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Alberto Biraghi
La maglia nera, gesta e ingegno di Luigi Malabrocca
la Socia ha scritto per OneMoreBlog:
"La maglia nera, gesta e ingegno di Luigi Malabrocca" è un monologo teatrale scritto e interpretato da Matteo Caccia che ho visto qualche sera fa. E' da vedere sia per la storia sia per come è raccontata.
Secondo dopoguerra, la ricostruzione: lavoro, fatica, sudore. Non poteva che essere il ciclismo lo sport più amato dagli italiani. E il Giro d'Italia l'evento sportivo più seguito. Uomini su due ruote che macinavano chilometri, e scalavano montagne con quel gesto sempre uguale come quello degli operai nelle fabbriche o dei contadini nei campi. E poi la leggenda di Bartali e Coppi. La magica coppia che divideva il paese non meno di Dc e Pci, e accendeva gli animi con epiche imprese. Ebbene, in questo contesto il bravo Matteo Caccia inserisce il racconto di Luigi Malabrocca, l'inventore della "maglia nera". Luigi era un poveraccio come tanti altri. Un gregario che correva per portare a casa la pagnotta. E per riuscirci aveva confezionato la figura dell'ultimo. In tempi in cui ancora il marketing non si sapeva bene cosa fosse, aveva fatto una vera operazione di marketing creando un prodotto di cui i consumatori italiani avevano bisogno: il perdente.
Un guizzo d'ingegno che gli aveva regalato in un colpo solo fama, simpatia e denaro. L'idea era nata (ovviamente pedalando) dalla semplice constatazione che se non arrivi solo (cioè primo o secondo, posti già saldamente occupati da Bartali e Coppi), sparisci nel gruppo. A meno che non scegli di arrivare in gloriosa solitudine alla fine. Dall'idea ai fatti: Luigi partecipava alle tappe e arrivava sempre ultimo. Fino a diventare una leggenda. Il suo arrivo era un avvenimento. Gli speaker lo acclamavano, gli appassionati lo aspettavano carichi di simpatia e doni. Grazie a lui il ruolo di ultimo diventò così ambito e redditizio da ingolosire altri. Sante Crollo, per esempio, che ingaggiò una feroce gara alla rovescia con Malabrocca per portargli via la "maglia nera". Ma Luigi non era disposto a cedere il suo prodotto. Con lui era nato, senza di lui sarebbe morto.
11.03.07 22:36 - sezione
teatro