«La nave delle anime belle è traghettata da Caronte»
Daniele Farina, deputato del Prc, ha votato sì: «Crea le condizioni per andarcene. E il movimento guardi anche alle guerre di casa nostra»
di Cinzia Gubbini
Daniele Farina, ex portavoce del centro sociale milanese Leoncavallo e deputato indipendente del Prc, ha votato di nuovo in favore della missione militare in Afghanistan. Un assenso che, assicura, non nasce dalle pressioni interne al partito, ma da una scelta consapevole anche se non facile: «Nessuna pressione. Trovo che quanto si dice a proposito di ciò che accade all'interno del partito sia piuttosto caricaturale. Ho votato sì: la nave delle anime belle rischia di essere traghettata da Caronte».
Dritti dritti verso l'inferno?
Esatto. Sia chiaro, anche io ho i miei mal di pancia. Ma credo che sia ora di uscire dalla dicotomia ferale: o tutto e subito o niente mai. Credo che il nostro compito sia far vivere Antigone, non lasciarla al suo destino di morte.
Antigone morì per disobbedire a un'ingiusta legge dello Stato. Crede che ci sarebbe stata al compromesso sull'Afghanistan ?
Magari sì, chiaramente considerando tutto il decreto, senza volerne dare per forza una visione mutilata: dentro non c'è soltanto l'Afghanistan, ma anche partite importanti. Dal valico di Rafah alla nostra presenza in Libano. Ma anche sull'Afghanistan mi sembra che ci siano seri passi avanti. Quella guerra è stata un fallimento, bisogna andare via di lì, non ci sono dubbi. Ma dobbiamo creare le condizioni. E a me sembra che sia l'ordine del giorno sull'acquisto dell'oppio a fini terapeutici che la proposta di una conferenza internazionale di pace siano un buon inizio. Certo, la conferenza internazionale deve vedere presenti tutte le parti in conflitto, altrimenti sarebbe davvero poco utile.
Cosa risponde a chi vi accusa di «collaborazionismo»?
No comment.
Gli elettori che la volevano in parlamento si sentiranno rappresentati dal suo voto sul decreto?
Forse sulla questione dell'Afghanistan non tutti, ma sul resto del decreto penso proprio di sì. Vede, mi turba questa attenzione spasmodica sulla terribile e fallimentare guerra afghana. Perché ho il timore che, anche fuori dal Palazzo, si rischi di essere strabici. Quando esco di qui, vedo tante guerre a bassa intensità, soprattutto nelle nostre periferie: droga, immigrazione, precarietà. I centri sociali, straordinari luoghi di conflitto e società, sono sotto attacco. Ovunque c'è un rigurgito delle destre. Anche questi sono problemi, problemi serissimi.
E il movimento che fa?
Prima di tutto smettiamola di parlare di movimento, perché ne dà una visione distorta, monolitica, quando non lo è. L'opposizione sociale c'è ancora, anche se mi sembra chiaro che viva un momento di difficoltà. Era prevedibile, con un governo di centrosinistra. Ma sarebbe ora di uscirne fuori, di farsi di nuovo vedere, possibilmente senza le solite rappresentanze politiciste e chiuse. I movimenti sono il sale della terra, e devono agire in autonomia dalla politica rappresentativa. Ma autonomia non significa chiudersi nel ghetto e rifluire nell'antipolitica.
Eh, come avete ragione: bisogna fare come il Papa, che chiude gli occhi negando l'evidenza dinnanzi a cose incredibili come l'aborto, il divorzio, le convivenze...
Farina avrebbe dovuto, invece, dire che il problema dell'Afghanistan non esiste, avrebbe dovuto votare contro, doveva anche lui contribuire a far cadere questo governaccio per sostituirlo a un altro vero governo, magari di destra, così gente come il giornalista che ha scritto l'articolo poteva nuovamente farsi prendere dall'eccitazione che solo lo scendere in piazza sa dare.
Così bisognava fare, altro che balle.
Bravi, continuiamo a fare gli struzzi e poi vedete dove andiamo a finire: qui la faccia come il culo non è mica quella di Farina, ma di chi lo sta mettendo alla gogna.
Non impariamo mai, mai, mai, mai...
Caro capo dei pragmatici pentraslon, voglio scrivere a te e a tutti i pragmatoidi della galassia per chiarire una volta per tutte.
Coloro che amano la correttezza politica chiamata rispettare il programma e applicarlo dalla a alla zeta non sono struzzi(e bravi per l'insulto velato di doppiosenso), ma solo forse un po creduloni. Quella pappetta pelosa che piace a voi non è detto sia buona per tutti, in ogni caso puzza di avariato e non è nella sfera dei poteri che noi avevamo (per molti come me a malincuore) deciso di delegare alla coalizione vincitrice. Il concetto non è essere incapaci di fare politica "perche la politica è compromesso". Cari faccie di tolla, che non siete altro, la politica è 1)ANCHE compromesso e 2)fatta di differenze ma anche di coerenze. Il compromesso si fa ma non è la pratica madre come voi cercate di farci credere con il vostro stanrazzare affannato. Se un governo votato da me fa una politica di destra io sono dell'idea che debba tornare a casa. Tanto di buono per me nulla farà: esempio sono i contratti cococo vergognosa scelta del primo giro di governi di centrosinistra del decennio passato. Preferisco che a farli sia berluzkazz cosi almeno la prossima volta che vado a votare esisterà qualcuno che non avra cercato di incularmi con i soliti vecchi trucchi di chi si crede furbo ma è solo uno stronzo consumato dal sole e dalla pioggia. Sono stato chiaro? Mio nonno diceva spesso:"piuttosto che votare questi infami che sono li solo in attesa di vendermi ai padroni io voto direttamente i padroni cosi non hanno tornaconti fatti sulla mia pelle sti strunz". Lui non ha studiato scienze politiche facendo la bella vita da studente alla sapienza o alla statale: era orfano ed ha lavorato,è stato sfruttato tutta la vita. E proprio per essersi guadagnato faticosamente tutto non gli sarebbe mai venuto in mente di fare giochini con il mandato elettorale per soddisfare i suoi sogni di grandezza politica(=rubare i soldi del contribuente per palesare significati forse per voi troppo dietrologici), che sinceramente di quelli a noi ce ne futte poco...
Gli ideali sono una bella cosa, ma spesso sfociano in una strada chiusa: essere pragmatici, invece, serve eccome, perchè si deve fare i conti con un mondo reale, non in quello che si vorrebbe fosse.
Cercate di avere una buona dose di realismo, e di non far finta di vivere su Marte.
Finchè godrete andando in piazza o partecipando alle manifestazione, finchè vivrete una vita solo "contro", andrete poco lontano: ma forse per voi è molto più faticoso costruire che demolire: ci vuole più coraggio, si fa molta più fatica.
Degli ideali di Farina non me ne frega niente. Mi frega invece dei miei, di ideali. E la prossima volta, col cazzo che rivoto Rifondazione.
E bravo il daniele farina, il leoncavallino che con la sua scaltrezza si è conquistato il seggio in parlamento e col cappero che se lo fa sfuggire...chi va a montecitorio si in...farina.
A proposito ma qualche lavoro il daniele lo ha mai fatto...lavoro nel senso di fatica per guadagnarsi il pane.
Non l'ho votato e non c'è il rischio per commettere errori simili.
Condivido le critiche a Farina.
Per coerenza, esse vanno estese a tutti i deputati dei ds, ovviamente. E del Pdci. E dei verdi. E alla fine si salvano solo Paolo Cacciari, la deputata verde di cui non ricordo il nome e i "mitici" Turigliatto e Rossi.
Eppure qualche giorno fa mi sembrava che tutti, anche su questo blog, fossero pronti a uccidere a colpi di forcone, stile Novecento, i due reprobi.
Beh, fa piacere vedere che c'è stata una bella ventata di sinistra! A questo punto, si può richiedere coerenza nei commenti prossimi venturi?
Scusa Daniele, so che il voto è segreto, però... insomma, non è che mi diresti chi è che hai votato, così scopro qual è quel partito che si è schierato compatto contro la guerra in Afghanistan.
La retorica sul "sudore della fronte", però lasciamola perdere, eh? Se non sbaglio sono proprio i "riformisti" a sostenere che il lavoro in fabbrica non esiste più, che il massimo della vita sono i lavori immateriali e precari. Quanto alle persone normali, lo sanno benissimo che il lavoro spesso non racchiude nessuna etica, ma sfruttamento e privazione. E sono decenni ormai. L'esaltazione del lavoro, della fatica, è una cosa che mi ha sempre dato i brividi, dall'Arbeit Macht Frei di Auschwitz ai campi di rieducazione di Pol Pot.
Definire "mitici" Turigliatto e Rossi mi sembra quantomeno risibile: però, se ritenete che questi siano gli eroi cui dovete tendere, fate pure.
Dal canto mio, credo che sia ipocrita fingere che questo governo non debba forzatamente perseguire una politica esterna credibile e soprattutto realistica.