Compagni un caz
di Marco Travaglio
Una delle espressioni più divertenti del gergo politichese è «sinistra radicale». Sul significato di «sinistra» non c’è qui lo spazio per interrogarsi. Ma l’aggettivo «radicale» dovrebbe indicare intransigenza ferrea, allergia assoluta ai compromessi sui valori fondamentali. Ora: qualcuno può affermare che uno solo dei leader etichettati come «sinistra radicale» corrisponda alla descrizione? Sull’indulto, a parte i Comunisti italiani (e Di Pietro, che però di sinistra non è), nessuno ha trovato da ridire all’estensione del bonus di 3 anni di pena ai reati dei colletti bianchi, agli scambisti di voti con la mafia, agl’imprenditori che ammazzano i lavoratori con l’amianto o con condizioni di sicurezza inesistenti. Sulle leggi vergogna che hanno creato una giustizia di classe, non risultano iniziative clamorose perché si torni a punire il falso in bilancio e si cancelli l’ex-Cirielli che garantisce la prescrizione a chi può permettersi un avvocato di prima classe. Sulle morti bianche nelle fabbriche e nei cantieri, non si segnalano aut-aut al Parlamento per costringerlo a istituire finalmente la responsabilità delle aziende, già prevista per i reati finanziari. Sulla trasparenza del mercato, in attesa di superare l’attuale «modello di sviluppo» nei prossimi sei o sette secoli, si potrebbe trarre lezione dal caso dell’«immobiliarista» Danilo Coppola, che peraltro faceva quel che in Italia fanno tutti gl’imprenditori e i finanzieri: usava società off-shore nei paradisi fiscali, le intestava a camerieri rumeni, autisti cingalesi, giovanotti lituani, prestanomi di Kabumbulu (Congo). È vero che, facendo le stesse cose, Berlusconi è diventato il padrone d’Italia, ma forse una sinistra radicale degna di questo nome potrebbe invocare qualche regola un po’ più stringente, possibilmente prima che il signor Coppola o gli amici Fernando Warnakulasuriya Dinush Sanjey Kumar e Misha Mulongo diventino presidenti del Consiglio. Invece, silenzio. Possibile che i nostri rivoluzionari che s’indignano ogni due per tre e si macerano in interminabili crisi di coscienza per qualunque cosa accada a distanza di sicurezza di non meno di tremila chilometri, non abbiano nulla da dire sulle tante vergogne a due passi da loro (e da noi)? Per esempio: la promozione con tutti gli onori dei responsabili delle deviazioni del Sismi, a base di dossieraggi illegali, violazioni della privacy, sequestri di persona, giornalisti a libro paga, piani golpisti per «disarticolare» anche «con la violenza» magistrati, politici e giornalisti nemici del regime. Il generale Niccolò Pollari e il fedelissimo Pio Pompa, entrambi rinviati a giudizio per il sequestro di persona di Abu Omar, sono stati premiati: il primo è diventato consulente della presidenza del Consiglio e consigliere di Stato (cioè giudice amministrativo di secondo grado); il secondo, capodivisione del ministero della Difesa. Dalla sinistra radicale, silenzio di tomba. Nessuno stracciamento di vesti neppure quando il governo ha sollevato conflitto di attribuzioni dinanzi alla Consulta contro i giudici di Milano, accusandoli di aver violato un segreto di Stato che, semplicemente, non esiste. Vedremo quanti cadranno in crisi di coscienza quando Mastella annuncerà, in piena continuità con l’ottimo predecessore Castelli, il no del governo alla richiesta di estradizione per i 26 agenti della Cia coinvolti nel sequestro di Abu Omar. Silenzio di tomba anche sulla scomparsa della pur blanda riforma Gentiloni dai 12 punti del Prodi-bis e sulle incredibili proposte «riformiste» per cambiare la Costituzione e «rafforzare il premier» (Berlusconi già si lecca il trapianto). Il raddoppio della base di Vicenza senza consultare i vicentini è certamente uno scandalo, ma dal punto di vista della pace nel mondo è piuttosto marginale, posto che le basi Usa in Italia sono 54. Quanto accade in Afghanistan è molto allarmante, ma non sarà il nostro governo a decidere quando ritirarli: saranno i talebani a decidere quando metterli in fuga (dovettero darsela a gambe i 100 mila dell’Armata Rossa, figurarsi i 30 mila dell’Armata Brancaleone). Nell’attesa, ci sarebbero 45 militari morti e 513 malati per l’uranio impoverito delle varie «missioni di pace»: a parte l’impegno di alcuni parlamentari (Franca Rame e pochi altri), la loro sorte non pare proprio in cima ai pensieri della sinistra radicale. A questo punto potremmo smettere di chiamarla «radicale». Già «sinistra», certe volte, è un termine francamente eccessivo.
a quanto pare non solo è possibile, ma addirittura è accaduto tutto.
grande Marco, come sempre.
d'accordo su tutto.
ma il problema secondo me è: c'è una logica in tutto questo? ci sono speciali trattati segreti cogli usa inconfessabili e non declassificabili? il governo è ancora al soldo della cia e dei neofascisti che ingaggia, come ai tempi di gladio? perché qualunque onesto sindacalista entri al governo si trasforma per pura necessità combinatoria istituzionale in un misero realpolitikante senza idee sue degne di nota né immaginazione politica alcuna? davvero tutta la 'sinistra' parlamentare è garantista nell'anima, e perfino nei confronti dei colletti bianchi? e se non è così, quale ragione plausibile spiega l'indulto e l'accidia nel rimediare alle leggi vergogna? o c'è un'allucinazione collettiva in corso, o per capire ci mancano dati fondamentali.
d'accordo su tutto.
e aggiungo che non credo di essere il solo ad aver votato a sinistra "anche" perché credo che la c.d. legge Biagi sia la consacrazione dell'iniquo sfruttamento di una generazione o due, e perché ritengo che la legge moratti sia la tomba dell'università, della scuola, della ricerca. Hanno vinto le elezioni e zero assoluto, tutto come prima. E oltre al danno, la beffa: il presunto ministro del lavoro ha dichiarato che metterà mano con urgenza alla legge biagi per abolire "il lavoro a chiamata", cioè una cosa che con tutta probabilità non ha mai riguardato nessuno, data la sua intrinseca stupidaggine e la sua scarsa praticabilità.
Vale l'antica regola: se un incrocio è oberato dal traffico il sindaco non prometta un semaforo, ma un ponte. Il semaforo si tira su in due minuti, e una volta che l'hai fatto non hai più da promettere niente. E soprattutto, se non lo fai tutti capiscono che sei un ballista e non ti votano più.
Che dire?
Un articolo che ha un che di sinistro...
I servizi segreti deviati non servono - basta l'operato (in atti et omissioni) di coloro che credevi essere dalla tua parte!!
Paul
Un articolo che ha un che di sinistro...
già, peccato che i giornalisti di sinistra, radicale e non, queste cose non le scrivano.
@oioi: c'è una logica ben prcisa. Euro. Tanti, e per poco (o nessun) lavoro. Pensioni da nababbi dopo quattro anni di sedute in parlamento. Barche a vela e a motore, ville al mare e in montagna. Tanti contratti (da dirigenti, ovviamente) per loro e per i familiari. Una poltrona che nessuno vuole perdere. Il non avere mai lavorato (sul serio) un solo giorno della propria vita. Questa è la logica. Si chiama privilegio.
In Francia una volta ci hanno fatto una rivoluzione, se non sbaglio, per questi motivi. E noi?
Tranquillo Adimant, in Francia non succederà più tranne nel caso degli equivalenti degli zarri di trezzano e buccinasco/borgata finocchi e bagatella...gli altri han troppo la vita borghesuccia per rinunciarci anche se ci fosse il fascismo. In Francia le istituzioni sono più a sinistra dei cittadini (esiste pure un reddito di cittadinanza al di sopra dei 25anni...).
complimenti a travaglio ed anche al titolista dell'unita' per la citazione.
Dunque la "sinistra radicale", talmente pacifista a senso unico, talmente disinteressata dalla governabilità, talmente estremista da meritare gli strali di Staino e Ellekappa, è in realtà tanto molle, paludosa e infingarda da farsi criticare, da sinistra!, da Marco Travaglio.
Mi stupiranno sempre quelle persone che sono capaci di criticare gli stessi comportamenti, a seconda dei giorni, da destra E da sinistra. Credo sia il massimo del qualunquismo. E non mi riferisco a Travaglio, certo.
Chissa' quanto vale Travaglio.
Se chiude l'Unita', secondo me Corriere e Repubblica se lo strapperebbero a suon di milionate di Euro.
Li vale tutti.
il qualunquismo e' l'atteggiamento negativo nei confronti della politica (tipico dei ceti medi meridionali ex fascisti nei primo anni 50). un generico 'era meglio prima'.
ora qui, a parte qualche infiltrato ancora legato alla fedelta' astratta ed esogena (tipo dedalus coi capezzoniani, bubbidolo colla destra codina etc), il blog e' popolato da persone che hanno una chiara idea della politica. che semplicemente non collima necessariamente con nessun partito. non c'e' una "linea" da seguire. non si fanno difese se non sulle ragioni, impippandosene dei capipartito.
per esempio: quando cofferati parlava come segretario della cgil andava bene, ora come sindaco di bologna e' criticabile. nessuno ha giurato col sangue di mandare il cervello all'ammasso e diventare trinariciuto come i fedeli di san berlusconi da brianza.
questa si chiama liberta' di giudizio. mica qualunquismo.
a molti sfagiola il travaglio. dice le cose che vuole dire, ha un suo filo. non e' di sinistra ma e' assimilabile a molte posizioni giacobine [il che non stona affatto].
personalmente mi va benissimo che ci siano forze politiche che spingano per il ritiro immediato dalla guerra afgana. mi rode che non chiedano con altrettanta forza delle liste di proscrizione nei confronti dei membri dei servizi segreti e pattume similare.
qui si scontrano il giustizialismo del travaglio col pacifismo peloso della gauche "radicale"..curioso del risultato del match; diciamo dipietrismo contro dilibertismo
pelose saranno le tue gambe quando balli la giga col rutellone, il capezzone e il pannellone.
sempre pronti a sgambettare al suono del capitale
Battute un po' stente, caro il mio tonno..
rimandato
mi sono sempre rifiutato di scrivere "sinistra radicale" come fanno gli altri, precisamente per le ragioni che hanno spinto travaglio a ridire che il re è nudo.
quando mi capita di (dover) definire la parte di maggioranza non eccessivamente timida nei confronti della destra, uso "l'ala sinistra della maggioranza", prendendo spunto dal gergo calcistico che affligge questo piccolo paese.
rotafixa, dal tuo interventi mi sembra che tu abbia perso il senso centrale dell'articolo di Travaglio.
Non si tratta di trovare una definizione per la "sinistra" di Bertinotti, ma di fare quelle cose di buon senso contro i vari furbetti del quartierino che in un paese normale farebbero anche le destre.
Secondo me Travaglio in un altro paese Europeo sarebbe considerato un bravo giornalista. In un paese di cioccolatari e furbetti come l'Italia e' invece considerato un genio.
Mauro, non sono d'accordo; secondo me Rotafixa ha centrato perfettamente il problema: non ci si può aspettare dalla sinistra 'radicale' quanto chiede (giustamente e con pieno appoggio da parte di molti di noi) Travaglio, semplicemente perchè la sinistra di cui si parla non è 'radicale'. Dunque, risolvendo come suggerisce Rota la questione della definizione, tale sinistra viene illuminata dalla giusta luce e cambia ruolo: non più 'radicale', piuttosto direi che la posizione è quella, piuttosto centrale rispetto all'estremismo e al radicalismo di qualche anno fa, lasciata libera dai DS a seguito della loro migrazione verso il centro.
Conclusione: perchè aspettarsi cose di sinistra da D'Alema che è di centro? Perchè aspettarsi cose di centro da Rutelli che è di destra? Perchè aspettarsi impeti rivoluzionari da Bertinotti e Diliberto, due noti riformatori dell'ultima ora (riformatori di qualsiasi cosa non dia troppo fastidio ai loro capi)?
L'unica resta non votarli. Ignorarli. Eliminarli dalle nostre vite.
Autodissolverci. Perché no?
sarà... eppure non mi sembrava ci fossero così tanti rivoluzionari alcuni giorni fa
mi sembrava, piuttosto, ci fosse una bella canea contro i reprobi Rossi&Turigliatto, tanto per dire
e sono pronto a scommettere che quando i famosi 158 voti al senato verranno a mancare sull'Afghanistan avremo ancora interventi grondanti bava contro chi si è permesso di "mettere a repentaglio" l'ottimo governo Prodi
nel solco della vignetta di Ellekappa di quei bei giorni
una roba tipo: "la sinistra radicale fa cedere il governo" "un altro silvio berlusconi è possibile"
indimenticabile...
"perchè aspettarsi cose di sinistra da D'Alema che è di centro? Perchè aspettarsi cose di centro da Rutelli che è di destra? Perchè aspettarsi impeti rivoluzionari da Bertinotti e Diliberto, due noti riformatori dell'ultima ora (riformatori di qualsiasi cosa non dia troppo fastidio ai loro capi)?"
Domande retoriche sacrosante, che fortunatamente si stanno ponendo sempre più persone.
"L'unica resta non votarli. Ignorarli. Eliminarli dalle nostre vite."
Nonostante tutto, Adimant, questo è un punto cardine che mi lascia tuttora perplesso (senza che minimamente mi tocchino le illazioni di tale Davide, amicone di tonii).
1) non credo affatto che l'impegno politico personale si esaurisca nel momento del voto (pochi secondi per una X!): da qui discende una importanza differente data a questo momento, giudicato più o meno importante a seconda delle proprie inclinazioni politiche, delle proprie esperienze di lotta e della propria personale "coerenza".
2) il problema del voto e del non voto è sempre esistito. E' nota, in ambito anarchico, l'antica polemica tra Malatesta e Merlino sulla questione elettorale. Scriveva Merlino: "Il parlamentarismo non è la fenice dei sistemi politici: tutt’altro! Ma per pessimo che sia, è sempre migliore dell’assolutismo, al quale noi a grandi passi ci incamminiamo".
Chissà quanti - tra i quali il sottoscritto - hanno votato fino ad oggi il "male minore", convinti che servisse solo ad allontanare il male peggiore, senza però che il momento del voto annullasse il conflitto ed esaurisse la lotta extraparlamentare (sempre Merlino: "Questa lotta, secondo me, deve essere combattuta su tutti i terreni – compreso quello delle elezioni – ma non su quello esclusivamente").
"(...) il voto è un episodio della lotta per il Socialismo, e non il più importante; la vera lotta deve essere fatta nel paese e col paese sul terreno economico e sul politico.
“L’emancipazione dei lavoratori deve essere opera dei lavoratori”; non può essere opera dei politicanti.
Ecco la mia opinione sulla più grave ragione di dissidio tra socialisti ed anarchici.
Sventuratamente questi e quelli si son fatti del male (...) Fra i due litiganti ci gode il governo" (estratti da Malatesta Errico, "Rivoluzione e lotta quotidiana").
La domanda che mi/vi pongo prescinde dalla coerenza individuale, che non mi interessa e sarò comunque io stesso a giudicare. La domanda è sempre stata e resta: che fare? Che cosa è più GIUSTO fare? Che cosa CONVIENE fare? Che cosa è SENSATO fare? Cacciare i DS dal corteo è illegale? Non votarli, però, è legittimo. Quel che ancora, però, non mi convince del non voto (e qui chiederei proprio a tonii cosa ne pensa), è il fatto reale che i fascisti più o meno dichiarati che ci circondano, beh, LORO INVECE A VOTARE CI VANNO ECCOME, senza porsi il benchè minimo problema di senso, etica o coerenza! Dunque, che fare? Ignorare pure loro? O piuttosto...eliminarli dalle nostre vite?! :)
Sul fatto che Repubblica e il Corriere si contenderebbero Travaglio a suon di milionate. Credo che dividerebbero volentieri la spesa per un contratto de killer o spetnaz. Per terminarlo. Travaglio è già un collaboratore di Repubblica, dove si guardano bene dal fargli scrivere quelle pericolose e inopportune cose che si chiamano "semplici verità". Il che significa che le nascondono. Perché molti sinistri non imputati odiano Travaglio quanto lo odiano i pregiudicati destri dei quali rivela le infamie pubbliche accuratamente celate da stampa e tv? Guardate chi lo odia e avrete la mappa di alleanze segrete, vergognose e miliardarie!!!
"amicone"???
no? :(
ci conosciamo???
L'anarchico e il diessino, un po' come il gatto e la volpe. :D
tonii, ironie a parte, la mia domanda era seria, non retorica e priva di supponenza. C'è un legame tra anarchismo e realismo? Ha senso un compromesso? Quale ragionamento deriva, nella pratica, dal rendersi conto che la mia consapevolezza mi spingerebbe a non votare, mentre l'ottusità altrui continua a spingere la gente a votare Forza Italia? Quale vantaggio immediato (o più sulla lunga distanza)?
"diessino"? ah ok, si parlava di un mio omonimo. avevo frainteso.
guarda lorenzo che guevara che contro la stupidità neanche gli dei poterono nulla,se credi di poter combattere i forzitalioti a colpi di consenso verso l'udeur di mastella sei sulla strada sbagliata (ancora una volta)
gatto forse hai frainteso il non plus ultra della sinistra....
tonii, non voglio peccare di ottimismo ma mi sembra che il governo in carica si stia muovendo per disinnescare la bomba usa-iran, uno dei tuoi -- e miei -- timori piu` grossi per il futuro p.v.. che voglio dire con questo? che non ci si deve troppo incazzare per evitare di confondere il bene con il meglio. penso che per realizzare (e vedere) il bene bisogna anche sapersi accontentare, per vedere (e realizzare) il meglio ci vuole tanta pazienza.
@beppe: sara' come dici, ma in ogni caso il valore internazionale dell'italia nel caso iran lo darei prossimo allo zero.
@lorenzo. be' se non e' realismo e compromesso non saprei proprio cos'altro potrebbe essere l'anarchia.
ma il compromesso e' l'accordo tra eguali, non la sottomissione a 'ragioni superiori'...
grazie tonii ma non posso evitare di dire una cosa. in passato mi hai detto che una delle tue maggiori riserve a votare prodi era che votando lui saremmo finiti in iran a far guerra. pochi giorni fa l'unita' e forse anche gli altri giornali (non lo so) ci ha raccontato dei tentativi di questo governo, piuttosto unici nel panorama internazionale da quanto ne so (ma correggimi se sbaglio) di smorzare le tensioni che si stanno accumulando l'iran. tu me lo liquidi con "tanto contiamo niente". no, dai, se cambi le regole della discussione, non vale mica. io sarei propenso a riconoscere almeno la buona volonta'... eh?
condivido e ammiro travaglio,
ma voialtri bloggaroli, oltre a sparare fregnacce, c'avete 'n ruolo, 'n lavoro, nzomma qualche ccosa de ppiù 'ntelligente da fà che non sparare minchiate illeggibili a raffica?