso di armi
chimiche. Sono state queste informazioni che hanno permesso la vittoria finale dell'Iraq, secondo
Rick Francona, l'ufficiale del servizio segreto militare americano che, nel 1988, forniva a Baghdad
le liste dei bersagli iraniani da bombardare. 1988 Uso dei gas a Halabja Uno dei crimini, di cui
Saddam Hussein dovrà rispondere davanti al tribunale speciale, è di avere gassato, nel 1988,
cinquemila civili del villaggio curdo di Halabja. Baghdad li accusava di aver collaborato con gli
iraniani. All'epoca, gli Stati uniti e la Francia hanno fatto di tutto per impedire che Saddam Hussein
venisse condannato per questo crimine. Non soltanto il presidente Ronald Reagan ha opposto il
suo veto a una legge destinata a bloccare il commercio americano con l'Iraq, ma Washington ha
inviato un telex alle ambasciate Usa nel mondo, chiedendo loro di sostenere che i curdi di Halabja
erano stati gassati dagli... iraniani.
Anche la Francia ha «dimenticato» di condannare Saddam Hussein per questo delitto. All'indomani
del dramma, il governo di Michel Rocard ha pubblicato un comunicato in cui si denunciavano gli
attacchi chimici «da qualunque parte provengano», ma senza mai citare il presidente iracheno.
Roland Dumas, all'epoca ministro degli affari esteri, ci spiega perché: «È vero, l'Occidente tendeva
a chiudere un occhio perché l'Iraq era un paese che giudicavamo necessario all'equilibrio della
regione». Quanto a Jean-Pierre Chevènement, all'epoca ministro della difesa, ci ha dichiarato: «Se
si vuole giudicare la faccenda di Halabja nel suo insieme, bisogna ripensare all'importanza
decisiva della regione per quanto riguarda l'approvvigionamento petrolifero del mondo: chi
possiede questa regione ha in mano l'equilibrio finanziario del pianeta. Allora, la scelta non è tra il
bene e il male: ma tra ciò che è orribile e ciò che è atroce». Al di là del suo bisogno di petrolio, la
Francia era anche il primo fornitore militare dell'Iraq.
A Parigi, l'uomo che nel 1981 dirigeva la Direzione generale della sicurezza esterna (Dgse), Pierre
Marion, era preoccupato del sostegno militare che la Francia di François Mitterrand forniva a
Saddam Hussein.
Oggi afferma che il sostegno era incoraggiato dai mercanti di armi, cui la guerra Iran-Iraq faceva
molto comodo. «Dassault - ci dice Marion - è l'industriale che ha profittato di più della guerra e che
ha più spinto in quella direzione. Aveva mezzi di pressione estremamente energici ed efficaci, che
utilizzava su tutti i dirigenti francesi».
Nel 1992, una piccola associazione europea, «Giuristi contro la ragion di stato», cita in giudizio i
mercanti di armi francesi: Dassault, Thomson e Aérospatiale. In quell'occasione i tribunali parigini
arrivano alla conclusione che, vendendo armi ad un paese che le utilizzava per bombardare dei
civili, le società francesi si esponevano al rischio di dovere, un giorno, renderne conto alla giustizia.
Non è più un segreto: Saddam Hussein non avrebbe mai potuto attaccare i suoi vicini, né utilizzare
le armi chimiche per i suoi crimini, senza l'aiuto delle imprese e dei governi occidentali. I gas
mortali venivano dalla Germania, gli impianti iracheni che li allestivano erano equipaggiati dalla
Francia e dagli Usa. La lista completa delle imprese complici non è ancora stata rivelata. Nel
dicembre 2002, la Cia si è impadronita, in piena notte, di un rapporto di 12.000 pagine
sull'armamento di Saddam Hussein, che era stato consegnato alle Nazioni unite. Lo ha restituito
dopo 48 ore, con un centinaio di pagine mancanti. Una fuga di notizie a livello governativo ha
permesso a Gary Milhollin, esperto americano nel mercato delle armi, di recuperare le pagine
sottratte. Abbiamo potuto consultarle: rivelano che il laboratorio Pasteur ha venduto all'Iraq germi
biologici, che l'impresa alsaziana Protec ha attrezzato una fabbrica di gas da combattimento a
Samarra, o ancora che la ditta americana Bechtel, che finanzia le campagne elettorali della
famiglia Bush, ha fornito all'Iraq uno stabilimento chimico. Altri documenti, che coinvolgono società
occidentali, giacciono ancora nella sede newyorkese delle Nazioni unite, dove sono conservati
anche i dossier degli ispettori dell'Onu in Iraq.
«Ho discusso con funzionari dell'Onu a New York e mi hanno confermato che queste informazioni
devono restare confidenziali», si rammarica Milhollin.
1990 Invasione del Kuwait. Saddam Hussein sarà accusato di aver brutalmente invaso il Kuwait
nell'agosto 1990. Da un giorno all'altro, l'ex alleato diventa il peggiore dei tiranni: «Abbiamo a che
fare con un nuovo Hitler», dichiara all'epoca il presidente George Bush padre. Ma molti
protagonisti, iracheni e americani, lo accusano di non aver agito in tempo per impedire questo
dramma.
Dopo la guerra contro l'Iran, l'Iraq in rovina sollecita l'aiuto dei vicini per ricostruire l'economia.
Saddam Hussein chiede al Kuwait una proroga del debito, ma il piccolo emirato, sostenuto dagli
Stati uniti, curiosamente rifiuta qualsiasi negoziato. Il Kuwait, peraltro, aveva improvvisamente
aumentato la produzione di petrolio e fatto crollare i corsi, sabotando la ripresa dell'economia
irachena. Saddam Hussein si crede allora vittima di un complotto destinato a rovinare il suo paese.
Secondo l'ex ambasciatore francese Eric Rouleau, specialista del Medio oriente: «per Saddam
Hussein era diventata una questione di vita o di morte. Visto che le minacce non sortivano alcun
effetto, ha inviato le sue truppe alla frontiera con il Kuwait».
Quando i satelliti spia americani individuano il movimento dei blindati iracheni, alcuni consiglieri del
governo americano suggeriscono alla Casa bianca di inviare un avvertimento, forte e chiaro, al
presidente iracheno (6). Ma George Bush considera Saddam Hussein prima di tutto un importante
partner commerciale. Sceglie quindi di dare credito ad altri consiglieri, che pensano ad un bluff.
Non c'è mai stato un avvertimento americano. Al contrario.
Otto giorni prima dell'invasione del Kuwait, Saddam Hussein convoca a Baghdad l'ambasciatrice
americana, April Glaspie, e la informa di considerare il comportamento kuwaitiano l'equivalente di
una dichiarazione di guerra (7). L'ambasciatrice risponde che gli Stati uniti non avrebbero preso
«alcuna posizione su un conflitto di frontiera tra l'Iraq e il Kuwait». Due giorni più tardi, le
dichiarazioni della Glaspie vengono confermate pubblicamente a Washington dal suo superiore, il
vicesegretario di stato John Kelly. In risposta alla domanda su cosa avrebbe fatto il suo paese se
l'Iraq avesse attaccato il Kuwait, l'americano dichiara: «Non abbiamo alcun trattato di difesa con
nessuno dei paese del Golfo». Qualche settimana più tardi, un congressista americano, Tom
Lantos, condanna la politica americana con un discorso estremamente critico: «Il comportamento
ossequioso verso Saddam Hussein, tenuto ai più alti livelli dal governo americano, lo ha
incoraggiato ad entrare in Kuwait. Questa è una responsabilità cui non possiamo sottrarci in alcun
caso».
Dopo l'invasione, diventa evidente che gli Stati uniti avrebbero utilizzato la forza. Abdel Majid
Rafai, alto dirigente del partito Baath, ci ha detto che Saddam Hussein, fin dal quinto giorno
dall'invasione, aveva informato il partito che erano in corso trattative per il ritiro dal Kuwait.
Tuttavia, ogni tentativo di negoziato fallisce, sia a causa degli errori tattici di Saddam Hussein che
per l'atteggiamento irremovibile dei responsabili americani. Come fa osservare l'ex ambasciatore
americano in Arabia saudita, Jim Akins: «Una volta che George Bush aveva cominciato a
mobilitare le truppe, era escluso che lui e i suoi consiglieri lasciassero scappare il dittatore
iracheno. La loro ambizione era quella di vincere la guerra in modo rapido e trionfale (8)».
Quanto alle ragioni reali di questa guerra, sono state ricordate recentemente da James Baker,
allora segretario di stato americano: «La politica che consiste nel garantire un accesso sicuro alle
riserve energetiche del Golfo Persico era stata adottata perché, senza questo accesso, perlomeno
all'epoca, l'economia americana avrebbe subìto un duro colpo. Cioè la gente avrebbe perso il
lavoro, e quando la gente perde il lavoro diventa scontenta e questo diminuisce il consenso
politico. È una delle ragioni per cui abbiamo fatto la guerra del Golfo. Permettere a Saddam
Hussein di controllare le risorse energetiche del Golfo Persico, avrebbe costituito un grave pericolo
per l'economia degli Stati uniti. E questo, peraltro, è vero anche per la guerra attuale [contro l'Iraq]
(9)».
1991 Massacro degli sciiti. Nel 1991, in seguito all'operazione «Tempesta del deserto», Saddam
Hussein schiaccia un'insurrezione sciita facendo decine, se non centinaia di migliaia di vittime. In
termini di vite umane è il crimine peggiore di cui è accusato. È anche il crimine che George W.
Bush cita più spesso per riaffermare la crudeltà del dittatore. In realtà, nell'operazione «Tempesta
del deserto», gli Stati uniti e i loro alleati furono complici del massacro, che avvenne letteralmente
davanti ai loro occhi.
Era stato George Bush padre a invitare, fin dal 15 febbraio 1991, gli iracheni alla rivolta:
«L'esercito e il popolo iracheno devono prendere in mano il proprio destino e costringere Saddam
Hussein, il dittatore, a ritirarsi». Per evitare ogni equivoco, fa ripetere il suo messaggio, trasmesso
in tutto l'Iraq attraverso la radio La Voce dell'America, da parecchie stazioni clandestine della Cia,
a questo vengono aggiunti dei volantini lanciati dagli aerei americani.
Pensando che il regime sia sull'orlo del collasso dopo la disfatta in Kuwait, la popolazione sciita
insorge. La rivolta si estende come un fuoco di paglia e coinvolge anche parte dei soldati
dell'esercito di Saddam. Contemporaneamente, nel Nord, anche i curdi insorgono.
A quel punto, prende forma una tragedia. Prima di tutto, il presidente George Bush dà
prematuramente l'ordine di mettere fine alle ostilità in Kuwait, il che permette alla maggior parte
delle unità scelte irachene di evitare l'annientamento. Poi, quando il generale Norman
Schwartzkopf detta i termini dell'accordo di pace ai generali sconfitti di Saddam, permette loro di
continuare ad utilizzare gli elicotteri da combattimento. I generali iracheni dichiarano in quella
circostanza che ne hanno bisogno per trasportare viveri e ufficiali. In realtà, li utilizzano per
schiacciare la rivolta.
Quale è stata la reazione degli Stati uniti e dei loro alleati, francesi compresi, di fronte al massacro
degli insorti? Hanno incrociato le braccia. Si sono addirittura rifiutati di incontrare i capi della rivolta,
che li imploravano di aiutarli. In realtà, il presidente George Bush e i suoi consiglieri non volevano
che la rivolta riuscisse.
Speravano che la disfatta militare di Saddam Hussein convincesse i suoi generali sconfitti a
sostituirlo con un altro uomo forte, più «ragionevole» e più malleabile all'influenza occidentale. Non
avrebbero mai immaginato che il loro invito alla rivolta sarebbe stato accolto in modo così
esplosivo. L'ultima cosa che desideravano era una rivolta popolare incontrollata, che dividesse il
paese secondo linee etniche e religiose, diffondendo l'instabilità nella regione e aumentando
l'influenza dell'Iran.
Mentre ancora infuriava la rivolta, il capo della diplomazia americana James Baker spiegava: «Non
rientra oggi nei nostri progetti sostenere o dare armi a questi gruppuscoli che si sono ribellati
contro l'attuale governo. Non vogliamo che si apra un vuoto politico in Iraq. Vogliamo preservare la
sua integrità territoriale. Ed è ciò che vogliono anche i partner della coalizione». Roland Dumas lo
conferma oggi: «Saddam Hussein controllava gli iracheni con metodi di grande brutalità, che non
condannavamo, ma che facevano parte, come dire, della realpolitik».
E l'allora capo di stato maggiore francese, Maurice Schmidt, è anche più esplicito: «A quell'epoca,
il tiranno era preferibile al potere in mano ai religiosi». Gli alleati hanno dunque lasciato che gli
elicotteri e i blindati di Saddam Hussein decimassero i ribelli.
A Baghdad, abbiamo ritrovato dei sopravvissuti al massacro. Raccontano che le truppe americane
stazionate nel sud dell'Iraq hanno rifiutato di lasciare loro armi e viveri. L'accusa è confermata da
un veterano delle Forze speciali americane, Rocky Gonzales, presente nel sud dell'Iraq nel marzo
1991: «Alcuni insorti arrivavano nel nostro perimetro con bruciature chimiche sul viso e in altre
parti esposte del corpo.
(...) Avevamo l'ordine di rifiutare ogni loro richiesta d'aiuto, militare o di altro tipo. Così, non
potevamo fare nulla. Io dicevo loro: il presidente Bush dichiara che la guerra è finita».
Ma gli americani non sono stati semplici spettatori. In alcuni casi, hanno aiutato le truppe irachene
a schiacciare la ribellione. Alcuni sopravvissuti all'insurrezione raccontano che truppe americane
impedivano di andare a Baghdad per rovesciare Saddam Hussein. Uno di loro, e non è il solo,
afferma: «Un soldato americano ha minacciato di ucciderci se non fossimo tornati indietro». Tutte
queste testimonianze sono confermate dal generali Najib Al Salhi, incaricato da Saddam Hussein
di reprimere l'insurrezione nella regione di Bassora: «Ai loro posti di blocco, gli americani
disarmavano gli insorti che ci volevano attaccare. Li ho anche visti, a Safwan, impedire ai ribelli di
raggiungere le nostre linee». Gli americani hanno anche distrutto notevoli quantità di armi
dell'esercito iracheno in rotta. «Se avessimo potuto impadronirci di quelle armi, il corso della storia
sarebbe cambiato a favore della nostra ribellione, sostiene uno degli insorti, perché Saddam
Hussein in quel momento non aveva più nulla».
1990-2003 Embargo assassino. Tuttavia, il massacro più spaventoso mai commesso in Iraq non
è stato opera di Saddam Hussein, ma del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite: le sanzioni
imposte all'Iraq dopo l'invasione del Kuwait.
Proibendo ogni tipo di commercio con il paese, le sanzioni, secondo dati delle Nazioni unite,
avrebbero provocato in dodici anni la morte di un numero di bambini variabile tra 500.000 e un
milione.
L'irlandese Denis Halliday, coordinatore umanitario delle Nazioni unite in Iraq, ha dato le dimissioni
nel 1998 per non dover continuare ad applicare il programma delle sanzioni, che definisce un
«genocidio» (10). Afferma che il comitato per le sanzioni delle Nazioni unite ha distrutto il sistema
sanitario iracheno, impedendogli di importare attrezzature igieniche, disinfettanti e medicinali
essenziali per la vita, sempre con la stessa motivazione: questi prodotti potevano, in un modo o
nell'altro, servire a fabbricare armi di distruzione di massa.
Nel 1990, l'obiettivo delle sanzioni era semplice: forzare l'Iraq a ritirarsi dal Kuwait. La tattica
fallisce e si scatena la guerra.
A quel punto le sanzioni avrebbero potuto essere tolte, ma le Nazioni unite decidono di
mantenerle, assegnando però loro un nuovo obiettivo: ricattare il dittatore, affinché elimini le armi
di distruzione di massa. Le misure prese colpiscono soprattutto gli abitanti, a cominciare dai
bambini. Nel 1995, una giornalista americana chiede all'ambasciatrice degli Usa alle Nazioni unite,
Madeleine Albright, se il mantenimento delle sanzioni valeva la morte di 500.000 bambini iracheni.
La risposta è edificante: «è una scelta molto difficile, ma pensiamo che, sì, ne valeva la pena di
pagare questo prezzo».
Col passare degli anni, è diventato evidente che il vero bersaglio delle sanzioni non era
l'armamento iracheno, ma il dittatore stesso (11). Come spiega Denis Halliday, il ragionamento era
il seguente: «Se ferite il popolo iracheno e uccidete i suoi figli, si solleverà con rabbia per
rovesciare il tiranno». Una teoria che gli Stati uniti si sono sforzati di trasformare in realtà per dodici
anni. Nel 1991, i loro aerei da guerra bombardano sistematicamente la rete idrica, le fogne, le
stazioni di filtraggio e anche le centrali elettriche.
Nel corso di tutto il decennio seguente, gli iracheni hanno dovuto vivere senza acqua potabile.
«Epidemie di tifo e ogni tipo di malattia veicolata dall'acqua non potabile sono comparse in modo
fulminante, e questo è stato devastante», racconta Halliday. Agendo in questo modo, gli americani
sapevano che avrebbero provocato migliaia di morti? Un documento segreto del Pentagono,
datato 1991, lo conferma chiaramente. Questo studio segreto, freddamente intitolato «La
vulnerabilità connessa al trattamento dell'acqua in Iraq», calcola che la demolizione della rete
idrica provocherà un alto numero di morti e il diffondersi di epidemie.
Durante tutti gli anni in cui le malattie si sono propagate, a New York il comitato per le sanzioni era
gestito dalla Gran Bretagna e dagli Stati uniti. Per dodici anni, i due alleati hanno utilizzato
l'embargo per bloccare l'importazione di pezzi che avrebbero permesso di riparare la rete idrica.
«E il popolo iracheno, alla fine dei conti, invece di gettare la responsabilità delle sanzioni su
Saddam Hussein, ha incolpato l'America e le Nazioni unite di essere responsabili del dolore e delle
sofferenze che queste misure avevano portato nella loro vita», conclude Halliday.
Man mano che passavano gli anni, i dirigenti americani si sono resi conto che la loro teoria, così
come le inefficaci sanzioni, uccidevano migliaia d'iracheni. Malgrado tutto, hanno continuato ad
applicarle.
Perché? «Non c'era una soluzione migliore», confessa candidamente Thomas Pickering, il
sottosegretario di stato Usa incaricato di difendere le sanzioni all'Onu.
Nell'aprile 2003, con la caduta di Saddam Hussein, le sanzioni sono finalmente state tolte. Da
allora è passato un anno. Né la rete idrica, né il sistema fognario, né le infrastrutture ospedaliere
sono stati riparati. Giovani iracheni, malati e in fin di vita a causa della mancanza di acqua
potabile, continuano ad affluire all'ospedale pediatrico di Baghdad e in tutti gli altri ospedali del
paese.
note:
(1) Parole citate da Richard Sale dell'agenzia Upi.
(2) Mohamed Sabah, capo gabinetto del primo ministro iracheno, prima di morire ha affidato questo
documento a un ufficiale iracheno che lo ha tenuto nascosto per molti anni, prima di consegnarlo,
recentemente, al ricercatore iracheno Abdelkhadi Tamimi.
(3) Subhi Abdelhamid è stato ministro dell'Interno e ministro degli Affari esteri del governo filo-nasseriano
che nove mesi più tardi soppiantò i baathisti. Questi ripresero il potere con la forza nel 1968.
(4) Questo memorandum, redatto nel 1984 dal Segretario di stato Alexander Haig e indirizzato al presidente
Reagan, è stato declassificato nel 1992.
(5) Il giornalista americano Richard Sale ha raccolto anche la confessione di diversi ex-alti funzionari della
diplomazia americana, che gli hanno confermato: «Il piano era nostro».
(6) È quanto ci ha confidato l'ex ufficiale del Pentagono, Pat Lang, testimone di questi avvenimenti.
(7) L'incontro ci è stato riportato, a Baghdad, dal traduttore iracheno dell'incontro, Al Zubeidi.
(8) La cosa ci è stata confermata anche da Roland Dumas, che dichiara di aver assistito, la sera
dell'invasione del Kuwait, ad una conversazione telefonica tra il presidente Bush e François Mitterrand, in cui
George Bush dichiara al francese che gli Stati uniti stanno per «darci dentro contro Saddam», cioè per
scatenare la guerra a qualunque costo e qualunque cosa decidesse Saddam Hussein.
(9) Valutazioni raccolte nel giugno 2003 dalla giornalista Jihan El-Tahri.
(10) Si legga il suo articolo «Sanzioni che uccidono» in Le Monde diplomatique/il manifesto, gennaio 1999
(11) È quanto dichiara oggi l'ex ambasciatore americano alle Nazioni unite, Thomas Pickering.
(Traduzione di G. P.)
io apprezzo molto chomsky e credo che turigliatto sia un pirla, e, francamente, credo che il baffino sia uno dei meno peggio a giro. persio, darth, non create nuove barriere, ce ne sono già a sufficienza per mandare tutto in vacca :)
Non per creare nuove barriere, ma almeno che si parli di quelo che si conosce. Se no va a finire come facevano i preti quando si rifiutavano di guardare nel cannone ottico di Galileo.
@persio
quella di darth wanax era sottile satira anti-dalemiana. con un "francamente" di guzzantiana memoria. molto carina, dico davvero :)
Madonna persio, che carenza di senso dell'umorismo...
Sì, e faccio ammenda con darth, cospargendomi il capo di cenere.
A parziale discolpa, si voglia considerare che quando mi vedo di fronte d'alema mi stragirano le balle, e di questo passo finirò come gli squali, che buttano gli occhi indietro e avanzano a bocca aperta.
Ciò detto. Forse turigliatto sarà anche un coglione. Chi lo sa. Quello che invece penso, e stavolta in maniera meditata, è che d'alema sia un bandito.
Davide, grazie per l'apprezzamento, espresso comunque nel rispetto delle convergenze parallele tra la sinistra irresponsabile e quella riformista.
PS su D'Alema ti consiglio l'acuta analisi di berja (un paio di post più su), riguardo all'essere "alternativi" oppure "concorrenti" nei confronti di Berlusconi&Co.
Darth, faccio ammenda e mi prostro, ho detto. E' che quando sento il fiato di d'alema sul collo mi passa il buonumore.
Sapete, ad avercela con Berlusconi è facile, ma ad avercela con uno che teoricamente dovrebbe essere dei nostri è per me più difficile. E io ce l'ho a morte con quelle persone che, come d'alema, hanno distrutto quello che faticosamente era stato costruito in più di un secolo di lavoro.
Scuse accettate. Sei reintegrato nel CC del Partito della Sinistra Irresponsabile e Inutile Anarco-Insurrezionalista di cui non Abbiamo Bisogno e che ci fa Perdere le Elezioni (lo PSIIAIABPE). Guarda che però la prossima volta ti mando in uno dei nostri gulag!! ;-)
Gulag? quali Gulag?
Bravo persio, negare, negare sempre e comunque, questo è il nostro motto! ;-)
occhio darth, che il vs. partito, a giudicare da quel che si legge su queste pagine, si è già diviso in circa 36 correnti
;)
"ma perche' non leggere chomsky al posto di clancy?"
Forse perchè Clancy è un tantino più interessante?
E anche meno schierato, magari...
Certo Davide, siamo in pieno periodo dei "Cento fiori". A seguire la Grande rivoluzione culturale con eliminazione dei "borghesi", dei deviazionisti, delle doppie punte e di quelli che ascoltano Vasco Rossi e Ligabue. Tra 30 anni diventeremo tutti D'Alemiani, però avremo l'onore di ospitare un'Olimpiade, magari estiva.
di quelli che ascoltano Vasco Rossi e Ligabue
ah, questi epurateli già da subito, se vi è possibile. va bene il dissenso politico, ma sul buon gusto non si transige
@Sirius
E immagino sia anche più preparato e competente... (dio mio, che ggente, che ggente...)
Si, caro darth (che gente sarai tu!), il signor Clancy è considerato un grandissimo esperto di politica americana, e oltretutto, se leggi i suoi libri, e in particolare "Potere esecutivo", che sicuramente non conosci, noterai come spesso le sue previsioni si avverano...
più che altro è un esperto di romanzi..., nonchè di armi, ed è uno che ama farsi notare, possiede un hummer e un carro armato patton, adora sparare, insomma una personcina normale, normale...
e... che scrive romanzi...
Ma "che gente sarai tu" è italiano o "Clancyano"?
Comunque Sirius, non ti preoccupare, ho letto tutto Nostradamus, sono abbonato a Frate Indovino e iscritto alla mailing list di Branko, perciò a previsioni sto a posto così, grazie.
Un autore di romanzi è già un raffinato intellettuale. Soprattutto se il resto della biblioteca di chi lo sostiene è composto dagli albi di Lando.
Drizzt, perchè Chomsky cos'è?
Che c'entra che macchina ha Clancy? E un autore molto apprezzato (per i più ignoranti : è lui che ha scritto Caccia ad Ottobre Rosso)nonchè grande esperto di politica americana ed estera e di storia militare, oviamente.
Se leggi il suo libro "Potere esecutivo" ci troverai un inquietante somiglianza con i fatti effettivamente avvenuti l'11 settembre e con quello che potrebbe accadere in futuro...
"Un esperto di politica americana ed estera...e di storia militare oviamente"; ahaha, sì, e tu sei un esperto di ortografia... ahò, pare il curriculum di Luttwak...
"(per i più ignoranti : è lui che ha scritto Caccia ad Ottobre Rosso)" è una precisazione che dà lustro non solo alla sua credibilità ma anche alla sua imparzialità.
Bom, io stacco, finita la pausa: della serie "anche i comunisti lavorano"
Darth, la tua ironia non mi tange.
Fatta da uno che negava le foibe e giustificava il ruolo di Tito...
"Negava" un paio di balle, "giustificava" tua nonna, grazie e ciao. ;-)
a sirius, un po' di serieta' e un filino di letture vere non ti farebbero male.
chissa' che auto guidi (e chissa' cosa vorresti guidare!)
@ Sirius (Kaiser?), anche se temo che non servirà a niente, tanto lui legge solo Clancy
NEGAZIONISTA!
Negazionista, ecco la parola chiave. Il nuovo diavolo, il nuovo fantasma che corre l’Europa, il mondo; altro che nichilista, bolscevico, inarco-insurrezionalista: ora la reazione ha trovato un nuovo termine per criminalizzare chi non si omologa alla “vulgata di regime”.
Negazionista delle foibe, mi hanno definita (non solo me, peraltro, sono in poca, ma buona compagnia). Ma io, cosa avrei negato, alla fine dei conti?
Non ho negato che vi siano stati “infoibamenti” in Istria nel settembre 1943. No, ho semplicemente citato i documenti che dimostrano che gli “infoibati” non sono stati “migliaia” ma circa trecento e non più di cinquecento. Le fonti? Il rapporto del maresciallo Harzarich, che operò i recuperi, una lettera del federale fascista dell’Istria Bilucaglia dell’aprile 1945.
Ho “negato”, questo sì, che vi siano le prove delle efferate torture e violenze carnali che vengono attribuite ai partigiani nei confronti degli “infoibati”. Ho negato che il capo di don Tarticchio sia stato circondato da una corona di spine e che i suoi genitali gli siano stati messi in bocca, perché il rapporto del recupero della sua salma non fa parola di tutto ciò: ma non ho mai “negato” che don Tarticchio sia stato gettato in una foiba.
Non ho neppure negato che Norma Cossetto sia stata gettata in una foiba, ho solo detto che il rapporto del recupero della sua salma non parla di alcuna traccia di violenza, come quelle che vengono descritte dai libri (non ultimo quello di Frediano Sessi).
Ho negato, questo sì, che i racconti di Udovisi e Radeticchio, che sostengono di essere sopravvissuti alla foiba, siano attendibili: anche perché ambedue descrivono la stessa vicenda, praticamente con le stesse parole, però Udovisi racconta di avere salvato Radeticchio, mentre Radeticchio dichiara che Udovisi è morto nella foiba. Ho negato che siano attendibili: mi si dimostri il contrario e tornerò sulle mie opinioni.
Ho negato che a Basovizza siano state “infoibate” centinaia o migliaia di persone: l’ho negato perché dai documenti (fonte militare angloamericana e archivio del Comune di Trieste) risulta che la foiba è stata più volte svuotata senza esito, e negli archivi dei cimiteri cittadini non c’è traccia di questi recuperi e delle relative inumazioni. Ho posto dei dubbi, ho chiesto che si esplorasse il pozzo: nessuno lo vuole fare perché le cose devono restare così come sono, non c’è posto per le obiezioni.
Allora si dice che io non rispetto i morti, solo perché sostengo (prove alla mano) che non sono morte tante persone come si dice. Perché ho trovato che negli elenchi degli “infoibati” sono stati inseriti anche caduti partigiani o persone che proprio non erano morte, indipendentemente dal ruolo che avevano ricoperto sotto il nazifascismo. Marco Pirina, che ha inserito tra gli “infoibati” tanti vivi eo tanti martiri della Resistenza, o il compianto Gaetano La Perna, che ha indicato come “ucciso dagli jugoslavi” anche il questore di Fiume Palatucci, morto in un lager nazista, loro li rispettano i morti, invece?
Ma io sono “negazionista” perché mi permetto di dire che sulla questione delle foibe sono state dette tante falsità e che queste falsità sono diventate una “leggenda metropolitana”, un “mito”, che viene usato a scopo anticomunista, antipartigiano e soprattutto in funzione razzista contro i popoli della ex Jugoslavia, soprattutto Sloveni e Croati.
E dato che dico questo, mi si vuole impedire di parlare, attribuendomi affermazioni che non ho fatto e stravolgendo le cose che ho detto.
“Calunniare, insudiciare, ammazzare sono i metodi del fascismo”, ha scritto il cattolico Robert Merle. Spero caldamente che non siamo ancora arrivati al fascismo completo, perché i primi due metodi li stiamo vivendo del tutto, in questi giorni del “ricordo” di febbraio 2007.
Ma, come diceva a suo tempo un alto funzionario dello Stato, c’è un’unica cosa da fare: Resistere, Resistere, Resistere.
Claudia Cernigoi
9 febbraio 2007
No, darth wanax, non leggo solo Clancy, ma molto altro.
Questa cosa qui sopra, poi, non da certezza di nulla. Ci sono molte altre fonti che smentiscono tutte le parole della cialtrona qui sopra. Innanzitutto c'è questo sito proprio sull'argomento : www.lefoibe.it
e nn mi dire che non è un sito affidabile, per favore.
PS Stiamo uscendo fuori tema comunque...
No, no, Fosco Sirio, te lo dico, e come (infatti è da tempo che lo sto sviscerando)! Le menate ivi scritte (sempre le solite tesi, sempre la solita mistificazione tendenziosa, alla ricerca di un alibi che copra le porcherie commesse dalle autorità italiane dalla metà del XIX nei confronti dei popoli "inferiori", Sloveni e Croati) le puoi confrontare con il contenuto del sito la nuovaalabarda.com, con i lavori della Kersevan, della Cernigoi, di Volk, della Troha, di Scotti, di Parovel, della Kacin Wohinz, di Vice Pol, col rapporto finale della commisione mista italo-slovena (ma so già quale sarà il tuo giudizio, ormai le "foibe" sono diventate un dogma) etc.
Ah Sirio, prima di "ritornare nel seminato" (e dato che sei stato tu, in mancanza di argomenti, a sviare la discussione buttandola nella caciara del "negazionismo" delle "foibe") una domanda: perché nessuna autorità italiana ha preso esempio dai vari presidenti tedeschi, che recatisi in Polonia e Cecoslovacchia, hanno chiesto scusa a quei popoli per i crimini commessi prima e durante il secondo conflitto e si sono addossati pure la colpa per i MILIONI di profughi germanici, espulsi o scacciati dai due stati a fine guerra, perché questi profughi non erano altro che le ultime vittime dell'espansionismo tedesco e che tali espulsioni non sarebbero mai avvenute senza il precedente Drang nach Osten?
Ripensandoci Sirio, è inutile: presumo che tu non sappia una mazza della storia delle nostre parti; il sito delle "foibe" si basa sui lavori di criminali di guerra quali Papo, Flaminio Rocchi, su neofascisti come Pirina (tutte persone che citano documenti misteriosi, che nessuno, tranne loro, ha mai visto), specialisti nel gonfiare le cifre e più volte sbertucciati, etc., su il lavoro sensazionalistico di vari pennivendoli che si spacciano per storici, sul lavoro di società turbonazionaliste come la Lega Nazionale e le varie comunità di esuli e su il desolante lavoro di storici veri quali il Pupo, che manco sanno distinguere tra chili di resti umani e corpi riesumati (magari moltiplicandoli accidentalmente per 10); se poi aggiungiamo la tua probabile formazione basata sui vari PortaaPorta, Mixer, Mieli e Cuori nei buchi... lascia stare, potrei già da ora pronosticare la tua risposta.
Stammi bene!
Tipico di chi sta a sinistra giudicare le fonti degli altri inaffidabili, in quanto sempre e comunque opera di neofascisti mascherati, magari anche un pò nazisti e probabilmente pagati dalla CIA o dal Mossad.
"ma so già quale sarà il tuo giudizio, ormai le "foibe" sono diventate un dogma) etc."
sicuro, un dogma. Come la Resistenza, peraltro.
"perché nessuna autorità italiana ha preso esempio dai vari presidenti tedeschi, che recatisi in Polonia e Cecoslovacchia, hanno chiesto scusa a quei popoli per i crimini commessi"
Perchè, i governanti russi hanno mai chiesto scusa per i crimini commessi in Cecoslovacchia, Polonia, Ungheria, Repubbliche Baltiche? L'Inghilterra, la Francia, la Spagna, hanno mai chiesto scusa per i crimini commessi nelle colonie del Nuovo Mondo?
Il Belgio ha mai chiesto scusa per il genocidio nel Congo? La Turchia ha mai chiesto scusa agli armeni?
Gli jugoslavi hanno mai chiesto scusa per l'esodo istriano e la pulizia etnica degli italiani in Friuli?
E quindi? L'idea che solo Italia e Germania debbano scusarsi col resto del mondo mi sa tanto di terzomondosimo da quattro soldi e di razzismo inconscio.
"Perchè, i governanti russi hanno mai chiesto scusa per i crimini commessi in Cecoslovacchia, Polonia, Ungheria, Repubbliche Baltiche?"
perche' li hanno liberati dai nazi, coglione.
Ah no, dimenticavo, anche gli USA devono scusarsi
Devono scusarsi eccome!! Tutti i paesi che hanno combattuto!
E naturalmente deve scusarsi il Vaticano, per tutto ciò che ha fatto patire a svariate migliaia di persone fino a qualche secolo fa.
Insomma, la sostanza è che i cruccaci mangiacrauti, gli yankee maledetti, i pretacchioni pedofilacci e gli itaGliani sono gli unici veri cattivi del mondo ;
tutti gli altri sono dei santi, delle brave persone che sono sovente costrette a subire i soprusi di questi stronzi.
Coglione, e aver instaurato una dittatura peggiore li rende forse dei "liberatori"?
Oltretutto, non mi pare che Cecoslovacchi, Ungheresi e Baltici riconoscano questo ruolo ai russi. Pensa un pò, mi pare che in Lituania esiste anche il reato di apologia di comunismo.
Coglione, e aver instaurato una dittatura peggiore li rende forse dei "liberatori"?
Oltretutto, non mi pare che Cecoslovacchi, Ungheresi e Baltici riconoscano questo ruolo ai russi. Pensa un pò, mi pare che in Lituania esiste anche il reato di apologia di comunismo.
No Sirio, la sostanza è che l'Italia ha perso di brutto una guerra nella quale aveva progettato e attuato lo sterminio, tra gli altri, di Sloveni e Croati (il progetto era comunque già pronto nella seconda metà del XIX secolo e fu attuato sistmaticamente dal 1918 in poi). E non deviare il discorso sull'URSS, non fare benaltrismo: ho citato la Germania perché era alleata all'Italia nella 2. GM. Comunque non mi hai risposto ma non me ne stupisco. Torna a leggere Clancy, a visitare vuvuvulefoibepuntoprot e a guardare i vari cuori nel buco o i commisari palatucci/italiani brava gente, credi a vespa, fede e pansa, a fassino e napolitano(quegli del "E' tutta colpa dell'espansionismo slavo"). Puoi anche credere che gli "slavocomunisti" e "titini" sono le peggiori bestie mai esistite sulla terra. Poi però non fare l'offeso se qualcuno ti scaricherà sulla testa secchiate di merda.
sicuro, un dogma.
Ecco appunto; posso solo immaginare quanto tu sia informato in merito...
Torniamo sull'argomento.
@tonii: "anzi" non perché gli USA siano poi così buoni, ma perché sono o sono stati in buona (o cattiva) compagnia nel commettere atrocità. Nostra compagnia, per esempio (come scrive il buon darth, proprio qui sopra).
Caro Sirius, è vero, il terrorismo non è propriamente un "non problema". Diciamo che è una "non emergenza", una grimaldello propagandistico utilizzato nei paesi "avanzati" per far digerire all'opinione pubblica qualunque atrocità commessa.
Il "terrorismo" - ovvero l'esecuzione di attentati (contro i civili) con lo scopo di diffondere la paura e manipolare la politica - è un problema marginale nella nostra società; merita attenzione e risorse ma la sua importanza viene costantemente esagerata. La paura per gli attentati è sfruttata per convincere gli elettori a rinnovare la fiducia a governi che hanno in realtà ben altre mire: la propaganda è inesorabile e trita tutto e tutti.
Sento dire che Chomsky è "di parte" e non capisco: chi non lo è? Bisogna essere privi di un'opinione, non prendere posizione, per essere credibili? Non è allora "di parte" - e con in gioco interessi ben più grandi - anche Bush? Non sei di parte anche tu, Sirius?
Alle persone bisogna credere o no a seconda che dicano il vero o no - secondo quanto siamo in grado di capire. È necessario ascoltarle (o leggerle) ed essere attenti; è necessario consultare quante più fonti è possibile; è necessario sentire il parere dei colleghi degli specialisti. È necessario farsi domande sulla coerenza nel tempo delle dichiarazioni di questo e di quello. Tutto questo richiede tempo e fatica, ma non ci sono scorciatoie: l'alternativa è mettere la testa nel sacco - un sacco scelto da altri - e fidarsi in base alla "simpatia" e ai "pregiudizi" (questo è "comunista" quindi no; quello è straniero o diverso o mi fa paura o non lo capisco o puzza, quindi no; quell'altro è simile a me, sembra uscito da un film, dice che mi difende dal pericolo quindi sì...)
Tornando a Chomsky e Bush posso dire di aver letto qualcosa del professore (non molto) e l'ho trovato senza difetti; certo, non sono in grado di verificare la maggior parte delle cose che scrive, tuttavia tutte le altre fonti (che io considero) serie concordano con lui; quello che scrive è dotato di fortissima coerenza interna; i valori cui fa appello sono gli stessi in cui mi riconosco; argomenta le sue tesi con grosse quantità di dati che non ho mai sentito siano stati smentiti: c'è chi dice che Chomsky dica il falso, ma (che io sappia) non c'è nessuno che abbia dimostrato che i suoi dati siano falsi, non c'è nessuno che sia mai nemmeno assunto la responsabilità anche solo di affermare che Chomsky inventi le fonti.
Chomsky è accusato di essere una specie di "estremista di sinistra" ma non ho trovato traccia di ideologia in nessuna delle cose da lui scritte che io abbia letto.
Ora pensiamo a Bush. Le due amministrazioni guidate da G.W. Bush hanno condotto una guerra in Irak. La prima motivazione (che chiamerò "motivazione 1") era la risposta agli attentati dell'11 settembre 2001, in cui Saddam sarebbe stato coinvolto; secondo la tesi l'Irak ospitava e aiutava "il terrorismo" che aveva colpito gli USA. Nessun legame tra l'Irak e gli attentati di New York è tuttavia mai stato dimostrato.
Poi emerse la questione delle "armi di distruzione di massa" (la "motivazione 2"), che l'Irak avrebbe avuto e si sarebbe rifiutato di distruggere. Ci ricordiamo tutti (o dovremmo) la performance di Colin Powell di fronte al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. In quel discorso - in seguito sconfessato dallo stesso Powell che la definì una "macchia" sulla sua reputazione - l'amministrazione americana esibì le sconcertanti "prove" dell'esistenza di armi di distruzione di massa irachene: una fiala di finta antrace (fabbricata al Pentagono); disegni (fatti al Pentagono) di stazioni mobili per la produzione di armi biologiche (oggetti la cui reale fattibilità è stata messa in dubbio da esperti di nazioni ben più avanzate dell'Irak); fotografie satellitari che testimoniavano la... Esistenza di camion in Irak.
Vorrei sottolineare l'assoluta labilità della "motivazione 2", come giustificazione per scatenare una guerra ma - a dire il vero - anche solo per dare a Saddam del "birichino". Sembra strano che Powell si sia accorto solo dopo di aver fatto una figura - ahem - "pessima" (Sembra così strano che Powell sia stato tanto stupido perché è strano: mi riesce difficile credere che ci sia qualcuno su questo pianeta che non pensi che sapesse di stare raccontando balle...)
Comunque, nessuna arma di distruzione di massa è mai stata trovata in Irak (almeno se vogliamo escludere il fosforo bianco portato e utilizzato dagli invasori americani.)
In seguito Paul Wolfowitz sembrò sostenere, in un'intervista a Vanity Fair, che la guerra in Irak fosse giustificata (anche?) dalla opportunità di smobilitare le truppe americane in Arabia Saudita. Forse Paul era invidioso di Colin e voleva spararne una più grossa (o più atroce); chiamerò questa la "motivazione 3". Non mi risulta che gli USA se ne siano andati dall'Arabia Saudita (e nemmeno mi importa, comunque).
Infine, dopo un po' di tempo in cui era tornata in auge la "motivazione 1", arrivammo infine alla "motivazione 4": salvare gli iracheni da Saddam e portare la democrazia in Irak (volendo si potrebbe anche parlare di due motivazioni diverse, ma forse quattro bastano e avanzano...)
Ognuno giudichi da sé se gli iracheni si possano oggi considerare "salvati" e se l'Irak semplicemente "esista" ancora (democrazia o no).
L'amministrazione Bush ha cambiato idea molte volte sulle ragioni "ufficiali" per cui è entrata in guerra contro l'Irak: in nessun caso ha provato essere vere le proprie affermazioni e in nessun caso ha ottenuto riscontri o risultati. Hitler era stato più credibile, nel trovare scuse per invadere a suo tempo la Polonia...
Per concludere questo punto, chiedo ai lettori chi secondo loro sia degno di maggior fiducia, se Chomsky o l'amministrazione Bush.
Secondo punto (questo è più facile).
Il "mondo" non teme affatto il nucleare iraniano. Il "mondo" teme il nucleare.
I paesi arabi temono il nucleare israeliano e americano, anche perché gli USA sono gli unici che ogni tanto fanno sapere che - nel caso - potrebbero anche sganciare per primi la bomba. L'India teme il nucleare pakistano, il Pakistan teme quello indiano. Il Giappone teme il nucleare coreano (futuro) e cinese. Eccetera.
Più in particolare, Russia e Cina - non esattamente una parte trascurabile del "mondo" - non hanno nessun problema con la politica estera iraniana mentre hanno parecchie riserve sull'atteggiamento degli USA verso l'Iran.
Non perché i nostri media dicono qualcosa questa diventa automaticamente vera.
Nel mio piccolo temo il nucleare di tutti quanti; non credo tuttavia di essere in una posizione isolata: tolta qualche centinaia di governanti e qualche milione di dementi assatanati, il resto del pianeta preferirebbe di gran lunga che le armi atomiche venissero tutte smantellate (o non costruite). Non siamo (solo) "pacifisti", siamo solo gente che vuole vivere (in pace) e vuole che gli altri vivano (in pace).
Il nucleare bellico iraniano non mi piace; tuttavia non è al momento una minaccia credibile per i paesi dell'area e tanto meno per l'Europa: se l'Iran utilizzasse la bomba contro chicchessia verrebbe schiacciato come un insetto. Quello che (a mio parere) non riesci a capire, Sirius, è che la bomba iraniana permetterebbe al paese di essere (o sentirsi) al sicuro proprio da un'eventuale invasione americana - almeno finché non scopriremo che Bush è abbastanza pazzo da scatenare una guerra contro una potenza atomica (mi auguro di non vedere quel giorno).
Questa è precisamente la ragione per cui la "Comunità internazionale" - ovvero quello che i nostri media colonizzati spacciano per tale - la mena tanto sul nucleare iraniano (e non sul nucleare pakistano o americano o russo o indiano o cinese).
Tanto per chiarire la mia posizione mi auguro che l'Iran non ottenga mai la bomba: non avere in giro un oggetto pericoloso è sempre meglio. Senza spargimenti di sangue, però, e senza la indigesta cieca propaganda guerrafondaia, cui siamo purtroppo quasi assuefatti.
Terzo punto (viva la sintesi).
Ci sono persone che pensano che le guerre siano lo strumento giusto per mettere il mondo "a posto come vogliono loro".
Ci sono persone che pensano che valga sia giusto assassinare migliaia, decine di migliaia, centinaia di migliaia di persone innocenti, compresi vecchi e bambini, pur di ottenere risultati del tipo "togliere di mezzo la teocrazia degli ayatollah". Persone che non si curano della storia e del come "gli ayatollah" siano figli del colonialismo e dell'imperialismo; persone che non si curano dell'ingiustizia; persone che non si curano delle ragioni economiche e sociali; persone che scaricano i problemi sulla pelle degli esseri umani, purché sia la pelle degli altri. Tanto è più semplice, si fa meno fatica e ci si sente pure nel giusto.
Sputo su queste persone.
ottimo ottimo ottimo!
Danjar, per quanto riguarda la motivazione 2, essa non è del tutto campato per aria. Saddam nel 1982-85, quando attuò lo sterminio di 180.000 curdi usano armi batteriologiche, aveva evidentemente e sicuramente armi di distruzione di massa. Nel 2003, effettivamente, non sono state trovate, può darsi che Saddam se ne sia sbarazzato, anche se mi sembra improbabile.
Ora, per quanto riguarda la motivazione 4, questa mi sembra sacrosanta, anche se in teoria non è un pretesto sufficiente per attaccare una nazione. Ovvero : quella di Saddam era una dittatura feroce, e ben venga il suo abbattimento, ma di dittature simili al mondo c'è ne sono molte altre. La critica che si può fare agli USA è che loro "esportano la democrazia" solo dove gli conviene, lasciando sopravvivere i regimi anti-democratici che gli convengono da un punto di vista economico (Arabia Saudita, Pakistan) o quellei la cui eventuale distruzione richiederebbe uno sforzo bellico di proporzioni immani (Cina,Corea del Nord).
Per quanto riguarda l'Iraq, adesso non è certo una bella situazione, ma, da un punto di vista democratico si sta sicuramente meglio che sotto Saddam. Da quel che ricordo, la folla nella piazza di Baghdad era esultante il 9 aprile 2003 quando i marines hanno tirato giù la statua del rais. I tribunali iracheni hanno preferito giustiziare Saddam, tra il plauso di milioni di iracheni (una vergogna per il mondo civile, ma tant'è)nonostante tutti i richiami internazionali per fermare una simile barbarie.
Oggi, perlomeno, un qualsiasi iracheno può criticare la politica di Al-Maliki senza rischiare di finire ad Abu Grahib o essere fucilato dai fedayn.
Oggi purtroppo in Iraq la gente muore a decine al giorno, ma a causa di terroristi senza scrupoli, miliziani sciiti probabilmente legati all'Iran e fedelissimi dell'ex partito Baath.
Per quanto riguarda l'argomento principale, e cioè l'Iran, da come la mettete voi, esso sarà la prossima "vittima" dell'imperialismo criminale americano.
Quello che non capisco è, perchè l'Iran, non si comporta da vittima? Qual'è di fatto il senso della sua politica?
Perchè Ahmadinejad minaccia di distruggere Israele, sapendo benissimo così di attirarsi le critiche del mondo intero? Perchè Khamenei continua con l'atteggiamento intransigente e di totale ostilità all'Occidente? Perchè l'Iran, pur essendo perfettamente consapevole che gli USA possono spazzarlo via con uno schiocco di dita, continua a fare la voce grossa e si dichiara "pronto alla guerra!"?
Perchè non assumono l'atteggiamento più ovvio, ovvero quello - che farebbe esultare di gioia i no-golbal-antago-comunist-terzomondisti del mondo intero - di dichiararsi di fatto "vittime" dell'arroganza americana, appellandosi all'ONU per la difesa dei propri diritti, ma fanno invece l'esatto contrario?
Perchè vanno da soli contro tutta la comunità internazionale, contro l'ONU, contro l'AIEA, contro tutti i trattati, perchè sono chiusi ad ogni trattativa, perchè si fanno imporre sanzioni, perchè non aprono agli ispettori internazionali tutti i loro centri di ricerca dimostrando inconfutabilmente all'umanità intera che il loro programma nucleare è esclusivamente pacifico e gli USA stanno solo cercando un preteso per l'attacco???
Perchè, perchè, perchè in sostanza l'Iran sta di fatto FACENDO IL GIOCO DEGLI USA e gli sta mettendo su un piatto di platino laccato in oro il PRETESTO PERFETTO per il suo stesso annientamento???
concordo in toto il sempre conciso danjar
:P
sirius, l'iran fa il gioco degli usa perchè è governato da una destra ultrareligiosa che fa il paio con l'amministrazione bush.
ahmedinejad vede il consenso interno calare progressivamente, come capita ad ogni indecente governo di destra, e per ricompattare l'opinione pubblica ha bisogno di farla sentire minacciata, è lo stesso gioco di bush a parti invertite.
anche le minacce ad israele rientrano in questo schema, è pura propaganda politica, un po' come l'anticomunismo da operetta di berlusconi, quando le cose vanno male bisogna dare in pasto al popolo un nemico, per distrarlo.
ma come dice bene danjar, un attacco ad israele da parte dell'iran è pura fantascienza, a meno che ahmedinejad non punti all'autodistruzione (improbabile, di solito i cattivi puntano alla conquista del mondo...)
Davide, l'Iran (come tutti i paesi musulmani del resto, chi più chi meno) è anti-israeliano fin dal 1979, l'anno del trionfo di Khomeini.
Più che altro sembra che la strategia iraniania sia mirata ad esasperare Israele : il ritorno del nucleare, le continue minacce di distruzione, i convegni contro il sionismo, le pubbliche negazioni dell'Olocausto, i concorsi per le migliori vignette satiriche in proposito, la simpatia per la causa palestinese, e non ultimo, la guerra di quest'estate fra Israele e Libano, scatenata dagli Hezbollah, i quali sono un movimento terrorista sciita filo-iraniano formatosi su ispirazione della rivoluzione dei pasdaran, ideologicamente formati e riforniti di armi da Teheran.
Sembra quasi che l'Iran stia cercando di farsi attaccare esso stesso da Israele, o dagli USA, come visto prima. Quanto poi a definirlo "governo di destra", c'è ne passa eccome. Il fatto che sia un governo integralista religioso non lo rende affatto di "destra", come noi lo intendiamo nella definizione occidentale del termine.
Oltretutto, mi pare che Ahmadinejad non abbia affato bisogno di ricompattare il popolo, che per buona parte ancora lo segue e comunque un altro presidente al suo posto non potrebbe fare molto meglio, visto che in Iran esso deve comunque risultare gradito alla Guida Suprema...dal 1979 in poi, qualsiasi presidente abbia avuto, l'Iran è stato sempre e comunque radicalmente ostile a tutto ciò che proviene dall'Occidente.
«Perchè non assumono l'atteggiamento [...] di dichiararsi di fatto "vittime" dell'arroganza americana, appellandosi all'ONU per la difesa dei propri diritti [...]» (Sirius Black)
È proprio quello che l'Iran (e Cuba, Venezuela, Corea - in passato Nicaragua, Guatemala, Cile, Corea, Vietnam, Libia, Tunisia eccetera) fa / fanno / hanno fatto. Una volta ha perfino funzionato (gli Usa sono a tutt’oggi l’unico stato condannato dalla Corte internazionale di giustizia che abbia ignorato una risoluzione che imponeva il rispetto del diritto internazionale - sentenza sul "caso Nicaragua" - 27 giugno 1986).
Il fatto che i nostri media si "distraggano" tutte le volte che l'ONU si occupa delle malefatte degli USA (cioè delle "nostre" malefatte), non vuol dire che l'ONU non se ne occupi.
In merito agli "ispettori internazionali" ricordo che hanno ispezionato l'Irak, non hanno trovato prove delle famose "armi di distruzione", l'hanno detto, hanno destituito di fondamento la "motivazione 2".
Niente di tutto ciò ha fermato la volontà di guerra di Washington. In violazione della legalità internazionale, forzando le interpretazioni delle Risoluzioni ONU in un senso da loro stessi precedentemente destituito di validità.
P.S.: Sirius, guarda che le tue idee sul rapporto tra paesi arabi (non "musulmani") e Israele sono pazzescamente mal fondate. A cominciare dalla data del 1979 che indichi (come se la vicenda non avesse radici nell'Ottocento e non fosse esplosa nel '48).
Prova a leggerti Vittime di Ben Morris, per cominciare; te lo chiedo per favore (da qualche anno è pure disponibile in edizione economica... Dai!)
sirius dovrebbe essere preso ad esempio come risultato della propaganda piu' popolaresca da b-movie per bovari texani:
talmente sganciato dalla realta' (talmente tante sono le falsita' che prende per buone senza alcun filtro critico...) da essere monomaniacalmente centrato sul proprio autoerotismo
buone pugnette ragazzino
"talmente sganciato dalla realta' (talmente tante sono le falsita' che prende per buone senza alcun filtro critico...) da essere monomaniacalmente centrato sul proprio autoerotismo
buone pugnette ragazzino"
Mmm...e qualcuno mi vorrebbe far credere che questo qui è un interlocutore serio?
a ciascuno secondo il merito.
la serieta' colle persone serie.
chi scrive "Per quanto riguarda l'Iraq, adesso non è certo una bella situazione" e' solo una scorreggetta nel vento.
per le pugnette vai su:
www.velinefansclub.com
Tonii, lascia perdere con le citazioni degli altri, perchè se mi dovessi mettere a riportare ogni singola puttanata che scrivi tu, ci vorrebbe un thread apposito...al momento mi vengono in mente solo l'equiparazione fra "preti" e "pedofili" (poi c'è chi si permette di accusare Andreotti!), l'asserzione secondo la quale solo la Cina sa come trattare i cattolici, l'idea che rabbini e imam servono per limitare il potere del Papa, e mille altre dichiarazioni pazzoidi che mi fanno seriamente dubitare della tua effettiva credenza in esse, mi paiono provocazioni ridicole di un internauta buontempone....di fronte a tutto questo, mi stupisco che qualcuno ti stia ancora a sentire.